dasdsasderterowaa
31-05-2008, 09:05
Fonte: http://www.rainews24.it/Notizia.asp?NewsId=82233
Si chiamano 'Centros de internamiento de Extranjeros', la sigla e' Cie, e se formalmente non sono prigioni, di fatto e' difficile descriverli altrimenti.
Dopo settimane di polemiche sull'immigrazione ieri il premier Jose' Luis Zapatero e' tornato a sottolineare che la Spagna vuole una politica europea in materia e che "nessuno dovrebbe accelerare o adottare politiche da solo".
Ora anche i Cpt spagnoli finiscono sotto accusa: ed e' il quotidiano di centrosinistra El Pais, in genere vicino al governo socialista, a metterli sotto i riflettori criticandoli pesantemente.
Il problema della Spagna, spiega il quotidiano, non e' tanto che i Cie sono di fatto come prigioni, ma e' che sono prigioni senza regole. Manca cioe' una normativa dettagliata, come quella che esiste invece in materia penitenziaria: ognuno, quindi, e' indipendente dagli altri e le norma sono imposte, senza coordinamento, dalla polizia del luogo.
In Spagna ci sono nove Cie, di cui sei sulla penisola iberica e tre alle isole Canarie, per un totale di circa 2400 posti, a cui si sommano due centri a Ceuta e Melilla, le enclave spagnole sulla costa marocchina, e una dozzina di centri di detenzione di prima accoglienza: sono quelli in cui vengono concentrati gli irregolari appena arrivati (ce ne sono soprattutto alle Canarie), ed entro 72 ore un giudice deve decidere fra liberta' e trasferimento in un Cie.
Questi luoghi, spiegano le organizzazioni non governative, sono off limits per i loro assistenti sociali esperti in immigrazione, e anche se il ministero dell'Interno lo smentisce e sostiene che l'ingresso e' possibile su richiesta, il Comitato spagnolo per gli aiuti ai rifugiati e la Croce rossa confermano le difficolta' di accesso: solo nei centri dell isole Canarie, saltuariamente, le autorita' chiedono l'intervento della Croce rossa, ma senza cooperazione stabile.
Un rapporto della societa' di consulenza privata Steps Consulting Social, incaricato dall'Unione europea, descrive cosi' i centri spagnoli: "Le condizioni di detenzione sono inutilmente severe, in certi casi le condizioni igieniche sono deplorevoli; la custodia spetta solo a poliziotti; a volte manca personale medico esclusivo per il centro, mancano assistenti sociali".
Il governo ribatte dicendo di aver investito 26,3 milioni di euro per il miglioramento dei centri esistenti e la costruzione di nuove strutture nel 2008. Ma per il momento non sono previste riforme per regolamentare nel dettaglio i centri: soltanto una per aumentare il periodo di detenzione massima (probabilmente dai 40 giorni attuali fino a 60), in linea con la direttiva Ue sui rimpatri in discussione a Bruxelles.
Ma come, questo dagli spagnoli non me l'aspettavo proprio, pensavo che fossero un popolo molto ospitale e rispettoso dei clandestini?! :fagiano:
Si chiamano 'Centros de internamiento de Extranjeros', la sigla e' Cie, e se formalmente non sono prigioni, di fatto e' difficile descriverli altrimenti.
Dopo settimane di polemiche sull'immigrazione ieri il premier Jose' Luis Zapatero e' tornato a sottolineare che la Spagna vuole una politica europea in materia e che "nessuno dovrebbe accelerare o adottare politiche da solo".
Ora anche i Cpt spagnoli finiscono sotto accusa: ed e' il quotidiano di centrosinistra El Pais, in genere vicino al governo socialista, a metterli sotto i riflettori criticandoli pesantemente.
Il problema della Spagna, spiega il quotidiano, non e' tanto che i Cie sono di fatto come prigioni, ma e' che sono prigioni senza regole. Manca cioe' una normativa dettagliata, come quella che esiste invece in materia penitenziaria: ognuno, quindi, e' indipendente dagli altri e le norma sono imposte, senza coordinamento, dalla polizia del luogo.
In Spagna ci sono nove Cie, di cui sei sulla penisola iberica e tre alle isole Canarie, per un totale di circa 2400 posti, a cui si sommano due centri a Ceuta e Melilla, le enclave spagnole sulla costa marocchina, e una dozzina di centri di detenzione di prima accoglienza: sono quelli in cui vengono concentrati gli irregolari appena arrivati (ce ne sono soprattutto alle Canarie), ed entro 72 ore un giudice deve decidere fra liberta' e trasferimento in un Cie.
Questi luoghi, spiegano le organizzazioni non governative, sono off limits per i loro assistenti sociali esperti in immigrazione, e anche se il ministero dell'Interno lo smentisce e sostiene che l'ingresso e' possibile su richiesta, il Comitato spagnolo per gli aiuti ai rifugiati e la Croce rossa confermano le difficolta' di accesso: solo nei centri dell isole Canarie, saltuariamente, le autorita' chiedono l'intervento della Croce rossa, ma senza cooperazione stabile.
Un rapporto della societa' di consulenza privata Steps Consulting Social, incaricato dall'Unione europea, descrive cosi' i centri spagnoli: "Le condizioni di detenzione sono inutilmente severe, in certi casi le condizioni igieniche sono deplorevoli; la custodia spetta solo a poliziotti; a volte manca personale medico esclusivo per il centro, mancano assistenti sociali".
Il governo ribatte dicendo di aver investito 26,3 milioni di euro per il miglioramento dei centri esistenti e la costruzione di nuove strutture nel 2008. Ma per il momento non sono previste riforme per regolamentare nel dettaglio i centri: soltanto una per aumentare il periodo di detenzione massima (probabilmente dai 40 giorni attuali fino a 60), in linea con la direttiva Ue sui rimpatri in discussione a Bruxelles.
Ma come, questo dagli spagnoli non me l'aspettavo proprio, pensavo che fossero un popolo molto ospitale e rispettoso dei clandestini?! :fagiano: