c.m.g
15-04-2008, 08:39
martedì 15 aprile 2008
http://punto-informatico.it/punto/20080415/15.gif
Roma - Dipendenti sotto controllo, monitorati dall'occhio vigile dei datori di lavoro; caselle email sorvegliate, spionaggio estensivo sulle conversazioni che si intrecciano nei programmi di instant messaging: è quanto prevede una proposta di legge australiana volta a prevenire attacchi terroristici sferrati contro le reti informatiche.
Estendendo i poteri di sorveglianza alle aziende, condividendo con il settore privato l'onere e il potere di vigilare sui nodi critici delle infrastrutture informatiche che sostengono l'economia del paese, sarà più facile sventare le minacce terroristiche, spiegano dal governo. Finora (http://www.ag.gov.au/www/agd/agd.nsf/Page/Telecommunications_interception_and_surveillance) i poteri di vigilare sui propri dipendenti sono stati garantiti alle sole agenzie investigative e alle forze dell'ordine: ottenendo (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=436316) un mandato e un'autorizzazione è loro concesso monitorare la vita online dei cittadini, alla ricerca di qualche dettaglio che tradisca intenzioni sobillatorie. Questo quadro regolatorio scadrà a giugno 2009, e l'Australia ha intenzione di uniformarsi alle tendenze (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2091007) in atto (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2203361) in tutto il globo (http://www.pitelefonia.it/p.aspx?i=1921732), è in cerca di stringenti misure di sicurezza da affiancare al già attivo (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=436316) atteggiamento repressivo (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=436316) votato al contrasto del terrorismo.
Il procuratore generale Robert McClelland ritiene infatti che le misure in vigore attualmente non siano sufficienti per tutelare l'Australia: è stato informato del fatto che i rischi non coinvolgono i soli sistemi informatici delle istituzioni, spiega (http://www.smh.com.au/news/technology/bosses-power-to-check-email/2008/04/13/1208024990775.html?page=fullpage#contentSwap1) a The Sydney Morning Herald, è stato avvertito del fatto che un cyberattacco terroristico sferrato contro le reti informatiche che sorreggono il sistema economico e il sistema dei servizi australiani potrebbe essere decisamente più immediato (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2252139) e dannoso rispetto ad un attacco terroristico condotto entro i canoni tradizionali.
Per questo motivo si sta lavorando affinché il potere di intercettare la comunicazioni online sia esteso anche alle aziende private che gestiscono servizi di vitale importanza (http://defendingscoundrels.com/2008/04/orgy-of-media-coverage-on-anti.html) per il paese, quali la rete elettrica, quella dei trasporti, la Borsa: gli impiegati in questi settori, prevede il testo della proposta, dovrebbero essere controllati a loro insaputa. "È indubbio - ha confermato McClelland - che sia necessario per gli amministratori di rete consultare la corrispondenza delle persone per individuare virus e altre minacce": per questo motivo è necessario che si sviluppino a livello statale dei protocolli e delle linee guida in grado di regolamentare queste pratiche.
A fronte delle prime critiche (http://www.theaustralian.news.com.au/story/0,25197,23536951-5013871,00.html) sollevate dall'opposizione e dalle associazioni a tutela dei diritti dei cittadini, giungono le rassicurazioni del governo: "Non siamo interessati alle email che inviate per comunicare agli amici quel che avete fatto durante il cenone di Natale - ha tentato (http://www.theage.com.au/news/web/gillard-defends-email-intercept/2008/04/14/1208025041255.html?s_cid=rss_technologyhttp://theage.com.au/news/web/gillard-defends-email-intercept/2008/04/14/1208025041255.html?s_cid=rss_technology) di tranquillizzare gli impiegati la vice primo Ministro Julia Gillard - cerchiamo solo di proteggere i nodi critici dell'infrastruttura". Tutelare la sicurezza nazionale, ribadisce (http://www.abc.net.au/news/stories/2008/04/14/2215638.htm) Gillard, è un obiettivo impossibile se lo stato non detiene "poteri adeguati per accertarsi che non ci sia qualcosa di insolito che si verifica nel sistema".
Ma le rassicurazioni non bastano a sedare le polemiche. Si teme per i datori di lavoro, caricati (http://www.abc.net.au/news/stories/2008/04/14/2216710.htm?section=justin) di una responsabilità che potrebbe sfuggire loro di mano: "Rischiano di diventare il braccio dei servizi di intelligence e delle forze dell'ordine - ha avvertito (http://news.theage.com.au/cyber-snooping-plan-under-attack/20080414-25ws.html) il presidente dell'Australian Council for Civil Liberties - l'impatto delle conseguenze potrebbe essere dirompente". Potrebbe crearsi un clima di terrore sul posto di lavoro, si potrebbe instaurare un regime panottico (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1446696) sulla vita online dei dipendenti e i datori di lavoro potrebbero approfittare (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2208980) dei poteri che lo stato ha assegnato loro per vigilare sulla sicurezza nazionale.
Anche Dale Clapperton, a capo di Electronic Frontiers Australia, si è scagliato (http://www.news.com.au/technology/story/0,25642,23535224-5014108,00.html) contro una misura ritenuta superflua, lesiva della riservatezza dei cittadini, incapace di bilanciare i diritti degli impiegati con l'obiettivo di tutelare la sicurezza nazionale. I poteri affidati ai datori di lavoro rischiano di trasformarsi in un'occasione di sistematica violazione della privacy: "Questi poteri potrebbero essere impugnati come strumenti di sorveglianza interna, potrebbero scatenare una caccia alle streghe aziendale".
Gaia Bottà
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2256121/PI/News/Australia--alle-aziende-il-potere-di-spiare/p.aspx)
http://punto-informatico.it/punto/20080415/15.gif
Roma - Dipendenti sotto controllo, monitorati dall'occhio vigile dei datori di lavoro; caselle email sorvegliate, spionaggio estensivo sulle conversazioni che si intrecciano nei programmi di instant messaging: è quanto prevede una proposta di legge australiana volta a prevenire attacchi terroristici sferrati contro le reti informatiche.
Estendendo i poteri di sorveglianza alle aziende, condividendo con il settore privato l'onere e il potere di vigilare sui nodi critici delle infrastrutture informatiche che sostengono l'economia del paese, sarà più facile sventare le minacce terroristiche, spiegano dal governo. Finora (http://www.ag.gov.au/www/agd/agd.nsf/Page/Telecommunications_interception_and_surveillance) i poteri di vigilare sui propri dipendenti sono stati garantiti alle sole agenzie investigative e alle forze dell'ordine: ottenendo (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=436316) un mandato e un'autorizzazione è loro concesso monitorare la vita online dei cittadini, alla ricerca di qualche dettaglio che tradisca intenzioni sobillatorie. Questo quadro regolatorio scadrà a giugno 2009, e l'Australia ha intenzione di uniformarsi alle tendenze (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2091007) in atto (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2203361) in tutto il globo (http://www.pitelefonia.it/p.aspx?i=1921732), è in cerca di stringenti misure di sicurezza da affiancare al già attivo (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=436316) atteggiamento repressivo (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=436316) votato al contrasto del terrorismo.
Il procuratore generale Robert McClelland ritiene infatti che le misure in vigore attualmente non siano sufficienti per tutelare l'Australia: è stato informato del fatto che i rischi non coinvolgono i soli sistemi informatici delle istituzioni, spiega (http://www.smh.com.au/news/technology/bosses-power-to-check-email/2008/04/13/1208024990775.html?page=fullpage#contentSwap1) a The Sydney Morning Herald, è stato avvertito del fatto che un cyberattacco terroristico sferrato contro le reti informatiche che sorreggono il sistema economico e il sistema dei servizi australiani potrebbe essere decisamente più immediato (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2252139) e dannoso rispetto ad un attacco terroristico condotto entro i canoni tradizionali.
Per questo motivo si sta lavorando affinché il potere di intercettare la comunicazioni online sia esteso anche alle aziende private che gestiscono servizi di vitale importanza (http://defendingscoundrels.com/2008/04/orgy-of-media-coverage-on-anti.html) per il paese, quali la rete elettrica, quella dei trasporti, la Borsa: gli impiegati in questi settori, prevede il testo della proposta, dovrebbero essere controllati a loro insaputa. "È indubbio - ha confermato McClelland - che sia necessario per gli amministratori di rete consultare la corrispondenza delle persone per individuare virus e altre minacce": per questo motivo è necessario che si sviluppino a livello statale dei protocolli e delle linee guida in grado di regolamentare queste pratiche.
A fronte delle prime critiche (http://www.theaustralian.news.com.au/story/0,25197,23536951-5013871,00.html) sollevate dall'opposizione e dalle associazioni a tutela dei diritti dei cittadini, giungono le rassicurazioni del governo: "Non siamo interessati alle email che inviate per comunicare agli amici quel che avete fatto durante il cenone di Natale - ha tentato (http://www.theage.com.au/news/web/gillard-defends-email-intercept/2008/04/14/1208025041255.html?s_cid=rss_technologyhttp://theage.com.au/news/web/gillard-defends-email-intercept/2008/04/14/1208025041255.html?s_cid=rss_technology) di tranquillizzare gli impiegati la vice primo Ministro Julia Gillard - cerchiamo solo di proteggere i nodi critici dell'infrastruttura". Tutelare la sicurezza nazionale, ribadisce (http://www.abc.net.au/news/stories/2008/04/14/2215638.htm) Gillard, è un obiettivo impossibile se lo stato non detiene "poteri adeguati per accertarsi che non ci sia qualcosa di insolito che si verifica nel sistema".
Ma le rassicurazioni non bastano a sedare le polemiche. Si teme per i datori di lavoro, caricati (http://www.abc.net.au/news/stories/2008/04/14/2216710.htm?section=justin) di una responsabilità che potrebbe sfuggire loro di mano: "Rischiano di diventare il braccio dei servizi di intelligence e delle forze dell'ordine - ha avvertito (http://news.theage.com.au/cyber-snooping-plan-under-attack/20080414-25ws.html) il presidente dell'Australian Council for Civil Liberties - l'impatto delle conseguenze potrebbe essere dirompente". Potrebbe crearsi un clima di terrore sul posto di lavoro, si potrebbe instaurare un regime panottico (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=1446696) sulla vita online dei dipendenti e i datori di lavoro potrebbero approfittare (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2208980) dei poteri che lo stato ha assegnato loro per vigilare sulla sicurezza nazionale.
Anche Dale Clapperton, a capo di Electronic Frontiers Australia, si è scagliato (http://www.news.com.au/technology/story/0,25642,23535224-5014108,00.html) contro una misura ritenuta superflua, lesiva della riservatezza dei cittadini, incapace di bilanciare i diritti degli impiegati con l'obiettivo di tutelare la sicurezza nazionale. I poteri affidati ai datori di lavoro rischiano di trasformarsi in un'occasione di sistematica violazione della privacy: "Questi poteri potrebbero essere impugnati come strumenti di sorveglianza interna, potrebbero scatenare una caccia alle streghe aziendale".
Gaia Bottà
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/2256121/PI/News/Australia--alle-aziende-il-potere-di-spiare/p.aspx)