gretas
31-03-2008, 21:01
T R I B U N A L E D I C A L T A N I S S E T T A
UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
DECRETO DI ARCHIVIAZIONE
(artt.409 e 411 c.p.p.)
Il Giudice, dott. Giovanbattista Tona, nel
procedimento nei confronti di:
. BERLUSCONI Silvio, nato a Milano il 29 settembre
1936;
. DELL'UTRI Marcello, nato a Palermo l'1 settembre
1941;
in relazione al reato di cui agli artt.110-422 c.p., 7
d.l. 13 maggio 1991, n.152 (conv. in l. n.203/91)
(c.d. aggravante della finalità mafiosa), 1 d.l. 15
dicembre 1979 n.625 (conv. in l.n.15/80) (c.d.
aggravante della finalità di terrorismo).
http://www.*beep*.org/mafia/documenti_sen.htm
http://www.archivio900.it/it/downloa....aspx?id--=135
Le dichiarazioni di Salvatore Cancemi
P.M.: E queste richieste in quelloccasione disse a chi
dovevano essere rivolte?
Cancemi: Lui più volte ha detto che aveva queste
persone nelle mani, quindi Berlusconi e DellUtri,
quindi queste cose lui le doveva girare a queste
persone. Per me era una cosa
P.M.: Sì, ma nel corso di questa, in questa riunione
riprese il discorso di, chiarendo
Cancemi: () sì, lui in questa, in questa riunione dice
che ci doveva fare avere queste cose a queste persone,
Berlusconi e DellUtri, i nomi che ha fatto erano
questi qua. Anche dopo diciamo lui parlava sempre di
queste persone, anche dopo questincontro mi ricordo
che, altre, un paio di volte ha parlato sempre di
queste persone.
Le dichiarazioni di Giovanni Brusca
I rapporti tra Brusca e Mangano erano particolarmente
qualificati; si erano conosciuti in carcere tra il
1986 e il 1987 e poi Brusca e un suo parente avevano
fatto in modo di fargli assegnare la reggenza della
famiglia di Porta Nuova, dopo che Cancemi si era
consegnato ai Carabinieri.
Brusca gli chiese allora se poteva attivarsi per
ripristinare questi contatti e Mangano si rese
disponibile. Fece diversi viaggi a Milano per portare
a termine il compito affidatogli da Brusca e che
consisteva nellavanzare a Berlusconi le richieste che
stavano a cuore allassociazione cosa nostra, come ad
esempio labrogazione del regime detentivo speciale per
i mafiosi e lammissione di costoro ai benefici della
legge Gozzini.
Mangano si servì di un altro intermediario, che diceva
a Brusca chiamarsi Roberto e che faceva limprenditore
allinterno della Fininvestaveva lappalto delle pulizie
allinterno della Fininvest; nessun altra informazione
su questa persona ha saputo fornire il collaborante,
tuttavia ha escluso che Mangano gli abbia detto di
avere contattato DellUtri.
Le dichiarazioni di Salvatore Cucuzza
Secondo Cucuzza, Vittorio Mangano riuscì a tenere
stretti a sé Brusca e Bagarella proprio in virtù di
questi rapporti con DellUtri e non assunse mai alcuna
iniziativa senza tenerli informati. Ha raccontato di
avere appreso da Mangano che egli aveva lavorato
presso la tenuta di Arcore di Silvio Berlusconi e che
lì aveva addirittura organizzato un sequestro di
persona ai danni del padre dellimprenditore; questo
sequestro poi non riuscì, in quanto allultimo momento
si cambi obiettivo ma senza successo.
Questi finanziamenti di Berlusconi prima a Bontate,
poi a Teresi, infine a Pullarà, Cucuzza li ha
contestualizzati a cavallo tra la fine degli anni 80 e
i primi anni 90.
Quando il 30/1/1994, Cucuzza venne scarcerato, torn a
parlare con Mangano dei suoi rapporti con DellUtri;
Mangano gli disse di essere ancora in stretto contatto
con lui e che grazie a lui poteva influenzare qualche
cosa, di interesse naturalmente di cosa nostra (verb.
P.M. Firenze 7/5/1997).
Brusca e Bagarella, per fargli comprendere la
necessità di mantenere il ruolo di Mangano, spiegarono
a Cucuzza che, attraverso DellUtri, Mangano aveva
fatto conoscere in anticipo delle possibilità di
ottenere una disciplina favorevole a cosa nostra in
relazione al noto decreto Biondi, poi ritirato in
seguito a delle polemiche politiche. Mangano inoltre
faceva sapere loro quali erano le indicazioni che
provenivano da DellUtri e quali le iniziative che egli
avrebbe avviato in loro favore.
Per Mangano veniva tenuto in affitto un ufficio a
Como, allinterno del quale egli diceva anche di
incontrare DellUtri che lo raggiungeva in elicottero.
Le dichiarazioni di Tullio Cannella
Bagarella ha riferito Cannella era già perfettamente a
conoscenza che era in cantiere la discesa in campo di
Silvio Berlusconi a capo di un nuovo movimento
politico che ci avrebbe assicurato, in virtù di
impegni preesistenti, di risolvere le questioni che
più stavano a cuore a cosa nostra e cioè: pentiti,
carcere duro e reato di associazione mafiosa.
Chiarisco che queste erano, per così dire, le priorità
che laccordo con Berlusconi ci avrebbe consentito a
breve termine di affrontare e risolvere. ...
Cannella ha insistito sugli impegni preesistenti di
Berlusconi con uomini di cosa nostra, sottolineando
che laccordo era stato coltivato dai fratelli Graviano
per conto di tutta quanta lorganizzazione negli anni
1991-1992. Di questo venne a conoscenza grazie alle
confidenze di Bagarella.
Le dichiarazioni di Maurizio Avola
Lo scopo era quello di frenare le iniziative
giudiziarie e legislative che avevano fortemente
intaccato il potere di cosa nostra e che erano state
scandite dallesito del maxiprocesso, dalla disciplina
a favore delle collaborazioni con la giustizia e poi
dal regime penitenziario instaurato dal noto art.41bis
O.P.
Avola ha affermato di aver appreso da DAgata che per
sostenere il nuovo partito era necessario portare
avanti un attacco violento allo Stato e questo attacco
era stato delegato a cosa nostra già allinizio del
1992, prima delle stragi di Capaci e di Via DAmelio.
Nulla seppe su quale fosse tale partito nuovo; nel
1994, mentre era detenuto, apprese dalla moglie che
gli esponenti di cosa nostra avevano ordinato agli
affiliati di votare Forza Italia
UFFICIO DEL GIUDICE PER LE INDAGINI PRELIMINARI
DECRETO DI ARCHIVIAZIONE
(artt.409 e 411 c.p.p.)
Il Giudice, dott. Giovanbattista Tona, nel
procedimento nei confronti di:
. BERLUSCONI Silvio, nato a Milano il 29 settembre
1936;
. DELL'UTRI Marcello, nato a Palermo l'1 settembre
1941;
in relazione al reato di cui agli artt.110-422 c.p., 7
d.l. 13 maggio 1991, n.152 (conv. in l. n.203/91)
(c.d. aggravante della finalità mafiosa), 1 d.l. 15
dicembre 1979 n.625 (conv. in l.n.15/80) (c.d.
aggravante della finalità di terrorismo).
http://www.*beep*.org/mafia/documenti_sen.htm
http://www.archivio900.it/it/downloa....aspx?id--=135
Le dichiarazioni di Salvatore Cancemi
P.M.: E queste richieste in quelloccasione disse a chi
dovevano essere rivolte?
Cancemi: Lui più volte ha detto che aveva queste
persone nelle mani, quindi Berlusconi e DellUtri,
quindi queste cose lui le doveva girare a queste
persone. Per me era una cosa
P.M.: Sì, ma nel corso di questa, in questa riunione
riprese il discorso di, chiarendo
Cancemi: () sì, lui in questa, in questa riunione dice
che ci doveva fare avere queste cose a queste persone,
Berlusconi e DellUtri, i nomi che ha fatto erano
questi qua. Anche dopo diciamo lui parlava sempre di
queste persone, anche dopo questincontro mi ricordo
che, altre, un paio di volte ha parlato sempre di
queste persone.
Le dichiarazioni di Giovanni Brusca
I rapporti tra Brusca e Mangano erano particolarmente
qualificati; si erano conosciuti in carcere tra il
1986 e il 1987 e poi Brusca e un suo parente avevano
fatto in modo di fargli assegnare la reggenza della
famiglia di Porta Nuova, dopo che Cancemi si era
consegnato ai Carabinieri.
Brusca gli chiese allora se poteva attivarsi per
ripristinare questi contatti e Mangano si rese
disponibile. Fece diversi viaggi a Milano per portare
a termine il compito affidatogli da Brusca e che
consisteva nellavanzare a Berlusconi le richieste che
stavano a cuore allassociazione cosa nostra, come ad
esempio labrogazione del regime detentivo speciale per
i mafiosi e lammissione di costoro ai benefici della
legge Gozzini.
Mangano si servì di un altro intermediario, che diceva
a Brusca chiamarsi Roberto e che faceva limprenditore
allinterno della Fininvestaveva lappalto delle pulizie
allinterno della Fininvest; nessun altra informazione
su questa persona ha saputo fornire il collaborante,
tuttavia ha escluso che Mangano gli abbia detto di
avere contattato DellUtri.
Le dichiarazioni di Salvatore Cucuzza
Secondo Cucuzza, Vittorio Mangano riuscì a tenere
stretti a sé Brusca e Bagarella proprio in virtù di
questi rapporti con DellUtri e non assunse mai alcuna
iniziativa senza tenerli informati. Ha raccontato di
avere appreso da Mangano che egli aveva lavorato
presso la tenuta di Arcore di Silvio Berlusconi e che
lì aveva addirittura organizzato un sequestro di
persona ai danni del padre dellimprenditore; questo
sequestro poi non riuscì, in quanto allultimo momento
si cambi obiettivo ma senza successo.
Questi finanziamenti di Berlusconi prima a Bontate,
poi a Teresi, infine a Pullarà, Cucuzza li ha
contestualizzati a cavallo tra la fine degli anni 80 e
i primi anni 90.
Quando il 30/1/1994, Cucuzza venne scarcerato, torn a
parlare con Mangano dei suoi rapporti con DellUtri;
Mangano gli disse di essere ancora in stretto contatto
con lui e che grazie a lui poteva influenzare qualche
cosa, di interesse naturalmente di cosa nostra (verb.
P.M. Firenze 7/5/1997).
Brusca e Bagarella, per fargli comprendere la
necessità di mantenere il ruolo di Mangano, spiegarono
a Cucuzza che, attraverso DellUtri, Mangano aveva
fatto conoscere in anticipo delle possibilità di
ottenere una disciplina favorevole a cosa nostra in
relazione al noto decreto Biondi, poi ritirato in
seguito a delle polemiche politiche. Mangano inoltre
faceva sapere loro quali erano le indicazioni che
provenivano da DellUtri e quali le iniziative che egli
avrebbe avviato in loro favore.
Per Mangano veniva tenuto in affitto un ufficio a
Como, allinterno del quale egli diceva anche di
incontrare DellUtri che lo raggiungeva in elicottero.
Le dichiarazioni di Tullio Cannella
Bagarella ha riferito Cannella era già perfettamente a
conoscenza che era in cantiere la discesa in campo di
Silvio Berlusconi a capo di un nuovo movimento
politico che ci avrebbe assicurato, in virtù di
impegni preesistenti, di risolvere le questioni che
più stavano a cuore a cosa nostra e cioè: pentiti,
carcere duro e reato di associazione mafiosa.
Chiarisco che queste erano, per così dire, le priorità
che laccordo con Berlusconi ci avrebbe consentito a
breve termine di affrontare e risolvere. ...
Cannella ha insistito sugli impegni preesistenti di
Berlusconi con uomini di cosa nostra, sottolineando
che laccordo era stato coltivato dai fratelli Graviano
per conto di tutta quanta lorganizzazione negli anni
1991-1992. Di questo venne a conoscenza grazie alle
confidenze di Bagarella.
Le dichiarazioni di Maurizio Avola
Lo scopo era quello di frenare le iniziative
giudiziarie e legislative che avevano fortemente
intaccato il potere di cosa nostra e che erano state
scandite dallesito del maxiprocesso, dalla disciplina
a favore delle collaborazioni con la giustizia e poi
dal regime penitenziario instaurato dal noto art.41bis
O.P.
Avola ha affermato di aver appreso da DAgata che per
sostenere il nuovo partito era necessario portare
avanti un attacco violento allo Stato e questo attacco
era stato delegato a cosa nostra già allinizio del
1992, prima delle stragi di Capaci e di Via DAmelio.
Nulla seppe su quale fosse tale partito nuovo; nel
1994, mentre era detenuto, apprese dalla moglie che
gli esponenti di cosa nostra avevano ordinato agli
affiliati di votare Forza Italia