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View Full Version : IL PREZZO DELLA POLITICA....non votateli!!!!


Daemonarch
28-03-2008, 10:22
BERNARDO IOVENE (“REPORT”) SVELA IL PREZZO DELLA POLITICA: 8 MILIARDI DI EURO!

Fabrizio d'Esposito per “Il Riformista”

«Non ci credi eh?». Risata amara. «Comunque hai scritto bene: diecimila commissari straordinari che costano un miliardo di euro all'anno». Bernardo Iovene ha cinquant'anni e fa il giornalista free-lance. Casertano di provincia, vive a Bologna e lavora per Report di Milena Gabanelli, la trasmissione di inchieste tv più famosa d'Italia, che va in onda su Raitre. Per Report, Iovene da anni spulcia i costi della politica. Carte alla mano, le cifre che dà fanno venire il mal di testa. Numeri da capogiro. Un lavoro certosino che nell'autunno dello scorso anno è finito anche in un libro con tanto di dvd: “Cara Politica” edito da Bur e Rai Trade e firmato da Gabanelli con Iovene, Giovanna Boursier e Sabrina Giannini . Il sottotitolo è: Come abbiamo toccato il fondo.

IL CONTO GENERALE. In virtù di tutto questo la prima domanda della conversazione con Iovene spaventerebbe chiunque: «Quanto costa la politica in Italia?». Pausa. Risposta: «Cominciamo: il personale politico tra Senato, Camera, province, regioni, comuni e altri enti arriva a quattro miliardi di euro. Per le consulenze a tutta la pubblica amministrazione, l'unico dato disponibile è quello relativo al 2004: poco più di un miliardo di euro. Un altro miliardo serve per pagare i commissari straordinari, che sono diecimila. La cosa incredibile è che i commissari dovrebbero sostituire la politica per risolvere i problemi, tipo i rifiuti a Napoli». Altra risata amara. Totale, sinora: sei miliardi di euro.

Ma la conta non è finita: «Poi ci sono i bilanci di Camera e Senato, di cui solo una parte è impiegata per pagare i parlamentari. Quello di Montecitorio, che risale all'anno scorso, è di un miliardo di euro. Quello di Palazzo Madama è la metà, relativa però al 2006: 527 milioni di euro. Infine ci sono i rimborsi elettorali; i finanziamenti alla stampa di partito, tra cui ci siete anche voi del Riformista, e i contributi ai gruppi parlamentari: un altro mezzo miliardo circa di euro».

Il totale definitivo, allora, è otto miliardi di euro, sedicimila in lire, cui però vanno sottratti 127 milioni di euro per i deputati e 65 per i senatori, ché altrimenti verrebbero contati due volte: sia nel personale politico (quattro miliardi di euro) sia nei bilanci del Parlamento (un miliardo e mezzo). Otto miliardi: una cifra che peraltro ricorre spesso nel capitolo sprechi dell'Italia. Tanto, infatti, è costata, secondo i calcoli della commissione bicamerale sui rifiuti, l'emergenza munnezza a Napoli in tutti questi anni. Ma questa è un'altra storia.

L'ESERCITO DELLA CASTA. In Italia ci sono venti regioni, centodieci province (di cui quindici di recentissima formazione), più di ottomila municipi, trecentocinquanta comunità montane e altrettante unioni di comuni, che sorgono tra i paesi più piccoli. Dice Iovene: «Il paradosso è che, se contiamo pure i deputati e i senatori, sul territorio si verifica un groviglio, una contrapposizione di competenze e la gente finisce per non avere punti di riferimenti. Nonostante ci sia sul campo un vero e proprio esercito». Altri numeri: 1.200 consiglieri regionali, 150mila amministratori comunali, 4mila quelli provinciali, 12.800 consiglieri delle comunità montane, 7mila quelli circoscrizionali. Falangi di personale politico.

Continua Iovene: «Anche a livello locale, essere eletti in un ente è considerato un punto d'arrivo perché il seggio è un posto di lavoro certo. A Palermo un presidente circoscrizionale guadagna 3mila euro al mese e ha anche l'auto blu. Un consigliere regionale, invece, percepisce 15mila lordi. Tieni presente che in alcune regioni, a partire dalla Campania, è stato anche aumentato il numero dei consiglieri. A me non piace fare demagogia contro la casta, però abbiamo riscontrato un sacco di anomalie. Ci sono spese non rendicontate, manca la trasparenza. Cambiare? Si può, ma è soprattutto un problema di ricambio della classe politica. Sono sempre gli stessi».

STAFF AL NERO. Sommati agli stipendi dei mille parlamentari (deputati più senatori), i compensi di questo esercito di amministratori arrivano a quattro miliardi di euro, che comprendono persino quindici milioni per i comitati di vigilanza Inps e Inpdap. Tuttavia, nonostante la vigilanza, il lavoro nero istituzionale non manca. Proprio così. Dice il giornalista di Report: «Un deputato, di base, guadagna 11mila lordi, quindi 5.500 netti. Considera pure che dopo le polemiche sui costi della politica, non è che i parlamentari si sono ridotti lo stipendio, hanno solo bloccato il meccanismo che li aumenta. Detto questo, un deputato prende anche 4mila euro come diaria, cioè per le spese di soggiorno, peraltro senza nessuna distinzione tra chi risiede a Roma e chi no, e altri 4.200 per i collaboratori.

Tutti questi rimborsi sono esentasse e ognuno si comporta come gli pare. C'è chi dà 500 euro in nero al mese al suo assistente e chi invece fa tutto da sé. In un'azienda privata, di norma, ti viene rimborsato ciò che spendi. In Parlamento non è così. Poi magari fanno una legge che ti obbliga a regolarizzare i tuoi operai mentre loro usufruiscono di collaboratori al nero». In teoria, potrebbero anche essere soldi spesi bene. Spiega Iovene: «A parte la mancanza di trasparenza, la gran parte dei politici mobilita gli staff anche per questioni di partito.

Ricordo l'ultima campagna elettorale per le europee del 2004. L'allora governo Berlusconi, compreso il premier, si candidò al completo per un mandato da europarlamentare che in partenza, era evidente, nessuno di loro sarebbe andato a ricoprire. Eppure per due mesi ministri come Alemanno o Gasparri hanno impegnato i loro uffici per la campagna elettorale. Io, per esempio, mi rivolsi al ministero dell'Agricoltura per avere dei dati sul vino e i collaboratori di Alemanno mi risposero che dovevo aspettare fino a dopo le elezioni. Tutto questo, sia chiaro, coi soldi nostri».


CONSULENTI D'ORO. Quando la politica e la burocrazia sono lente e inefficaci, purtroppo molto spesso, i rimedi sono due. La prima, la politica, viene sostituita con l'istituto del commissario straordinario. La seconda, la burocrazia, con l'ingaggio dei famigerati consulenti esterni. Risultato: altri due miliardi di euro, uno a testa per commissari e consulenti. Una sorta di mercato parallelo che quasi sempre alimenta clientele e assicura un posto ai candidati trombati alle varie elezioni.

Sostiene Iovene: «Secondo i dati forniti dal dipartimento della Funzione pubblica, dati che risalgono al 2004, i consulenti della pubblica amministrazione, a partire cioè dai comuni, sono 300mila. Ed è un dato per difetto, perché non tutti i comuni, benché obbligati a farlo per legge, hanno fornito le indicazioni sui consulenti esterni. Che cos'è il consulente? La legge prevede che quando tu hai riscontrato che all'interno del comune o della provincia o del ministero non hai il personale specializzato per questo o quel compito ti rivolgi all'esterno.

Solo che la Corte dei conti ha constatato che non avviene così e quasi tutte le nomine sono di natura elettoralistica, ossia un modo per accontentare chi ha sostenuto l'elezione di un candidato. Dopo i primi scandali Berlusconi ha tagliato le consulenze del 10 per cento. Ma chi ha fatto molto è stato Prodi, che è arrivato a un altro 20 per cento, risparmiando 43 milioni di euro in commissioni ministeriali».

Tra i comuni, il record negativo di consulenze tocca alla capitale del nord, considerata anche la capitale morale del paese: Milano. Spiega Iovene: «Subito dopo essere stata eletta, il sindaco Moratti, berlusconiana, ha nominato 91 consulenti esterni. La Corte dei conti ha appurato che molti di essi non hanno la laurea, come prevede la legge. Il costo di quest'operazione è di undici milioni di euro, mentre la Moratti rischia una sanzione di due. Si è scoperto che sono state assunte addirittura persone trombate elettoralmente in Calabria. Su un miliardo totale di euro spesi per i consulenti, più della metà va agli enti locali: 34 per cento ai comuni, 12 alle province e 2 alle regioni. Le storie strane sono tante: ai tempi di Berlusconi ogni ministero aveva voci cospicue di bilancio per consulenze mai specificate: per esempio, 13 milioni di euro solo per l'agricoltura».

IL RIMBORSEGGIO ELETTORALE. Nel 1993, ricorda infine Bernardo Iovene, al termine di questa lunga conversazione, «il 90 per cento di 31 milioni di italiani andati a votare per il referendum, si pronunciò a favore dell'abolizione del finanziamento pubblico dei partiti». Tangentopoli era appena scoppiata, devastando la prima repubblica: «Da allora la politica si è sempre data da fare per aggirare quel voto popolare. La prima mossa fu fatta nel 1997 con la donazione volontaria del quattro per mille. Tu davi i soldi senza però scegliere il partito. Fu un fallimento.

Così nel 1999, un governo di centrosinistra varò il rimborseggio elettorale, come lo hanno chiamato i radicali, rinunciando alla donazione del quattro per mille. Lo schema era semplice: ogni elettore valeva 800 lire, poi i partiti si dividevano in modo proporzionale la torta». Con l'avvento del secondo Berlusconi, il meccanismo è destinato a una messa a punto supermiliardaria: grazie al tesoriere leghista Maurizio Balocchi, si passa a un euro a votante da moltiplicare però per tutte le varie tornate elettorali: «Un esponente della Margherita mi ha spiegato che in questo modo il contributo al suo partito è passato da cinque miliardi di lire annui a quaranta, cioè venti milioni di euro.

Non solo: è stata pure abbassata la soglia, in modo retroattivo, per accedere ai rimborsi: dal quattro per cento dei voti all'uno. Tutti soldi che in genere non servono per la campagna elettorale, ma per mantenere le strutture di partito. Il totale è duecento milioni di euro». Ecco perché numerosi partitini sono ancora presenti sulla scheda elettorale delle prossime politiche di aprile: il loro obiettivo non è il quorum per Camera o Senato, ma quello per il rimborseggio elettorale. Basta l'uno per cento, appunto.

Fonte: http://dagospia.excite.it/articolo_index_39159.html


http://img376.imageshack.us/img376/6939/iomiastengofp4.jpg

cocis
28-03-2008, 10:46
io sono ancora indecise se non votare o andare e scrivre sulla sceda VAFFANCULO.. :stordita:

gipippo
28-03-2008, 10:59
io sono ancora indecise se non votare o andare e scrivre sulla sceda VAFFANCULO.. :stordita:

idem...

Dolce_Ingrid
28-03-2008, 11:00
Non votare è insensato.

trallallero
28-03-2008, 11:04
Non votare è insensato.

anche votare

stbarlet
28-03-2008, 11:05
Io comincio a credere che alla casta non interessi molto sentirsi dire che è sprecona. Meglio sprecona che mafiosa.

Dolce_Ingrid
28-03-2008, 11:07
"gli antichi
hanno inciso con le dita,
scritto con il sangue
pagato con la vita di operai
perchè noi
senza troppi guai
godessimo di quella libertà
che non hanno avuto mai."

Non vedo perché dovrei buttare anni di lotte che mi hanno permesso di avere questo diritto.

dani&l
28-03-2008, 11:09
Non votare non serve a niente, piuttosto annullare la scheda scrivendoci qualcosa ha senso come protesta. Non andare a votare è un voto alla coalizione che vince.

beach_man
28-03-2008, 11:11
Non votare è insensato.

Voto perche' e' un mio diritto....

anche votare

votero' nullo perche' mi fanno schifo tutti.....

trallallero
28-03-2008, 11:15
Voto perche' e' un mio diritto....
votero' nullo perche' mi fanno schifo tutti.....
idem

"gli antichi
hanno inciso con le dita,
scritto con il sangue
pagato con la vita di operai
perchè noi
senza troppi guai
godessimo di quella libertà
che non hanno avuto mai."

Non vedo perché dovrei buttare anni di lotte che mi hanno permesso di avere questo diritto.

guarda che il diritto te lo hanno tolto qualche anno fa ;)

fuocoz
28-03-2008, 11:16
Non votare è insensato,punto.

Chi trae vantaggio continuerà a votare,punto.

Chi non trae vantaggio continuerà a prenderla nel cuo,punto.

La differenza?

Che se voti hai poi diritto di lamentarti,se sale chi hai votato e non rispetta il programma elettorale,se sale chi non hai votato perchè è stato votato :rolleyes: .

Se non voti l' unica cosa che puoi fare è acquistare una partita di vaselina di buona qualità :read:

Teox82
28-03-2008, 11:18
Io non voto e se ci sarà da lamentarsi lo farò

fuocoz
28-03-2008, 11:31
Io non voto e se ci sarà da lamentarsi lo farò

E allora preparati perchè se tutto facessero come te di sicuro vincerebbe il peggiore ;)

Chi la pensa come te è perchè evidentemente ha le palle piene e non ci guadagna nulla dal sistema Italia.

Chi invece ci mangia continuerà a vendere il proprio voto.

Trai tu le conclusioni.

Teox82
28-03-2008, 11:36
E allora preparati perchè se tutto facessero come te di sicuro vincerebbe il peggiore ;)

Chi la pensa come te è perchè evidentemente ha le palle piene e non ci guadagna nulla dal sistema Italia.

Chi invece ci mangia continuerà a vendere il proprio voto.

Trai tu le conclusioni.

Appunto,voto o no non cambia niente.In compenso risparmio 10 minuti del mio tempo.Se uno è convinto di votare lo rispetto,diversamente credo che sia ancora più inutile andare al seggio e dare scheda bianca o nulla

nomeutente
28-03-2008, 11:37
Esiste un partito che ha nel suo programma, oltre all'abolizione del senato, la retribuzione dei deputati con un salario medio operaio, che è poi uno dei punti programmatici originari dei comunisti.
Non dico qual è il partito perché sarebbe scorretto (vista la mia funzione su questo forum) ma se fate una ricerca potete scoprirlo da soli.

Ovviamente si può catalogare la cosa come "promessa elettorale", alla stregua di tutte le altre... opinione legittima ;)

trallallero
28-03-2008, 11:44
E allora preparati perchè se tutto facessero come te di sicuro vincerebbe il peggiore ;)
Ma vince comunque il peggiore perchè son tutti peggiori.

Non vince un partito solo ma una coalizione di partiti perchè nessun partito po superare il 50% dei voti.
E anche se vincesse un solo partito, mettiamo sano, illibato (ce ne sono ?), tutti gli altri non è che vanno a casa ;)

kaysersoze
28-03-2008, 11:47
Ma perchè se, io elettore non mi sento rappresentato da questi politici, decido di non votare faccio un favore a chi ci governa e non ho diritto a protestare contro questo sistema di fare politica all'italiana???

Perchè favorisco il peggiore??? Il peggiore tra i peggiori??? Non li voglio voglio una persona onesta, che abbia senso civico ed etico, non sia colluso con la malavita e che al centro dei suoi interessi non abbia il clientarismo e le raccomandazioni come secondo fine!!! Esistono politici così in Italia??? No ed allora perchè devo continuare a mettere sulla poltrona personaggi che poi faranno queste schifezze????:mbe:

notquietdead
28-03-2008, 11:47
Non capisco tutta questa insistenza sull'esortazione al non voto.
Non la capisco perchè non ne vedo la reale utilità, a parte la mera questione di principio. E limitare il tutto a questioni di principio è davvero un lusso che oggi non possiamo permetterci.

Certo, bisogna ancora scegliere il meno peggio, ma da un punto di vista strettamente elettorale è l'unica arma che abbiamo per poter cambiare qualcosa.

Personalmente credo che l'unica possibilità che abbiamo per minimizzare il danno sia quello di dare maggiore voce alle minoranze, ai partiti più piccoli.
Comunque, sempre meglio che non votare.

Purtroppo ci sono alcuni personaggi, come Grillo, che stanno spingendo molto sul tema del "non voto". Mi sembra piuttosto grave. Soprattutto, non si rendono conto del danno che stanno facendo.

cocis
28-03-2008, 11:51
Certo, bisogna ancora scegliere il meno peggio, ma da un punto di vista strettamente elettorale è l'unica arma che abbiamo per poter cambiare qualcosa.



votare il meno peggio per cambiare qualcosa ??? :mbe: :mbe: :mbe::doh:

ma che stai dicendo ????? :help: :help: :help:

ormai sono tutte delle mummie preistoriche in parlamento ..

berlusconi .. veltroni .. prodi .. d'alema .. fassino .. bertinotti ...

gente che vive sulle nuvole con i soldi degli italiani ..

votare il meno peggio ?? :muro: :mc:

notquietdead
28-03-2008, 11:52
votare il meno peggio per cambiare qualcosa ??? :mbe: :mbe: :mbe::doh:

ma che stai dicendo ????? :help: :help: :help:

ormai sono tutte delle mummie preistoriche in parlamento ..

berlusconi .. veltroni .. prodi .. d'alema .. fassino .. bertinotti ...

gente che vive sulle nuvole con i soldi degli italiani ..

votare il meno peggio ?? :muro: :mc:

Non sto dicendo che votare il meno peggio sia la soluzione ideale.
Sto dicendo che è l'unica cosa che possiamo fare oggi.
Mi sbaglio? Allora dimmi: quale alternativa abbiamo? Il non voto? E che vantaggi da'?

fuocoz
28-03-2008, 11:54
Ma perchè se, io elettore non mi sento rappresentato da questi politici, decido di non votare faccio un favore a chi ci governa e non ho diritto a protestare contro questo sistema di fare politica all'italiana???

Perchè favorisco il peggiore??? Il peggiore tra i peggiori??? Non li voglio voglio una persona onesta, che abbia senso civico ed etico, non sia colluso con la malavita e che al centro dei suoi interessi non abbia il clientarismo e le raccomandazioni come secondo fine!!! Esistono politici così in Italia??? No ed allora perchè devo continuare a mettere sulla poltrona personaggi che poi faranno queste schifezze????:mbe:

Uno c' è

beach_man
28-03-2008, 11:55
Appunto,voto o no non cambia niente.In compenso risparmio 10 minuti del mio tempo.Se uno è convinto di votare lo rispetto,diversamente credo che sia ancora più inutile andare al seggio e dare scheda bianca o nulla

Come posso esprimere il mio disappunto sulla politica italiana (?) Ma mantenendo ed esercitando un diritto che mi e' stato concesso???

cocis
28-03-2008, 12:12
Non sto dicendo che votare il meno peggio sia la soluzione ideale.
Sto dicendo che è l'unica cosa che possiamo fare oggi.Mi sbaglio? Allora dimmi: quale alternativa abbiamo? Il non voto? E che vantaggi da'?

una protesta ufficiale non andando tutti insieme a votare .. forse qualcosa si muovorebbe ... una protesta generale.. ;)

fuocoz
28-03-2008, 12:27
una protesta ufficiale non andando tutti insieme a votare .. forse qualcosa si muovorebbe ... una protesta generale.. ;)

sarebbe come dire,se votassimo tutti un certo partito qualcosa si muoverebbe.
succederà?no.

zuper
28-03-2008, 12:29
Esiste un partito che ha nel suo programma, oltre all'abolizione del senato, la retribuzione dei deputati con un salario medio operaio, che è poi uno dei punti programmatici originari dei comunisti.
Non dico qual è il partito perché sarebbe scorretto (vista la mia funzione su questo forum) ma se fate una ricerca potete scoprirlo da soli.

Ovviamente si può catalogare la cosa come "promessa elettorale", alla stregua di tutte le altre... opinione legittima ;)

l'abolizione del senato l'ho sempre trovato sensato...

ma il salario da operaio proprio no....a sto punto rimango a fare l'operaio...chi me lo fa fare di lasciare il posto da operario per poi farmi che ne so 5 anni di politica e poi rimanere ancora senza lavoro? non ha senso

Daemonarch
28-03-2008, 14:19
Non andare a votare è un voto alla coalizione che vince.


Questa è una delle tante leggende metropolitane.

notquietdead
28-03-2008, 16:15
una protesta ufficiale non andando tutti insieme a votare .. forse qualcosa si muovorebbe ... una protesta generale.. ;)

Vedi che anche tu non hai le idee chiare? "Forse qualcosa si muoverebbe" che significa? Che magari, se la nuova leadership si degna di prestare attenzione alla cosa, se ci fanno questo favore, forse qualcosa cambia.

Ma intanto la cosa che realmente, fattivamente, accadrà, è che una nuova leadership formatasi senza il tuo voto andrà ad insediarsi nella "stanza dei bottoni", e dirigerà l'italia se ci dice male per altri cinque anni. Aggiungo io: fregandosene della protesta generale.

Ecco, è questa la cosa assolutamente inconcludente!

Quando, negli anni del berlusca, ci furono tutte quelle manifestazioni di piazza cosa cambiò?

La realtà è che non andare a votare è una azione assolutamente inutile. Manifestare il proprio dissenso [preciso: non andando a votare] non darà nulla.
Almeno, questo è il mio punto di vista.

fuocoz
28-03-2008, 16:54
Negli stati in cui la partecipazione è bassa sai cosa dicono?
Che l' elettorato è maturo,tutto va bene e solo chi fa politica attiva vota.

Gia mi ci vedo il malefico che appena salirà in cattedra alla domanda

"cosa ne pensa che ben il 30%-40% dei votanti si è astenuto?"

la risposta sarà

"cribbio,era cosi ovvio che avremmo vinto che non c' era bisogno di votare"


Faranno una puntata di matrix,una di annozero e poi finirà tutto nel dimenticatoio.


Votate i partitini che vi rappresentano di più,piuttosto.
Non fatevi inculare senza opporre resistenza.

cocis
28-03-2008, 17:16
Vedi che anche tu non hai le idee chiare? "Forse qualcosa si muoverebbe" che significa? Che magari, se la nuova leadership si degna di prestare attenzione alla cosa, se ci fanno questo favore, forse qualcosa cambia.

Ma intanto la cosa che realmente, fattivamente, accadrà, è che una nuova leadership formatasi senza il tuo voto andrà ad insediarsi nella "stanza dei bottoni", e dirigerà l'italia se ci dice male per altri cinque anni. Aggiungo io: fregandosene della protesta generale.

Ecco, è questa la cosa assolutamente inconcludente!

Quando, negli anni del berlusca, ci furono tutte quelle manifestazioni di piazza cosa cambiò?

La realtà è che non andare a votare è una azione assolutamente inutile. Manifestare il proprio dissenso [preciso: non andando a votare] non darà nulla.
Almeno, questo è il mio punto di vista.

piuttosto che dare il mio voto a veltrusconi o alla sinistra arcobaleno o all'udc,, non vato a votare :)

notquietdead
28-03-2008, 17:35
piuttosto che dare il mio voto a veltrusconi o alla sinistra arcobaleno o all'udc,, non vato a votare :)

Anch'io non do il voto a veltrusconi o sinistra arcobaleno o udc.
Ma so a chi darlo. L'alternativa c'è.

tdi150cv
28-03-2008, 17:40
l'abolizione del senato l'ho sempre trovato sensato...

ma il salario da operaio proprio no....a sto punto rimango a fare l'operaio...chi me lo fa fare di lasciare il posto da operario per poi farmi che ne so 5 anni di politica e poi rimanere ancora senza lavoro? non ha senso

avrebbe maggior senso invece ... vai a guidare un paese se ti interessa davvero ... non per i soldi !

Peccato che tali idee provengano da chi attualmente sta facendo i soldi dalla politica !

ReverendoMr.Manson
28-03-2008, 18:38
avrebbe maggior senso invece ... vai a guidare un paese se ti interessa davvero ... non per i soldi !

Peccato che tali idee provengano da chi attualmente sta facendo i soldi dalla politica !

Così praticamente va a governare solo chi è ricco di suo. Ritorniamo al medioevo praticamente :rolleyes:

Fabryce
28-03-2008, 18:49
Questa è una delle tante leggende metropolitane.

E' una mera questione di logica.. se non vai a votare chi ha vinto vince comunque.. se vai a votare e dai il voto contrario allora non lo favorisci

Daemonarch
28-03-2008, 20:08
E' una mera questione di logica.. se non vai a votare chi ha vinto vince comunque.. se vai a votare e dai il voto contrario allora non lo favorisci

Se per me sono merde dal primo all'ultimo e li vorrei veder penzolare tutti, nessuno escluso, da una forca allora cosa me ne frego di votare chiunque sia?!?....se almeno il 50-60% dell'elettorato non votasse vedresti che bella aria tirerebbe!

notquietdead
28-03-2008, 20:21
Se per me sono merde dal primo all'ultimo e li vorrei veder penzolare tutti, nessuno escluso, da una forca allora cosa me ne frego di votare chiunque sia?!?....se almeno il 50-60% dell'elettorato non votasse vedresti che bella aria tirerebbe!

Che bella aria?
I soliti noti andrebbero al potere con una maggioranza sul 40-50% dei voti.
Certo, che bella aria tirerebbe, ma nel nostro posteriore.
Per contro, anche se pure io li vorrei vedere arrostiti a fuoco lento come i kebab, tra tutta la zozzeria qualche perla c'è e proprio per questo va valorizzata.

fuocoz
28-03-2008, 22:49
Se al posto di inculcare questa idea Grillo avesse indicato chi secondo lui è chi da più possibilità al paese (e uno l' ha) non saremo in questa situazione di merda.


Tutti queste iniziativo no-voto mi ricordano tanto i suicidi di massa che fanno in giappone.

Solertes
28-03-2008, 22:59
Se le elezioni potessero davvero cambiare le cose, sarebbero state abolite da tempo.

sanford
29-03-2008, 00:11
Se le elezioni potessero davvero cambiare le cose, sarebbero state abolite da tempo.



*

heavymachinegun
29-03-2008, 00:44
Che bella aria?
I soliti noti andrebbero al potere con una maggioranza sul 40-50% dei voti.
Certo, che bella aria tirerebbe, ma nel nostro posteriore.
.



se ci vai i soliti noti non sono sempre li,o sbaglio?ok che non avranno la maggioranza del 50% però sono sempre gli stessi

notquietdead
29-03-2008, 11:32
se ci vai i soliti noti non sono sempre li,o sbaglio?ok che non avranno la maggioranza del 50% però sono sempre gli stessi

La questione non è mandarli o non mandarli, i soliti noti cmq ci andranno.
La questione è Minimizzare il danno, cercare di fare entrare in parlamento persone che staranno lì a rompergli le balle. Perchè ce ne sono di persone così!

Fritz!
29-03-2008, 11:34
se almeno il 50-60% dell'elettorato non votasse vedresti che bella aria tirerebbe!

non cambierebbe assolutamente nulla

non c'è bisogno del quorum quindi si eleggerebbe un parlamento perfettamente legittimo

Daemonarch
29-03-2008, 11:40
"Qualunquista è chi vota"

L'evoluzione politica italiana ci ha portato di nuovo, in questo inizio di 2008, in campagna elettorale, dopo la pessima prova del governo Prodi, e il fallimento del "governo a progetto" Marini, avente l'obiettivo di modificare il sistema elettorale. Ricomincia quindi il circo itinerante, che in realtà non si ferma mai, della finta competizione elettorale e, questa volta, ancora più estremo (ancora più difficile siori!!!) a causa della profonda spaccatura della società fra delusi (da convincere) e fanatici feroci. Sono ormai decenni che i burattinai tentano (e riescono) di drogare l'opinione pubblica con il lavaggio del cervello sull'importanza della democrazia, che si esercita, secondo loro, soprattutto esercitando il diritto di voto. Sono anni che allo stesso tempo, in Italia ed in tutto il mondo "occidentale" (leggi americanista) la percentuale degli astenuti diventa sempre maggiore. Ormai la democrazia che si vorrebbe rappresentativa, "rappresenta" soltanto il quaranta per cento degli aventi diritto al voto. Ciò, secondo i burattinai, è causato della poca volontà di partecipazione, del qualunquismo, come ci ripetono anche gli amici militanti sconvolti da chi, per scelta consapevole, non si reca alle urne, o si dichiara comunque scontento. Dopo anni di governo Berlusconi, ed ora di governo Prodi, invece ci pare il miglior momento per far notare che c'è poco da impegnarsi per codesti personaggi e ambienti, che è dovere di ogni cittadino consapevole ed informato porsi criticamente verso un sistema avverso. Ma sia chiaro, non bisogna fare sempre il solito errore, su cui anche il sistema Italia si regge, di personalizzare e quindi far ricadere le responsabilità su singoli attori o partiti; certo che Berlusconi sia colluso con la mafia e si sia fatto leggi personali non ci sono dubbi, che Prodi lavori per banche private nemmeno, che la mafia sia in ogni Palazzo è sotto gli occhi di tutti; ma l'errore più grande che si possa fare è proprio quello di non allargare la visuale, di prendere i problemi separatamente e pensare che sia possibile riformare partecipando al gioco con questi personaggi. Prima di riformare bisogna formare! Il sistema liberal-democratico odierno è questo, credere di poterlo cambiare scegliendo in un'arena politica composta da cloni liberal-democratici, fedeli al colonizzatore statunitense, è infilare la testa sotto la sabbia. Chi da decenni ci dice che "questa volta è assolutamente necessario votare, altrimenti…" o è uno sciocco o è in malafede; ormai dovrebbe essere chiaro come questa modalità sia utile per continuare a vendere il prodotto politico odierno; in ogni competizione l'elettorato viene mobilitato contro qualcosa, mai per qualcosa; è tempo di aprire gli occhi ed accorgersi dell'inganno. Non è assolutamente una vergogna porsi al di fuori di questa sfida elettorale, anzi è un motivo di orgoglio. Fra chi, davvero disinteressato e non informato, non va a votare per ignavia, e chi va a votare perché risponde a logiche imposte dall'alto, muovendosi come un burattino nelle mani di Mangiafuoco, la differenza non esiste. Sono questi i veri qualunquisti, chi non sceglie, chi si aggrega e diventa pecora, chi non ha il coraggio di criticare; il qualunquista sei tu, che voti uno qualunque.

AlexGatti
29-03-2008, 18:57
"Qualunquista è chi vota"

L'evoluzione politica italiana ci ha portato di nuovo[...]. Sono questi i veri qualunquisti, chi non sceglie, chi si aggrega e diventa pecora, chi non ha il coraggio di criticare; il qualunquista sei tu, che voti uno qualunque.

Mi spiegheresti che vantaggio c'è a non votare, perchè un vantaggio ci dev'essere visto che disprezzi tanto chi vota.
O è solo il vano orgoglio di dire "questi qui io non ho contribuito ad eleggerli"?

Pensi davvero che se alle elezioni del 13 e 14 aprile ci fosse un'astensione del 60% cambierebbe qualcosa? Pensi che i soliti noti si metterebbero una mano sulla coscienza e cambierebbero modo di fare?

Il solo modo per evitare che vengano eletti i soliti noti è eleggere qualcun'altro. Se tu pensi che ci sia un altro modo spiegaci come si fa e soprattutto come il non votare cambia le cose.

nomeutente
31-03-2008, 12:32
avrebbe maggior senso invece ... vai a guidare un paese se ti interessa davvero ... non per i soldi !

Peccato che tali idee provengano da chi attualmente sta facendo i soldi dalla politica !

Ovviamente d'accordo sul primo punto, mentre il secondo è una falsità bella e buona.
Il partito che propone questa cosa non ha alcun parlamentare. Inoltre non ha nessun assessore e nessun ministro, per scelta ideale.

Daemonarch
31-03-2008, 21:34
Mi spiegheresti che vantaggio c'è a non votare, perchè un vantaggio ci dev'essere visto che disprezzi tanto chi vota.
O è solo il vano orgoglio di dire "questi qui io non ho contribuito ad eleggerli"?

Pensi davvero che se alle elezioni del 13 e 14 aprile ci fosse un'astensione del 60% cambierebbe qualcosa? Pensi che i soliti noti si metterebbero una mano sulla coscienza e cambierebbero modo di fare?

Il solo modo per evitare che vengano eletti i soliti noti è eleggere qualcun'altro. Se tu pensi che ci sia un altro modo spiegaci come si fa e soprattutto come il non votare cambia le cose.

Ok....allora votiamo in massa un semisconosciuto neo-partitello...pensi che gli italiani lo farebbero?!?

Lo so che non cambierebbe nulla non votare...ma se si arrivasse al 60% di non votanti sarebbe una prova con i fatti che ci hanno rotto i coglioni e non un solo blah blah che si continua a fare.

E cmq lo ripeto...c'è una soluzione sola.....prenderli tutti e appicarli nelle pubbliche piazze.

dasdsasderterowaa
31-03-2008, 22:57
Il partito che propone questa cosa non ha alcun parlamentare. Inoltre non ha nessun assessore e nessun ministro, per scelta ideale.

Eh ma le cose si cambiano soltanto se si va in prima linea, altrimenti a che serve predicare soltanto?

notquietdead
01-04-2008, 00:44
Ok....allora votiamo in massa un semisconosciuto neo-partitello...pensi che gli italiani lo farebbero?!?

Che risposta è, scusa?
Cioè tu sostieni che è meglio non andare a votare perchè questo ha maggiore probabilità che lo facciano più italiani? Cioè è meglio fare la cosa che "fa più share"?

La verità è una sola, secondo il mio punto di vista, e spero tu non ti offenda se ti parlo in franchezza: tutti coloro che, come te, condividono questo pensiero sono soltanto MOLTO ARRABBIATI, cosa per altro comprensibilissima perchè lo sono anch'io, ma per niente pratici e concreti. Si illudono che non andare a votare darà un qualche risultato ma in realtà non ne darà nessuno. Anzi, se possibile potrà fare solo danni.

recoil
01-04-2008, 00:46
io sono ancora indecise se non votare o andare e scrivre sulla sceda VAFFANCULO.. :stordita:

secondo me qualche politico ci farà un pensierino, si farà modificare il cognome e alle prossime elezioni farà un figurone :asd:

Nestasiato
01-04-2008, 04:37
certo che da queste risposte sembra che nessuno abbia in mente di votare chi invece sappiamo già salirà di nuovo al potere...
ah, l'Italia!

nomeutente
01-04-2008, 14:53
Eh ma le cose si cambiano soltanto se si va in prima linea, altrimenti a che serve predicare soltanto?

Per essere in prima linea non è necessario governare, specialmente se devi scendere a compromessi: credo che nessuno possa negare che il pci dal 48 in poi sia stato comunque in prima linea anche se era perennemente all'opposizione.

nοmеutente
01-04-2008, 14:54

Dream_River
01-04-2008, 16:13
Ma per favore, persino io andrò a votare

Anche se il 99% della popolazioni italiana non votasse, è da illusi pensare che si darebbero una ravveduta, non se la danno ora (Per il semplice fatto che non gli importa niente), figurarsi dopo

Ci vogliono argomenti molto più convincenti che qualsiasi numero di non-voti per cambiare la politica

Daemonarch
01-04-2008, 18:08
Bravo....allora vedrai che sicuramente cambierà nella perenne alternanza da teatrino tra berlusconi (in futuro fini) e veltroni (prima prodi).....cambieranno tante cose.....bravo, vai a votare e sentiti fiero di credere (in pratica illuditi) che con il tuo voto deciderai qualcosa :rolleyes:

zuper
01-04-2008, 19:52
Bravo....allora vedrai che sicuramente cambierà nella perenne alternanza da teatrino tra berlusconi (in futuro fini) e veltroni (prima prodi).....cambieranno tante cose.....bravo, vai a votare e sentiti fiero di credere (in pratica illuditi) che con il tuo voto deciderai qualcosa :rolleyes:

pensi che il DIRITTO al voto sia stato regalato?

hai idea delle persone che hanno sacrificato la loro vita nella storia per ottenere quello su cui stai SPUTANDO?

tu cosa ottieni con il non voto? il poter criticare sempre e comunque tutti?

COMODO

Adric
01-04-2008, 23:39
tu cosa ottieni con il non voto?
Ottengo di non essere connivente, a differenza di chi li vota, con un sistema politico irreversibilmente malato in cui tutti i partiti attualmente presenti in Parlamento, nessuno escluso, hanno gli stessi scopi comuni; la conservazione dello status quo, il poter continuare indisturbati a non avere controlli di alcun genere e a lottizzare tutto, il non dover rendere conto di fatto all'opinione pubblica e alla legge del loro operato, il non voler combattere camorra, ndrangheta, mafia, i privilegi di ordini e di determinate categorie professionali, gli interessi delle lobbies e le intollerabili ingerenze del Vaticano e di stati esterni all'Unione Europea.

Come fa notare Pierluigi Battista su Style, mensile del Corriere della Sera:
"Nella prima Repubblica i partiti avevano invaso in modo abnorme luoghi e sfere della vita associata, ma almeno erano creature vive, mobilitavano milioni di persone, erano radicati in maniera radicata sul territorio, esprimevano una cultura, un abito ideologico talvolta rigido e asfissiante.
Oggi dopo Tangentopoli i partiti sono invasivi come prima anche se più deboli ed evanescenti.
I partiti continuano a decidere tutto in Italia; dirigenti della RAI, della Sanità, della Scuola, equilibri nella magistratura e nel CSM, nelle banche, in Alitalia, nelle Ferrovie dello Stato ecc.
I partiti funzionano ancora come serbatoi di assunzioni clienterali.
I partiti stanno troppo in troppe parti e nessuno ne comprende più la ragione.
La loro debordante presenza viene avvertita come un'usurpazione, un gesto di arroganza, una manifestazione di protervia. Alla lunga la loro sordità provocherà il rigetto dell'opinione pubblica"

In Italia c'è un finto dualismo in cui buona parte del centro sinistra si è venduto al (si è fatto comprare dal) centrodestra, in cui un vecchio imprenditore di 71 anni monopolizza il centrodestra dal 1994 e pubblica attraverso la sua casa editrice Mondadori i libri dei suoi finti avversari politici D'Alema e Annunziata, in cui un vecchio di oltre ottanta anni è Presidente della Repubblica, in cui mai le due parti ammetteranno di aver governato male quando era il loro turno e riconosceranno di essersi spartito di tutto ed aver inciuciato su tutto.
I cambiamenti non potranno mai avvenire attraverso i partiti, perchè questi non vi hanno alcun interesse; i politici non voteranno mai leggi che intacchino i loro interessi economici ed il loro potere, il proprio status.
L'Italia è un sistema bloccato e immutabile, sebbene i partiti cerchino periodicamente di cambiare nome e forma ma non sostanza.

Per cambiare qualcosa dall'esterno bisogna ridimensionare i partiti, tutti.
Intanto non votandoli; negli altri paesi occidentali dove le cose vanno meglio le percentuali di astensionismo sono molto più alte e non c'è questa concezione calcistica della politica, votare è considerato un diritto, non un dovere.
I politici dovrebbero essere in condizione di temere la collera della gente ma anche la capacità delle persone di fare politica organizandosi in forme associative apartitiche (ma non apolitiche); associazioni di consumatori, di quartiere, di strada ecc senza alcun legame con i partiti.
Queste associazioni dovrebbero cercare di combattere a livello locale o nazionale l'invasività dei partiti, ma anche delle banche, degli imprenditori, dei grandi costruttori ecc

Daemonarch
02-04-2008, 08:14
pensi che il DIRITTO al voto sia stato regalato?

hai idea delle persone che hanno sacrificato la loro vita nella storia per ottenere quello su cui stai SPUTANDO?

tu cosa ottieni con il non voto? il poter criticare sempre e comunque tutti?

COMODO


Tu si che c'hai capito tutto :rolleyes: :rolleyes:

Beato te....è proprio quello che ti vogliono far credere....pensare di contare qualcosa ed avere potere su questi infidi solo xchè puoi mettere una crocetta.

Ma fammi il piacere....:doh:

Daemonarch
02-04-2008, 08:16
Ottengo di non essere connivente, a differenza di chi li vota, con un sistema politico irreversibilmente malato in cui tutti i partiti attualmente presenti in Parlamento, nessuno escluso, hanno gli stessi scopi comuni; la conservazione dello status quo, il poter continuare indisturbati a non avere controlli di alcun genere e a lottizzare tutto, il non dover rendere conto di fatto all'opinione pubblica e alla legge del loro operato, il non voler combattere camorra, ndrangheta, mafia, i privilegi di ordini e di determinate categorie professionali, gli interessi delle lobbies e le intollerabili ingerenze del Vaticano e di stati esterni all'Unione Europea.

Come fa notare Pierluigi Battista su Style, mensile del Corriere della Sera:
"Nella prima Repubblica i partiti avevano invaso in modo abnorme luoghi e sfere della vita associata, ma almeno erano creature vive, mobilitavano milioni di persone, erano radicati in maniera radicata sul territorio, esprimevano una cultura, un abito ideologico talvolta rigido e asfissiante.
Oggi dopo Tangentopoli i partiti sono invasivi come prima anche se più deboli ed evanescenti.
I partiti continuano a decidere tutto in Italia; dirigenti della RAI, della Sanità, della Scuola, equilibri nella magistratura e nel CSM, nelle banche, in Alitalia, nelle Ferrovie dello Stato ecc.
I partiti funzionano ancora come serbatoi di assunzioni clienterali.
I partiti stanno troppo in troppe parti e nessuno ne comprende più la ragione.
La loro debordante presenza viene avvertita come un'usurpazione, un gesto di arroganza, una manifestazione di protervia. Alla lunga la loro sordità provocherà il rigetto dell'opinione pubblica"

In Italia c'è un finto dualismo in cui buona parte del centro sinistra si è venduto al (si è fatto comprare dal) centrodestra, in cui un vecchio imprenditore di 71 anni monopolizza il centrodestra dal 1994 e pubblica attraverso la sua casa editrice Mondadori i libri dei suoi finti avversari politici D'Alema e Annunziata, in cui un vecchio di oltre ottanta anni è Presidente della Repubblica, in cui mai le due parti ammetteranno di aver governato male quando era il loro turno e riconosceranno di essersi spartito di tutto ed aver inciuciato su tutto.
I cambiamenti non potranno mai avvenire attraverso i partiti, perchè questi non vi hanno alcun interesse; i politici non voteranno mai leggi che intacchino i loro interessi economici ed il loro potere, il proprio status.
L'Italia è un sistema bloccato e immutabile, sebbene i partiti cerchino periodicamente di cambiare nome e forma ma non sostanza.

Per cambiare qualcosa dall'esterno bisogna ridimensionare i partiti, tutti.
Intanto non votandoli; negli altri paesi occidentali dove le cose vanno meglio le percentuali di astensionismo sono molto più alte e non c'è questa concezione calcistica della politica, votare è considerato un diritto, non un dovere.
I politici dovrebbero essere in condizione di temere la collera della gente ma anche la capacità delle persone di fare politica organizandosi in forme associative apartitiche (ma non apolitiche); associazioni di consumatori, di quartiere, di strada ecc senza alcun legame con i partiti.
Queste associazioni dovrebbero cercare di combattere a livello locale o nazionale l'invasività dei partiti, ma anche delle banche, degli imprenditori, dei grandi costruttori ecc

Straquoto in toto!

zuper
02-04-2008, 09:28
Tu si che c'hai capito tutto :rolleyes: :rolleyes:

Beato te....è proprio quello che ti vogliono far credere....pensare di contare qualcosa ed avere potere su questi infidi solo xchè puoi mettere una crocetta.

Ma fammi il piacere....:doh:

io sto parlando di te!!!!!!!

cosa ci guadagni tu?

cosa vuoi dimostrare?

cOREvENICE
02-04-2008, 23:06
Io vado al mare ;)

notquietdead
03-04-2008, 09:50
Ma per favore, persino io andrò a votare

Anche se il 99% della popolazioni italiana non votasse, è da illusi pensare che si darebbero una ravveduta, non se la danno ora (Per il semplice fatto che non gli importa niente), figurarsi dopo

Ci vogliono argomenti molto più convincenti che qualsiasi numero di non-voti per cambiare la politica


Quoto in pieno.
La questione del nonvoto utile è una c------a!
E la prova della sua inutilità è proprio l'alto astensionismo all'estero, che non è prova del fatto che le cose vanno meglio (che cavolo di ragionamento è?), al contrario, tant'è che anche lì la gente è sempre più stufa e va a votare di meno... E parliamo di paesi esteri dove, questo sì, le cose funzionano mediamente meglio che da noi...

Ne fate solo una questione di principio, ma vi illudete se pensate che questo cambierà le cose.

dasdsasderterowaa
03-04-2008, 10:42
Per essere in prima linea non è necessario governare, specialmente se devi scendere a compromessi: credo che nessuno possa negare che il pci dal 48 in poi sia stato comunque in prima linea anche se era perennemente all'opposizione.

Beh, però mi pare che il PCI in questi 50 anni non sia stato troppo lontano dalle poltrone che contano, o mi sbaglio?

E a livello locale ha amministrato diverse importanti città d'Italia.

Fabryce
03-04-2008, 10:50
Beh, però mi pare che il PCI in questi 50 anni non sia stato troppo lontano dalle poltrone che contano, o mi sbaglio?

E a livello locale ha amministrato diverse importanti città d'Italia.

Fino agli anni 80 il Pci è stato sempre escluso dai governi Dc, ci ha provato Moro a proporre un governo con il Pci ma si sa che fine ha fatto...

dasdsasderterowaa
03-04-2008, 11:08
Fino agli anni 80 il Pci è stato sempre escluso dai governi Dc, ci ha provato Moro a proporre un governo con il Pci ma si sa che fine ha fatto...

Sì, ok, a parte Nilde Iotti, che è stata la terza carica dello stato per circa dieci anni.

In ogni caso, nomeutente si riferiva prima ad un partito (penso uno di quelli nati dalla scissione di RFC) che vanta di non avere "neanche un parlamentare e nessun assessore e ministro, per scelta ideale". E io gli avevo risposto che per cambiare le cose, bisogna essere in prima linea.

Non si può dire che il PCI (e anche RFC) non siano stati in prima linea in questi 50 anni, perché hanno gestito tante amministrazioni italiane (comuni, provincie, regioni).

E se amministri una città o una regione, sei in prima linea e con incarichi importanti.

yossarian
08-04-2008, 11:26
Ottengo di non essere connivente, a differenza di chi li vota, con un sistema politico irreversibilmente malato in cui tutti i partiti attualmente presenti in Parlamento, nessuno escluso, hanno gli stessi scopi comuni; la conservazione dello status quo, il poter continuare indisturbati a non avere controlli di alcun genere e a lottizzare tutto, il non dover rendere conto di fatto all'opinione pubblica e alla legge del loro operato, il non voler combattere camorra, ndrangheta, mafia, i privilegi di ordini e di determinate categorie professionali, gli interessi delle lobbies e le intollerabili ingerenze del Vaticano e di stati esterni all'Unione Europea.

Come fa notare Pierluigi Battista su Style, mensile del Corriere della Sera:
"Nella prima Repubblica i partiti avevano invaso in modo abnorme luoghi e sfere della vita associata, ma almeno erano creature vive, mobilitavano milioni di persone, erano radicati in maniera radicata sul territorio, esprimevano una cultura, un abito ideologico talvolta rigido e asfissiante.
Oggi dopo Tangentopoli i partiti sono invasivi come prima anche se più deboli ed evanescenti.
I partiti continuano a decidere tutto in Italia; dirigenti della RAI, della Sanità, della Scuola, equilibri nella magistratura e nel CSM, nelle banche, in Alitalia, nelle Ferrovie dello Stato ecc.
I partiti funzionano ancora come serbatoi di assunzioni clienterali.
I partiti stanno troppo in troppe parti e nessuno ne comprende più la ragione.
La loro debordante presenza viene avvertita come un'usurpazione, un gesto di arroganza, una manifestazione di protervia. Alla lunga la loro sordità provocherà il rigetto dell'opinione pubblica"

In Italia c'è un finto dualismo in cui buona parte del centro sinistra si è venduto al (si è fatto comprare dal) centrodestra, in cui un vecchio imprenditore di 71 anni monopolizza il centrodestra dal 1994 e pubblica attraverso la sua casa editrice Mondadori i libri dei suoi finti avversari politici D'Alema e Annunziata, in cui un vecchio di oltre ottanta anni è Presidente della Repubblica, in cui mai le due parti ammetteranno di aver governato male quando era il loro turno e riconosceranno di essersi spartito di tutto ed aver inciuciato su tutto.
I cambiamenti non potranno mai avvenire attraverso i partiti, perchè questi non vi hanno alcun interesse; i politici non voteranno mai leggi che intacchino i loro interessi economici ed il loro potere, il proprio status.
L'Italia è un sistema bloccato e immutabile, sebbene i partiti cerchino periodicamente di cambiare nome e forma ma non sostanza.

Per cambiare qualcosa dall'esterno bisogna ridimensionare i partiti, tutti.
Intanto non votandoli; negli altri paesi occidentali dove le cose vanno meglio le percentuali di astensionismo sono molto più alte e non c'è questa concezione calcistica della politica, votare è considerato un diritto, non un dovere.
I politici dovrebbero essere in condizione di temere la collera della gente ma anche la capacità delle persone di fare politica organizandosi in forme associative apartitiche (ma non apolitiche); associazioni di consumatori, di quartiere, di strada ecc senza alcun legame con i partiti.
Queste associazioni dovrebbero cercare di combattere a livello locale o nazionale l'invasività dei partiti, ma anche delle banche, degli imprenditori, dei grandi costruttori ecc

come non quotare

nomeutente
08-04-2008, 15:22
Beh, però mi pare che il PCI in questi 50 anni non sia stato troppo lontano dalle poltrone che contano, o mi sbaglio?

E a livello locale ha amministrato diverse importanti città d'Italia.

Hai ragione sul fatto che il pci era maggioritario in una parte d'Italia e ha amministrato importanti comuni e regioni (però le regioni sono stati istituite solo negli anni 70).
Al governo del paese non c'è mai stato, eppure è sempre stato in grado di influenzare la politica nazionale grazie alla fatto che rappresentava tra il 20 e il 30% degli italiani.
In quel periodo se l'opposizione scendeva in piazza con scioperi e manifestazioni poteva cadere un governo. Oggi, se si scende in piazza, quello che risiede a palazzo Chigi (chiunque esso sia) ridacchia e dice che è folklore.

Per un comunista, "prima linea" sono le lotte sociali, non è il governo ;)