Ser21
14-03-2008, 11:51
http://www.repubblica.it/2008/03/sezioni/economia/parmalat/inizia-il-processo/inizia-il-processo.html
A quattro anni e tre mesi dall'arresto di Calisto Tanzi, ex patron della società
prima udienza nel centro congressi dell'auditorium Paganini di Parma
Parmalat, via al processo del secolo
Migliaia di risparmiatori parti civili
Alla sbarra gli uomini di punta della multinazionale del latte che secondo i pm
avevano costituito una 'cabina di regia' di tutte le operazioni illecite
PARMA - Quattordici miliardi di euro di 'buco' accertato, 200.000 risparmiatori danneggiati di cui 33.000 probabili parti civili, 56 imputati, 125 udienze previste e circa 10 milioni di pagine di documenti. Sono alcuni dei numeri del "processo del secolo", quello per il crac Parmalat che è cominciato oggi nel centro congressi dell'auditorium Paganini di Parma.
Cinque i tronconi d'inchiesta: Parmalat (23 imputati, alcuni dei quali a giudizio anche in altri procedimenti paralleli), Parmatour (32 imputati), Ciappazzi (8), truffa alla società Emilia Romagna Factor (2), Ributti (1).
Gli albori. Sono passati quattro anni e tre mesi da quando Calisto Tanzi, ex patron della multinazionale di Collecchio, fu arrestato all'aeroporto di Malpensa di ritorno da un misterioso viaggio in Sudamerica. Erano gli albori dell'inchiesta che la procura di Parma ha cercato in questi anni di dipanare. Uno scandalo finanziario che, secondo molti, non ha precedenti nella storia e che vede oggi alla sbarra tutto il 'sistema' Parmalat, fatto di bilanci truccati ma anche di dubbie coperture finanziarie.
Le accuse. Almeno questo sostengono i pm Vincenzo Picciotti, Paola Reggiani e Lucia Russo, che hanno chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio tanto degli ex amministratori e sindaci della società di Collecchio, quanto di revisori contabili ed esponenti del mondo bancario e finanziario italiano. Due le accuse principali mosse agli ex 'ragionieri' del gruppo dirigente di Calisto Tanzi: il concorso in bancarotta fraudolenta e l'associazione per delinquere.
Il buco. Lo stato d'insolvenza della Parmalat fu dichiarato il 22 dicembre 2003. Secondo Enrico Bondi, non ancora commissario straordinario, ma chiamato al capezzale dell'azienda di Collecchio dallo stesso Calisto Tanzi per un disperato tentativo di salvataggio, dalle casse della multinazionale mancavano quattro miliardi di euro. Era un conto ottimistico. Qualche tempo dopo, il 'buco' fu stimato con maggiore precisione intorno ai 14 miliardi di euro. Il 26 dicembre Tanzi fu arrestato.
Gli arresti. In manette finirono anche Francesca e Stefano Tanzi, i figli dell'ex patron, che nell'azienda di famiglia avevano rivestito incarichi direttivi (direttore commerciale e amministrativo lui, dirigente Parmatour lei), Fausto Tonna, ex direttore finanziario e il suo successore Luciano Del Soldato, Franco Gorreri, presidente di Banca Monte e per anni tesoriere della Parmalat, Domenico Barili, ex direttore marketing.
La cabina di regia. Secondo la procura, Tanzi e gli uomini di punta della multinazionale del latte avevano costituito una 'cabina di regia' di tutte le operazioni illecite. Di questa, sempre secondo la procura, facevano parte, oltre allo stesso Tanzi, l'ex direttore finanziario Fausto Tonna, l'ex direttore marketing Domenico Barili e l'ex presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Parma, Luciano Silingardi, il fratello di Calisto, Giovanni, l'ex revisore della Grant Thornton Lorenzo Penca. E poi gli avvocati Sergio Erede, 12 anni nel cda di Parmalat Finanziaria, e Paolo Sciumè, per 13 anni sulla stessa poltrona.
Renato Trauzzi, invece, è stato il vice di Franco Gorreri, il tesoriere di Collecchio, mentre Enrico Barachini entrò nel cda della Coloniale, società cassaforte del gruppo. Il problema, messo in evidenza anche dal gup Domenico Truppa nelle motivazioni al rinvio a giudizio, è quello di tracciare i confini della 'cabina di regia'. Tra gli altri a processo Camillo Fiorini, ex dirigente del settore turismo, e Giovanni Bonici, numero uno della società spazzatura del gruppo Bonlat e della Parmalat venezuelana.
Le banche. Tre i banchieri rinviati a giudizio: Cesare Geronzi, presidente di Capitalia, è accusato di usura e concorso in bancarotta nell' ambito del 'filone' Ciappazzi, relativo alla cessione delle omonime acque minerali siciliane da Ciarrapico a Tanzi. Un affare 'sospetto' secondo la Procura, che ipotizza l'esercizio da parte di Geronzi di pressioni illecite sull'ex patron Parmalat perché si accollasse l'azienda in dissesto dell' imprenditore romano ad un prezzo 'gonfiato'.
Coinvolto nella vicenda anche l'ex amministratore delegato di Capitalia, Matteo Arpe, a cui si contestano alcune ipotesi minori di concorso in bancarotta. Gianpiero Fiorani, ex numero uno della Banca Popolare di Lodi, è accusato di concorso nella bancarotta Parmatour, una sorta di crac nel crac.
L'udienza preliminare. Il 5 giugno 2006, di fronte al gup Domenico Truppa, partì l'udienza preliminare del processo al crac (con 64 imputati a cui si aggiungeranno quelli degli altri 'filoni' d'inchiesta), che si concluse il 25 luglio dell'anno successivo con 56 rinvii a giudizio, cinque condanne in rito abbreviato (tre anni di reclusione a Luca Baraldi, ex componente del cda Parmatour ed ex dirigente del Parma calcio, sette anni e 10 a Giampaolo Zini, il creatore del Fondo Epicurum, nove anni a Maurizio Bianchi, ex revisore Grant Thornton) e 16 patteggiamenti.
L'inchiesta svizzera. Intanto anche la giustizia svizzera continua ad occuparsi del caso. Recentemente Berna, che sta indagando su circa 100 milioni di franchi di transazioni sospette, ha fatto arrestare in Slovenia Luca Sala, ex consulente del gruppo italiano. Dopo il fallimento di Parmalat, il pubblico ministero della Confederazione (MPC) aveva aperto due inchieste. Due persone sono sotto accusa per truffa e riciclaggio. Nella Confederazione sono stati sequestrati beni e immobili per un valore di 7 milioni di franchi.
(14 marzo 2008)
Questi CRAC hanno sempre dietro trame oscure,se poi andiamo a vedere chi sn i coinvolti,geronzi,fiorani e il sistema con il quale si è creato questo buco,ci sono parecchie inquietanti similitudini cn altri famosi crac italiani....come ad esempio l'ambrosiano...
A quattro anni e tre mesi dall'arresto di Calisto Tanzi, ex patron della società
prima udienza nel centro congressi dell'auditorium Paganini di Parma
Parmalat, via al processo del secolo
Migliaia di risparmiatori parti civili
Alla sbarra gli uomini di punta della multinazionale del latte che secondo i pm
avevano costituito una 'cabina di regia' di tutte le operazioni illecite
PARMA - Quattordici miliardi di euro di 'buco' accertato, 200.000 risparmiatori danneggiati di cui 33.000 probabili parti civili, 56 imputati, 125 udienze previste e circa 10 milioni di pagine di documenti. Sono alcuni dei numeri del "processo del secolo", quello per il crac Parmalat che è cominciato oggi nel centro congressi dell'auditorium Paganini di Parma.
Cinque i tronconi d'inchiesta: Parmalat (23 imputati, alcuni dei quali a giudizio anche in altri procedimenti paralleli), Parmatour (32 imputati), Ciappazzi (8), truffa alla società Emilia Romagna Factor (2), Ributti (1).
Gli albori. Sono passati quattro anni e tre mesi da quando Calisto Tanzi, ex patron della multinazionale di Collecchio, fu arrestato all'aeroporto di Malpensa di ritorno da un misterioso viaggio in Sudamerica. Erano gli albori dell'inchiesta che la procura di Parma ha cercato in questi anni di dipanare. Uno scandalo finanziario che, secondo molti, non ha precedenti nella storia e che vede oggi alla sbarra tutto il 'sistema' Parmalat, fatto di bilanci truccati ma anche di dubbie coperture finanziarie.
Le accuse. Almeno questo sostengono i pm Vincenzo Picciotti, Paola Reggiani e Lucia Russo, che hanno chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio tanto degli ex amministratori e sindaci della società di Collecchio, quanto di revisori contabili ed esponenti del mondo bancario e finanziario italiano. Due le accuse principali mosse agli ex 'ragionieri' del gruppo dirigente di Calisto Tanzi: il concorso in bancarotta fraudolenta e l'associazione per delinquere.
Il buco. Lo stato d'insolvenza della Parmalat fu dichiarato il 22 dicembre 2003. Secondo Enrico Bondi, non ancora commissario straordinario, ma chiamato al capezzale dell'azienda di Collecchio dallo stesso Calisto Tanzi per un disperato tentativo di salvataggio, dalle casse della multinazionale mancavano quattro miliardi di euro. Era un conto ottimistico. Qualche tempo dopo, il 'buco' fu stimato con maggiore precisione intorno ai 14 miliardi di euro. Il 26 dicembre Tanzi fu arrestato.
Gli arresti. In manette finirono anche Francesca e Stefano Tanzi, i figli dell'ex patron, che nell'azienda di famiglia avevano rivestito incarichi direttivi (direttore commerciale e amministrativo lui, dirigente Parmatour lei), Fausto Tonna, ex direttore finanziario e il suo successore Luciano Del Soldato, Franco Gorreri, presidente di Banca Monte e per anni tesoriere della Parmalat, Domenico Barili, ex direttore marketing.
La cabina di regia. Secondo la procura, Tanzi e gli uomini di punta della multinazionale del latte avevano costituito una 'cabina di regia' di tutte le operazioni illecite. Di questa, sempre secondo la procura, facevano parte, oltre allo stesso Tanzi, l'ex direttore finanziario Fausto Tonna, l'ex direttore marketing Domenico Barili e l'ex presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Parma, Luciano Silingardi, il fratello di Calisto, Giovanni, l'ex revisore della Grant Thornton Lorenzo Penca. E poi gli avvocati Sergio Erede, 12 anni nel cda di Parmalat Finanziaria, e Paolo Sciumè, per 13 anni sulla stessa poltrona.
Renato Trauzzi, invece, è stato il vice di Franco Gorreri, il tesoriere di Collecchio, mentre Enrico Barachini entrò nel cda della Coloniale, società cassaforte del gruppo. Il problema, messo in evidenza anche dal gup Domenico Truppa nelle motivazioni al rinvio a giudizio, è quello di tracciare i confini della 'cabina di regia'. Tra gli altri a processo Camillo Fiorini, ex dirigente del settore turismo, e Giovanni Bonici, numero uno della società spazzatura del gruppo Bonlat e della Parmalat venezuelana.
Le banche. Tre i banchieri rinviati a giudizio: Cesare Geronzi, presidente di Capitalia, è accusato di usura e concorso in bancarotta nell' ambito del 'filone' Ciappazzi, relativo alla cessione delle omonime acque minerali siciliane da Ciarrapico a Tanzi. Un affare 'sospetto' secondo la Procura, che ipotizza l'esercizio da parte di Geronzi di pressioni illecite sull'ex patron Parmalat perché si accollasse l'azienda in dissesto dell' imprenditore romano ad un prezzo 'gonfiato'.
Coinvolto nella vicenda anche l'ex amministratore delegato di Capitalia, Matteo Arpe, a cui si contestano alcune ipotesi minori di concorso in bancarotta. Gianpiero Fiorani, ex numero uno della Banca Popolare di Lodi, è accusato di concorso nella bancarotta Parmatour, una sorta di crac nel crac.
L'udienza preliminare. Il 5 giugno 2006, di fronte al gup Domenico Truppa, partì l'udienza preliminare del processo al crac (con 64 imputati a cui si aggiungeranno quelli degli altri 'filoni' d'inchiesta), che si concluse il 25 luglio dell'anno successivo con 56 rinvii a giudizio, cinque condanne in rito abbreviato (tre anni di reclusione a Luca Baraldi, ex componente del cda Parmatour ed ex dirigente del Parma calcio, sette anni e 10 a Giampaolo Zini, il creatore del Fondo Epicurum, nove anni a Maurizio Bianchi, ex revisore Grant Thornton) e 16 patteggiamenti.
L'inchiesta svizzera. Intanto anche la giustizia svizzera continua ad occuparsi del caso. Recentemente Berna, che sta indagando su circa 100 milioni di franchi di transazioni sospette, ha fatto arrestare in Slovenia Luca Sala, ex consulente del gruppo italiano. Dopo il fallimento di Parmalat, il pubblico ministero della Confederazione (MPC) aveva aperto due inchieste. Due persone sono sotto accusa per truffa e riciclaggio. Nella Confederazione sono stati sequestrati beni e immobili per un valore di 7 milioni di franchi.
(14 marzo 2008)
Questi CRAC hanno sempre dietro trame oscure,se poi andiamo a vedere chi sn i coinvolti,geronzi,fiorani e il sistema con il quale si è creato questo buco,ci sono parecchie inquietanti similitudini cn altri famosi crac italiani....come ad esempio l'ambrosiano...