dantes76
26-02-2008, 12:00
...ma in italia non vi e traccia del settore chimico industriale
Giulio Natta
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http://upload.wikimedia.org/wikipedia/it/a/a3/Giulio_Natta.png
Giulio Natta Medaglia del Premio Nobel Nobel per la chimica 1963
Giulio Natta (Porto Maurizio, 26 febbraio 1903 – Bergamo, 2 maggio 1979) è stato un chimico e accademico italiano.
Si è laureato in ingegneria chimica al Politecnico di Milano nel 1924, a soli 21 anni di età. Nel 1925 Natta accettò una borsa di studio a Friburgo presso il laboratorio del prof. Seemann, entrando in contatto con il gruppo di lavoro di Hermann Staudinger che si occupava di macromolecole. Natta intuì l’importanza e le potenzialità delle macromolecole e tornato a Milano iniziò uno studio sulla struttura cristallina di polimeri.
Nel 1927 divenne professore di ruolo. Nel 1933 divenne direttore dell'istituto di chimica generale all'Università di Pavia, dove rimase fino al 1935, quando venne chiamato a ricoprire la cattedra di chimica fisica dell’Università La Sapienza di Roma. Nel 1937 ricoprì la cattedra di chimica industriale al Politecnico di Torino.
L'anno successivo fu chiamato al Politecnico di Milano per sostituire Mario Giacomo Levi (costretto dalle leggi razziali a lasciare l’insegnamento) nella cattedra di Chimica Industriale, dove rimase per trentacinque anni, dedicandosi alla ricerca sui polimeri a struttura cristallina.
È stato insignito del premio Nobel per la chimica nel 1963, per la messa a punto di catalizzatori stereospecifici per la polimerizzazione stereochimica selettiva delle alfa-olefine. In particolare per la realizzazione del polipropilene isotattico. Alcuni di tali polimeri vennero commercializzati dalla Montecatini e da aziende dello stesso gruppo con il nome di Moplen (articoli in plastica) e Meraklon (fibra tessile).
Durante gli anni della guerra ha soggiornato, come sfollato milanese, alla Cascina Marzorata di Vittuone (MI). A lui è intitolato l'Istituto Tecnico Industriale di Stato per la chimica di Bergamo, città dove è morto nel 1979.
Nel 2007 è stata assegnata alla sua memoria la cittadinanza onoraria di Cucciago, paese dove Natta aveva trascorso periodi di vacanza e sposato nel 1936 la moglie Rosita Beati[1].
http://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Natta
Moplen
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Moplen è stato il marchio registrato di una nota materia plastica prodotta dalla Polymer (controllata dalla Montecatini), ottenuta tramite reazione di polimerizzazione a partire dal propilene o dall'etilene, indicato chimicamente con la sigla PP-H (polipropilene isotattico). Fu scoperto negli anni cinquanta dal chimico genovese Giulio Natta. La scoperta valse a Natta il premio Nobel per la chimica del 1963. [1] Tale materiale è da considerarsi rivoluzionario perché, sia per le sue caratteristiche di resistenza meccanica, sia per l'economicità di lavorazione, ha rivoluzionato l'industria dei materiali termoplastici. Il Moplen è ancora oggi una delle materie termoplastiche più utilizzate nell'industria trovando largo impiego nell'ambito idrosanitario (tubi di scarico e sifoni) e casalingo (vasche e secchi).
All'epoca era ampiamente pubblicizzato da Gino Bramieri durante Carosello col tormentone
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e con Signora badi ben, che sia fatto di Moplen! »
per conto della ditta Montecatini, che deteneva appunto il brevetto della materia plastica adoperata per la fabbricazione di svariati suppellettili per la cucina col rivoluzionario materiale. [2]
Lo stabilimento di Terni dove si produceva il polipropilene era gestito dalla controllata Polymer, anch'essa conferita alla Montedison. Nel 1971, la Polymer si fuse poi per incorporazione nella Montefibre, ma il settore fibre Merak e Neofil fu separato da quello della plastica che si sviluppò, soprattutto per le pellicole trasparenti Moplefan usate nel confezionamento dei prodotti alimentari. [3]
Dopo complesse vicende societarie, il settore è passato alla Basell formata da BASF e Shell.
http://it.wikipedia.org/wiki/Moplen
altre fonti:
Sito dedicato a Giulio Natta presso il Politecnico di Milano
http://www.natta.polimi.it/Natta/Uomo/uomo.htm
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Giulio Natta Medaglia del Premio Nobel Nobel per la chimica 1963
Giulio Natta (Porto Maurizio, 26 febbraio 1903 – Bergamo, 2 maggio 1979) è stato un chimico e accademico italiano.
Si è laureato in ingegneria chimica al Politecnico di Milano nel 1924, a soli 21 anni di età. Nel 1925 Natta accettò una borsa di studio a Friburgo presso il laboratorio del prof. Seemann, entrando in contatto con il gruppo di lavoro di Hermann Staudinger che si occupava di macromolecole. Natta intuì l’importanza e le potenzialità delle macromolecole e tornato a Milano iniziò uno studio sulla struttura cristallina di polimeri.
Nel 1927 divenne professore di ruolo. Nel 1933 divenne direttore dell'istituto di chimica generale all'Università di Pavia, dove rimase fino al 1935, quando venne chiamato a ricoprire la cattedra di chimica fisica dell’Università La Sapienza di Roma. Nel 1937 ricoprì la cattedra di chimica industriale al Politecnico di Torino.
L'anno successivo fu chiamato al Politecnico di Milano per sostituire Mario Giacomo Levi (costretto dalle leggi razziali a lasciare l’insegnamento) nella cattedra di Chimica Industriale, dove rimase per trentacinque anni, dedicandosi alla ricerca sui polimeri a struttura cristallina.
È stato insignito del premio Nobel per la chimica nel 1963, per la messa a punto di catalizzatori stereospecifici per la polimerizzazione stereochimica selettiva delle alfa-olefine. In particolare per la realizzazione del polipropilene isotattico. Alcuni di tali polimeri vennero commercializzati dalla Montecatini e da aziende dello stesso gruppo con il nome di Moplen (articoli in plastica) e Meraklon (fibra tessile).
Durante gli anni della guerra ha soggiornato, come sfollato milanese, alla Cascina Marzorata di Vittuone (MI). A lui è intitolato l'Istituto Tecnico Industriale di Stato per la chimica di Bergamo, città dove è morto nel 1979.
Nel 2007 è stata assegnata alla sua memoria la cittadinanza onoraria di Cucciago, paese dove Natta aveva trascorso periodi di vacanza e sposato nel 1936 la moglie Rosita Beati[1].
http://it.wikipedia.org/wiki/Giulio_Natta
Moplen
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Moplen è stato il marchio registrato di una nota materia plastica prodotta dalla Polymer (controllata dalla Montecatini), ottenuta tramite reazione di polimerizzazione a partire dal propilene o dall'etilene, indicato chimicamente con la sigla PP-H (polipropilene isotattico). Fu scoperto negli anni cinquanta dal chimico genovese Giulio Natta. La scoperta valse a Natta il premio Nobel per la chimica del 1963. [1] Tale materiale è da considerarsi rivoluzionario perché, sia per le sue caratteristiche di resistenza meccanica, sia per l'economicità di lavorazione, ha rivoluzionato l'industria dei materiali termoplastici. Il Moplen è ancora oggi una delle materie termoplastiche più utilizzate nell'industria trovando largo impiego nell'ambito idrosanitario (tubi di scarico e sifoni) e casalingo (vasche e secchi).
All'epoca era ampiamente pubblicizzato da Gino Bramieri durante Carosello col tormentone
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per conto della ditta Montecatini, che deteneva appunto il brevetto della materia plastica adoperata per la fabbricazione di svariati suppellettili per la cucina col rivoluzionario materiale. [2]
Lo stabilimento di Terni dove si produceva il polipropilene era gestito dalla controllata Polymer, anch'essa conferita alla Montedison. Nel 1971, la Polymer si fuse poi per incorporazione nella Montefibre, ma il settore fibre Merak e Neofil fu separato da quello della plastica che si sviluppò, soprattutto per le pellicole trasparenti Moplefan usate nel confezionamento dei prodotti alimentari. [3]
Dopo complesse vicende societarie, il settore è passato alla Basell formata da BASF e Shell.
http://it.wikipedia.org/wiki/Moplen
altre fonti:
Sito dedicato a Giulio Natta presso il Politecnico di Milano
http://www.natta.polimi.it/Natta/Uomo/uomo.htm