dario fgx
09-01-2008, 23:55
Eccomi qui a proporvi quell'idea che avevo inizialmente pensato di testare prima personalmente e poi di riportare eventuali interessanti risultati.
Essendo un amante del silenzio, ma anche delle prestazioni delle ventole mi sono più volte trovato a partecipare a discussioni nelle quali si cercava di stabilire quali fossero le reali prestazioni di una ventola, perdendomi tra cfm, pressioni e dati forniti da produttori bugiardi.
Ho pensato che ciò che realmente interessa l'utente è comprare la ventola che estrae la maggior quantità di calore dal volume del suo case quando questo si trova ad una certa temperatura, per unità di tempo.
Leggendo varie faq sui siti di aziende come papst mi risulta che i cfm non sono l'unico parametro da tenere in conto a tal proposito, e comunque i cfm dichiarati sono troppo spesso diversi da quelli realmente garantiti da un certo prodotto.
Quando segue è soggetto alle vostre opinioni:siate critici ma mai polemici.
Immaginiamo di costruire un cubo di legno (materiale che trattiene bene il calore) completamente chiuso; o meglio usiamo un materiale come il polistirolo opportunamente rivestito, insomma un calorimetro.
Immaginiamo di tenere costante la Temperatura dell'ambiente circostante e di incrementare la temperatura all'interno del cubo, mediante una resistenza collegata ad un generatore; attraverso un termometro misuriamo la temperatura interna del calorimetro, stabiliamo chessò a 50.0°C la temperatura alla quale spegnere il resistore.
Nel cubo si è praticato un foro nel quale si monta la ventola da testare che inizialmente è spenta.
Ai 50°C si fa partire la nostra ventola (per ogni ventola utilizziamo lo stesso generatore) e si misura il tempo ncessario a riportare la temperatura a quella ambiente.
Si potrebbe anche tenere la ventola sempre accesa e stabilire qual'è la temperatura massima che il calorimetro può raggiungere mentre la resistenza di carico fa il suo lavoro.
Leggendo le faq sui siti papst ed altri ho capito come l'efficienza delle ventole sia correlata anche alla pressione dell'aria interna al dispositivo da raffreddare, dipendendo questa dalla temperatura risulta che una ventola lavora meglio in un certo range di temperature piuttosto che in un'altro.
Potremmo vedere la rapidità di abbassamento della temperatura nei vari range di temperatura e definire dove la ventola lavora meglio.
Potrebbe questo essere un metodo validoper stabilire qual'è la ventola più efficacie?
Essendo un amante del silenzio, ma anche delle prestazioni delle ventole mi sono più volte trovato a partecipare a discussioni nelle quali si cercava di stabilire quali fossero le reali prestazioni di una ventola, perdendomi tra cfm, pressioni e dati forniti da produttori bugiardi.
Ho pensato che ciò che realmente interessa l'utente è comprare la ventola che estrae la maggior quantità di calore dal volume del suo case quando questo si trova ad una certa temperatura, per unità di tempo.
Leggendo varie faq sui siti di aziende come papst mi risulta che i cfm non sono l'unico parametro da tenere in conto a tal proposito, e comunque i cfm dichiarati sono troppo spesso diversi da quelli realmente garantiti da un certo prodotto.
Quando segue è soggetto alle vostre opinioni:siate critici ma mai polemici.
Immaginiamo di costruire un cubo di legno (materiale che trattiene bene il calore) completamente chiuso; o meglio usiamo un materiale come il polistirolo opportunamente rivestito, insomma un calorimetro.
Immaginiamo di tenere costante la Temperatura dell'ambiente circostante e di incrementare la temperatura all'interno del cubo, mediante una resistenza collegata ad un generatore; attraverso un termometro misuriamo la temperatura interna del calorimetro, stabiliamo chessò a 50.0°C la temperatura alla quale spegnere il resistore.
Nel cubo si è praticato un foro nel quale si monta la ventola da testare che inizialmente è spenta.
Ai 50°C si fa partire la nostra ventola (per ogni ventola utilizziamo lo stesso generatore) e si misura il tempo ncessario a riportare la temperatura a quella ambiente.
Si potrebbe anche tenere la ventola sempre accesa e stabilire qual'è la temperatura massima che il calorimetro può raggiungere mentre la resistenza di carico fa il suo lavoro.
Leggendo le faq sui siti papst ed altri ho capito come l'efficienza delle ventole sia correlata anche alla pressione dell'aria interna al dispositivo da raffreddare, dipendendo questa dalla temperatura risulta che una ventola lavora meglio in un certo range di temperature piuttosto che in un'altro.
Potremmo vedere la rapidità di abbassamento della temperatura nei vari range di temperatura e definire dove la ventola lavora meglio.
Potrebbe questo essere un metodo validoper stabilire qual'è la ventola più efficacie?