View Full Version : Banchisa, Antartico controcorrente
Pancho Villa
07-01-2008, 18:24
Riporto quest'articolo da 3bmeteo.comBanchisa, Antartico controcorrente
Tra gli effetti più evidenti e pericolosi del riscaldamento globale c'è senz'altro lo scioglimento della banchisa polare che negli ultimi anni ha assunto dimensioni a dir poco allarmanti nel mar glaciale artico. Nel settembre del 2005 l'estensione del pack artico ha raggiunto i minimi storici dall'inizio delle prime rilevazioni satellitari (1979) ad oggi, raggiungendo appena 5.6 dei 7 milioni di chilometri quadrati attesi; molti studiosi ritengono che il deficit raggiunto in quel mese possa essere considerato il peggiore da cent'anni a questa parte. La calotta artica negli ultimi 12 anni ha perso dall'8 al 11% della sua estensione ed è un trend inarrestabile a meno che non intervengano stagioni invernali ed estive estremamente fredde. Infatti più mare si libera dai ghiacci più energia solare (calore) viene assorbita, di contro, più il pack si restringe meno luce incidente viene riflessa grazie all'effetto albedo. In definitiva la freccia del bilancio energetico è sempre spostata in zona positiva, grazie anche alla decisiva inerzia termica delle acque.
Ma se al Polo Nord la situazione è nerissima, lo stesso non si può dire dell'Antartide dove le piattaforme dal 1979 ad oggi hanno registrato un seppur minimo aumento di superficie. Negli ultimi 27 anni l'estensione della banchisa antartica è aumentata dell'1,14%, facendo segnare però, specie nei mesi estivi oscillazioni negative e positive enormi. Ad esempio nel Marzo del 2006 la superficie di oceano ricoperta dai ghiacci ha fatto segnare un impressionante deficit, pari a -20%, mentre appena un anno prima si rilevava un ottimo +11%. O ancora, nel Febbraio del 2003, grazie ad uno spropositato aumento del pack nel mare di Weddell, i satelliti rilevarono un saldo positivo rispetto alla media del mese del 30%, quando 8 anni prima, sempre in Febbraio, gli strumenti indicavano un deficit di ben 18 punti percentuali.
La linea di tendenza tra queste oscillazioni, comunque, è sempre risultata neutra o rivolta verso l'alto, elemento controcorrente rispetto ai bilanci sempre negativi registrati al polo nord. Trovare una spiegazione univoca ad un andamento così opposto non è semplice, tuttavia si possono fare alcune ipotesi: la prima riguarda senz'altro la realtà geografica dei due poli, l'Artico è un oceano circondato da continenti, l'Antartico è un continente circondato da oceani. Questo fatto rende molto più vulnerabile il Polo Nord ai riscaldamenti climatici poiché non ha ghiacciai inlandis, ma è formato da un vastissimo pack di 4-8 metri di spessore che galleggia su un immenso mare. Naturalmente, in base al concetto espresso ad inizio articolo, se un bilancio termico volge verso il "+" allora il processo assume un andamento costante, ne sono prova i grafici del NOAA che indicano oscillazioni minime del pack artico tra mese e mese ma una costante diminuzione di superficie.
Ben diverso il caso del Polo Sud, che può contare su 11 milioni di chilometri quadrati di ghiaccio spesso in media 2000m, ovviamente il rifornimento di gelo e di masse nevose che muove dall'interno verso le coste tramite le lingue glaciali e i venti catabatici garantisce un raffreddamento ed una gelificazione anche dell'oceano. Non solo, il minimo ma significativo aumento dell'estensione del pack antartico può essere ricercata, paradossalmente, anche nello stesso global warming. Infatti, aumentando la temperatura atmosferica si ha una maggior evaporazione che causa a sua volta maggior piovosità (non ovunque), probabilmente in Antartide l'aumento delle precipitazioni nevose e della temperatura ha spinto le lingue glaciali periferiche a spostarsi maggiormente verso il mare contribuendo all'aumento medio del 1.14% dell'estensione totale del pack.
http://www.3bmeteo.com/html/images/immaginigiornale/4824.gif http://www.3bmeteo.com/html/images/immaginigiornale/4824_2.gif
http://www.3bmeteo.com/html/images/immaginigiornale/4824_3.gif http://www.3bmeteo.com/html/images/immaginigiornale/4824_4.gifhttp://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-4824.htm
Pancho Villa
23-01-2008, 11:47
Dicembre: estensione record per la banchisa antartica
Che il Polo Sud vivesse una situazione ben più rosea dell'Artico era noto, ma che in tempi di global warming segnasse addirittura un record trentennale era decisamente meno scontato. Gli ultimi dati dell'NSIDC, relativi al mese di Dicembre, ci mostrano una vera e propria esplosione della banchisa antartica che ha raggiunto la ragguardevole estensione di 11.1 milioni di chilometri quadrati. Questa superficie, se paragonata alla media trentennale attesa per Dicembre, risulta superiore di ben 1.5 milioni di kmq. Per capire gli ordini di grandezza in gioco basta pensare a nazioni sconfinate come Libia o Iran.
In barba al riscaldamento globale, quindi, il pack antartico ha riscritto una pagina dell'impolverato libro dei record positivi. Il dato fornito dall'NSIDC, infatti, rappresenta per il mese di Dicembre il maggior saldo positivo dal 1979 ad oggi, ovverosia da quanto vengono rilevati i dati via satellite. Il guadagno percentuale è stato pari ad un +14% e stacca di due punti il precedente record datato 1984. Erano esattamente vent'anni che il pack dicembrino oscillava entro scarti positivi del 3% e negativi del 6%, il tutto dopo una stagione particolarmente vivace tra il 1979 e il 1988, quando a picchi da +9/11% si alternavano minimi di pari entità. Va ricordato, infatti, che la 'salute' del pack polare è direttamente proporzionale alla sua elasticità interannuale, se quest'ultima viene meno è il segno che il sistema non riesce a reagire ai cambiamenti esterni.
Le aree periferiche dell'Antartico dove si sono rilevati i maggiori progressi sono quelle prospicienti il Mare di Ross, il Mare di Weddell e quello di Amundsen; la banchisa di Weddell, in particolare, ha mostrato un incremento rispetto al dicembre 2006 di quasi un terzo. A tal proposito è interessante evidenziare il progresso complessivo rispetto ad un anno fa: +2.1 milioni di chilometri quadrati. In termini percentuali rappresenta un sonoro +17%, che diventa +25% se confrontato col minimo storico risalente al lontano 1982. Allora il pack si fermò a 9.9 milioni di kmq, ben 2.9 in meno rispetto al mese scorso. Normalmente questi paragoni si fanno al contrario, ovvero confrontando i fasti del passato con la decadenza attuale; per fortuna questo non accade col Polo Sud, notoriamente plastico ai cambiamenti climatici. La controprova che quella che abbiamo sotto gli occhi sia un'avanzata 'sana' ce la dà la concentrazione media delle aree affette da surplus: questa oscilla tra il 20 e il 50% con punte del 70-80% (in zone che, di norma, dovrebbero essere libere dai ghiacci).
Ma come è stato possibile registrare un record positivo così netto e consolidato? La risposta la si trova nell'estrema dinamicità invernale e primaverile che ha caratterizzato il vortice antartico, soventemente scisso e foriero di profonde ondulazioni meridiane. In pratica l'anomala intensità delle avvezioni fredde ha fatto sì che masse gelide stazionassero maggiormente al di sopra della superficie marina. Ovviamente ciò ha avuto un prezzo nelle aree continentali, dove si sono registrate spesso anomalie positive anche superiori ai 5-7°C. Tuttavia dubitiamo che su medie di -50°C una manciata di gradi possa avere una qualche influenza, pertanto ben vengano gli scarti positivi sul Plateau se poi risultano decisivi a rinforzare il delicato paesaggio della banchisa.http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7381.htm
A dire il vero è normale che le banchise abbiano un andamento altamente oscillante. Basti pensare che più sono estese, maggiore è l'albedo, e dunque minore è il calore assorbito.
La banchisa starà in forma, tutto il resto va a rotoli...
http://www.kintera.org/atf/cf/%7B127BCCB8-B18B-48EC-86CC-B465A792975E%7D/NASA-NEWS-600-1172.GIF
NEWS RELEASE: 2008-010 Jan. 23, 2008
Antarctic Ice Loss Speeds up, Nearly Matches Greenland Loss
PASADENA, Calif. – Ice loss in Antarctica increased by 75 percent in the last 10 years due to a speed-up in the flow of its glaciers and is now nearly as great as that observed in Greenland, according to a new, comprehensive study by NASA and university scientists.
In a first-of-its-kind study, an international team led by Eric Rignot of NASA's Jet Propulsion Laboratory, Pasadena, Calif., and the University of California, Irvine, estimated changes in Antarctica's ice mass between 1996 and 2006 and mapped patterns of ice loss on a glacier-by-glacier basis. They detected a sharp jump in Antarctica's ice loss, from enough ice to raise global sea level by 0.3 millimeters (.01 inches) a year in 1996, to 0.5 millimeters (.02 inches) a year in 2006.
Rignot said the losses, which were primarily concentrated in West Antarctica's Pine Island Bay sector and the northern tip of the Antarctic Peninsula, are caused by ongoing and past acceleration of glaciers into the sea. This is mostly a result of warmer ocean waters, which bathe the buttressing floating sections of glaciers, causing them to thin or collapse. "Changes in Antarctic glacier flow are having a significant, if not dominant, impact on the mass balance of the Antarctic ice sheet," he said.
To infer the ice sheet's mass, the team measured ice flowing out of Antarctica's drainage basins over 85 percent of its coastline. They used 15 years of satellite radar data from the European Earth Remote Sensing-1 and -2, Canada's Radarsat-1 and Japan's Advanced Land Observing satellites to reveal the pattern of ice sheet motion toward the sea. These results were compared with estimates of snowfall accumulation in Antarctica's interior derived from a regional atmospheric climate model spanning the past quarter century.
The team found that the net loss of ice mass from Antarctica increased from 112 (plus or minus 91) gigatonnes a year in 1996 to 196 (plus or minus 92) gigatonnes a year in 2006. A gigatonne is one billion metric tons, or more than 2.2 trillion pounds. These new results are about 20 percent higher over a comparable time frame than those of a NASA study of Antarctic mass balance last March that used data from the NASA/German Aerospace Center Gravity Recovery and Climate Experiment. This is within the margin of error for both techniques, each of which has its strengths and limitations.
Rignot says the increased contribution of Antarctica to global sea level rise indicated by the study warrants closer monitoring.
"Our new results emphasize the vital importance of continuing to monitor Antarctica using a variety of remote sensing techniques to determine how this trend will continue and, in particular, of conducting more frequent and systematic surveys of changes in glacier flow using satellite radar interferometry," Rignot said. "Large uncertainties remain in predicting Antarctica's future contribution to sea level rise. Ice sheets are responding faster to climate warming than anticipated."
Rignot said scientists are now observing these climate-driven changes over a significant fraction of the West Antarctic Ice Sheet, and the extent of the glacier ice losses is expected to keep rising in the years to come. "Even in East Antarctica, where we find ice mass to be in near balance, ice loss is detected in its potentially unstable marine sectors, warranting closer study," he said.
Other organizations participating in the NASA-funded study, in addition to the University of California, Irvine, are Centro de Estudios Cientificos, Valdivia, Chile; University of Bristol, United Kingdom; Institute for Marine and Atmospheric Research, Utrecht University, Utrecht, The Netherlands; University of Missouri, Columbia, Mo.; and the Royal Netherlands Meteorological Institute, De Bilt, The Netherlands.
Results of the study are published in February's issue of Nature Geoscience.
Additional media contact for this story: Jennifer Fitzenberger, University of California, Irvine; 949-824-3969, jfitzen@uci.edu .
For more information, visit: http://www.nasa.gov .
JPL is managed for NASA by the California Institute of Technology in Pasadena.
-end-
Pancho Villa
16-02-2008, 10:57
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7478.htm
Gennaio 2008: è ancora record per la banchisa antartica
L'estensione dei ghiacciai antartici ha raggiunto un valore record per il mese di Gennaio. Dal 1979, primo anno di registrazione puntuale, ad oggi, mai si era registrato un valore simile, pari a circa 6.8 milioni di chilometri quadrati. Per meglio rendere l'idea, basti pensare che l'Italia ha una superficie di 300mila chilometri quadrati, 22 volte inferiore. L'incipit del 2008, quindi, da chiari segnali di un netto rallentamento del Riscaldamento Globale sebbene un solo dato non sia ancora significativo per ipotizzare un'inversione di tendenza. Certo è che lo stato di salute dell'Antartide ha sempre destato minor preoccupazione rispetto a quello dell'Artico e, in generale, di tutto l'emisfero settentrionale e questi ultimi dati non fanno che confermare il suddetto trend.
+34%: ecco l'incremento sorprendente dell'estensione della banchisa antartica nel mese di Gennaio appena concluso. Un valore record che va a rimpinguare i già lusinghieri dati dai mesi precedenti. Eppure soli 12 mesi fa la situazione era molto differente: 'solamente' 4.9 milioni di chilometri quadrati erano ricoperti dal ghiaccio del pack, un dato inferiore alla media di circa il 3%. Ma come è possibile che nel breve volgere di un solo anno vi sia stato un aumento di 1.9 milioni di chilometri quadrati nell'estensione del ghiaccio? La risposta è certamente lungi dall'essere compresa appieno, tuttavia l'estrema dinamicità del Vortice Polare ha fatto si che avvezioni d'aria gelida si ripetessero, con continuità, dal plateau continentale verso le zone costiere. Certamente si è dovuto pagare dazio nel cuore del Polo Sud dove le temperature sono state superiori alle medie, tuttavia senza registrare valori preoccupanti.
Scendendo maggiormente nel particolare, si registrano anomalie negative nell'estensione dei ghiacci sulle coste del Queen Maud Land, della Terra di Graham e della Terra di Marie Byrd. Nei primi due casi lo scostamento dalla media raggiunge valori vicini al 30% con punte del 50% sulla parte orientale del Mare di Amundsen. Tuttavia, sono nettamente maggiori le zone con un saldo positivo: dal Mare di Ross a tutte le coste che si affacciano sull'Oceano Indiano al Mare di Weddell. L'incremento medio è pari al 40% pur con diverse aree che superano il 50% in particolar modo a largo della Terra di Coats, della Terra di Mac Robertson e sulla Piattaforma di Amery. Il saldo finale stacca un valore assolutamente record di +34%
Andando ad analizzare la serie storica, ci rendiamo conto che il dato in questione è assolutamente eccezionale: il precedente record spettava al 1996 con un'estensione del 23% superiore alla media e pari a 6.2 milioni di chilometri quadrati, avvicinata solo dal 2003 con 6.1 milioni. Nel decennio 1997/2007 solo in tre occasioni si erano registrati avanzamenti del fronte dei ghiacci: nel già citato 2003, nel 2004 (+15%) e nel 2001 (+5%) In tutti le altre annate solo valori negativi con due picchi: nel 1997 e nel 2006 (-17%). Va comunque segnalato che, per quanto la serie storica sia molto esigua, il suo trend sia verso un lieve rialzo pari al +1.9% per decade. In un periodo di Global Warming conclamato, questi dati ci devono far riflettere su come sia ancora misteriosa la macchina climatica ed i meccanismi che la regolano.
Angelo Amicarelli
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7478.htm
L'incipit del 2008, quindi, da chiari segnali di un netto rallentamento del Riscaldamento Globale sebbene un solo dato non sia ancora significativo per ipotizzare un'inversione di tendenza.
Mi sembra un'affermazione alquanto... incauta. :rolleyes:
Soprattutto contando che quest'anno è la prima volta in cui si è talmente ritirata la banchisa al polo nord da aprire il passaggio per la circumnavigazione...
Pancho Villa
18-02-2008, 11:10
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7469.htmGennaio 2008: brusca frenata del Global Warming
I dati emessi il 14 febbraio dal National Climatic Data Center americano ufficializzano in maniera definitiva la brusca frenata del riscaldamento globale. Le terre emerse a livello planetario hanno registrato un'anomalia negativa di -0.01°C rispetto alla media 1901-2000, non accadeva dal lontano 1982. Lo scarto raggiunge addirittura i -0.17°C nel Nord Emisfero, solitamente bersaglio privilegiato di gran parte del calore in surplus intrappolato nell‘atmosfera terrestre. Tutto ciò è stato possibile grazie ad una concatenazione di eventi opposta, ma altrettanto anomala, a quella che fece del gennaio 2007 il più caldo dell'ultimo secolo.
Un anno fa, più o meno di questi tempi, commentavamo lo storico scarto positivo registrato in gennaio, sia a livello globale che emisferico. Allora le anomalie delle terre emerse boreali e planetarie toccarono i +2.28°C per le prime e i +1.89°C per le seconde. A distanza di soli 12 mesi ci troviamo a commentare dati diametralmente opposti ma altrettanto storici: le terre emerse del nord emisfero hanno segnato un perentorio -0.17°C, mentre a livello globale lo scarto si è attestato sui -0.01°C. Se confrontiamo questi valori con quelli del gennaio 2007 scopriamo un calo, rispettivamente, di 2.45°C e di 1.90°C; differenze che a livello climatico pesano come macigni. Era oltre un quarto di secolo che in queste aree non si registravano anomalie negative, neppure tra il 1992 e il 1993, quando gli effetti dell'eruzione del Pinatubo coinvolsero l'intero pianeta.
La brusca frenata del global warming si smorza leggermente includendo nell'analisi i dati relativi agli oceani. A gennaio l'anomalia complessiva è stata del tutto uguale a quella di dicembre, vale a dire +0.25°C; un piccolo calo si è registrato soltanto nell'emisfero boreale dove si sono persi 0.05°C. Questa staticità, tuttavia, non deve sorprendere, le grandi distese marine, infatti, grazie all'elevato calore specifico dell'acqua, reagiscono molto lentamente alle variazioni termiche. E' altrettanto vero, però, che rispetto al gennaio dello scorso anno gli oceani hanno perso oltre due decimi di grado, una variazione di tutto rispetto.
Per chiudere il quadro è importante riportare le anomalie terre emerse-oceano, sia globali che emisferiche. Rispetto alla media secolare 1901-2000 lo scarto planetario complessivo è stato appena di +0.18°C, che si riduce a 0.10°C nel nord emisfero e raggiunge gli 0.28°C in quello meridionale. Siamo di fronte ad uno dei rari casi, specie negli ultimi 25 anni, in cui l'anomalia positiva boreale è inferiore rispetto a quella australe. Non solo, va ricordato che lo scarto positivo di appena 0.18°C si inserisce all'interno di una media secolare che possiamo definire fredda rispetto agli anni duemila. Lo scarto positivo medio di gennaio dal 1998 al 2007 è pari a 0.5°C, ben 0.32°C in più rispetto all'anomalia fatta registrare lo scorso mese.
Le cause di questo sensibile rallentamento del global warming vanno ricercate principalmente nella concomitanza tra il fenomeno della Nina ed uno dei più intensi e duraturi anticicloni termici degli ultimi anni. La prima, oltre a raffreddare notevolmente le acque del Pacifico, ha indebolito le miti correnti occidentali, mentre il secondo ha letteralmente congelato metà del continente asiatico. In tutto all'interno del minimo undecennale dell'attività solare. Tuttavia, mentre la Nina era un evento ampiamente previsto, l'anticiclone termico asiatico ha spiazzato tutti per durata, precocità e vastità.
Raramente negli ultimi 15 anni si era potuta osservare una struttura anticiclonica termica di tale portata; la sua crescita, cominciata già nel mese di Dicembre, ha subito una repentina accelerazione nella prima metà di gennaio grazie ad una copertura nevosa da record su tutta l'Asia. La superficie innevata in surplus, infatti, ha notevolmente allargato le maglie dell'albedo riflettendo verso lo spazio ingenti quantità di energia solare. A questo si è aggiunta un'attività meridiana molto scarsa che non è riuscita a frammentare la struttura anticiclonica. In base ai dati dell'NCDC la superficie coperta dalle nevi lo scorso gennaio, nel Nord Emisfero così come nella sola Eurasia, è stata la più vasta dal 1967, ovvero da quando si rilevano sistematicamente i dati. Nel primo caso si è calcolato un surplus di 3.2 milioni di kmq, nel secondo di 2.8; tutto questo con la penisola europea sotto la media e gli Stati Uniti poco al di sopra. Inutile dire che dati come questi in tempi di global warming conclamato hanno un peso scientifico non indifferente. Vogliamo altresì sottolineare che come una rondine non fa primavera così anche un mese che rallenta clamorosamente dalla scia del riscaldamento non rappresenta un'inversione di tendenza. Per adesso a noi non rimane altro che aspettare i dati di febbraio per vedere se arriva un'altra rondine, in caso contrario avremo fornito alla comunità un'interessante eccezione alla 'routine' climatica degli ultimi 20 anni.
http://www.3bmeteo.com/html/images/immaginigiornale/7469_2.gif http://www.3bmeteo.com/html/images/immaginigiornale/7469_3.gif
http://www.3bmeteo.com/html/images/immaginigiornale/7469_4.gif
Pancho Villa
18-02-2008, 11:13
Mi sembra un'affermazione alquanto... incauta. :rolleyes:
Soprattutto contando che quest'anno è la prima volta in cui si è talmente ritirata la banchisa al polo nord da aprire il passaggio per la circumnavigazione...Quoto, c'è da dire che nell'articolo sopra comunque hanno giustamente precisato che "una rondine non fa primavera". Riguardo l'artico a novembre (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7213.htm) c'è stato un grande recupero dopo un'estate e anche un ottobre (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7081.htm) disastrosi (come hai giustamente detto).
Comunque nel mio piccolo continuo ancora a sperare in una mini glaciazione. :D :sofico:
Comunque nel mio piccolo continuo ancora a sperare in una mini glaciazione. :D :sofico:
Ah beh, lì con me sfondi una porta aperta :D
Comunque, di quei grafici con le palline, più che le macchie azzurre in mezzo all'africa e all'asia mi preoccupano i palloni rossi su tutto l'estremo nord...
Pancho Villa
13-03-2008, 18:26
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7591.htmFebbraio: global warming in affanno dai Poli all'Equatore
Pur non essendo di fronte agli storici risultati di gennaio le prime notizie riguardanti l'andamento termico a febbraio sono decisamente positive. In base ai dati ufficiali della NASA, infatti, risulta che il mese appena trascorso sia stato, a livello globale, il 5° più freddo dal 1980 con uno scarto di appena 0.26°C. Non solo, erano 14 anni che le anomalie positive rispetto alla media di riferimento 1951-1980 non scendevano al di sotto dei tre decimi di grado. Se allarghiamo l'indagine alle sole terre emerse scopriamo uno scarto di 0.31°C, ovverosia il quinto più basso degli ultimi 28 anni a pari merito col 1993, anno però 'viziato' dagli effetti dell'esplosione del Pinatubo. Tutto questo assume connotati ancor più positivi se aggiungiamo il raffreddamento della Groenlandia e le ottime estensioni delle banchise polari.
Il riscaldamento globale rallenta per il secondo mese consecutivo, mostrando al mondo scientifico una forma ben lontana dagli infuocati fasti degli ultimi anni. In attesa dei dati ufficiali del NCDC riportiamo quelli della NASA, secondo i quali il febbraio del 2008 è stato il quinto più freddo dal 1980 sia a livello continentale che oceanico. L'anomalia rispetto alla media ‘51-'80 è stata di 0.26°C, con una diminuzione di 0.37°C sul 2007 e di 0.41°C sul febbraio record del 2004.
Se analizziamo il dato sui due emisferi scopriamo che stavolta l'anomalia meno importante l'ha fatta registrare quello australe, con un risibile +0.06°C. Quello boreale, invece, ha subito un riscaldamento di un quarto di grado rispetto a gennaio segnano uno scarto di 0.57°; si tratta comunque di un risultato più che soddisfacente, specie al livello decadale. Basti pensare, infatti, che l'anomalia in questione è la più bassa degli ultimi 14 anni e si discosta di ben 0.64°C da quella del 2007 e di 0.80°C dal record assoluto del 1995. Tornando all'emisfero sud è interessante sottolineare il vistoso calo, sempre a livello delle terre emerse, rispetto al mese scorso: -0.24°C.
A tutto questo vanno aggiunti gli ottimi dati relativi all'estensione della banchisa artica, antartica e il raffreddamento registrato in Groenlandia. Nei primi due casi si sono registrati progressi percentuali, rispetto allo scorso anno, del 4% per il Polo Nord e addirittura del 29% per il Polo Sud; per quanto riguarda la Groenlandia, invece, lo scarto termico negativo sulla media 1960-1990 ha oscillato tra i -0.5 e i -1.0°C.
Le cause principali di questo significativo rallentamento del riscaldamento gobale sono state: la Nina, il minimo undecennale della radiazione solare e l'innevamento record in Asia. La fase negativa dell'ENSO (tra le più intense degli ultimi decenni) ha mantenuto, e mantiene tutt'ora, le temperature superficiali del Pacifico ben al di sotto della media. La riduzione dell'energia solare in arrivo riduce inevitabilmente il calore a disposizione del sistema atmosferico, il quale risulta ulteriormente impoverito dall'albedo in eccesso legato al surplus di nevosità in Asia. In parole povere negli ultimi 2 mesi tutto o quasi ha remato contro il global warming e Marzo, per adesso, sembra non voler cambiare rotta. Va tuttavia ricordato che, nonostante i numerosi elementi a feedback negativo, il processo di riscaldamento non è fermato ma ha subito soltanto un rallentamento. Elemento, questo, che ci aiuta a non abbassare la guardia e a rimanere coi piedi per terra.
Per avere la definitiva conferma dei dati termici riportati fin'ora attendiamo il report ufficiale dell'NCDC che uscirà entro il 15 Marzo prossimo. Vi rimandiamo, quindi, ad un ulteriore aggiornamento del seguente articolo.
Giulio Betti
Pancho Villa
13-03-2008, 18:27
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7593.htmArtico in convalescenza
Dopo i confortanti dati sulle temperature medie globali che, in questi primi due mesi del 2008, hanno rallentato la loro incessante marcia verso il rialzo, dopo i valori record raggiunti dall'estensione dei ghiacci del Polo Sud, anche sull'Artico la situazione sembra volgere al meglio. Il 'malato cronico' non è certo guarito del tutto ma dei segnali di ripresa sono evidenti. Resta l'incognita circa la durata di questo trend all'incremento dei ghiacci che potrebbe essere legato a fattori contingenti e quindi non duraturi. Solo i prossimi mesi ci diranno il vero stato di salute del Polo Nord ma adesso è giusto concentrarci sui dati del mese di febbraio, l'ultimo dell'inverno meteorologico.
E' noto che il trend dell'estensione dei ghiacci sull'emisfero boreale è in calo. La serie storica non è certo delle più lunghe e quindi risulta difficile cogliere delle linee di tendenza significative. Tuttavia è innegabile che lo stato di salute dell'Artico sia alquanto critico. Lo scorso autunno e nella prima parte dell'inverno si sono succeduti valori pesantemente negativi che hanno avuto ripercussioni molto gravi sulla fauna locale. Foche, trichechi, orsi polari hanno dovuto fare i conti con una banchisa polare ridotta ai minimi termini, dovendo spesso affrontare viaggi lunghissimi per approdare sulle coste di Groenlandia, Alaska e Siberia. La mortalità si è quindi impennata, aggravando una situazione già critica.
Come detto, però, in questo mese di Febbraio la situazione è certamente migliorata. L'estensione dei ghiacci è stata pari a 15 milioni di chilometri quadrati, a fronte di una media di 15.6. Un decremento del 4% che non si registrava dal Febbraio del 2003. In questo intervallo temporale il deficit è sempre stato più pesante, fino a toccare un -9% nel 2005. Il valore più elevato in assoluto si è registrato proprio all'inizio della serie, nel 1979, quando l'estensione è stata di 16.4 milioni di chilometri quadrati, ovvero superiore del 5% se confrontata alla media. Rispetto al trend improntato alla discesa, si sono avuti pochi anni favorevoli come nel 1987, nel 1993, nel 1998 e nel biennio 2002 2003. I picchi negativi, invece, si sono avuti nel 1981, 1984 e nel triennio 2005/07. Questo Febbraio 2008, pur facendo registrare un'estensione inferiore alla media, si pone al di sopra della linea di tendenza dell'ultima decade che prevede un decremento decennale del 2,8%. Anche per quanto concerne lo spessore del ghiaccio, dato spesso sottovalutato ma di grande importanza, riscontriamo una situazione analoga, ovvero leggermente deficitaria. Scendendo maggiormente nel dettaglio, si segnalano valori perfettamente in media sullo Stretto di Danimarca, lievemente inferiori sul Mare di Ohotsk, di Terranova e di Groenlandia, decisamente scarsi sul Mare di Barents, superiori sul Mare di Bering e sullo Stretto di Davis.
Le cause di questa ripresa nell'estensione nonché dello spessore dei ghiacci sono certamente molteplici e riguardano sia fattori contingenti che altri più generali. In primo luogo l'attività solare è alquanto ridotta, trovandoci nel picco minimo di un ciclo della durata di undici anni. Esiste, altresì, un secondo ciclo, circa secolare, e anche in questo caso siamo prossimi ai valori inferiori. Va inoltre sottolineata l'importanza della NINA, ovvero dell'anomalo raffreddamento delle acqua del Pacifico occidentale, sulle sorti climatiche dell'intero pianeta. Sembra ormai accertata la correlazione tra questo fenomeno e temperature globali mediamente inferiori. Un ultimo fattore determinate e più strettamente legato alla zona artica, è l'attività del Vortice Polare Troposferico. Nello scorso mese di febbraio il cuore di questa depressione, colma d'aria gelida in quota, si è localizzato sul Canada settentrionale. Ecco quindi che anche la distribuzione dei ghiacci ne ha risentito: i picchi minimi, infatti, si sono avuti al di sopra dell'Europa e dell'Asia mentre l'andamento è stato opposto al di sopra delle Americhe. D'altro canto il Vecchio Continente è la 'cenerentola' di questo inverno che è stato tutt'altro che mite sul resto dell'emisfero boreale. Resta ora l'incognita sull'andamento futuro: saprà il 2008 segnare un colpo d'arresto sia al Blobal Warming che alla fusione dei ghiacci o questi primi due mesi sono stati una sporadica eccezione?
Angelo Amicarelli
Mah, mi lasciano perplessi non tanto i dati quanto le conclusioni su un trend di lunga durata partendo da una singola rilevazione annuale.
Mah, mi lasciano perplessi non tanto i dati quanto le conclusioni su un trend di lunga durata partendo da una singola rilevazione annuale.Non è "singola": conferma i dati di gennaio. Ad ogni modo per me non è affatto inatteso.
Non è "singola": conferma i dati di gennaio. Ad ogni modo per me non è affatto inatteso.
C'è scritto "annuale" dopo "singola" :read: :D
Intendo dire che il fatto che UN inverno non segua l'andamento medio che si registra ormai da decenni non significa che l'andamento si sia invertito.
Charonte
13-03-2008, 19:44
tanto finche sta banchisa non si schiantera contro la propria casa tutti se ne fotteranno
è sempre cosi e sempre sara
Pancho Villa
13-03-2008, 21:55
Intendo dire che il fatto che UN inverno non segua l'andamento medio che si registra ormai da decenni non significa che l'andamento si sia invertito.Certamente, però i dati di questi ultimi mesi sono di gran lunga sotto la media degli ultimi anni che sono stati caratterizzati da un trend pressoché costante; un solo anno sotto la media non significa nulla, ma è bene tenerne conto proprio per la sua eccezionalità. Nei prossimi mesi/anni sarà interessante vedere se si tratta soltanto di un evento isolato oppure se verrà confermato.
Certamente, però i dati di questi ultimi mesi sono di gran lunga sotto la media degli ultimi anni che sono stati caratterizzati da un trend pressoché costante; un solo anno sotto la media non significa nulla, ma è bene tenerne conto proprio per la sua eccezionalità. Nei prossimi mesi/anni sarà interessante vedere se si tratta soltanto di un evento isolato oppure se verrà confermato.
Sì per carità, io sono solo contento se fa freddo eh :D però per esempio ho visto che sulle dolomiti è stato un anno decisamente secco e oserei quasi dire caldo, dato che in febbraio a valle c'erano già le gemme, cosa che onestamente non ho mai visto.
Inoltre qui (a Ferrara) è un mese che sono tornate le zanzare, ossia da metà febbraio: normalmente si passava quasi tutta la primavera senza tirar giù le zanzariere, ormai si possono togliere solo da novembre a gennaio se andiamo avanti così.
Non pretendo certamente di far fede per l'intero globo, però se mi dicono che il clima è "tornato indietro" anche solo per quest'anno... beh... non qui dove lo vivo.
Pancho Villa
14-03-2008, 00:30
Sì per carità, io sono solo contento se fa freddo eh :D però per esempio ho visto che sulle dolomiti è stato un anno decisamente secco e oserei quasi dire caldo, dato che in febbraio a valle c'erano già le gemme, cosa che onestamente non ho mai visto.
Inoltre qui (a Ferrara) è un mese che sono tornate le zanzare, ossia da metà febbraio: normalmente si passava quasi tutta la primavera senza tirar giù le zanzariere, ormai si possono togliere solo da novembre a gennaio se andiamo avanti così.
Non pretendo certamente di far fede per l'intero globo, però se mi dicono che il clima è "tornato indietro" anche solo per quest'anno... beh... non qui dove lo vivo.Vero, l'Europa è stata una delle poche aree sopra la media, l'inverno appena passato è stato poco più freddo di quello dell'anno scorso con gennaio e febbraio abbondantemente sopra la media; soltanto l'autunno e l'inizio inverno (dicembre e soprattutto novembre) sono stati sotto la media. Comunque le anomalie positive maggiori si sono concentrate nel nord europa, scandinavia in particolare, se ravani nel sito trovi diversi articoli in materia.
In ogni caso quello che conta è la media globale.
Pancho Villa
17-03-2008, 20:05
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7613.htm11-17 Marzo: buone nuove dall'Antartico
Marzo è il mese che sancisce il passaggio dalla luce estiva alla lunga notte invernale e per questo ricopre un ruolo determinante nel monitoraggio dell'andamento climatico. Nell'ultima settimana precoci isoterme fino a -40°C ad 850hp ed il rinforzo dell'alta pressione hanno fatto si che su buona parte del Plateau antartico si rilevassero interessanti scostamenti negativi rispetto alla media attesa per Marzo. E' importante sottolineare che il confronto non è su base decadale, bensì mensile, quindi le anomalie, essendo inserite nella metà del mese, hanno un peso statistico maggiore. Tra gli scarti più significativi spiccano i -4.5°C di Amundsen-Scott, attualmente inchiodato sui -60°C, e i -4°C di Halley, stabile intorno ai -20°C.
Le altre stazioni prese in esame sono: Mc Murdo, Rothera, Mirny e Davis. In queste località i discostamenti sono meno importanti ma pur sempre significativi, soprattutto se consideriamo il confronto fatto con la media complessiva di tutto il mese e non con quella della sola seconda decade. E' ancora presto per poter fare proiezioni sul venturo semestre invernale, tuttavia i segnali sono piuttosto soddisfacenti, considerando anche l'ennesima estensione record fatta registrare dalla banchisa.
In Febbraio la superficie di oceano ghiacciato ha toccato i 3.7 milioni di chilometri quadranti, ovverosia 0.8 milioni in più rispetto alla media attesa. E' il terzo mese consecutivo che il pack antartico segna surplus prossimi o superiori al milione di chilometri quadrati: il record, per adesso, spetta a Dicembre e Gennaio, rispettivamente con +1.5 e +1.4 milioni di kmq. E' ovvio che ereditare dall'estate un simile saldo positivo non può che porre ottime basi per il semestre freddo. In attesa di vedere quello che saprà regalarci sua maestà Antartide riportiamo le anomalie della scorsa settimana:
http://img507.imageshack.us/img507/7682/antarticowd6.jpg
Giulio Betti
Intendo dire che il fatto che UN inverno non segua l'andamento medio che si registra ormai da decenni non significa che l'andamento si sia invertito.Forse no, ma ci fa pensare che l'attività solare, se è capace di invertire in questo modo gli effetti del riscaldamento globale, abbia su questo un'influenza maggiore di quanto ci si potesse aspettare.
Ma, ripeto, io non ne sono sorpreso.
Forse no, ma ci fa pensare che l'attività solare, se è capace di invertire in questo modo gli effetti del riscaldamento globale, abbia su questo un'influenza maggiore di quanto ci si potesse aspettare.
Ma, ripeto, io non ne sono sorpreso.
Quello che contesto io è che si possa parlare di una inversione degli effetti... infatti:
http://qn.quotidiano.net/2008/03/26/75246-antartide_staccato_blocco.shtml
SURRISCALDAMENTO DEL PIANETA
Antartide, si è staccato un blocco
di ghiaccio di 400 chilometri quadrati
Le immagini da satellite diffuse dall'università del Colorado non lasciano spazio a dubbi e sono un'ulteriore conferma delle drammatiche conseguenze del riscaldamento climatico. Il gigantesco frammento si sta staccando dalla piattaforma principale di Wilkins Ice Shelf
Roma, 26 marzo 2008 - La natura non fa sconti: un gigantesco frammento di Antartide, vasto circa 405 chilometri quadrati, si sta staccando dalla piattaforma principale di Wilkins Ice Shelf.
Le immagini da satellite diffuse dall'università del Colorado non lasciano spazio a dubbi e sono un'ulteriore conferma delle drammatiche conseguenze del riscaldamento climatico.
Il blocco di ghiaccio, grande come l'Irlanda del Nord, ha iniziato a staccarsi il 28 febbraio scorso; le immagini del giorno successivo, poi del 6 e 8 marzo, mostrano chiaramente l'evoluzione del distacco e la prima evidente frattura.
Il Wilkins Ice Shelf si trova a circa un migliaio di chilometri di distanza dalla punta meridionale dell'America del Sud, sul lato sud-ovest dalla Penisola antartica. Negli ultimi 50 anni nella regione è stato registrato un aumento medio della temperatura di mezzo grado ogni dieci anni.
"Avevamo previsto che sarebbe successo", spiega David Vaughan, glaciologo del BAS, il British Antarctic Survey, "ma non pensavamo che accadesse così in fretta. Due volte più veloce di quanto previsto".
La Penisola antartica ha già visto il ridimensionamento e il distacco di diversi blocchi di ghiaccio, sei dei quali sono scomparsi del tutto: Prince GUstav Channel, Larsen A (1995), Larsen B (2002), Wordie, Muller e Jones.
Articolo originale:
http://www.colorado.edu/news/r/bb1eb1914a7cd77bcd816e2591b49bca.html
http://www.colorado.edu/news/r/bb1eb1914a7cd77bcd816e2591b49bca/wilkins-ice-shelf.jpg
This series of satellite images shows the Wilkins Ice Shelf as it begins to break up. The large image is from March 6. The images at right, from top to bottom, are from Feb. 28, Feb. 29 and March 8. The images were processed from the MODIS satellite sensor flying on NASA's Earth Observing System Aqua and Terra satellites. Images courtesy NSIDC, NASA, University of Colorado.
Antarctic Ice Shelf Disintegrating As Result Of Climate Change, Scientists Say
March 25, 2008
Satellite imagery from the University of Colorado at Boulder's National Snow and Ice Data Center shows a portion of Antarctica's massive Wilkins Ice Shelf has begun to collapse because of rapid climate change in a fast-warming region of the continent.
While the area of collapse involves 160 square miles at present, a large part of the 5,000-square-mile Wilkins Ice Shelf is now supported only by a narrow strip of ice between two islands, said CU-Boulder's Ted Scambos, lead scientist at NSIDC. "If there is a little bit more retreat, this last 'ice buttress' could collapse and we'd likely lose about half the total ice shelf area in the next few years."
In the past 50 years, the western Antarctic Peninsula has experienced the biggest temperature increase on Earth, rising by 0.9 degree F per decade. "We believe the Wilkins has been in place for at least a few hundred years, but warm air and exposure to ocean waves are causing a breakup," said Scambos, who first spotted the disintegration activity in March.
Satellite images indicate the Wilkins began its collapse on Feb. 28. Data revealed that a large iceberg, measuring 25.5 by 1.5 miles, fell away from the ice shelf's southwestern front, triggering a runaway disintegration of 220 square miles of the shelf interior. The Wilkins Ice Shelf is a broad sheet of permanent floating ice on the southwest Antarctic Peninsula roughly 1,000 miles south of South America.
The edge of the shelf crumbled into the sky-blue pattern of exposed deep glacial ice that has become characteristic of climate-induced ice shelf breakups such as the Larsen B ice shelf breakup in 2002, said Scambos. A narrow beam of intact ice about 3.7 miles wide was protecting the remaining shelf from further breakup as of March 23.
Scientists track ice shelves and study collapses carefully because some of them hold back glaciers, which if unleashed, can accelerate and raise sea level, Scambos said. "The Wilkins disintegration won't raise sea level because it already floats in the ocean, and few glaciers flow into it. However, the collapse underscores that the Wilkins region has experienced an intense melt season. Regional sea ice has all but vanished, leaving the ice shelf exposed to the action of waves."
With Antarctica's summer melt season drawing to a close, scientists do not expect the Wilkins to further disintegrate in the next several months. "This unusual show is over for this season," Scambos said. "But come January, we'll be watching to see if the Wilkins continues to fall apart."
After images from NASA's Moderate Resolution Imaging Spectroradiometer, or MODIS, and data from the ICESat satellite showed that a portion of the ice shelf was in a state of collapse in March, Scambos alerted colleagues around the world.
The British Antarctic Survey flew over the shelf, collecting video footage and other observations. BAS glaciologist David Vaughan, who said the ice shelf is supported by a single strip of ice strung between two islands, said the Wilkins is the largest ice shelf on West Antarctica yet to be threatened. "This shelf is hanging by a thread."
Associate Professor Cheng-Chien Liu at Taiwan's National Cheng-Kung University used high-resolution color satellite images of the area from Taiwan's Formosat-2 satellite operated by the National Space Organization to analyze the activity. "It looks as if something is slicing the ice shelf piece by piece on an incredible scale, kilometers long but only a few hundred meters in width," Cheng-Chien said.
In addition, Andrés Rivera and Gino Cassasa at the Laboratory for Glaciology and Climate Change at the Center of Scientific Study in Chile acquired images of the Wilkins from the ASTER instrument aboard NASA's Terra satellite.
The combined efforts have begun to provide observational data that will improve scientific understanding of the mechanisms behind ice shelf collapse, Scambos said. "The Wilkins is an example of an event we don't see very often, but it's a key process in being able to predict how sea level will change in the future."
The Wilkins is one of a string of ice shelves that have collapsed in the West Antarctic Peninsula in the past 30 years. The Larsen B became the most well-known of these, disappearing in just over 30 days in 2002. The Prince Gustav Channel, Larsen Inlet, Larsen A, Wordie, Muller and Jones ice shelf collapses also underscore the unprecedented warming in this region of Antarctica, said Scambos.
For more information on CU-Boulder's NSIDC, visit nsidc.org/.
Quello che contesto io è che si possa parlare di una inversione degli effetti... infatti:
http://qn.quotidiano.net/2008/03/26/75246-antartide_staccato_blocco.shtmlHo appena sentito la notizia al TG1.
A questo punto, però, mi chiedo una cosa: se fino ad ora sapevamo di un'espansione record della banchisa antartica, e poi di questa se ne stacca un pezzo, ne dobbiamo davvero essere sconvolti?
Il fatto è che la notizia di questo staccamento non l'ho ancora letta in relazione alle precedenti sull'espansione della banchisa. Perché? Eppure mi pare che le cose siano profondamente legate.
Forse perché la gente non ne sa nulla, in quanto in nessun telegiornale - a partire dal TG1 - ha riferito la notizia dell'espansione della banchisa, mentre sono stati prontissimi a trasmettere questa.
Mi viene un dubbio se alla gente piaccia autocommiserarsi con le cattive notizie...
In ogni caso, sì, c'è stata un'inversione di tendenza, anche se solo stagionale. Vedremo l'anno prossimo.
Ho appena sentito la notizia al TG1.
A questo punto, però, mi chiedo una cosa: se fino ad ora sapevamo di un'espansione record della banchisa antartica, e poi di questa se ne stacca un pezzo, ne dobbiamo davvero essere sconvolti?
Il fatto è che la notizia di questo staccamento non l'ho ancora letta in relazione alle precedenti sull'espansione della banchisa. Perché? Eppure mi pare che le cose siano profondamente legate.
Forse perché la gente non ne sa nulla, in quanto in nessun telegiornale - a partire dal TG1 - ha riferito la notizia dell'espansione della banchisa, mentre sono stati prontissimi a trasmettere questa.
Mi viene un dubbio se alla gente piaccia autocommiserarsi con le cattive notizie...
In ogni caso, sì, c'è stata un'inversione di tendenza, anche se solo stagionale. Vedremo l'anno prossimo.
Veramente c'è stata tutta una serie di distacchi negli ultimi anni di dimensioni considerevoli:
The Wilkins is one of a string of ice shelves that have collapsed in the West Antarctic Peninsula in the past 30 years. The Larsen B became the most well-known of these, disappearing in just over 30 days in 2002. The Prince Gustav Channel, Larsen Inlet, Larsen A, Wordie, Muller and Jones ice shelf collapses also underscore the unprecedented warming in this region of Antarctica, said Scambos.
Un'estate più fredda del solito non può scientificamente far parlare di inversione: i dati ballano sopra e sotto ad un valore medio, le oscillazioni sono normali. Se per trent'anni si parla di surriscaldamento, non è una stagione fredda che può far parlare di inversione di tendenza.
Farlo a mio avviso è anche grave per il messaggio che si dà.
Un'estate più fredda del solito non può scientificamente far parlare di inversioneStagionale, sì. Ed è quello che ho scritto.
Farlo a mio avviso è anche grave per il messaggio che si dà.Non farlo è mancanza di informazione. Mi spiace ma non accetto il politicamente corretto quando si parla di scienza.
Stagionale, sì. Ed è quello che ho scritto.
Non farlo è mancanza di informazione. Mi spiace ma non accetto il politicamente corretto quando si parla di scienza.
Al contrario, farlo è disinformazione.
Scientificamente il parlare di "inversione di tendenza" implica un'analisi a lungo termine. Una "singola" "inversione di tendenza" è una contraddizione in termini, perchè "singola" indica un solo campione, mentre tendenza indica un comportamento nel tempo.
Quindi non solo è scorretto scientificamente parlare di inversione di tendenza a fronte di un singolo evento, ma è anche grave perchè si allenta l'attenzione su un fenomeno che ormai nessuno più nega e che è da contrastare con ogni mezzo disponibile, e uno dei primi è l'informazione.
Il problema è uno solo.
Io vorrei che l'inverno e il freddo come Dio comanda durassero otto mesi.
Odio il caldo e il sole a picco che ti spacca in quattro.
Sia per un fattore personale, sia per quello ambientale.
Invece la "gente" comune vorrebbe sole dodici mesi all'anno e magari senza un giorno solo di pioggia... basta vedere che quando piove una mezza giornata al mio circolino si sentono subito i soliti discorsi idioti "... uff 'sta pioggia... non se ne può più... che p****... " e amenità simili.
Già da anni gli dicevo "pregate che piova e parecchio sennò quest'estate il giardino di casa con tutti i vostri bei fiorellini lo innaffiate con lo sputo"...
:D
Al contrario, farlo è disinformazione.
Scientificamente il parlare di "inversione di tendenza" implica un'analisi a lungo termine. Una "singola" "inversione di tendenza" è una contraddizione in termini, perchè "singola" indica un solo campione, mentre tendenza indica un comportamento nel tempo.
Quindi non solo è scorretto scientificamente parlare di inversione di tendenza a fronte di un singolo evento, ma è anche grave perchè si allenta l'attenzione su un fenomeno che ormai nessuno più nega e che è da contrastare con ogni mezzo disponibile, e uno dei primi è l'informazione.No, questa è politica. La politica non è scienza, e finché si tratta di argomenti scientifici - compreso l'ambiente - non voglio la politica di mezzo.
Di inversione di tendenza si può parlare anche nell'arco di un secondo, basta saper inquadrare il fenomeno. Evidentemente al TG1 non lo sanno fare, e non mi stupisce. In ogni caso, se ben noti, non ho mai parlato di "tendenza" (tranne una volta, ma ammetto il lapsus), ma di effetti: la tendenza è altra cosa e non ho mai detto che fosse cambiata. Ho altresì detto che possono essere meglio intesi come giocano i vari fattori nel complesso meccanismo che regola il clima.
No, questa è politica. La politica non è scienza, e finché si tratta di argomenti scientifici - compreso l'ambiente - non voglio la politica di mezzo.
Di inversione di tendenza si può parlare anche nell'arco di un secondo, basta saper inquadrare il fenomeno.
No, questa è politica ;) ossia prendere un singolo valore e utilizzarlo per dimostrare qualcosa che, scientificamente, non può fare.
Evidentemente al TG1 non lo sanno fare, e non mi stupisce. In ogni caso, se ben noti, non ho mai parlato di "tendenza" (tranne una volta, ma ammetto il lapsus),
Mah, veramente lo ripeti in ogni post, questo compreso :D
ma di effetti: la tendenza è altra cosa e non ho mai detto che fosse cambiata. Ho altresì detto che possono essere meglio intesi come giocano i vari fattori nel complesso meccanismo che regola il clima.
Guarda i grafici del primo post:
http://www.3bmeteo.com/html/images/immaginigiornale/4824_4.gif
Se prendi il dato del 95 parli di una "tendenza", se prendi quello del 96 parli di una "tendenza" completamente opposta.
Ribadisco: l'andamento delle temperature negli ultimi 30-40 anni è indiscusso, questo non toglie che ci siano episodi di caldo o freddo fuori dalla media, ma nessuno di questi eventi elimina il dato di fatto incontrovertibile che la temperatura media della terra sta aumentando.
Pancho Villa
26-03-2008, 19:02
In ogni caso, sì, c'è stata un'inversione di tendenza, anche se solo stagionale. Vedremo l'anno prossimo.Un'estate più fredda del solito non può scientificamente far parlare di inversione: i dati ballano sopra e sotto ad un valore medio, le oscillazioni sono normali. Se per trent'anni si parla di surriscaldamento, non è una stagione fredda che può far parlare di inversione di tendenza.
Farlo a mio avviso è anche grave per il messaggio che si dà.Occhio perché dal '79 (l'anno in cui sono cominciate le rilevazioni sistematiche dell'estensione della banchisa antartica) la tendenza è stata al rialzo, questi primi mesi del 2008 sono stati addirittura record assoluti, ma anche la media trentennale è all'insù, il grafico sopra si riferisce infatti all'emisfero nord. ;)
Grazie per l'articolo gpc, adesso non ho tempo per leggerlo, domani me lo studierò per bene. :)
jumpermax
26-03-2008, 20:18
Al contrario, farlo è disinformazione.
Scientificamente il parlare di "inversione di tendenza" implica un'analisi a lungo termine. Una "singola" "inversione di tendenza" è una contraddizione in termini, perchè "singola" indica un solo campione, mentre tendenza indica un comportamento nel tempo.
Quindi non solo è scorretto scientificamente parlare di inversione di tendenza a fronte di un singolo evento, ma è anche grave perchè si allenta l'attenzione su un fenomeno che ormai nessuno più nega e che è da contrastare con ogni mezzo disponibile, e uno dei primi è l'informazione.
a me questa pare una tendenza nel tempo...
http://www.3bmeteo.com/html/images/immaginigiornale/7381_4.gif
Ora io non ho ben capito se qua stiamo confrontando mele con pere e se quindi i 405 km quadrati dell'articolo non hanno niente a che vedere con gli 11 milioni di km quadrati di estensione della banchisa di cui si parla qualche post fa, perché gli ordini di grandezza non mi sembrano nemmeno confrontabili....
Mah, veramente lo ripeti in ogni post, questo compresoVeramente no, e se non lo capisci allora sto solo perdendo tempo.
a me questa pare una tendenza nel tempo...
http://www.3bmeteo.com/html/images/immaginigiornale/7381_4.gif
Ora io non ho ben capito se qua stiamo confrontando mele con pere e se quindi i 405 km quadrati dell'articolo non hanno niente a che vedere con gli 11 milioni di km quadrati di estensione della banchisa di cui si parla qualche post fa, perché gli ordini di grandezza non mi sembrano nemmeno confrontabili....
Uno 0.5 +/- 2.6% è una misura affetta da un pelino di errore :D Può essere positiva come può essere negativa.
Quello che contesto io è che si voglia sostenere che il riscaldamento globale si è invertito per UN singolo evento LOCALE quando sono trent'anni che le medie nella loro globalità si stanno alzando (e sono i valori che contano).
Comunque Jumper, se non ho capito male, l'estensione record è per la parte di ghiaccio stagionale, questa che se ne va invece fa parte di quella perenne, e sta lì il problema.
jumpermax
26-03-2008, 23:01
Uno 0.5 +/- 2.6% è una misura affetta da un pelino di errore :D Può essere positiva come può essere negativa.
Quello che contesto io è che si voglia sostenere che il riscaldamento globale si è invertito per UN singolo evento LOCALE quando sono trent'anni che le medie nella loro globalità si stanno alzando (e sono i valori che contano).
Comunque Jumper, se non ho capito male, l'estensione record è per la parte di ghiaccio stagionale, questa che se ne va invece fa parte di quella perenne, e sta lì il problema.
L'evento locale mi pare non necessariamente in contrasto con gli aspetti globali la fonte del primo articolo mi sembra abbastanza chiara
Non solo, il minimo ma significativo aumento dell'estensione del pack antartico può essere ricercata, paradossalmente, anche nello stesso global warming. Infatti, aumentando la temperatura atmosferica si ha una maggior evaporazione che causa a sua volta maggior piovosità (non ovunque), probabilmente in Antartide l'aumento delle precipitazioni nevose e della temperatura ha spinto le lingue glaciali periferiche a spostarsi maggiormente verso il mare contribuendo all'aumento medio del 1.14% dell'estensione totale del pack.
Vorrei che comunque fosse chiaro che il global warming resta sempre e comunque una teoria scientifica, che il fenomeno è tutt'ora in atto e che è ben lungi dal considerarsi concluso. Vista la complessità del sistema e alle enormi forze in gioco non sono escludibili sorprese. Insomma il dibattito scientifico, come dovrebbe essere resta sempre aperto, ben altra cosa invece quanto dovrebbe essere riportato all'opinione pubblica. E veniamo appunto alla domanda, che diavolo dovrebbe desumere da questo articolo l'opinione pubblica? Siamo davvero certi che un blocco della banchisa di 450km^2 che si va a staccare dal polo sud al termine dell'estate antartica sia un fenomeno "drammatico" segno del riscaldamento globale? Alla luce di quanto si è letto prima francamente mi sembra di no, a meno che come dici tu non si stia parlando di cose totalmente diverse qua stiamo confrontando 450km^2 con un surplus di quasi 1 milione di km^2... hai idea di quanto devono essere più spessi quei 450km^2 per arrivare a fare un milione? circa 2000 volte... a me tutto questo senzazionalismo puzza... ho come l'impressione che qualcuno si faccia prendere la mano nel voler orientare l'opinione pubblica. Spero di sbagliarmi...
L'evento locale mi pare non necessariamente in contrasto con gli aspetti globali la fonte del primo articolo mi sembra abbastanza chiara
Non solo, il minimo ma significativo aumento dell'estensione del pack antartico può essere ricercata, paradossalmente, anche nello stesso global warming. Infatti, aumentando la temperatura atmosferica si ha una maggior evaporazione che causa a sua volta maggior piovosità (non ovunque), probabilmente in Antartide l'aumento delle precipitazioni nevose e della temperatura ha spinto le lingue glaciali periferiche a spostarsi maggiormente verso il mare contribuendo all'aumento medio del 1.14% dell'estensione totale del pack.
Vorrei che comunque fosse chiaro che il global warming resta sempre e comunque una teoria scientifica, che il fenomeno è tutt'ora in atto e che è ben lungi dal considerarsi concluso. Vista la complessità del sistema e alle enormi forze in gioco non sono escludibili sorprese. Insomma il dibattito scientifico, come dovrebbe essere resta sempre aperto, ben altra cosa invece quanto dovrebbe essere riportato all'opinione pubblica. E veniamo appunto alla domanda, che diavolo dovrebbe desumere da questo articolo l'opinione pubblica? Siamo davvero certi che un blocco della banchisa di 450km^2 che si va a staccare dal polo sud al termine dell'estate antartica sia un fenomeno "drammatico" segno del riscaldamento globale? Alla luce di quanto si è letto prima francamente mi sembra di no, a meno che come dici tu non si stia parlando di cose totalmente diverse qua stiamo confrontando 450km^2 con un surplus di quasi 1 milione di km^2... hai idea di quanto devono essere più spessi quei 450km^2 per arrivare a fare un milione? circa 2000 volte... a me tutto questo senzazionalismo puzza... ho come l'impressione che qualcuno si faccia prendere la mano nel voler orientare l'opinione pubblica. Spero di sbagliarmi...
Beh per prima cosa il distacco è l'ultimo di una serie che è iniziata qualche anno fa. Per seconda cosa, il ghiaccio stagionale è ben diverso dal ghiaccio perenne. Un po' come dire, per Pasqua è nevicato tanto quindi i ghiacciai alpini non stanno scomparendo, non so se capisci il paragone.
In ogni caso il riscaldamento globale è qualcosa di più di una teoria, dato che ha spiegazioni solide e risconti ormai decennali: non capisco perchè adesso salti fuori che lo si deve negare. :mbe:
Il fatto poi che il sistema sia estremamente complesso con un elevato numero di variabili che non permettano di fare previsioni locali o precise è un altro discorso, ma a livello globale gli effetti sono indiscussi ormai.
Io tra l'altro ci farei la firma perchè fosse vero che tutte le prove del riscaldamento globale fossero fatte per orientare l'opinione pubblica, sarebbe fantastico, avremmo scongiurato forse la più grande catastrofe causata dall'uomo nella storia del pianeta. Però non capisco come proprio te, uno dei più grossi sostenitori nel forum delle energia alternative per liberarsi dai combustibili fossili, adesso metta in dubbio una delle ragioni fondamentali della ricerca di fonti energetiche che non immettano CO2 in atmosfera :mbe:
Pancho Villa
27-03-2008, 17:46
Collassano 13680 kmq di pack. Colpa del global warming?
Una superficie di ghiaccio grande quasi come la Calabria ha cominciato a collassare all'interno della piattaforma di Wilkins, posta nell'angolo sud occidentale della Penisola Antartica. Il 'la' ad uno dei più spettacolari movimenti di banchisa a memoria d'uomo è stato dato da un iceberg di 405 kmq, staccatosi il 28 Febbraio scorso. Questo mostro di ghiaccio grande sette volte Manhattan ha spezzato l'ormai precario equilibrio che si era instaurato tra la zona stabile della piattaforma e quella debole. In parole povere la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Di fronte al collasso di 13680 kmq di pack non poteva che riaprirsi con vigore il dibattito sul global warming; molti, infatti, indicano in quest'ultimo la causa primaria dell'evento. Ma è proprio così?
L'inizio della disintegrazione della piattaforma di Wilkins, posta nella parte sud occidentale della Penisola Antartica, ha riaperto prepotentemente il dibattito sul riscaldamento globale. Gli scienziati del National Snow and Ice Data Center affermano che questo spettacolare distacco di ghiaccio è quasi sicuramente stato prodotto dal global warming. A riprova di quanto sostenuto c'è il fatto che la Penisola Antartica occidentale è la zona del pianeta che più ha risentito dell'aumento delle temperature; si parla di un incremento di 2.5°C negli ultimi 50 anni, con un progresso per decade di ben 0.5°C. Dati sicuramente importanti e preoccupanti ma che stridono fortemente con l'andamento climatico del resto dell'immenso continente di ghiaccio.
In base ai dati della NASA dal 1982 al 2004 la temperatura media di oltre il 90% della superficie antartica è diminuita dagli 0.1 agli 0.3°C l'anno, con la Terra di Enderby e l'altopiano Polare a segnare scarti ventennali fino a -4.5°C. Le anomalie positive, anche piuttosto pesanti, riguardano esclusivamente le aree periferiche, le quali risentono particolarmente del riscaldamento delle acque oceaniche. In quest'area, che comprende anche la Penisola Antartica, gli scarti dal 1984 al 2004 oscillano tra i +1 e i +4°C. Complessivamente il Polo Sud ha subito un raffreddamento, negli ultimi 22 anni, di quasi 0.8°C. Un altro fattore estremamente indicativo della salute climatica del Polo Sud sono gli incredibili record storici di estensione della banchisa fatti registrare negli ultimi 3 mesi. I dati, elaborati proprio dal NSIDC, parlano di un surplus trimestrale di pack pari a 1,33 milioni di chilometri quadrati. Una superficie di fronte alla quale i 13680 kmq della piattaforma di Wilkins appaiono oggettivamente ridicoli.
I dati ufficiali riportati fin'ora servono a far luce sul vero stato di salute dell'Antartide che, nonostante il riscaldamento globale in atto, è decisamente buono. Quanto sta succedendo nella Penisola Antartica, benché spettacolare sia come dimensioni sia come tempi, non è certo meno significativo dei paurosi surplus di ghiaccio che intrappolano ancora migliaia di chilometri quadrati di mare. Né le pesanti anomalie positive di un'area pari al 4% dell'intera superficie antartica devono mettere in secondo piano i -0.8°C del 90% del continente. Per far comprendere meglio quanto stiamo dicendo basta immaginare un'Europa dove dominano le anomalie negative ad eccezione dell'Italia; se vengono enfatizzate solo quest'ultime è ovvio che la notizia nasce monca in partenza. In conclusione è bene sempre ricordare che di fronte ad argomenti delicati come il cambiamento climatico sono d'obbligo prudenza e completezza di informazioni.
Giulio Bettihttp://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7656.htm
I dati ufficiali riportati fin'ora servono a far luce sul vero stato di salute dell'Antartide che, nonostante il riscaldamento globale in atto, è decisamente buono. Quanto sta succedendo nella Penisola Antartica, benché spettacolare sia come dimensioni sia come tempi, non è certo meno significativo dei paurosi surplus di ghiaccio che intrappolano ancora migliaia di chilometri quadrati di mare. Né le pesanti anomalie positive di un'area pari al 4% dell'intera superficie antartica devono mettere in secondo piano i -0.8°C del 90% del continente. Per far comprendere meglio quanto stiamo dicendo basta immaginare un'Europa dove dominano le anomalie negative ad eccezione dell'Italia; se vengono enfatizzate solo quest'ultime è ovvio che la notizia nasce monca in partenza. In conclusione è bene sempre ricordare che di fronte ad argomenti delicati come il cambiamento climatico sono d'obbligo prudenza e completezza di informazioni.Per l'appunto... :read:
Altro che tenere alta l'attenzione sul riscaldamento globale, qui si rischia che la gente abbia una dimensione del tutto errata del fenomeno.
Per l'appunto... :read:
Altro che tenere alta l'attenzione sul riscaldamento globale, qui si rischia che la gente abbia una dimensione del tutto errata del fenomeno.
Sì certo, è più giusto dire che il surriscaldamento globale (assieme all'effetto serra, inventato) non esiste.
Il riscaldamento degli oceani? Nulla a confronto di un singolo dato di una singola zona.
Anzi, direi che stiamo andando verso un'era glaciale.
Pancho Villa
27-03-2008, 19:57
Calma, calma; solo il tempo ci darà la risposta.
Sì certo, è più giusto dire che il surriscaldamento globale (assieme all'effetto serra, inventato) non esiste.
Il riscaldamento degli oceani? Nulla a confronto di un singolo dato di una singola zona.
Anzi, direi che stiamo andando verso un'era glaciale.Stai già parlando per iperbole... :rolleyes: Non fai altro che confermare quello che avevo detto.
Ma è meglio darsi una calmata, no?
Altro che tenere alta l'attenzione sul riscaldamento globale, qui si rischia che la gente abbia una dimensione del tutto errata del fenomeno.
L'aumento delle fluttuazioni stagionali nel volume dei ghiacci in Antartide è previsto dai modelli climatici in caso di riscaldamento globale, e lo è anche il raffreddamento una volta che si prende in considerazione la stratosfera (sì, c'entra il buco dell'ozono vedi qui (http://www.sciencemag.org/cgi/content/abstract/302/5643/273) e qui (http://www.agu.org/pubs/crossref/2004/2004GL020724.shtml) :D). Quindi per quanto possa sembrare paradossale questi eventi sono una conferma del riscaldamento del pianeta, e come nel caso dello scioglimento dell'Artico, stanno avvenendo prima del previsto.
Banus, non fare anche tu come gpc, non ho mai messo in discussione il riscaldamento globale :rolleyes:
Banus, non fare anche tu come gpc, non ho mai messo in discussione il riscaldamento globale :rolleyes:
Come gpc? :confused:
Non ho nessun intento polemico, mi premeva rispondere alle conclusioni che hai quotato :p
Dire che lo stato dell'Antartide è "decisamente buono" senza specificare che sia il collasso dell'asse di Wilkins sia il raffreddamento di parte dell'Antartide sono previsti in caso di riscaldamento globale, non è dare un'idea parziale della situazione? :D
I media hanno privilegiato (come al solito) l'aspetto sensazionalistico, tuttavia hanno posto l'accento (almeno nelle notizie che ho visto) non tanto sull'entità dello scioglimento ma sul fatto che sia avvenuto in anticipo sul previsto, cioè sull'unico motivo per cui è significativo questo evento.
Come gpc? :confused:
Guarda che non è mica un'offesa eh :O :D
Pancho Villa
10-04-2008, 14:32
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7718.htmPolo Sud: banchisa mai così estesa in 30 anni
L'estensione della banchisa antartica nel mese di Marzo ha raggiunto i 5.5 milioni di chilometri quadranti, polverizzando il record del 1994. In base alle rilevazioni ufficiali del National Snow and Data Center il surplus di ghiaccio rispetto alla media è di 1.2 milioni di kmq, pari a 2 volte la superficie della Francia. Questo dato non solo prosegue la scia record cominciata nel Dicembre scorso, ma arriva in corrispondenza della fine dell'estate australe. Ciò significa che gli 1.2 milioni kmq in più di pack hanno davanti a sé 4 mesi di notte polare e quindi la quasi matematica certezza di rimanere intatti fino al prossimo Ottobre. In parole povere l'attuale record o rimane 'congelato', o migliora ulteriormente, il tutto con conseguenze non indifferenti sull'inverno antartico.
Mentre nel resto del mondo il riscaldamento globale sembra riprendersi dal torpore degli ultimi mesi in Antartide prosegue l'aggiornamento del libro dei record. Con 5.5 milioni di chilometri quadrati di banchisa Marzo 2008 annienta il record di 14 anni fa entrando nella storia trentennale delle rilevazioni satellitari. Per il pack antartico Marzo rappresenta il secondo mese, dopo Febbraio, con la minima estensione annuale; ebbene quest'anno non solo ha fatto registrare un +29% rispetto alla media, ma ha anche battuto la superficie attesa di Gennaio (normalmente più vasta) di ben 400.000 chilometri quadrati. Non solo, se andiamo a paragonare il record attuale con quello del 1994 vediamo che la correzione al rialzo è stata di ben 400.000 chilometri quadrati, vale a dire un perentorio +7.3%.
Quanto riportato sin ora si inserisce nella più significativa fase di surplus glaciale degli ultimi 30 anni, ovverosia da quanto vengono sistematicamente fatte rilevazioni satellitari. E' dal mese di Dicembre, infatti, che la banchisa del Polo Sud fa registrare scostamenti fortemente positivi rispetto alla media, quasi tutti oltre il milione di chilometri quadrati e quasi tutti da record. Eccoli in sequenza con accanto l'anomalia percentuale: Dicembre 11.1 milioni (+14%); Gennaio 6.8 milioni (+34%); Febbraio 3.7 milioni (+27%); Marzo 5.5 milioni (+29%). Il surplus medio negli ultimi quattro mesi è stato pari al 26%.
Ma cosa ha prodotto una scia positiva così costante ed importante? E soprattutto, quali conseguenze potrebbe avere per l'ormai imminente inverno australe? Alla prima domanda si può rispondere citando l'intensa NINA presente sul Pacifico tropicale meridionale e il minimo undecennale -e forse secolare- dell'attività solare. La prima mantiene basse le temperature superficiali dell'oceano permettendo alla banchisa di estendersi più del normale, il secondo incentiva ulteriormente l'azione della NINA apportando minor calore alle acque. Per quanto riguarda le possibili conseguenze sull'inverno australe è lecito attendersi temperature al di sotto della norma nelle aree periferiche del Polo Sud e quindi una maggiore spinta delle masse d'aria fredda verso le medie latitudini.
Giulio Betti
Pancho Villa
21-04-2008, 20:04
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7767.htmMarzo: riesplode il Global Warming, ma non ovunque
Dopo tre mesi di sonnolenza il riscaldamento globale riprende a correre segnando anomalie positive da record per le terre emerse, sia a livello globale che nord emisferico. Stiamo parlando di scarti non lontani dagli incredibili picchi fatti registrare nel Gennaio del 2007, quando NINO e anticicloni biblici fecero sudare mezzo mondo. Una vera e propria doccia fredda rispetto alla quale, tuttavia, è doveroso fare alcune importanti precisazioni. E' bene sottolineare, infatti, che questa poderosa ed improvvisa fiammata non è riuscita a sopire importati record in chiave fredda, la cui presenza rende l'andamento climatico di questo 2008 tutt'altro che scontato.
+2.24°C per le terre emerse del Nord Emisfero, +1.78°C per quelle dell'interno globo e +1.04°C a livello planetario; ecco il biglietto da visita di Marzo 2008. Anomalie così non si registravano dal Gennaio dello scorso anno, quando el NINO, unito all'eccezionale estensione degli anticicloni subtropicali, gettò benzina sul fuoco del global warming. Quest'anno, proprio mentre il quaderno dei record positivi cominciava ad impolverarsi, ecco uno scarto superiore ai 2°C; il tutto a dispetto di ogni previsione, stanti il minimo undecennale della radiazione solare ed una NINA da annali. Sembrerebbe quasi che il global warming fosse riuscito a farsi beffe di tutto e di tutti destandosi dal torpore e segnano un fendete da ko. 'Sembrerebbe', appunto, poiché se l'andamento climatico di Marzo viene adeguatamente analizzato scopriamo che vi sono importantissime eccezioni in chiave fredda.
Lo scarto di 2.24°C dell'emisfero boreale è stato causato per la quasi totalità dalle pensantissime anomalie asiatiche e non da un riscaldamento generale ed omogeneo. Basti pensare che sugli Stati Uniti il mese appena concluso è stato di 0.4°C più freddo della media secolare. Come se non bastasse, per il Canada, specie centro orientale, Marzo 2008 è stato uno dei più nevosi e rigidi degli ultimi 50 anni. Nel solo Quebec gli scarti negativi hanno oscillato tra i -2 e i -4°C, mentre nei territori artici si sono toccate anomalie prossime ai -5°C. Lo stesso discorso vale per il Sud Africa (-2/-4°C), per il Sud Est Asiatico (-1/-2°C) e per l'Australia orientale (-1/-3°C). E' ovvio che tutti gli importati scarti negativi fin qui riportati poco hanno potuto di fronte ad un'anomalia positiva di 4.5°C distribuita su un'area rappresentate oltre la metà delle terre emerse dell'emisfero Boreale.
A proposito degli scarti registrati in Asia è bene sottolineare che le grandi aree continentali sono soggette, specie dopo lunghi periodi freddi, a repentini sbalzi termici in chiave calda. In parole povere prima di puntare il dito contro il riscaldamento globale è importante considerare sia 'l'effetto compensazione' dopo due mesi freddi, sia le caratteristiche intrinseche dell'area in oggetto. A titolo di esempio è interessate sottolineare che in Siberia, nonostante il calore in surplus registrato a Marzo, durante le ultime due settimane sembra tornato il più crudo degli inverni.
L'analisi dell'andamento climatico di Marzo non deve prescindere dai dati dell'emisfero Australe che forniscono un ulteriore elemento di riflessione rispetto all'anomalia record complessiva. Per le terre emerse si è registrato uno scarso di appena 0.35°C, mentre le acque degli oceani hanno palesato un'anomalia di 0.31°C; all'interno della speciale classifica del caldo il mese si posiziona soltanto al 22° posto, confermando il trend cominciato a Gennaio. Infine è doveroso sottolineare che nello scorso mese l'estensione della banchisa antartica ha stracciato ogni record raggiungendo 5.5 milioni di chilometri quadrati (+28.6%). Non solo, per la prima volta dopo 5 anni il pack del tartassato Polo Nord si porta a soli tre punti percentuali dalla media storica di Marzo; 15.2 milioni di kmq contro 15.7.
A cura di Giulio Betti
Mi pare tanto prudente a parlare di riscaldamento globale quanto entusiastico a parlare di aumento dei ghiacci al polo sud :stordita:
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7767.htmTanto per riallacciarsi un po' ad un discorso precedente, in rete ho trovato solo 3bmeteo che ha parlato dell'estensione record della banchisa antartica. Invece ci si perdeva nelle pagine che riportano quei 400 kmq di iceberg che si è staccato qualche settimana fa.
Tu che sembri bazzicare di più siti del genere, me ne sai dare qualche altro?
Pancho Villa
22-04-2008, 10:58
Prova qua:
http://nsidc.org/data/seaice_index/
Pancho Villa
07-05-2008, 17:48
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7835.htmL'Antartide dà spettacolo, l'Artide prova ad imitarlo
L'estensione della banchisa antartica segna il 4° record storico in cinque mesi, confermando un trend che non ha eguali da quando vengono rilevati i dati via satellite. Con 1.3 milioni di chilometri quadranti di ghiaccio in più rispetto alla media, Aprile 2008 polverizza il record del 1982 quando lo scarto positivo si fermò al milione di kmq. Se il Polo Sud mostra muscoli mai visti prima, il Polo Nord sembra volerlo, almeno in parte, imitare. Infatti non solo ha recuperato il pesantissimo gap formatosi tra Luglio e Ottobre, ma ha anche segnato, per il mese di Aprile, il maggior recupero degli ultimi 30 anni. Rispetto allo scorso anno il tartassato pack artico ha acquistato qualcosa come 600000 kmq di ghiaccio, portandosi a 'soli' 500000 chilometri dalla media storica.
Mentre l'attività solare stenta a riprendere e le correnti oceaniche navigano compatte verso il loro minimo termico secolare, i due Poli fanno festa alla faccia di un addormentato global warming. Come sempre accade è la banchisa antartica a rubare la scena, segnando il quarto record storico in cinque mesi; le osservazioni satellitari mostrano un'estensione totale pari a 8.6 milioni di kmq, con un surplus di 1.3 milioni di chilometri (3 volte l'Italia). Il dato polverizza il record del 1982 quando in tempi non affetti da riscaldamento globale la superficie del pack toccò gli 8.3 milioni. Se quanto detto fin'ora non è sufficiente a sottolineare la storicità dell'evento basta riportare il progresso che la banchisa ha realizzato in un solo anno. Nel 2007 l'estensione del pack in Aprile si fermò a 6.8 milioni di kmq, in 365 giorni il recupero è stato pari a 1.8 milioni di kmq con un guadagno percentuale del 23%! A parte Penisola Antartica e Mare di Amundsen, tutto il Polo Sud è andato in surplus, col Mar di Weddell e Mar di Ross a fare da mattatori.
Come già ipotizzato nei precedenti articoli la causa principale di questo exploit va ricercata nell'intensa Nina che per mesi ha mantenuto basse le temperature dei oceani australi. Tuttavia non basta, specie considerando che in anni non certo eccezionali come il 1999, il 1985 e il 1995 la Nina non aveva nulla da invidiare a quella occorsa quest'anno. Non solo, anche puntando il dito contro il minimo undecennale della radiazione solare non riusciremmo a spiegare del tutto queste estensioni. Il motivo è semplice: le riduzioni dell'intensità solare impiegano dai 12 ai 24 mesi a ripercuotersi del tutto sul sistema climatico terrestre. In parole povere non ci sono ancora motivazioni completamente soddisfacenti che giustifichino i dati fin qui riportati.
Giusto per aumentare l'imbarazzo concludiamo con le estensioni relative al Polo Nord. Mai in 30 anni di rilevamenti satellitari si era registrato, in aprile, un simile progresso interannuale. Stiamo parlando di 600000 kmq, che hanno spinto la banchisa artica a soli 500000 chilometri dalla media storica. Un dato che completa lo storico recupero iniziato lo scorso Dicembre a seguito dei paurosi deficit autunnali del 2007. Tra ottobre e aprile (7 mesi) la superficie è più che raddoppiata, passando da 6.8 milioni di kmq -minimo assoluto per ottobre- a 14.5; un incremento che neppure il più ottimistico dei modelli matematici avrebbe potuto prevedere.
Giulio Betti
Beh, mi paiono ulteriori buone notizie... C'è chi temeva che sarebbe arrivato il caldo tutto in una volta.
Comunque 1.3 milioni di kmq sono più di 4 volte l'Italia, non 3 ;)
Pancho Villa
16-05-2008, 17:15
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7874.htmBanchisa artica: comincia la fusione primaverile
L'estensione della banchisa artica segue un ciclo naturale in cui i massimi vengono raggiunti nel mese di Marzo, mentre i minimi in Settembre. Il ruolo dei ghiacci è fondamentale perchè, grazie alla riflessione dei raggi solari, la regione artica si mantiene fredda con riflessi sul clima dell'intero pianeta. In accordo con le misurazioni satellitari, negli ultimi trent'anni si è assistito ad un calo drammatico del pack, in particolar modo nel 2007 la situazione è stata altamente deficitaria. Quest'anno, fortunatamente, si è verificato un lieve incremento nell'estensione dei ghiacci, pur restando ancora sotto media. Le differenze con l'Antartide, quindi, restano significative.
La Primavera si fa sentire anche sull'estremo nord del pianeta: dopo un picco di 15,21 milioni di chilometri quadrati toccato nella seconda metà di Marzo, la banchisa artica volge decisamente verso una riduzione, peraltro del tutto fisiologica. Si riscontrano valori certamente superiori rispetto all'anno record del 2007. Per l'esattezza sono 14,49 i milioni di chilometri quadrati ricoperti dal ghiaccio, ben 0,61 in più rispetto ad un anno fa ma 0,51 milioni inferiore rispetto alla media 1979-2000. E' preoccupante notare, tuttavia, come il rateo di diminuzione giornaliera, pari a 6mila chilometri quadrati, sia superiore a quello dello scorso anno. Questa situazione è dovuta alle anomalie termiche che si sono registrate nella regione artica che hanno toccato anche i 5°c in eccesso. Nella maggior parte dei casi, questo 'caldo' inusuale è stato causato dalla particolare disposizione barica che ha favorito il richiamo di masse d'aria più miti dai quadranti meridionali. In particolar modo sulla Nuova Zemlya si è aperto uno specchio d'acqua sgombro da ghiacci, così che il calore in arrivo dal sole non è servito a fondere la banchisa ma a far innalzare le temperature. Storicamente, infatti, questa porzione d'oceano era ghiacciata, facendo registrare valori termici decisamente inferiori.
La banchisa di questa primavera mostra un'insolita larga porzione di ghiaccio 'giovane' ovvero formatosi solo lo scorso anno. Solitamente il ghiaccio 'vecchio' resiste per il 75% alla stagione di fusione estiva, mentre quello 'giovane' solo al 30%. Partendo da questi presupposti e calcolando i possibili scenari dei prossimi mesi, i ricercatori stimano che nel prossimo mese di Settembre sia possibile un nuovo record d'estensione minima, pari a soli 2,22 milioni di chilometri quadrati, contro i 4,28 milioni di chilometri quadrati raggiunti l'anno precedente. Certamente questa è l'ipotesi più pessimistica: se il rateo di fusione dovesse allinearsi a quello medio degli ultimi 20 anni, il picco minimo si assesterebbe a 3,59 milioni di chilometri quadrati, in ogni caso inferiore al record. Presso l'Università del Colorado, attraverso l'utilizzo di un sofisticato modello climatologico, stimano nel 59% la possibilità di un nuovo record negativo per l'estensione dei ghiacci nel prossimo mese di Settembre. Tuttavia la situazione attuale è soggetta ad ampie fluttuazioni che rendono rischiosa ogni tipo di previsione. Come già accaduto lo scorso anno, anche nei prossimi mesi potrebbe, quindi, riaprirsi il celebre passaggio a Nord Ovest, favorendo così un netto incremento del traffico marittimo.
A cura di Angelo Amicarelli
Pancho Villa
07-06-2008, 12:17
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7966.htm
Polo Nord e Polo Sud: il 2008 continua a stupire
Stavolta non è solo la banchisa antartica a fare parlare positivamente di sé, ma anche quella artica che mette a segno la seconda miglior estensione degli ultimi 9 anni. Va sottolineato, tuttavia, che la superficie media attesa per maggio non è stata raggiunta neppure quest'anno sebbene manchino 'soltanto' 400000 chilometri quadrati. Un dato sicuramente incoraggiante se pensiamo che soltanto nel 2006 mancava all'appello qualcosa come un milione di kmq. Per quanto riguarda il Polo Sud si conferma l'incredibile cavalcata del 2008 seppur senza l'ennesimo record storico; l'estensione della banchisa a maggio, infatti, si è fermata al secondo posto della speciale classifica, arrivando poco dietro il 2000. Stavolta il pack in eccesso è stato pari a 0.8 milioni di chilometri quadrati.
Tempi duri per il Global Warming durante lo scorso mese di maggio, non solo per la significativa anomalia negativa registrata nella bassa troposfera (-0.17°C UAH-MSU), ma anche per gli ottimi dati provenienti dalle calotte polari. Al Polo Sud è stato confermato, per il sesto mese consecutivo, un surplus di banchisa uguale o superiore agli 800.000 kmq, un fatto senza precedenti da quando vengono effettuate rilevazioni sistematiche. Al Polo Nord, invece, si è registrata la seconda miglior performance dal 2000, con un guadagno rispetto allo stesso mese dello scorso anno di 200.000 kmq che diventano addirittura 600.000 sul 2006 e sul 2004.
Entrando ancor più nello specifico scopriamo che in Antartide l'estensione del pack a maggio è stata di 11.5 milioni di kmq, contro una media di 10.7; solo nel 2000 si è registrata una superficie leggermente maggiore con 11.7 milioni di kmq. Impressionante il progresso rispetto al maggio del 2007, quando la banchisa raggiungeva a stento i 9.5 milioni di chilometri quadrati: +2 milioni, pari al 17%. Per quanto riguarda l'Artide quello che colpisce di più è il fatto che proprio nelle zone dove la scorsa estate si registravano drammatiche anomalie negative, adesso si osservano addirittura dei surplus rispetto alla media. E' il caso del Mare di Bering (+100.000 kmq) e del Mar Siberiano Orientale (+10.000kmq). Se focalizziamo l'attenzione all'area compresa tra l'Alaska e la Siberia orientale possiamo apprezzare progressi, rispetto ai primi giorni di giugno dello scorso anno, tra i 20.000 e i 90.000 kmq.
Ma quali sono le cause che hanno portato a questi, inattesi, risultati? L'attenzione, ancora una volta, si rivolge al minimo undecennale dell'attività solare e agli effetti postumi dell'ormai cessata NINA. Tuttavia questi due elementi, benché primari, non riescono a spiegare del tutto l'anomalo andamento del 2008, almeno rispetto ai canoni dettati negli ultimi anni dal global warming. Alcuni ricercatori puntano il dito anche su importanti cicli oceanici (AMO e PDO in primis), entrati da poco nella loro fase fredda; altri affermano che sia soltanto il frutto di una concatenazione di eventi legata ad anomale congiunture bariche. Per adesso noi ci limitiamo a commentare i dati in arrivo dai più autorevoli centri di monitoraggio climatico, consci che questo 2008 potrebbe essere soltanto l'eccezione del conferma la regola.
Giulio Betti
blackgnat
07-06-2008, 14:13
http://www-nsidc.colorado.edu/cgi-bin/bist/bist.pl?annot=1&legend=1&scale=75&tab_cols=3&tab_rows=3&config=seaice_index&submit=Refresh&mo0=08&hemis0=N&img0=extn&mo1=02&hemis1=N&img1=extn&mo2=03&hemis2=N&img2=extn&year0=2008&year1=2006&year2=1986&.cgifields=no_panel
questa è la fonte di tutte le considerazioni sulla estensione dei ghiacci ( il pannello è ampiamente configurabile ....).
p.s.
per chi li ha sotto mano .... ci sono i dati di anomalie termiche sull'antartide ...??
Pancho Villa
15-06-2008, 15:29
EDIT: Opsss, avevo ripostato lo stesso articolo... :doh: :D :sofico:
Mi chiedevo comunque una cosa: questo è l'anno di minimo dell'attività solare, giusto? Tuttavia, se non erro gli effetti di tale minimo si dovrebbero sentire dopo 1-2 anni, e non subito.
Dunque possiamo sperare di non avere troppo caldo neanche l'anno prossimo?
In secondo luogo, è mai possibile che Nina, cicli oceanici e congiunture varie possano determinare questi fenomeni di raffreddamento climatico anche a livello globale?
Intanto ci sorbiamo questa mezza stagione che sembra non avere proprio intenzione di finire... :rolleyes:
2008-07-08 22:34
Polo: stazione deve essere evacuata
Perche' la placca di ghiaccio artico si scioglie
(ANSA) -OSLO, 8 LUG -Stazione polare dell'oceano Artico occupata da ricercatori deve essere evacuata per lo scioglimento della placca di ghiaccio dove e' installata. Lo ha riferito la tv norvegese Nrk. 'Stiamo per evacuare urgentemente la stazione Nord polare' ha detto Strougatski, vicepresidente della federazione degli esploratori polari in Russia. La placca di ghiaccio a 120 km dall'arcipelago delle Svalbard si e' sciolta in gran parte passando da una superficie di 15 kmq nel settembre 2007 agli attuali 600 mq.
http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/topnews/news/2008-07-08_108239013.html
Andiamo bene :rolleyes:
GUSTAV]<
08-07-2008, 23:16
l'effetto serra sembra dovuto in massima parte alle nuove nazioni emergenti.. :D
http://www.aae.it/no2cina.jpg
demonbl@ck
09-07-2008, 03:25
<;23233810']l'effetto serra sembra dovuto in massima parte alle nuove nazioni emergenti.. :D
http://www.aae.it/no2cina.jpg
Farò una figura del ciufolo ma non riesco a capire se quella lì è la cina o l'africa. :mbe:
Farò una figura del ciufolo ma non riesco a capire se quella lì è la cina o l'africa. :mbe:
cina e a dx il giappone
2008-07-08 22:34
Polo: stazione deve essere evacuata
Perche' la placca di ghiaccio artico si scioglie
(ANSA) -OSLO, 8 LUG -Stazione polare dell'oceano Artico occupata da ricercatori deve essere evacuata per lo scioglimento della placca di ghiaccio dove e' installata. Lo ha riferito la tv norvegese Nrk. 'Stiamo per evacuare urgentemente la stazione Nord polare' ha detto Strougatski, vicepresidente della federazione degli esploratori polari in Russia. La placca di ghiaccio a 120 km dall'arcipelago delle Svalbard si e' sciolta in gran parte passando da una superficie di 15 kmq nel settembre 2007 agli attuali 600 mq.???
Detta così sembra quasi si sia disintegrata. Ma questa stazione l'hanno costruita a settembre? Su un iceberg? Perché questo inverno non è stato affatto mite nell'Artico, secondo alcuni articoli postati in questo stesso thread:
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7591.htm
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7593.htm
D'altronde, secondo un'altra bella immagine, è proprio in quella zona che si sono concentrate le anomalie positive per quest'anno:
http://www.3bmeteo.com/html/images/immaginigiornale/7469_2.gif
Non si tratterebbe, quindi, di riscaldamento globale ma locale.
<;23233810']l'effetto serra sembra dovuto in massima parte alle nuove nazioni emergenti.. :D
http://www.aae.it/no2cina.jpgPazzesco, eppure non dovremmo sorprenderci a vedere che la Cina è più "rossa" del Giappone! :asd:
Comunque, è davvero preoccupante quanto in breve tempo la Cina sia diventata la nazione che più inquina al mondo. E quel che è peggio è che continua a rifiutare qualsiasi accordo di limitazione delle emissioni:
http://www.corriere.it/esteri/08_luglio_09/g8_india_cina_bd813b0e-4d78-11dd-8808-00144f02aabc.shtml
Non si tratterebbe, quindi, di riscaldamento globale ma locale.
Beh, le notizie sul fatto che il ghiaccio dovrebbe sparire per la prima volta quest'anno dal polo nord geografico, non dà l'idea esattamente del riscaldamento locale...
Beh, le notizie sul fatto che il ghiaccio dovrebbe sparire per la prima volta quest'anno dal polo nord geografico, non dà l'idea esattamente del riscaldamento locale...L'immagine che ho (ri)postato sì.
In ogni caso, dove dice che il ghiaccio sparirà dall'Artico?
L'immagine che ho (ri)postato sì.
In ogni caso, dove dice che il ghiaccio sparirà dall'Artico?
C'erano diversi articoli sui giornali, era stato aperto anche un thread in SPA, però non ho il link sotto mano.
Pancho Villa
09-07-2008, 16:19
Riguardo la situazione di giugno nell'artico:
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-8075.htm
Pancho Villa
09-07-2008, 16:22
Questa è una lista degli articoli che ho raccolto in questi mesi:
Gennaio 2008: brusca frenata del global warming (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7469.htm)
Febbraio: Global Warming in affanno dai poli all'equatore (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7591.htm)
Marzo: riesplode il Global Warming ma non ovunque (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7767.htm)
Aprile 2008: la troposfera si raffredda (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7908.htm)
Maggio, Global warming nuovamente in affanno (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7992.htm)
21° secolo: la fine del global warming? (1° parte) (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7856.htm)2° parte (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7890.htm)
Attività solare tra le più basse degli ultimi 250 anni (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7978.htm)
Questi riguardano la situazione dei poli:
Banchisa, Antartico controcorrente (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-4824.htm)
Dicembre: estensione record per la banchisa antartica (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7381.htm)
Gennaio 2008: è ancora record per la banchisa antartica (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7478.htm)
Artico in convalescenza (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7593.htm)
11-17 Marzo: buone nuove dall'Antartico (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7613.htm)
Collassano 13680 kmq di pack. Colpa del global warming? (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7656.htm)
Polo Sud: banchisa mai così estesa in 30 anni (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7718.htm)
L'Antartide dà spettacolo, l'Artide prova ad imitarlo (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7835.htm)
Banchisa artica: comincia la fusione primaverile (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7874.htm)
Polo Nord e Polo Sud: il 2008 continua a stupire (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-7966.htm)
1° Luglio: la banchisa un anno dopo (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-8075.htm)
Qua trovate i dati ufficiali dell'NSIDC: http://nsidc.org/data/seaice_index/
C'erano diversi articoli sui giornali, era stato aperto anche un thread in SPA, però non ho il link sotto mano.1° Luglio: la banchisa un anno dopo (http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-8075.htm)Non importa che ricordi i link, ti credo benissimo. Ho anche idea di come siano andate le cose. Tuttavia, se preferisco parlarne in questa sezione, è proprio per fare una disquisizione più tecnica e meno ideologica.
A questo proposito, i link che posta Pancho sono interessantissimi. In particolare, quello su menzionato fa rendere conto di come la realtà possa essere ben diversa.
Pancho Villa
10-07-2008, 20:44
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-8109.htm
Giugno: Emisfero Australe a -0.09°C, Globo a +0.26°C
I dati preliminari della NASA sull'andamento climatico globale a Giugno confermano un 2008 in controtendenza con gli anni precedenti. Dopo la storica anomalia negativa di Gennaio e i modesti scarti positivi dei mesi successivi (con l'esclusione di Marzo), Giugno imbarazza ulteriormente il riscaldamento globale scostandosi dalla media secolare di appena 0.26°C. Il dato, calcolato su terre emerse e oceani, rappresenta la nona anomalia più bassa degli ultimi 25 anni e la minore in assoluto dal 1996. Tuttavia l'elemento più sorprendente riguarda l'emisfero australe, dove le sole terre emerse hanno palesato uno scarto rispetto alla media secolare pari a -0.09°C. Si tratta del Giugno più freddo dal 1984 (-0.38°C) e del quarto più freddo dell'ultimo trentennio.
Il Global Warming continua a rallentare, almeno stando agli ultimissimi dati climatologici divulgati dalla NASA. L'anomalia globale riguardante l'insieme delle terre emerse e degli oceani è stata pari a +0.26°C, la più bassa dal 1994 e tra le più basse dell'ultimo quarto di secolo. Se andiamo a sezionare il dato scopriamo che le terre emerse del Sud Emisfero hanno avuto un ruolo decisivo nel rendere così modesto lo scarto termico. Le rilevazioni, infatti, palesano uno scostamento di -0.09°C rispetto alla media secolare di riferimento; si tratta della maggior anomalia negativa mensile dal 1984 e della quarta dell‘ultimo trentennio. Negli anni duemila solo altre due volte si erano osservati scarti negativi: nel Maggio del 2006 (-0.05°C) e nel Luglio 2004 (-0.16°C). Per quanto concerne il Nord Emisfero il valore non è altrettanto clamoroso, sebbene rappresenti ugualmente un buon risultato. L'anomalia registrata è stata pari a +0.61°C, la più bassa degli anni duemila insieme al 2004; se allarghiamo l'indagine agli ultimi 20 anni scopriamo che il valore si piazza solo all'11° posto della speciale classifica del caldo.
Lo scarto positivo medio del primo semestre 2008 a livello globale è stato pari a +0.34°C: -0.29°C rispetto ai primi 6 mesi del 2007 e -0.30°C rispetto allo stesso periodo del 2002. Nell'emisfero australe i +0.2°C del periodo gennaio-giugno si scostano di ben 0.37°C dal 2005, mentre per quanto concerne la parte boreale del pianeta la diminuzione rispetto allo scorso anno è stata di 0.44°C. Il grosso delle anomalie negative si è registrato in Antartide (-3/-7°C), sul Mar glaciale russo-siberiano (-0.5/-2°C) e tra Alaska e Canada occidentale (-1/-2°C); forti scarti positivi, invece, hanno riguardato Penisola Antartica (+6/+8°C), Siberia orientale (+4/+6°C) e Groenlandia (+1/+2°C). Per la prima volta dopo anni il Polo Nord ha chiuso un mese estivo termicamente in media segnano un piccolo ma significativo record.
Ma quali sono le cause che hanno provocato quest'ennesima frenata del riscaldamento globale (la quinta su sei mesi)? Esauritasi la NINA l'attenzione cade immediatamente sulla totale assenza di macchie solari, sull'anomala estensione della banchisa antartica e sui primi segnali dello scivolamento della PDO verso la fase negativa. Per quanto riguarda l'attività solare l'attuale minimo è tra i più lunghi degli ultimi 2 secoli e che gli effetti, in qualità di diminuzione della radiazione solare totale e aumento nuvolosità media, cominciano a farsi sentire. L'anomala estensione del pack (+1.000.000 kmq), invece, contribuisce ad aumentare l'effetto albedo totale, mentre la PDO negativa sta mantenendo le temperature superficiali del Pacifico boreale più basse della media.
Giulio Betti
Pancho Villa
14-07-2008, 19:00
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-8125.htm
Ghiacci artici: la fusioni inizia prima del dovuto
L'estensione dei ghiacci nel Giugno di quest'anno è vicina a quella del 2007 che è stata la seconda più bassa dal 1979, primo anno di misurazione sistematiche. Nonostante questo piccolo incremento nella superficie ghiacciata, i dati satellitari mostrano che la fusione è iniziata significativamente prima rispetto all'anno passato, su gran parte dell'Oceano Artico. Con tutta probabilità questo fattore è dovuto alla presenza di 'ghiaccio nuovo' ovvero formatosi nel corso di quest'inverno, a causa della fusione record avvenuta la scorsa estate. Da un punto di vista statistico, si nota come il ghiaccio non consolidatosi nel corso di più anni abbia elevate probabilità di fondere nel periodo estivo. Le prospettive, quindi, sono tutt'altro che rosee.
L'estensione dei ghiacci artici nel mese di Giugno è stata, mediamente, di 11,44 milioni di chilometri quadrati, ovvero 0,72 milioni di chilometri quadrati inferiore rispetto alla media storica di riferimento, calcolata sul periodo 1979 2000. Questo dato è di poco più basso a quello dello scorso anno (0,05 milioni di chilometri quadrati), ma comunque ben superiore al picco negativo risalente al 2006. L'estensione di questo Giugno è la terza più bassa di sempre, ed è molto vicina con il dato atteso dal trend in discesa che si è riscontrato nell'ultimo ventennio. Si calcola, infatti, che mediamente ogni Giugno veda un'estensione dei ghiacci inferiore di ben 41.000 chilometri quadrati rispetto all'anno precedente. Considerando l'andamento giornaliero e non mensile, ritroviamo un dato leggermente differente, ovvero di poco superiore. Questo contraddizione apparente dipende dal tipo di calcolo utilizzato per estrapolare la media mensile, oppure da possibili dati mancanti nelle rilevazioni. Sostanzialmente i dati del 2007 e del 2008 sono pressochè identici e vicini ai picchi minimi.
Ciò che emerge in maniera significativa non è la differenza totale d'estensione dei ghiacci, ma la diversa distribuzione spaziale rispetto allo scorso anno. Nel 2007 acqua libera da ghiacci si è presentata molto velocemente lungo le coste del Mare di Chukchi e Laptev. Quest'anno, al contrario, l'acqua allo stato liquido è emersa sul Mare di Beaufort e c'è un calo significativo del pack artico anche sulla Baia di Hudson e di Baffin. Ma ciò che più preoccupa è l'anticipo con il quale il ghiaccio ha iniziato a fondere, in particolar modo sui settori centrali ed occidentali dell'Oceano Artico e sulla Baia di Baffin. L'anno passato non si riscontravano grandi anticipi nello scioglimento della banchisa, facevano eccezione solamente il Mare di Laptev e di Barents. Quest'anno riscontriamo ben 15 giorni d'anticipo nella fusione, rispetto alla media storica, sul Mare di Beaufort, 6 giorni d'anticipo sul Mare Siberiano orientale e sul Mare di Chukchi, ben 12 giorni sul settore centrale dell'Oceano Artico, 16 giorni sulla Baia di Baffin. Le uniche aree dove si riscontra un ritardo nella fusione, rispetto all'anno passato, sono confinate ai margini della banchisa.
Le conseguenze di questa fusione prematura possono essere molto pesanti: lo strato di neve che ricopre il ghiaccio vivo diventa dapprima umido ed in seguito scompare velocemente, lasciando la banchisa a diretto contattato con la radiazione solare e l'acqua marina. Tutti questi fattori riducono la capacità di riflessione, incrementando l'assorbimento di radiazione solare. Si innesca, così, un meccanismo a catena che porta ad un ulteriore incremento della fusione dei ghiacci. Le prospettive, quindi, per il proseguo della stagione estiva sono tutt'altro che rosee. Resta, tuttavia, da valutare l'impatto che questi fattori avranno sull'intera circolazione atmosferica.
A cura di Angelo Amicarelli
:(
Et voilà, come previsto...
2008-08-31 17:45
Clima: Polo Nord circumnavigabile
Sciolti contemporaneamente i principali passaggi
(ANSA) - BERLINO, 31 AGO - Per la prima volta negli ultimi 125mila anni, secondo l'Universita' di Brema, e' possibile circumnavigare il Polo Nord. Gli scienziati hanno scoperto - grazie a nuove immagini satellitari - che nei giorni scorsi si sono sciolti sia i ghiacci della rotta a Nordovest, che va dal Nord dell'isola di Baffin fino al mare di Beaufort a Sud dell'isola di Vittoria, sia quelli del passaggio a Nord-Est, che si estende lungo la Russia attraverso il mare Laptev della Siberia.
Pancho Villa
31-08-2008, 19:15
Et voilà, come previsto...
2008-08-31 17:45
Clima: Polo Nord circumnavigabile
Sciolti contemporaneamente i principali passaggi
(ANSA) - BERLINO, 31 AGO - Per la prima volta negli ultimi 125mila anni, secondo l'Universita' di Brema, e' possibile circumnavigare il Polo Nord. Gli scienziati hanno scoperto - grazie a nuove immagini satellitari - che nei giorni scorsi si sono sciolti sia i ghiacci della rotta a Nordovest, che va dal Nord dell'isola di Baffin fino al mare di Beaufort a Sud dell'isola di Vittoria, sia quelli del passaggio a Nord-Est, che si estende lungo la Russia attraverso il mare Laptev della Siberia.
Ciao, era da un pezzo che non ci risentiva. :)
La notizia riportata fa certamente sensazione, comunque checché se ne dica quest'estate la situazione è migliorata sensibilmente rispetto all'anno scorso, pur rimanendo sempre abbondantemente sotto la media, parlando a livello di estensione totale. Questo fa capire il livello di certe affermazioni rilasciate a inizio estate da personalità importanti del mondo scientifico che davano altamente probabile il superamento del record negativo dello scorso anno, quando era già piuttosto evidente dalla netta ripresa della banchisa durante l'inverno e la primavera che non si sarebbe potuto fare peggio del 2007.
Comunque passata l'emergenza non resta che vedere l'andamento del prossimo anno; forse nel 2007 è stato toccato veramente il fondo del barile.
Pancho Villa
31-08-2008, 19:18
In attesa dei dati definitivi di agosto 2008 si può dare un'occhiata al confronto di luglio 2008/2007:
http://img135.imageshack.us/img135/2788/n200807extntk1.png
http://img135.imageshack.us/img135/5955/n200707extngr9.png
PS: Un confronto al 20 agosto dice +700 mila kilometri quadrati rispetto al 20 agosto 2007.
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-8289.htm
Ciao, era da un pezzo che non ci risentiva. :)
Eh ho postato tanto per... rompere il ghiaccio :asd: :D
La notizia riportata fa certamente sensazione, comunque checché se ne dica quest'estate la situazione è migliorata sensibilmente rispetto all'anno scorso, pur rimanendo sempre abbondantemente sotto la media, parlando a livello di estensione totale. Questo fa capire il livello di certe affermazioni rilasciate a inizio estate da personalità importanti del mondo scientifico che davano altamente probabile il superamento del record negativo dello scorso anno, quando era già piuttosto evidente dalla netta ripresa della banchisa durante l'inverno e la primavera che non si sarebbe potuto fare peggio del 2007.
Comunque passata l'emergenza non resta che vedere l'andamento del prossimo anno; forse nel 2007 è stato toccato veramente il fondo del barile.
Non capisco una cosa in tutto questo: se si sono aperti per la prima volta i passaggi tutt'attorno all'artico, come fa ad essere aumentata la superficie complessiva rispetto all'anno passato quando questi passaggi erano rimasti congelati? :confused:
Pancho Villa
31-08-2008, 21:13
Non capisco una cosa in tutto questo: se si sono aperti per la prima volta i passaggi tutt'attorno all'artico, come fa ad essere aumentata la superficie complessiva rispetto all'anno passato quando questi passaggi erano rimasti congelati? :confused:
Sembra che nel 2007 il passaggio a nord est sia rimasto occluso per un "lembo" di ghiaccio sulla penisola del tajmir, in siberia a fronte di uno scioglimento molto maggiore in mare aperto.
http://img231.imageshack.us/img231/21/n200708extnif8.th.png (http://img231.imageshack.us/img231/21/n200708extnif8.png)
http://img53.imageshack.us/img53/8747/n200709extngc8.th.png (http://img53.imageshack.us/img53/8747/n200709extngc8.png)
Il 20 agosto 2008 il passaggio a nord est sembra invece quasi aperto:
http://www.3bmeteo.com/html/images/immaginigiornale/8289.jpg
come fanno a dire negli ultimi 125000 anni??:confused: :confused:
Pancho Villa
24-09-2008, 18:39
L'estensione della banchisa ha raggiunto il minimo annuale, siamo a +390 mila km quadrati rispetto al record negativo dell'anno scorso, pari al 9,4% in più.
Smentite le previsioni catastrofiche dei mesi scorsi.
September 16, 2008
Arctic sea ice settles at second-lowest, underscores accelerating decline
The Arctic sea ice cover appears to have reached its minimum extent for the year, the second-lowest extent recorded since the dawn of the satellite era. While above the record minimum set on September 16, 2007, this year further reinforces the strong negative trend in summertime ice extent observed over the past thirty years. With the minimum behind us, we will continue to analyze ice conditions as we head into the crucial period of the ice growth season during the months to come.
Map of sea ice from space, showing sea ice, continents, ocean
http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080916_Figure1_thumb.png
Figure 1. Daily Arctic sea ice extent for September 12, 2008, was 4.52 million square kilometers (1.74 million square miles). The orange line shows the 1979 to 2000 average extent for that day. The black cross indicates the geographic North Pole. Sea Ice Index data. About the data.
—Credit: National Snow and Ice Data Center
High-resolution image (http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080916_Figure1.png)
Overview of conditions
On September 12, 2008 sea ice extent dropped to 4.52 million square kilometers (1.74 million square miles). This appears to have been the lowest point of the year, as sea has now begun its annual cycle of growth in response to autumn cooling.
The 2008 minimum is the second-lowest recorded since 1979, and is 2.24 million square kilometers (0.86 million square miles) below the 1979 to 2000 average minimum.
Graph with months on x axis and extent on y axis
http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080916_Figure2_thumb.png
Figure 2. The graph above shows daily sea ice extent.The solid light blue line indicates 2008; the dashed green line shows 2007; the dotted line shows 2005; the solid gray line indicates average extent from 1979 to 2000. Sea Ice Index data.
—Credit: National Snow and Ice Data Center
High-resolution image (http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080916_Figure2.png)
Conditions in context
Despite overall cooler summer temperatures, the 2008 minimum extent is only 390,000 square kilometers (150,000 square miles), or 9.4%, more than the record-setting 2007 minimum. The 2008 minimum extent is 15.0% less than the next-lowest minimum extent set in 2005 and 33.1% less than the average minimum extent from 1979 to 2000.
This season further reinforces the long-term downward trend of sea ice extent.
Map of sea ice from space, showing sea ice, continents, ocean
http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080916_Figure3_thumb.png
Figure 3. Daily Arctic sea ice extent for September 12, 2008, the date of this year's minimum (white) is overlaid on September 16, 2007, last year's minimum extent (dark gray). Light gray shading indicates the region where ice occurred in both 2007 and 2008. Sea Ice Index data. About the data.
—Credit: National Snow and Ice Data Center
High-resolution image (http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080916_Figure3.png)
Overlay of 2007 and 2008 at September minimum
The spatial pattern of the 2008 minimum extent was different than that of 2007. This year did not have the substantial ice loss in the central Arctic, north of the Chukchi and East Siberian Seas. However, 2008 showed greater loss in the Beaufort, Laptev, and Greenland Seas.
Unlike last year, this year saw the opening of the Northern Sea Route, the passage through the Arctic Ocean along the coast of Siberia. However, while the shallow Amundsen's Northwest Passage opened in both years, the deeper Parry's Channel of the Northwest Passage did not quite open in 2008.
A word of caution on calling the minimum
Determining with certainty when the minimum has occurred is difficult until the melt season has decisively ended. For example, in 2005, the time series began to level out in early September, prompting speculation that we had reached the minimum. However, the sea ice contracted later in the season, again reducing sea ice extent and causing a further drop in the absolute minimum.
We mention this now because the natural variability of the climate system has frequently been known to trick human efforts at forecasting the future. It is still possible that ice extent could fall again, slightly, because of either further melting or a contraction in the area of the pack due to the motion of the ice. However, we have now seen five days of gains in extent. Because of the variability of sea ice at this time of year, the National Snow and Ice Data Center determines the minimum using a five-day running mean value.
Ongoing analysis continues
We will continue to post analysis of sea ice conditions throughout the year, with frequency determined by sea ice conditions. Near-real-time images at upper right will continue to be updated every day.
In addition, NSIDC will issue a formal press release at the beginning of October with full analysis of the possible causes behind this year's low ice conditions, particularly interesting aspects of the melt season, the set-up going into the important winter growth season ahead, and graphics comparing this year to the long-term record. At that time, we will also know what the monthly average September sea ice extent was in 2008—the measure scientists most often rely on for accurate analysis and comparison over the long-term.
http://nsidc.org/arcticseaicenews/2008/091608.html
Questa è l'analisi di 3bmeteo:
http://www.3bmeteo.com/giornale/meteo_articolo-8401.htm
Pancho Villa
24-09-2008, 18:39
September 24, 2008
Arctic sea ice begins autumn freeze-up
Sign up for the http://nsidc.org/images/rss.gif (http://nsidc.org/images/rss.gif) Arctic Sea Ice News RSS feed (http://nsidc.org/news/RSS/nsidc_seaice_min.xml) for automatic notification of analysis updates. Updates are also available via Twitter (http://twitter.com/nsidc).
Arctic sea ice extent, after reaching its seasonal minimum last week, has begun its annual cyclical increase in response to the setting sun. A cooler melt season, retention of first-year ice, and dispersive ice motion set the 2008 melt season apart from 2007.
http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080924_Figure1_thumb.png (http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080924_Figure1_thumb.png)
Figure 1. Daily Arctic sea ice extent for September 23, 2008, was 4.59 million square kilometers (1.77 million square miles). The orange line shows the 1979 to 2000 average extent for that day. The black cross indicates the geographic North Pole. Sea Ice Index data. About the data (http://nsidc.org/arcticseaicenews/disclaimer1.html). —Credit: National Snow and Ice Data Center
High-resolution image (http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080924_Figure1.png)
Overview of conditions
Arctic sea ice extent on September 23, 2008, was 4.59 million square kilometers (1.77 million square miles), an increase of 77,000 square kilometers (30,000 square miles) above the minimum extent of 4.52 million square kilometers (1.74 million square miles) measured last week.
http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080924_Figure2_thumb.png (http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080924_Figure2_thumb.png)
Figure 2. The graph above shows daily sea ice extent.The solid light blue line indicates 2008; the dashed green line shows 2007; and the solid gray line indicates average extent from 1979 to 2000. Sea Ice Index data.
—Credit: National Snow and Ice Data Center
High-resolution image (http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080924_Figure2.png)
Conditions in context
Arctic sea ice extent, after reaching its seasonal minimum last week, has begun its annual cyclical increase in response to autumn cooling. The ice will grow over the cold, dark winter months and reach its maximum annual extent sometime next March.
During the intervening time, NSIDC will continue to provide updates on conditions. Also, note that as the season of ice growth progresses, NSIDC will slide the x-axis in Figure 2 to focus on the five-month window around the most current month. In our January entry, we will include a calendar-based full-year timeseries showing January 2008 through December 2008 extent compared to 2007 and to the 1979 to 2000 average.
http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080924_Figure3_thumb.png (http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080924_Figure3_thumb.png)
Figure 3. Comparison of sea ice age during the second full week of September reveals that the Arctic will enter the winter ice growth season with less multiyear ice (bright colors), but far more first-year ice (dark blue) this year than it did in 2007. White indicates water; black indicates land. —Credit: From National Snow and Ice Data Center courtesy C. Fowler, J. Maslanik, and S. Drobot, University of Colorado at Boulder
High-resolution image (http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080924_Figure3.jpg)
High retention of first-year ice
Perhaps the most interesting aspect of the 2008 melt season was the higher-than-average retention of first-year sea ice (see earlier entries, including April 7 (http://nsidc.org/arcticseaicenews/2008/040708.html)). Relatively thin first-year ice is more prone to melting out completely than older, thicker ice. However, more of this year’s first-year ice survived the melt season than is typical. Ice age age maps from Sheldon Drobot, our colleague at the University of Colorado at Boulder, show that much more first-year ice survived in 2008 than in 2007. This is one of the reasons that 2008 did not break last year's record-low minimum.
One cause of the high first-year ice survival rate was that this summer was cooler than in 2007. Lower temperatures slowed the melt rate in the early part of the season. While conditions in August favored rapid ice loss, they were not enough to make up for this early-season "cushion." Furthermore, much of this year's first-year ice was located at higher latitudes than in 2007, covering even the geographic North Pole. Regions that are far north have lower melt rates because they receive less solar energy than more southerly regions.
http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080924_Figure4_thumb.png (http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080924_Figure4_thumb.png)
Figure 4. Ice motion in 2007 compacted the ice pack; in 2007, ice motion did not have this effect. Average August ice motion captures the differences between the two years, with black arrows indicating ice motion. Sea ice motion derived using data from the NASA AMSR-E sensor. —Credit: National Snow and Ice Data Center
High-resolution image (http://nsidc.org/images/arcticseaicenews/20080924_Figure4.png)
Dispersive sea ice motion
Sea ice motion also helps determine how the ice will fare each melt season. In 2007, a strong northward sea ice motion at the end of the melt season pushed ice floes together, compacting the ice. The tightly packed ice and high temperatures worked together to create a record-low extent.
This year, the wind patterns were different, leading to a less compacted ice cover. This, paired with slower summer melt, helped keep the overall extent larger.
http://nsidc.org/arcticseaicenews/index.html
L'estensione della banchisa ha raggiunto il minimo annuale, siamo a +390 mila km quadrati rispetto al record negativo dell'anno scorso, pari al 9,4% in più.
Smentite le previsioni catastrofiche dei mesi scorsi.Oddio meno male. Non siamo messi troppo bene ma se non altro ho fiducia che si riformi una più solida banchisa quest'inverno.
come fanno a dire negli ultimi 125000 anni??:confused: :confused:Carotaggi e stime sull'estensione dei ghiacci, suppongo. In ogni caso, non c'è modo di determinare se in *un* determinato anno in *un* determinato punto c'è stato ghiaccio o meno.
Pancho Villa
24-09-2008, 19:58
Carotaggi e stime sull'estensione dei ghiacci, suppongo. In ogni caso, non c'è modo di determinare se in *un* determinato anno in *un* determinato punto c'è stato ghiaccio o meno.
Sì infatti, per i ghiacci marini non si capisce su cosa possano essere basate le stime.
Sì infatti, per i ghiacci marini non si capisce su cosa possano essere basate le stime.La butto lì: sullo spessore degli strati di ghiaccio? :fagiano:
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