c.m.g
07-12-2007, 10:01
venerdì 07 dicembre 2007
La proposta (pagina 1 di 2)
Roma - Meno tasse per tutti, prometteva qualche anno fa un noto esponente della politica italiana. Gabriella Carlucci (http://tinyurl.com/2ryz5x), passata direttamente dalle piazze del Cantagiro (http://it.wikipedia.org/wiki/Cantagiro) alle ben più remunerate aule della Camera nelle file di Forza Italia, ha imparato bene la lezione, e presenta oggi un disegno di legge con una versione più realizzabile della stessa promessa: meno tasse per le major.
Il disegno di legge (http://legxv.camera.it/_dati/lavori/stampati/pdf/15PDL0034980.pdf), presentato nel più totale silenzio il 6 novembre scorso, è già stato assegnato alla VII Commissione Cultura, e porta la firma anche di uno dei suoi componenti, Fabio Garagnani (http://tinyurl.com/2o6dbt). Il titolo è "Disposizioni in favore del settore musicale", e il testo inizia con un messaggio rassicurante:
"La musica in tutte le sue forme è parte integrante della cultura e dell'identità del nostro Paese e rappresenta una risorsa culturale da difendere e sostenere
Poche righe dopo si giunge al nocciolo della questione:
"La presente proposta di legge individua (...) un sistema di incentivi e di defiscalizzazione per consentire più possibilità (...) e che valorizzi un settore che genera un indotto enorme".
Fin qui ancora nulla di strano: il supporto alle imprese italiane e agli artisti emergenti è un aspetto di modernità culturale che rende più vivo il mercato. Tutto ciò se non fosse che il Governo ha inserito già dalla Finanziaria precedente (2007) sgravi fiscali (http://www.articolo21.info/notizia.php?id=4126) per il supporto alle piccole/medie etichette e agli artisti emergenti. Perché un'ulteriore proposta, allora, se gli sgravi sono già previsti? Semplice: perché le major sono attualmente escluse da queste agevolazioni.
Per capire meglio, leggiamo quanto prevede la Legge Finanziaria 2007:
"Le piccole e medie imprese di produzioni musicali possono beneficiare di un credito d'imposta (http://it.wikipedia.org/wiki/Credito_d'imposta) a titolo di spesa di produzione, di sviluppo, di digitalizzazione e di promozione di registrazioni fonografiche o videografiche musicali per opere prime o seconde di artisti emergenti".
"Possono accedere al credito d'imposta (...) solo le imprese che abbiano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiore a 15 milioni di euro e che non siano possedute, direttamente o indirettamente, da un editore di servizi radiotelevisivi".
Ovvero: possono ottenere sgravi fiscali quelle etichette indipendenti, fra le duemila italiane, che investono nella ricerca di nuovi talenti, ma non le tre/quattro major presenti sul mercato. Il parlamento italiano, evidentemente, non ha ritenuto opportuno ridurre le imposte a quelle aziende che hanno già fatturati molto alti, privilegiando lo sviluppo delle piccole e medie imprese.
Affinché questi sgravi della finanziaria siano veramente operativi, però, si attende il "decreto attuativo", annunciato (http://it.notizie.yahoo.com/adnkxml/20071123/ten-musica-melandri-si-agli-sgravi-in-fi-0fecfd5_1.html) proprio in questi giorni dal Ministro Melandri.
Ed è proprio su questo aspetto che si inserisce il DdL Carlucci:
"È utile ricordare che con la finanziaria (...) sono state introdotte per la prima volta alcune misure specifiche di defiscalizzazione (...). Vi sono state però notevoli limitazioni: il credito d'imposta concesso era confinato alle piccole e medie imprese, mentre invece l'effetto virtuoso di un'agevolazione fiscale è più efficace in termini di ritorno economico e di volano per la filiera, qualora attribuito a favore dell'intero apparato produttivo. Inoltre, l'incentivo era attribuito solo alle imprese che non superavano un budget annuo di 15 milioni di euro, con la ovvia esclusione delle principali imprese discografiche italiane ed internazionali (...)".
Se si avevano dubbi, la proposta è ora chiara: meno tasse per le major.
Ma non è l'unica novità presentata dalla deputata azzurra:
"Al fine di promuovere lo sviluppo del mercato dei contenuti digitali è autorizzata la spesa di 20 milioni di euro per l'anno 2008 per l'erogazione di contributi alle imprese fonografiche"
Oltre alle agevolazioni fiscali, quindi, è previsto anche un ingente stanziamento attivo di risorse. Il disegno nella sua totalità comprende anche interventi a favore della lirica e dei conservatori, e prevede un onere complessivo sulle casse dello stato di 50 milioni di euro. Il DdL si trova attualmente in fase di lettura alla Camera, assegnato in sede referente alla VII commissione cultura.
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2135194)
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Roma - Meno tasse per tutti, prometteva qualche anno fa un noto esponente della politica italiana. Gabriella Carlucci (http://tinyurl.com/2ryz5x), passata direttamente dalle piazze del Cantagiro (http://it.wikipedia.org/wiki/Cantagiro) alle ben più remunerate aule della Camera nelle file di Forza Italia, ha imparato bene la lezione, e presenta oggi un disegno di legge con una versione più realizzabile della stessa promessa: meno tasse per le major.
Il disegno di legge (http://legxv.camera.it/_dati/lavori/stampati/pdf/15PDL0034980.pdf), presentato nel più totale silenzio il 6 novembre scorso, è già stato assegnato alla VII Commissione Cultura, e porta la firma anche di uno dei suoi componenti, Fabio Garagnani (http://tinyurl.com/2o6dbt). Il titolo è "Disposizioni in favore del settore musicale", e il testo inizia con un messaggio rassicurante:
"La musica in tutte le sue forme è parte integrante della cultura e dell'identità del nostro Paese e rappresenta una risorsa culturale da difendere e sostenere
Poche righe dopo si giunge al nocciolo della questione:
"La presente proposta di legge individua (...) un sistema di incentivi e di defiscalizzazione per consentire più possibilità (...) e che valorizzi un settore che genera un indotto enorme".
Fin qui ancora nulla di strano: il supporto alle imprese italiane e agli artisti emergenti è un aspetto di modernità culturale che rende più vivo il mercato. Tutto ciò se non fosse che il Governo ha inserito già dalla Finanziaria precedente (2007) sgravi fiscali (http://www.articolo21.info/notizia.php?id=4126) per il supporto alle piccole/medie etichette e agli artisti emergenti. Perché un'ulteriore proposta, allora, se gli sgravi sono già previsti? Semplice: perché le major sono attualmente escluse da queste agevolazioni.
Per capire meglio, leggiamo quanto prevede la Legge Finanziaria 2007:
"Le piccole e medie imprese di produzioni musicali possono beneficiare di un credito d'imposta (http://it.wikipedia.org/wiki/Credito_d'imposta) a titolo di spesa di produzione, di sviluppo, di digitalizzazione e di promozione di registrazioni fonografiche o videografiche musicali per opere prime o seconde di artisti emergenti".
"Possono accedere al credito d'imposta (...) solo le imprese che abbiano un fatturato annuo o un totale di bilancio annuo non superiore a 15 milioni di euro e che non siano possedute, direttamente o indirettamente, da un editore di servizi radiotelevisivi".
Ovvero: possono ottenere sgravi fiscali quelle etichette indipendenti, fra le duemila italiane, che investono nella ricerca di nuovi talenti, ma non le tre/quattro major presenti sul mercato. Il parlamento italiano, evidentemente, non ha ritenuto opportuno ridurre le imposte a quelle aziende che hanno già fatturati molto alti, privilegiando lo sviluppo delle piccole e medie imprese.
Affinché questi sgravi della finanziaria siano veramente operativi, però, si attende il "decreto attuativo", annunciato (http://it.notizie.yahoo.com/adnkxml/20071123/ten-musica-melandri-si-agli-sgravi-in-fi-0fecfd5_1.html) proprio in questi giorni dal Ministro Melandri.
Ed è proprio su questo aspetto che si inserisce il DdL Carlucci:
"È utile ricordare che con la finanziaria (...) sono state introdotte per la prima volta alcune misure specifiche di defiscalizzazione (...). Vi sono state però notevoli limitazioni: il credito d'imposta concesso era confinato alle piccole e medie imprese, mentre invece l'effetto virtuoso di un'agevolazione fiscale è più efficace in termini di ritorno economico e di volano per la filiera, qualora attribuito a favore dell'intero apparato produttivo. Inoltre, l'incentivo era attribuito solo alle imprese che non superavano un budget annuo di 15 milioni di euro, con la ovvia esclusione delle principali imprese discografiche italiane ed internazionali (...)".
Se si avevano dubbi, la proposta è ora chiara: meno tasse per le major.
Ma non è l'unica novità presentata dalla deputata azzurra:
"Al fine di promuovere lo sviluppo del mercato dei contenuti digitali è autorizzata la spesa di 20 milioni di euro per l'anno 2008 per l'erogazione di contributi alle imprese fonografiche"
Oltre alle agevolazioni fiscali, quindi, è previsto anche un ingente stanziamento attivo di risorse. Il disegno nella sua totalità comprende anche interventi a favore della lirica e dei conservatori, e prevede un onere complessivo sulle casse dello stato di 50 milioni di euro. Il DdL si trova attualmente in fase di lettura alla Camera, assegnato in sede referente alla VII commissione cultura.
Fonte: Punto Informatico (http://punto-informatico.it/p.aspx?i=2135194)
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