View Full Version : Ma la cassazione, non ha niente da fare?
Si potrà ancora dire "non ha niente da fare" o c'è stata qualche sentenza in merito?
Dopo la colossale idiozia della condanna del "non sai fare un c...", adesso leggo dell'ennesima stupidaggine stabilita dalla cassazione.
Ora mi chiedo, ma nel suo passato recente quest'organo ha mai preso posizioni su cose importanti? :rolleyes:
Cassazione, freni a punizione figli
Vietato costringere a ripetere frasi umilianti
(ANSA) - ROMA, 19 NOV - Per punire un figlio colpevole di qualche marachella, un genitore non puo' costringerlo a scrivere ripetutamente frasi umilianti. Lo ha stabilito la Cassazione che ha confermato la condanna ad un padre che aveva punito la figlia - sospettata di avere rubato un ciondolo alla sorella - facendole scrivere sul quaderno dei compiti, piu' volte la frase: 'io sono una ladra, non devo rubare'. Per la Suprema corte il genitore e' da condannare 'per abuso di mezzi di correzione e disciplina'.
anonimizzato
19-11-2007, 18:13
Sulla condanna del datore di lavoro della notizia precedente sono d'accordo.
Fides Brasier
19-11-2007, 18:13
ma come si e' arrivati in cassazione, chi ha denunciato il padre, la figlia?? :mbe:
meno male che bart simpson non frequenta la scuola italiana,per risarcirlo fallirebbe lo stato
Sulla condanna del datore di lavoro della notizia precedente sono d'accordo.
Sì, però possono ancora dire "non sai fare niente" "non sai fare una sega" o qualunque altra combinazione... probabilmente i giudici dovranno essere pagati ancora un pochino per legiferare su tutte le combinazioni possibili degli insulti in italiano.
la sentenza è giustissima, nemmeno bart simpson veniva costretto ad umiliarsi nelle scritte alla lavagna.
La frase incriminata non è "non devo rubare più", ma "io sono una ladra".
L'umiliazione non è mai stata un efficace mezzo educativo.
E qui siamo al limite della violenza psicologica.
ma come si e' arrivati in cassazione, chi ha denunciato il padre, la figlia?? :mbe:
Anche questa è una follia italiana che ormai si è diffusa, ad oggi ad esempio un professore non può bocciare una persona senza che corra il rischio che qualcuno faccia ricordo ai giudici.
Bisognerebbe che si introducesse la categoria di reato "palese idiozia della denuncia" e che si sanzionassero tutti quelli che intasano il sistema giudiziario per capricci... nonchè i giudici che gli danno retta.
la sentenza è giustissima, nemmeno bart simpson veniva costretto ad umiliarsi nelle scritte alla lavagna.
La frase incriminata non è "non devo rubare più", ma "io sono una ladra".
L'umiliazione non è mai stata un efficace mezzo educativo.
E qui siamo al limite della violenza psicologica.
Oppercarità, l'aveva rubata? Sì. La punizione ci sta tutta, mica l'ha fustigata... :rolleyes:
Uno che ruba si chiama ladro. O ora ci vuole il politicamente corretto anche nella definizione degli illeciti? Dopo lo spazzino che diventa operatore ecologico perchè fa più "fascion", avremo i rapinatori che dovranno essere chiamati, che so, "acquisitori di materiale non proprio" per non fargli violenza psicologica? :asd:
L'umiliazione (sai che roba...) non è un mezzo educativo, la sculacciata è violenza e non è un mezzo educativo, la punizione non è un mezzo educativo... ad oggi se non vuoi finire denunciato devi fargli anche un altarino...
Toh, a questo punto noto una discrepanza con un'altra notizia dell'altro giorno:
2007-11-15 14:00
Eurispes, dilagano figli- padroni
Si chiama 'pedofobia', negativo troppo permissivismo
(ANSA) - ROMA, 15 NOVE - Nelle case italiane spadroneggiano i figli: bambini ed adolescenti che hanno genitori timorosi che eccedono in permissivismo.Lo rileva il rapporto annuale di Eurispes e Telefono azzurro che parla di 'pedofobia' e stila un atto di accusa Ai genitori: troppo impegnati, rientrano a casa stanchi, eccedono nell'essere accomodanti fino a rasentare l'indifferenza.A fronte di un figlio-padrone c'e' un genitore permissivo, incapace di stabilire regole e di farle rispettare.
la sentenza è giustissima, nemmeno bart simpson veniva costretto ad umiliarsi nelle scritte alla lavagna.
La frase incriminata non è "non devo rubare più", ma "io sono una ladra".
L'umiliazione non è mai stata un efficace mezzo educativo.
E qui siamo al limite della violenza psicologica.
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gabi.2437
19-11-2007, 18:27
Io ci stavo pensando...
Un figlio con le idee chiare, finchè è minorenne può ricattare i genitori finchè vuole, anche minacciando danni materiali "compratemi l'oggetto xyz o sfascio casa" :asd: :asd: Cioè...i genitori che fanno? Lo puniscono? Ok, ma...cioè...non puoi sbatterlo in galera :D
Io ci stavo pensando...
Un figlio con le idee chiare, finchè è minorenne può ricattare i genitori finchè vuole, anche minacciando danni materiali "compratemi l'oggetto xyz o sfascio casa" :asd: :asd: Cioè...i genitori che fanno? Lo puniscono? Ok, ma...cioè...non puoi sbatterlo in galera :D
Beh ma tanto se anche azzardi un "vai a letto senza cena" è come minimo configurabile la violenza fisica, psicologica e se chiudi la porta probabilmente anche il sequestro di persona, non so...
gabi.2437
19-11-2007, 18:33
Eh ma ormai sono maggiorenne...ad averlo saputo... :asd: :asd: :asd: :asd:
FastFreddy
19-11-2007, 18:39
E poi ci si stupisce di Erica e Omar...
I genitori che parlano coi figli generano serial killer viziati e insolenti.
Anche questa è una follia italiana che ormai si è diffusa, ad oggi ad esempio un professore non può bocciare una persona senza che corra il rischio che qualcuno faccia ricordo ai giudici.
Bisognerebbe che si introducesse la categoria di reato "palese idiozia della denuncia" e che si sanzionassero tutti quelli che intasano il sistema giudiziario per capricci... nonchè i giudici che gli danno retta.
seeee....e poi i colletti come fanno a mandare tutto in prescrizione ? ;)
Da quello che so (poco) per arrivare in cassazione, bisogna essere passati per il processo di 1° grado e l'appello.
Tutto ciò richiede una buona dose di tempo e soldi....
Ci vorrebbe una selezione dei processi meritevoli della cassazione, come avviene nel resto del mondo (solo che non sono 70.000/all'anno ma si contano sulle dita di qualche mano)
Oppercarità, l'aveva rubata? Sì. La punizione ci sta tutta, mica l'ha fustigata... :rolleyes:
Uno che ruba si chiama ladro. O ora ci vuole il politicamente corretto anche nella definizione degli illeciti? Dopo lo spazzino che diventa operatore ecologico perchè fa più "fascion", avremo i rapinatori che dovranno essere chiamati, che so, "acquisitori di materiale non proprio" per non fargli violenza psicologica? :asd:
L'umiliazione (sai che roba...) non è un mezzo educativo, la sculacciata è violenza e non è un mezzo educativo, la punizione non è un mezzo educativo... ad oggi se non vuoi finire denunciato devi fargli anche un altarino...
Toh, a questo punto noto una discrepanza con un'altra notizia dell'altro giorno:
2007-11-15 14:00
Eurispes, dilagano figli- padroni
Si chiama 'pedofobia', negativo troppo permissivismo
(ANSA) - ROMA, 15 NOVE - Nelle case italiane spadroneggiano i figli: bambini ed adolescenti che hanno genitori timorosi che eccedono in permissivismo.Lo rileva il rapporto annuale di Eurispes e Telefono azzurro che parla di 'pedofobia' e stila un atto di accusa Ai genitori: troppo impegnati, rientrano a casa stanchi, eccedono nell'essere accomodanti fino a rasentare l'indifferenza.A fronte di un figlio-padrone c'e' un genitore permissivo, incapace di stabilire regole e di farle rispettare.
credo proprio che tu abbia sbagliato bersaglio :asd:
non sono certo una madre permissiva, anzi.
Sono la prima a dire che le punizioni ci devono essere e che uno sberlone non ha fatto mai male a nessuno.
Ma umiliare è qualcosa di più sottile, di più perverso, di più "schiacciante" e di molto meno educativo.
Umiliare non è mai d'aiuto in senso evolutivo, nè per i bambini nè per gli adulti.
Se tu facessi una cazzata al lavoro sono certa che accetteresti di buon grado una reprimenda, ma la gogna? A che pro?
No, mi spiace.
Umiliare un bambino è solo un mezzo di stupida prevaricazione, e nulla ha a che vedere con un giusto castigo.
Ti dirò di più, GPC: io ci sono passata.
Ebbene sì, mio figlio ha rubato.
Era in seconda elementare, e ha sottratto ad un compagno di classe un gioco portatile (di valore, fra l'altro), portandolo a casa con la giustificazione del "me lo ha prestato".
Dal momento che fino ad allora non avevo di che dubitare di lui, non ho seguito poi la cosa.
Qualche giorno dopo, per caso, sento la madre di questo bambino, la quale mi chiede se ho saputo del fatto, cioè che a suo figlio era sparito questo oggetto.
Mi specifica che il ragazzino era disperato, perchè gli era stato da poco regalato per il compleanno.
Immediatamente collego la cosa, ma non le dico nulla.
Finita la telefonata mi sono precipitata da mio figlio, furibonda.
Ero furiosa oltre che per il furto per la sfacciataggine con cui mi aveva intortata con una bugia, ingannandomi approfittando della fiducia che riponevo in lui.
Devo aver perso anche abbastanza il controllo nel tono di voce, ma mi sono ugualmente mantenuta lucida: non gliele ho date, non era abbastanza immediata la successione causa/effetto. Ma un bel castigo se l'è preso lo stesso. Oltre ad essere portato casa del suo compagno di classe per guardarlo in faccia mentre diceva: "sono stato io a rubarti il gioco. Mi sono comportato male e ti chiedo scusa, prometto che non lo farò mai più"
Ha ammesso un gesto, ha affrontato le conseguenze, ha chiesto scusa.
Anche io mi sono scusata.
Ma entrambi ci siamo comportati in maniera, credo, dignitosa.
Nessuno lo ha mai chiamato "ladro", nemmeno io nel momento di massima rabbia. Forse anche perchè era evidente che non vi fosse in lui un intento malevolo.
A cosa sarebbe servito umiliarlo di più?
A me interessava che capisse quanto era sbagliato quel gesto, non che si sentisse una merda.
Gemma, io non mi posso permettere di giudicare le tue scelte educative nei confronti di tuo figlio, ma ti posso dire che, nella situazione che hai descritto con ogni probabilità io mi sarei comportato nello stesso modo.
Ti faccio notare, però, che probabilmente il fraintendimento parte da una diversa considerazione dei termini in questione... dire "ho rubato io" e "sono un ladro" mi sembrano sostanzialmente equivalenti: volerci dare una differenza così sostanziale da far diventare la prima una cosa "tranquilla" da dire e la seconda addirittura una violenza psicologica, ripeto, mi sembra come la storia dello spazzino-operatore ecologico. Ossia, tutta forma e niente sostanza.
Per il resto, tu hai contestualizzato il caso e hai riportato tutti i dati per dare una valutazione nel contesto delle scelte che hai fatto: la notizia questo non lo fa, riporta semplicemente una sentenza in cui si dice che far scrivere quel che il padre ha fatto scrivere si configura addirittura come violenza psicologica. Onestamente, mi pare assurdo.
L'umiliazione poteva essere metterlo alla gogna, che so, frustarlo nudo o robe del genere, ma la classica punizione del far scrivere più volte una frase mi sembra una cosa assolutamente tranquilla.
E non è che gli abbia fatto scrivere "sono uno stronzo"... se avesse scritto "sono un bugiardo, non devo più dire le bugie" sarebbe cambiato qualcosa?
stbarlet
20-11-2007, 08:23
Anche questa è una follia italiana che ormai si è diffusa, ad oggi ad esempio un professore non può bocciare una persona senza che corra il rischio che qualcuno faccia ricordo ai giudici.
Bisognerebbe che si introducesse la categoria di reato "palese idiozia della denuncia" e che si sanzionassero tutti quelli che intasano il sistema giudiziario per capricci... nonchè i giudici che gli danno retta.
Ti invito a leggere "toghe rotte"..
io inviterei a leggere la sentenza nella versione integrale.
sono il primo a pensare che i giudici non si debbano occupare di queste cose (la cosa in se non mi pare troppo grave anche se sono d'accordo con Gemma), ma probabilmente letta la sentenza la cosa credo apparirebbe in maniera meno scandalosa.
è vero che ci sono molti giudici che farebbero bene a stare a casa perchè incompetenti, fancazzisti quando non corrotti addirittura però almeno che la critica sia motivata e non basata su un articolo di giornale:read:
Gemma, io non mi posso permettere di giudicare le tue scelte educative nei confronti di tuo figlio, ma ti posso dire che, nella situazione che hai descritto con ogni probabilità io mi sarei comportato nello stesso modo.
Ti faccio notare, però, che probabilmente il fraintendimento parte da una diversa considerazione dei termini in questione... dire "ho rubato io" e "sono un ladro" mi sembrano sostanzialmente equivalenti: volerci dare una differenza così sostanziale da far diventare la prima una cosa "tranquilla" da dire e la seconda addirittura una violenza psicologica, ripeto, mi sembra come la storia dello spazzino-operatore ecologico. Ossia, tutta forma e niente sostanza.
Per il resto, tu hai contestualizzato il caso e hai riportato tutti i dati per dare una valutazione nel contesto delle scelte che hai fatto: la notizia questo non lo fa, riporta semplicemente una sentenza in cui si dice che far scrivere quel che il padre ha fatto scrivere si configura addirittura come violenza psicologica. Onestamente, mi pare assurdo.
L'umiliazione poteva essere metterlo alla gogna, che so, frustarlo nudo o robe del genere, ma la classica punizione del far scrivere più volte una frase mi sembra una cosa assolutamente tranquilla.
E non è che gli abbia fatto scrivere "sono uno stronzo"... se avesse scritto "sono un bugiardo, non devo più dire le bugie" sarebbe cambiato qualcosa?
Non sono d'accordo.
"Sono un ladro" è un'espressione qualificativa senza possibilità di riscatto. Significa che sei marchiato, bollato di un qualcosa che non vi è disposizione a perdonare.
Dire "ho rubato" è un'ammissione di colpa con apertura al ravvedimento.
E' la stessa differenza che passa tra il dire ad un figlio "hai fatto una cazzata" o continuare a ripetergli "sei un deficiente".
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