Deuced
03-04-2007, 14:05
Deficit pubblico al 5,9% del Pil nel 4° trimestre 2006, ma in ribasso al 2,3% al netto del debito Tav
Il rapporto deficit/Pil è stato pari al 5,9% nel quarto trimestre del 2006, con un saldo primario negativo dell'1,1%, a fronte del 3,9% e del +0,7% rispettivamente per il deficit e l'avanzo primario nello stesso periodo del 2005. Ma al netto dell'accollo del debito Tav/Ferrovie (ex Ispa) e dei crediti di contributi agricoli, il rapporto deficit/Pil scende al 2,3%, un valore in linea con l'obiettivo di indebitamento per il 2007, indicato nella Relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica. Nel primo trimestre 2007 il fabbisogno di cassa del settore statale è in lieve calo rispetto a un anno prima (24 miliardi di euro contro 25,3 miliardi).
Per il secondo anno consecutivo il debito delle amministrazioni pubbliche è cresciuto in rapporto al Pil, dopo un decennio (dal 1995 al 2004) di flessioni ininterrotte. Nei valori assoluti il debito ammonta a 1.575 miliardi a fine 2006, dai 1.511 miliardi di un anno prima. Alla crescita ha contribuito, soprattutto, il fabbisogno di cassa delle amministrazioni pubbliche (centrali e locali), pari a 54,7 miliardi (il 3,7% del Pil), ma anche in misura più ridotta l'aumento delle disponibilità del Tesoro presso la Banca d'Italia.
I dati provvisori per l'intero 2006 (64,7 miliardi di euro) sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche - il parametro di riferimento ai fini del Patto di stabilità europeo - indicano una situazione di notevole progresso nei principali aggregati della finanza pubblica italiana, senza considerare gli oneri straordinari del rimborso Iva sulle autovetture per la sentenza della Corte di giustizia europea (pari a 16 miliardi di euro), l'accollo del debito Ispa legato agli investimenti Tav/Ferrovie nell'alta velocità (13 miliardi) e i crediti di contributi agricoli (0,7 miliardi). Migliorano sia il deficit complessivo, che scende al 2,4% del Pil nel 2006 dal 4,2% (rivisto dal 4,1%) del 2005, sia il saldo primario, salito a +2,2% da +0,4% di un anno prima. Bene le entrate tributarie (in aumento del 10%), che sovrastano le spese correnti al netto degli interessi sul debito (+3,6%), ma cresce la pressione fiscale (dal 40,6% al 42,3% del Pil). Anche il fabbisogno di cassa del settore statale è risultato in sensibile calo, nei dodici mesi del 2006, a 34,6 miliardi dai 60 miliardi del 2005.
Nell'interpretazione dei dati trimestrali va, però, tenuto conto che si tratta di dati grezzi - come precisa l'Istat - non depurati delle componenti stagionali ed erratiche, con forte variabilità in corso d'anno, legata ai singoli provvedimenti di politica economica e alle diverse manovre di bilancio.
Nel 2005 l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche ha raggiunto il 4,2% del Pil, che corrisponde in valore assoluto a 59,5 miliardi. Il livello del deficit è in sensibile peggioramento rispetto al 3,5% (rivisto dal 3,4%) registrato nel 2004, al 3,5% del 2003 e al 2,9% del 2002. E' quanto risulta dai conti economici nazionali 2001-2005, rivisti e calcolati dall'Istat nel nuovo sistema Sec 2000, secondo le regole dell'Unione europea. L'avanzo primario, in particolare, si è attestato allo 0,4% del Pil (in calo dall'1,3% di un anno prima), mentre gli interessi sul debito pubblico sono scesi al 4,5%, effetto dei tassi al minimo storico. L'aumento del deficit è stato determinato da una crescita delle spese correnti pari al 4%, a fronte di un incremento più contenuto (3,1%) delle entrate.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Speciali/osservatorio_economia_italiana/finanza_pubblica/finanza_pubblica.shtml?uuid=b30e0df8-7561-11d8-81c6-000e25108c01&DocRulesView=Libero
Il rapporto deficit/Pil è stato pari al 5,9% nel quarto trimestre del 2006, con un saldo primario negativo dell'1,1%, a fronte del 3,9% e del +0,7% rispettivamente per il deficit e l'avanzo primario nello stesso periodo del 2005. Ma al netto dell'accollo del debito Tav/Ferrovie (ex Ispa) e dei crediti di contributi agricoli, il rapporto deficit/Pil scende al 2,3%, un valore in linea con l'obiettivo di indebitamento per il 2007, indicato nella Relazione unificata sull'economia e la finanza pubblica. Nel primo trimestre 2007 il fabbisogno di cassa del settore statale è in lieve calo rispetto a un anno prima (24 miliardi di euro contro 25,3 miliardi).
Per il secondo anno consecutivo il debito delle amministrazioni pubbliche è cresciuto in rapporto al Pil, dopo un decennio (dal 1995 al 2004) di flessioni ininterrotte. Nei valori assoluti il debito ammonta a 1.575 miliardi a fine 2006, dai 1.511 miliardi di un anno prima. Alla crescita ha contribuito, soprattutto, il fabbisogno di cassa delle amministrazioni pubbliche (centrali e locali), pari a 54,7 miliardi (il 3,7% del Pil), ma anche in misura più ridotta l'aumento delle disponibilità del Tesoro presso la Banca d'Italia.
I dati provvisori per l'intero 2006 (64,7 miliardi di euro) sull'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche - il parametro di riferimento ai fini del Patto di stabilità europeo - indicano una situazione di notevole progresso nei principali aggregati della finanza pubblica italiana, senza considerare gli oneri straordinari del rimborso Iva sulle autovetture per la sentenza della Corte di giustizia europea (pari a 16 miliardi di euro), l'accollo del debito Ispa legato agli investimenti Tav/Ferrovie nell'alta velocità (13 miliardi) e i crediti di contributi agricoli (0,7 miliardi). Migliorano sia il deficit complessivo, che scende al 2,4% del Pil nel 2006 dal 4,2% (rivisto dal 4,1%) del 2005, sia il saldo primario, salito a +2,2% da +0,4% di un anno prima. Bene le entrate tributarie (in aumento del 10%), che sovrastano le spese correnti al netto degli interessi sul debito (+3,6%), ma cresce la pressione fiscale (dal 40,6% al 42,3% del Pil). Anche il fabbisogno di cassa del settore statale è risultato in sensibile calo, nei dodici mesi del 2006, a 34,6 miliardi dai 60 miliardi del 2005.
Nell'interpretazione dei dati trimestrali va, però, tenuto conto che si tratta di dati grezzi - come precisa l'Istat - non depurati delle componenti stagionali ed erratiche, con forte variabilità in corso d'anno, legata ai singoli provvedimenti di politica economica e alle diverse manovre di bilancio.
Nel 2005 l'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche ha raggiunto il 4,2% del Pil, che corrisponde in valore assoluto a 59,5 miliardi. Il livello del deficit è in sensibile peggioramento rispetto al 3,5% (rivisto dal 3,4%) registrato nel 2004, al 3,5% del 2003 e al 2,9% del 2002. E' quanto risulta dai conti economici nazionali 2001-2005, rivisti e calcolati dall'Istat nel nuovo sistema Sec 2000, secondo le regole dell'Unione europea. L'avanzo primario, in particolare, si è attestato allo 0,4% del Pil (in calo dall'1,3% di un anno prima), mentre gli interessi sul debito pubblico sono scesi al 4,5%, effetto dei tassi al minimo storico. L'aumento del deficit è stato determinato da una crescita delle spese correnti pari al 4%, a fronte di un incremento più contenuto (3,1%) delle entrate.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Speciali/osservatorio_economia_italiana/finanza_pubblica/finanza_pubblica.shtml?uuid=b30e0df8-7561-11d8-81c6-000e25108c01&DocRulesView=Libero