gretas
13-03-2007, 20:36
Non saranno ammesse le riprese televisive
MILANO
Il processo al «re» delle televisioni si svolgerà senza riprese tv. Le telecamere dovranno restare fuori dall’aula del processo che inizierà domani a Silvio Berlusocni e David Mills accusati di corruzione in atti giudiziari. Lo hanno deciso i giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano secondo i quali le riprese tv non sono necessarie e rischiano di pregiudicare la serenità del dibattimento. Al fine di soddisfare l’attesa dell’opinione pubblica verso la conoscenza di ciò che accade in aula viene ritenuta sufficiente la presenza della carta stampata. Il presidente del collegio Nicoletta Gandus ha scritto poche righe per spiegare il «no» a una richiesta fatta, ironia della sorte, dai telegiornali di Mediaset, il gruppo di cui l’ex premier è azionista di riferimento.
Quello che inizia domani è un processo stralcio nato dall’inchiesta sui presunti fondi neri relativi ai diritti tv di Mediaset che vede la causa principale in corso dal 21 novembre scorso davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale, che conta tra gli imputati gli stessi Berlusconi e Mills, dove invece le telecamere ci sono. Nell’udienza di oggi relativa a tale procedimento i giudici della prima sezione penale hanno sospeso la deposizione di Guido Pugnetti, ex manager Rti e Mediaset adesso alla Rai, invitandolo a tornare il 26 marzo prssimo accompagnato da un difensore perchè potrebbe essere sentito come indagato di reato connesso, La sospensione della testimonianza è stata decisa quando il pm ha mostrato in aula una mail in cui il manager di Fox Douglas Schwalbe afferma di aver riferito allo stesso Pugnetti: «L’impero Berlusconi funziona come un elaborato ’shell gamè con la finalità di evadere le tasse italiane». Per l’accusa quella mail è uno dei documenti più importanti dell’inchiesta trattandosi tra l’altro dell’allegato numero 1 alla consulenza della società di revisione Kpmg. In vista del procedimento il pm Fabio De Pasquale ha presentato una lista di testimoni con 11 nominativi, la difesa Mills chiede la citazione di 83 persone e la difesa Berlusconi di 63. Molti testi sono però comuni. Il più famoso la cui deposizione viene sollecitata sia dall’accusa sia dalla difesa dell’ex premier è Flavio Briatore.
Stando alla lista testi presentata dagli avvocati Nicolò Ghedini e Piero Longo, legali di Berlusconi, Briatore va citato per parlare e rispondere a domande delle parti «in merito a tuitti i fatti di cui al capo di imputazione ed in particolare in relazione ai suoi rapporti con David Mills, con Silvio Berlusconi, con Carlo Bernasconi, con Giorgio Patroncini, con Heimo Quaderer, con Maria De Fusco e con lo studio Marrache». Secondo l’ipotesi accusatoria Berlusconi avrebbe «comprato con almeno 600 mila dollari» le testimonianze rese da Mills, l’inventore del sistema di società off shore usato da Fininvest, nei processi All Iberian e presunte tangenti alla guardia di finanza.
Il processo all’ex presidente del Consiglio e all’avvocato inglese è a fortissimo rischio prescrizione. La scadenza è quella del febbraio dell’anno prossimo. E sembra francamente impossibile arrivare a celebrare i tre gradi di giudizio previsti in 11 mesi. Comunque i giudici hanno fissato un calendario abbastanza fitto che prevede 12 udienze fino al prossimo mese di luglio. La difesa di Silvio Berlusconi intanto domani presenterà insieme a quella di Mills una serie di eccezioni preliminari. La più importante riguarda la presunta mancata notifica della celebrazione del processo a Fininvest come parte offesa del reato.
Va ricordato che Mills è indagato in un altro stralcio di inchiesta, ancora per falsa testimonianza. Secondo la procura il legale britannico avrebbe omesso di dire al verità quando depose al processo Sme in trasferta a Londra. Mills avrebbe incontrato prima delle testimonianza manager e legali Fininvest per concordare il contenuto della deposizione stessa. Alfredo Messina, manager Fininvest, sentito come indagato di reato connesso si avvaleva della facoltà di non rispondere davanti al pm. L’indagine sembra andare verso una richiesta di archiviazione e va considerato inoltre che su un fatto accaduto a Londra potrebbe non esserci giurisdizione da parte dell’Italia.
LA STAMPA
MILANO
Il processo al «re» delle televisioni si svolgerà senza riprese tv. Le telecamere dovranno restare fuori dall’aula del processo che inizierà domani a Silvio Berlusocni e David Mills accusati di corruzione in atti giudiziari. Lo hanno deciso i giudici della decima sezione penale del Tribunale di Milano secondo i quali le riprese tv non sono necessarie e rischiano di pregiudicare la serenità del dibattimento. Al fine di soddisfare l’attesa dell’opinione pubblica verso la conoscenza di ciò che accade in aula viene ritenuta sufficiente la presenza della carta stampata. Il presidente del collegio Nicoletta Gandus ha scritto poche righe per spiegare il «no» a una richiesta fatta, ironia della sorte, dai telegiornali di Mediaset, il gruppo di cui l’ex premier è azionista di riferimento.
Quello che inizia domani è un processo stralcio nato dall’inchiesta sui presunti fondi neri relativi ai diritti tv di Mediaset che vede la causa principale in corso dal 21 novembre scorso davanti ai giudici della prima sezione penale del Tribunale, che conta tra gli imputati gli stessi Berlusconi e Mills, dove invece le telecamere ci sono. Nell’udienza di oggi relativa a tale procedimento i giudici della prima sezione penale hanno sospeso la deposizione di Guido Pugnetti, ex manager Rti e Mediaset adesso alla Rai, invitandolo a tornare il 26 marzo prssimo accompagnato da un difensore perchè potrebbe essere sentito come indagato di reato connesso, La sospensione della testimonianza è stata decisa quando il pm ha mostrato in aula una mail in cui il manager di Fox Douglas Schwalbe afferma di aver riferito allo stesso Pugnetti: «L’impero Berlusconi funziona come un elaborato ’shell gamè con la finalità di evadere le tasse italiane». Per l’accusa quella mail è uno dei documenti più importanti dell’inchiesta trattandosi tra l’altro dell’allegato numero 1 alla consulenza della società di revisione Kpmg. In vista del procedimento il pm Fabio De Pasquale ha presentato una lista di testimoni con 11 nominativi, la difesa Mills chiede la citazione di 83 persone e la difesa Berlusconi di 63. Molti testi sono però comuni. Il più famoso la cui deposizione viene sollecitata sia dall’accusa sia dalla difesa dell’ex premier è Flavio Briatore.
Stando alla lista testi presentata dagli avvocati Nicolò Ghedini e Piero Longo, legali di Berlusconi, Briatore va citato per parlare e rispondere a domande delle parti «in merito a tuitti i fatti di cui al capo di imputazione ed in particolare in relazione ai suoi rapporti con David Mills, con Silvio Berlusconi, con Carlo Bernasconi, con Giorgio Patroncini, con Heimo Quaderer, con Maria De Fusco e con lo studio Marrache». Secondo l’ipotesi accusatoria Berlusconi avrebbe «comprato con almeno 600 mila dollari» le testimonianze rese da Mills, l’inventore del sistema di società off shore usato da Fininvest, nei processi All Iberian e presunte tangenti alla guardia di finanza.
Il processo all’ex presidente del Consiglio e all’avvocato inglese è a fortissimo rischio prescrizione. La scadenza è quella del febbraio dell’anno prossimo. E sembra francamente impossibile arrivare a celebrare i tre gradi di giudizio previsti in 11 mesi. Comunque i giudici hanno fissato un calendario abbastanza fitto che prevede 12 udienze fino al prossimo mese di luglio. La difesa di Silvio Berlusconi intanto domani presenterà insieme a quella di Mills una serie di eccezioni preliminari. La più importante riguarda la presunta mancata notifica della celebrazione del processo a Fininvest come parte offesa del reato.
Va ricordato che Mills è indagato in un altro stralcio di inchiesta, ancora per falsa testimonianza. Secondo la procura il legale britannico avrebbe omesso di dire al verità quando depose al processo Sme in trasferta a Londra. Mills avrebbe incontrato prima delle testimonianza manager e legali Fininvest per concordare il contenuto della deposizione stessa. Alfredo Messina, manager Fininvest, sentito come indagato di reato connesso si avvaleva della facoltà di non rispondere davanti al pm. L’indagine sembra andare verso una richiesta di archiviazione e va considerato inoltre che su un fatto accaduto a Londra potrebbe non esserci giurisdizione da parte dell’Italia.
LA STAMPA