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View Full Version : Legambiente: a Roma, Napoli e Palermo i musei più inquinati


Adric
20-12-2006, 23:22
Legambiente: i musei di Roma? Troppo inquinati

Bellezze degradate - I poli culturali della Capitale a rischio biossido di zolfo. L'associazione ambientalista denuncia la cronica mancanza di fondi per la gestione ordinaria delle aree espositive

Roma, 20 dicembre 2006 - I musei più inquinati? A Roma, Napoli e Palermo. Erosione e scolorimento dei dipinti, sfibratura e opacizzazione dei tessuti, rigonfiamenti del legno, annerimento dei marmi, fragilizzazione e polverizzazione superficiale delle pelli. Sono solo alcuni degli effetti che particolato, ozono e gas acidi ogni giorno provocano sui pezzi del patrimonio italiano artistico e culturale. Lo rileva 'Salvailmuseo', il monitoraggio sull'inquinamento atmosferico nelle aree museali italiane compiuto da Legambiente e presentato in una conferenza stampa a Bologna.

Malgrado la grande presenza turistica e l'enorme offerta culturale, la Capitale non brilla in tema di "salubrità" delle sale museali. A Roma preoccupa soprattutto la concentrazione di biossido di zolfo, Palermo invece è in allarme per l'ozono) e Napoli per il biossido d'azoto. Piu' in generale secondo 'Ecosistema Museo', l'indagine di Legambiente, le aree museali sono afflitte da un cronica mancanza di risorse finanziarie, che rende difficile la gestione dell'attivita' ordinaria, portando alla limitazione del personale, a problemi di rumorosita' nel pagamento delle bollette, impedisce lo svolgimento di attivita' collaterali e l'ampliamento dell'offerta culturale del museo.

Sono dieci i grandi musei sui quali quest'anno Legambiente ha realizzato il monitoraggio: la Pinacoteca nazionale di Bologna, il Museo di Palazzo Reale di Genova, il Museo regionale di Messina, il Pac di Milano, il Museo archeologico nazionale di Napoli, il Museo di archeologia di Padova, la Galleria nazionale Palazzo Abatellis di Palermo, l'Istituto per la storia del risorgimento italiano di Roma, Rebadeungo di Torino e il Palazzo Ducale di Urbino. In ogni museo i rilevamenti sono stati compiuti attraverso campionatori passivi di ossidi di zolfo, ozono, ossidi di azoto. I campionatori sono stati esposti in quattro luoghi diversi: un posto all'esterno, uno in una zona di passaggio come la biglietteria e due all'interno delle stanze del museo. In questo modo e' possibile rapportare l'inquinamento presente all'esterno con quello che penetra all'interno dell'edificio.

"Il museo - spiega il segretario regionale di Legambiente, Massimo Becchi - deve tornare ad essere il fulcro della vita e dello sviluppo culturale del territorio, aprendosi verso l'esterno e superando la vecchia concezione degli 'addetti ai lavori'. Ma allo stesso tempo deve rafforzare il proprio compito di tutela, conservazione e trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale".
(helpconsumatori.it)

Pucceddu
20-12-2006, 23:27
"a cosa serve un museo ora che c'e' la tv?"

Questo è quanto mi ha chiesto mio nipote.

Sto ancora cercando una risposta... :muro:

Adric
20-12-2006, 23:31
Infatti la tv mostra l'arte a tutte le ore.....
l'arte dell'apparire :Perfido:

Wolfgang Grimmer
21-12-2006, 09:49
"a cosa serve un museo ora che c'e' la tv?"

Questo è quanto mi ha chiesto mio nipote.

Sto ancora cercando una risposta... :muro:
Digli che vedere un'opera d'arte dal vivo è miliardi di volte meglio che vederla in tv. :D
Speriamo facciano qualcosa, sarebbe un peccato vedere tanto ben di dio andare a donnine. Se perdiamo anche il nostro passato storico e artistico cosa ci rimane?
Ah si, la coppa del mondo...