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View Full Version : La nostra Via


groot
16-10-2006, 08:22
in quanti conoscono la storia della propria via?

Via Montenapoleone...
Via Leonardo da Vinci
Via Carducci...

è una curiosità che potete colmare? :D

~ZeRO sTrEsS~
16-10-2006, 10:28
in quanti conoscono la storia della propria via?

Via Montenapoleone...
Via Leonardo da Vinci
Via Carducci...

è una curiosità che potete colmare? :D

non ne ho la piu' pallida idea... la mia si chiama Overtoom... dovrebbe essere un fiume

giannola
16-10-2006, 10:58
in quanti conoscono la storia della propria via?

Via Montenapoleone...
Via Leonardo da Vinci
Via Carducci...

è una curiosità che potete colmare? :D

beh, mi sembra un argomento da piazzetta, anche perchè non è che Monte Napoleone sia il cognome di qualcuno. :mbe:

Poi esistono vie che hanno come riferimento indicazioni geografiche, allora le mettiamo in sezione Geografia ? :ciapet:

Wolfgang Grimmer
16-10-2006, 11:16
Via San Francesco di Paola
una via dedicata ad un santo ;_;
Voglio andare a vivere in qualche via Beethoven o via Giuseppe Verdi.

groot
16-10-2006, 12:30
beh, mi sembra un argomento da piazzetta, anche perchè non è che Monte Napoleone sia il cognome di qualcuno. :mbe:

Poi esistono vie che hanno come riferimento indicazioni geografiche, allora le mettiamo in sezione Geografia ? :ciapet:

Storia, attualità e cultura in generale.

Che uno non conosca neppure la storia della propria via, è un peccato.

bluelake
16-10-2006, 12:43
in quanti conoscono la storia della propria via?

Via Montenapoleone...
Via Leonardo da Vinci
Via Carducci...

è una curiosità che potete colmare? :D
via Leopardi... da http://it.wikipedia.org/wiki/Leopardi

L'infanzia
Giacomo nacque a Recanati il 29 giugno 1798, dal conte Monaldo e dalla marchesa Adelaide Antici Mattei, che gli riservarono un'educazione rigida e fredda.

Il padre era uomo debole, retrogrado, legato ad idee antiquate e a pregiudizi mentre la madre era dispotica, bigotta, fredda, preoccupata di ricostituire il patrimonio familiare, minato dalle sfortunate speculazioni del conte. In casa vigeva la rigorosa disciplina della religione e del risparmio. L'infanzia, trascorsa con i fratelli minori Carlo e Paolina, lasciò nel poeta un ricordo di poesia infantile (Ricordanze).

Gli studi
Leopardi iniziò gli studi con due precettori come da tradizione familiare; inoltre poteva usufruire della ricchissima biblioteca paterna (20,000 volumi). Inizialmente guidato da Don Sebastiano Sanchini, ben presto, s’immerse in letture varie ed inusuali. Il corpus delle opere così dette "puerili" (corpus pubblicato da Maria Corti in G.L. Entro dipinta Gabbia, scritti inediti, rari e editi 1808-1810) dimostrano la capacità di scrivere in un latino non sempre corretto ed elegante fin dall'età di nove-dieci anni, la padronanza dei metodi di versificazione italiana in voga nel settecento (metri barbari del Fantoni) ed una passione per le burle in versi, dirette al precettore ed ai fratelli. Tradusse in infanzia le Odi di Orazio, forse sotto consiglio del Vogel, erudito alsaziano il quale probabilmente gli fornì lo spunto per la composizone dello Zibaldone; in seguito tradusse, per la prima di tre volte, la Batracomiomachia Pseudo-Omerica, il I libro dell'Odissea, il II dell'Eneide.

La malattia
Tra i dodici ed i diciassette anni lo studio indefesso al quale lo spingevano sia l'ansia di sapere, sia il bisogno di evadere, almeno spiritualmente, dall'ambiente angusto del palazzo paterno, minò il suo fisico già indebolito dal rachitismo. La malattia gli negò anche i più semplici piaceri della giovinezza, ed il giovane si chiuse nell'angoscia che avvolgeva la sua anima meditando sulla triste condizione dei viventi. Sono di questi anni la Storia dell'astronomia (1813), il Saggio sopra gli errori popolari degli antichi (1815) e due tragedie, la Virtù indiana e il Pompeo in Egitto.

L'amicizia con Pietro Giordani
Nel 1817 Pietro Giordani,un classicista, giunse a casa Leopardi. Giacomo ne divenne amico e vide in tale conoscenza una speranza per l'avvenire, mentre sempre più gli pesava la permanenza a Recanati, tanto che nel 1819 tentò una fuga, sventata dal padre. Ciò ebbe come conseguenza un'accresciuta sorveglianza da parte dei familiari. Già prima di lasciare la dimora avita egli aveva provato una cocente delusione a causa dell'innamoramento per la cugina Geltrude Cassi, sentimento che il giovane L. affidò alle carte del Diario del primo amore da cui sarà estratta l'Elegia I che diverrà nei Canti il Primo amore.

Il soggiorno a Roma
Quando, nel 1822, riuscì a soggiornare brevemente nella capitale, presso lo zio, fu deluso dall'atmosfera della città e dalla corruzione della Chiesa. Rimase invece entusiasta della tomba di Torquato Tasso, al quale si sentiva accomunato dall'innata infelicità. A Leopardi Roma apparve squallida e modesta al confronto con l'immagine idealizzata che egli si era figurata fantasticando sulle "sudate carte" dei classici. Il male fisico, acuitosi, contribuì alla caduta delle residue illusioni, Virtù, Amore, Giustizia, Eroismo parvero al poeta vane parole.

Altri soggiorni e conoscenze
Nel 1824 l'editore Stella lo chiamò a Milano, affidandogli alcuni lavori, tra i quali una Crestomazia della prosa e della poesia italiane. Nel 1827, a Firenze, Leopardi conobbe il Manzoni, ma non nacque una reciproca simpatia; a Firenze strinse salde amicizie, ritrovò il Giordani, conobbe il Colletta e l'amico e sodale Antonio Ranieri a cui sarà legato fino all'ultimo istante di vita.
Fino al 1828 il poeta visse tra Milano, Bologna, Firenze e Pisa. Durante quest'ultimo soggiorno, precisamente nel mese di aprile, compose "Il Risorgimento" e "A Silvia", inaugurando il periodo creativo detto dei Canti "pisano-recanatesi", chiamati anche "grandi idilli", all'interno del quale il poeta sperimenta la cosiddetta canzone libera o canzone leopardiana.

Il ritorno a Recanati
Il poeta, di salute malferma e affaticato dal lavoro, dovette rifiutare una cattedra a Bonn o a Berlino, offertagli dal ministro di Prussia a Roma e nel 1828, dovette lasciare anche il lavoro per lo Stella e tornare a Recanati.

A Firenze dal 1830 al 1832
Il Colletta, nel 1830 gli offrì, grazie ad una sottoscrizione degli "amici di Toscana", l'opportunità di tornare a Firenze. La successiva stampa dei Canti permise al poeta di vivere lontano da Recanati fino al 1832.

A Napoli: la morte
In seguito, grazie ad un vitalizio dalla famiglia, si stabilì presso l'amico Antonio Ranieri, a Napoli, dove sperava di trarre giovamento dal clima; ma le sue condizioni di salute andarono via via peggiorando e a nulla servirono le cure del dottor Niccolò Mannella e del professor Prospero Postiglione. Morì durante l'epidemia di colera del 1837. Grazie ad Antonio Ranieri, che fece interessare della questione addirittura il Ministro di Polizia, le sue spoglie non furono gettate in una fossa comune -come le severe norme igieniche richiedevano- ma inumate nell'atrio della chiesa di San Vitale a Fuorigrotta. Nel 1939 la sua tomba, spostata al Parco Virgiliano, fu dichiarata monumento nazionale.

Leron
16-10-2006, 12:51
in quanti conoscono la storia della propria via?

Via Montenapoleone...
Via Leonardo da Vinci
Via Carducci...

è una curiosità che potete colmare? :D
Via di Coltura

non è che abbia una storia chissachè inimmaginabile, era la via dei campi :D

>|HaRRyFocKer|
16-10-2006, 13:03
Via Castaldi e Sequino, vittime innocenti della camorra. ;) Altre spiegazioni...?

groot
16-10-2006, 13:07
Via di Coltura

non è che abbia una storia chissachè inimmaginabile, era la via dei campi :D

Sapete quale l'iter per l'attribuzione di un nome?

SquallSed
16-10-2006, 13:09
via roma :D

p.NiGhTmArE
16-10-2006, 13:09
Via Lungobrembo, perché è lungo il Brembo :O

Leron
16-10-2006, 13:16
Sapete quale l'iter per l'attribuzione di un nome?
L'attribuzione di un nome ad una via o ad una piazza viene preliminarmente discussa in seno alla Commissione Consultiva per la Toponomastica composta, oltre che da rappresentanze istituzionali, da esperti di storia e di tradizioni cittadine. Nella scelta della denominazione, cui possono concorrere con proposte anche i cittadini e i rappresentanti di Associazioni, la Commissione Comunale, di norma, si attiene al principio di conservare l'omogeneità che caratterizza la zona, privilegiando i riferimenti legati alla storia e alla cultura locale.

In previsione dell'apertura di una nuova area di circolazione pubblica, il Servizio convoca la Commissione che formulerà la proposta di titolazione da sottoporre, mediante provvedimento deliberativo, all'approvazione della Giunta Comunale. divenuta esecutiva, la deliberazione viene trasmessa alla Prefettura, che, sentito i pareri della Soprintendenza per i beni Ambientali e Architettonici di zona, autorizza, ai sensi della Legge 23.6.1927 n. 1188, l'intitolazione delle nuove vie. Seguirà l'acquisto della targa e la sua collocazione da parte di Ditta appaltatrice del servizio .

groot
16-10-2006, 13:19
L'attribuzione di un nome ad una via o ad una piazza viene preliminarmente discussa in seno alla Commissione Consultiva per la Toponomastica composta, oltre che da rappresentanze istituzionali, da esperti di storia e di tradizioni cittadine. Nella scelta della denominazione, cui possono concorrere con proposte anche i cittadini e i rappresentanti di Associazioni, la Commissione Comunale, di norma, si attiene al principio di conservare l'omogeneità che caratterizza la zona, privilegiando i riferimenti legati alla storia e alla cultura locale.

In previsione dell'apertura di una nuova area di circolazione pubblica, il Servizio convoca la Commissione che formulerà la proposta di titolazione da sottoporre, mediante provvedimento deliberativo, all'approvazione della Giunta Comunale. divenuta esecutiva, la deliberazione viene trasmessa alla Prefettura, che, sentito i pareri della Soprintendenza per i beni Ambientali e Architettonici di zona, autorizza, ai sensi della Legge 23.6.1927 n. 1188, l'intitolazione delle nuove vie. Seguirà l'acquisto della targa e la sua collocazione da parte di Ditta appaltatrice del servizio .

Non avrei saputo fare di meglio.

Leron
16-10-2006, 13:29
Non avrei saputo fare di meglio.
preso dal sito del comune :D

dantes76
16-10-2006, 13:43
in quanti conoscono la storia della propria via?

Via Montenapoleone...
Via Leonardo da Vinci
Via Carducci...

è una curiosità che potete colmare? :D


Via Aldo Moro

http://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Moro

bluelake
16-10-2006, 13:44
Via Lungobrembo, perché è lungo il Brembo :O
non mi fido, voglio le prove :O

Fradetti
16-10-2006, 13:52
via Giovanni Pascoli

http://it.wikipedia.org/wiki/Giovanni_Pascoli

p.NiGhTmArE
16-10-2006, 14:04
non mi fido, voglio le prove :O
http://maps.google.com/maps?f=q&hl=it&q=via+lungobrembo,+curno,+italia&ie=UTF8&z=15&ll=45.685017,9.59218&spn=0.020357,0.050426&t=h&om=1&iwloc=A :O

Kars
16-10-2006, 14:19
via giovanni bucco
BOTANICO

ripsk
16-10-2006, 18:21
Via G.(Giuseppe) di Vittorio
Sindacalista e Comunista :O :D http://img264.imageshack.us/img264/6866/comunistakf9.gif

Ileana
16-10-2006, 18:56
Pietro Micca
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Pietro Micca nell'iconografia classica
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Pietro Micca nell'iconografia classica

Pietro Micca Sagliano, Biella, 6 marzo 1677 - Torino, 30 agosto 1706) fu un patriota piemontese, arruolato come soldato-minatore nell'esercito sabaudo, reso famoso da un episodio nel quale perse la vita e che salvò la città di Torino assediata nel 1706 dalle truppe francesi.

Poco si sa sulla sua persona prima del gesto, tranne che proveniva da famiglia modesta. Nella sua città natale, Sagliano (piccolo centro della bassa Valle Cervo divenuto in seguito Sagliano Micca) esiste ancora la semplice casa nella quale abitava, situata all'interno di uno dei tipici cortili del Piemonte. Un museo a lui intitolato, dedicato al suo gesto e al memorabile assedio, si trova a Torino.

Nella notte tra il 29 e il 30 agosto 1706 - in pieno assedio di Torino da parte dell'esercito francese - forze nemiche entrarono in una delle gallerie sotterranee della "Cittadella", uccidendo le sentinelle e cercando di sfondare una delle porte che conducevano all'interno. Pietro Micca - conosciuto con il soprannome di Passepartout - era di guardia ad una di queste porte insieme ad un commilitone.

I due soldati sentirono dei colpi di arma da fuoco e capirono che non avrebbero resistito a lungo: decisero così di far scoppiare della polvere da sparo (un barilotto da 20 chili posto in un anfratto della galleria chiamata "capitale alta") allo scopo di provocare il crollo della galleria e non consentire il passaggio alle truppe nemiche. Non potendo utilizzare una miccia lunga perché avrebbe impiegato troppo tempo per far esplodere le polveri, Micca decise di impiegare una miccia corta, conscio del rischio che avrebbe corso. Istintivamente, quindi, allontanò il compagno (con una frase che sarebbe diventata storica: "Alzati, vai e salvati, che sei più lungo di una giornata senza pane") e senza esitare diede fuoco alle polveri correndo verso la scala che porta in superficie.

Il corpo di Pietro Micca fu ritrovato senza vita a quaranta passi di distanza, dove fu scagliato dallo spostamento d'aria dovuto alla deflagrazione. L'ubicazione della scala su cui avvenne l'eroico gesto si è avuta soltanto nel 1958 grazie alle ricerche dell'allora capitano Guido Amoretti, ora generale, appassionato archeologo e studioso di storia patria. A lui si deve l'ideazione del Museo Pietro Micca e dell'assedio di Torino del 1706.

Secondo il conte Giuseppe Solaro della Margherita, all'epoca comandante della guarnigione di Torino, il sacrificio della sua vita è da addebitarsi più ad un errore di calcolo della lunghezza della miccia che ad una deliberata volontà di sacrificare la propria vita.

http://it.wikipedia.org/wiki/Pietro_Micca

Hitman04
16-10-2006, 20:06
Giovanni Minzoni (Ravenna 1 luglio 1885 - Argenta, provincia di Ferrara 23 agosto 1923) è stato un presbitero ed un antifascista italiano.
:D

bertoz85
16-10-2006, 21:46
Via G.(Giuseppe) di Vittorio
Sindacalista e Comunista

Via Bruno Buozzi... uno tra i piu autorevoli sindacalisti della prima metà del 900 e deputato socialista dal 20 al 26.
EVVAI!!! :D

Attivo nella Resistenza, il 3 giugno 1944 firmò con il comunista Giuseppe Di Vittorio e il democristiano Achille Grandi il "patto di Roma" con il quale risorgeva il sindacato democratico CGIL.

funky80
17-10-2006, 13:15
Via ludovico ariosto http://it.wikipedia.org/wiki/Ludovico_Ariosto

farima
17-10-2006, 14:57
Via Salaria

La Via Salaria è una delle vie consolari costruite dagli antichi romani: va da Roma al mare Adriatico, oggi è classificata come strada statale come SS 4.

Il suo nome deriva dall'utilizzo che se ne faceva: il trasporto del sale.

Dalle mura aureliane di Roma usciva attraverso la Porta Salaria. Quindi si dirigeva verso Forte Antenne (Antemnae). Attraversato l’Aniene tra il IV e il V miglio si giungeva ai colli di Villa Spada oggi Borgata Fidene (Fidenae).


La Via Salaria (grigio) nell'Italia RomanaQuindi la strada proseguiva verso Settebagni (Septem balnea). Poi verso la collina della Marcigliana Vecchia dove si trovava l'antico insediamento latino Crustumerium. Più avanti si supera quello che oggi viene chiamato Passo Corese, e più avanti si incontra Fara in Sabina.

Dalla Salaria, secondo alcune ipotesi, nei pressi di Ponte Buita si distaccava la Via Cecilia che raggiungeva Atri (Hatria).

La Salaria intanto proseguiva e raggiungeva Rieti (Reate).

Nei pressi di di Trebula Mutuesca - (prima di Rieti) - la strada si divideva. Un ramo (via Cecilia) volgeva a levante, scavalcava l'Appennino sia lungo l'attuale passo chiamato Sella di Corno per raggiungere la piana di Amiternum (nei pressi dell'attuale città di L'Aquila quindi per l'attuale Passo delle Capannelle proseguendo poi per il paese dei Pretutii (la Provincia di Teramo).

Da Rieti la Salaria risaliva il Velino per raggiungere la vicina Cotilia (Vicus reatinus), località dove si trovano sorgenti di acque acidule, solforose e ferrose già sfruttate dai Romani che vi stabilirono un vero e proprio centro turistico-termale.

Quindi ad Antrodoco (Interocrium), ai piedi del Monte Giano, dove sono presenti altre sorgenti termali.

Il ramo principale della Salaria invece proseguiva in direzione Nord seguendo il corso del Velino attraverso le suggestive Gole del Velino, il cui superamento richiesero idee e soluzioni tecniche avanzate per gli ingegneri di Augusto e di Traiano.

Sorpassato l'Appennino centrale la via scendeva nella valle del Tronto, attraversando varie località tra le quali Pescara del Tronto, Acquasanta Terme con le sue terme di acque sulfuree, Quintodecimo, quindi la Salaria raggiungeva Ascoli Piceno (Asculum) per poi giungere sul Mare Adriatico in località Castrum Truentinum nei pressi di Porto d'Ascoli nel comune di San Benedetto del Tronto

http://it.wikipedia.org/wiki/Salaria