Adric
25-08-2006, 14:48
Nucleare: Argentina riprenderà la produzione di uranio arricchito
Mercoledì, 23 agosto
L'Argentina si appresta a riprendere la produzione di uranio arricchito, interrotta negli Anni Ottanta. Lo scrivono oggi il quotidiano "Clarin" e l'agenzia di stampa statale "Telam", secondo i quali la misura si inserisce nel quadro del nuovo Piano nucleare argentino che, in serata, sarà annunciato alla Casa Rosada dal presidente Nestor Kirchner.
Secondo il giornale, il pacchetto di misure previste dal Piano prevede investimenti per almeno 3,5 miliardi di dollari nei prossimi otto anni. Tra gli obiettivi principali c'é la riattivazione della centrale nucleare Atucha II, studi per costruirne una quarta e, appunto, "la riattivazione dell'impianto per l'arricchimento dell'uranio con fini pacifici della località di Pilcaniyeu", situato a circa 50 chilometri dalla città di Bariloche in Patagonia. Questo impianto fu costruito in segreto dalla Commissione nazionale per l'energia atomica (CNEA) e rimase in funzione sotto la presidenza di Raul Alfonsin. Durante la successiva leadership di Carlo Menem, ogni sua attività fu bloccata nell'ambito di una drastica riduzione delle spese di bilancio.
In proposito - anticipa però Telam, citando fonti del settore - per tutti questi anni la manutenzione dell'impianto è stata mantenuta "per cui potrà essere riattivato senza problemi, pur se ciò richiederà ingenti investimenti". Secondo "Clarin", comunque, tale iniziativa del governo di Kirchner "é più politico-strategica che economica". Il giornale sottolinea infatti che, a suo tempo, grazie alla tecnologia messa a punto a Pilcaniyeu - dove l'uranio viene arricchito per diffusione gassosa, un procedimento più costoso di quello che impiega centrifughe utilizzato dal Brasile e dall'Iran - l'Argentina è entrata a far parte del ristretto club di dieci Paesi che, capeggiato da Stati Uniti e Russia, controllano in modo completo il ciclo della produzione di combustibile nucleare.
Il "Clarin" afferma in proposito che dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 Washington "ha creato il programma Global Nuclear Energy Partnership (GNEP) con cui si propone di "chiudere" tale club, affinché i Paesi che vogliono uranio arricchito lo comprino dagli Stati Uniti: in pratica una misura per evitare la proliferazione nucleare per fini militari". "In ultima istanza - nota il giornale - se il GNEP funzionasse e l'Argentina mantenesse paralizzato Pilcaniyeu, il Paese potrebbe finora restare fuori da questo club esclusivo". Tempo fa, media brasiliani avevano sostenuto la stessa cosa in merito all'intenzione di Brasilia di portare avanti la propria tecnologia per l'arricchimento dell'uranio.
L'obiettivo - avevano sottolineato giornali e tv - era non dipendere dagli Stati Uniti e, allo stesso tempo, entrare in concorrenza con loro in questo delicato settore. Quanto al "Clarin", rileva che il governo argentino non teme gli strali di Washington "poiché tutte le attività relative al nucleare si svolgeranno sotto l'egida di un accordo di cooperazione siglato con il Canada e la Atomic Energy of Canada Limited (AECL), che operano nel rispetto delle norme e con la supervisione degli USA".
(canisciolti.info)
Mercoledì, 23 agosto
L'Argentina si appresta a riprendere la produzione di uranio arricchito, interrotta negli Anni Ottanta. Lo scrivono oggi il quotidiano "Clarin" e l'agenzia di stampa statale "Telam", secondo i quali la misura si inserisce nel quadro del nuovo Piano nucleare argentino che, in serata, sarà annunciato alla Casa Rosada dal presidente Nestor Kirchner.
Secondo il giornale, il pacchetto di misure previste dal Piano prevede investimenti per almeno 3,5 miliardi di dollari nei prossimi otto anni. Tra gli obiettivi principali c'é la riattivazione della centrale nucleare Atucha II, studi per costruirne una quarta e, appunto, "la riattivazione dell'impianto per l'arricchimento dell'uranio con fini pacifici della località di Pilcaniyeu", situato a circa 50 chilometri dalla città di Bariloche in Patagonia. Questo impianto fu costruito in segreto dalla Commissione nazionale per l'energia atomica (CNEA) e rimase in funzione sotto la presidenza di Raul Alfonsin. Durante la successiva leadership di Carlo Menem, ogni sua attività fu bloccata nell'ambito di una drastica riduzione delle spese di bilancio.
In proposito - anticipa però Telam, citando fonti del settore - per tutti questi anni la manutenzione dell'impianto è stata mantenuta "per cui potrà essere riattivato senza problemi, pur se ciò richiederà ingenti investimenti". Secondo "Clarin", comunque, tale iniziativa del governo di Kirchner "é più politico-strategica che economica". Il giornale sottolinea infatti che, a suo tempo, grazie alla tecnologia messa a punto a Pilcaniyeu - dove l'uranio viene arricchito per diffusione gassosa, un procedimento più costoso di quello che impiega centrifughe utilizzato dal Brasile e dall'Iran - l'Argentina è entrata a far parte del ristretto club di dieci Paesi che, capeggiato da Stati Uniti e Russia, controllano in modo completo il ciclo della produzione di combustibile nucleare.
Il "Clarin" afferma in proposito che dopo gli attentati dell'11 settembre 2001 Washington "ha creato il programma Global Nuclear Energy Partnership (GNEP) con cui si propone di "chiudere" tale club, affinché i Paesi che vogliono uranio arricchito lo comprino dagli Stati Uniti: in pratica una misura per evitare la proliferazione nucleare per fini militari". "In ultima istanza - nota il giornale - se il GNEP funzionasse e l'Argentina mantenesse paralizzato Pilcaniyeu, il Paese potrebbe finora restare fuori da questo club esclusivo". Tempo fa, media brasiliani avevano sostenuto la stessa cosa in merito all'intenzione di Brasilia di portare avanti la propria tecnologia per l'arricchimento dell'uranio.
L'obiettivo - avevano sottolineato giornali e tv - era non dipendere dagli Stati Uniti e, allo stesso tempo, entrare in concorrenza con loro in questo delicato settore. Quanto al "Clarin", rileva che il governo argentino non teme gli strali di Washington "poiché tutte le attività relative al nucleare si svolgeranno sotto l'egida di un accordo di cooperazione siglato con il Canada e la Atomic Energy of Canada Limited (AECL), che operano nel rispetto delle norme e con la supervisione degli USA".
(canisciolti.info)