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View Full Version : Afghanistan, il Pdci blocca l'accordo D'Alema: volete che cada l'esecutivo


dantes76
28-06-2006, 11:56
28 giugno 2006
Decreto unico di rifinanziamento di tutte le missioni all'estero
Afghanistan, il Pdci blocca l'accordo
D'Alema: volete che cada l'esecutivo
Il ministro: non resta che la fiducia. L'Udc tentata dal sì. Rifondazione comunista: 3-400 militari in meno
ROMA — «Se il Pdci insiste nel chiedere il ritiro non resta che prendere atto che non c'è più la maggioranza. Cosa volete, far cadere il governo? Se è così non resta che mettere la fiducia...». Così parlò Massimo D'Alema nel momento più caldo della riunione che ieri, in due riprese, ha impegnato governo e capigruppo dell'Unione sul decreto che rifinanzia la missione in Afghanistan. Prove di intesa, con strappo finale dei comunisti italiani.
Il partito di Oliviero Diliberto non molla, continuerà ad alzare la voce chiedendo di smobilitare le truppe e invocando la fiducia, ma dopo giorni di braccio di ferro un punto di mediazione è saltato fuori: la creazione di un comitato interparlamentare di monitoraggio sulle missioni aperto al contributo di esperti esterni al Parlamento, una trovata che ha ammorbidito la posizione di Rifondazione e Verdi, ma non ha ottenuto il consenso del Pdci. Il ricorso alla fiducia, almeno al Senato, non è ancora scongiurato.
La strategia parlamentare prevede un decreto unico di rifinanziamento delle 28 missioni, che sarà licenziato venerdì dal Consiglio dei ministri, un disegno di legge fotocopia del decreto e una mozione parlamentare, chiesta dalla sinistra che vuole mettere nero su bianco i segni di «discontinuità». Il disegno di legge non conterrà l'automatismo che consentirebbe di portare il rifinanziamento in aula una volta l'anno e non più ogni sei mesi, evitando laceranti tensioni. D'Alema ci sperava, ma la sinistra era insorta e poi per farlo servirebbe una modifica alla legge di bilancio.
Vertice piuttosto animato, quello di Palazzo Madama. Si comincia in mattinata, con D'Alema e Arturo Parisi che illustrano la linea sulle missioni all'estero, confermano che entro l'autunno non un solo militare resterà in Iraq, promettono un maggiore sforzo umanitario, garantiscono che l'Italia dice no alla richiesta Nato di aumentare uomini e mezzi e concludono che la missione in Afghanistan non vedrà estensioni territoriali. Ma sia chiaro, ribadisce D'Alema, «una exit strategy unilaterale non è possibile». Concetto ripetuto anche dal ministro della Difesa Parisi: «Lo spirito di solidarietà con gli alleati non ci consente scelte unilaterali ma ci impegna a decisioni collettive».
Manuela Palermi, capogruppo al Senato del Pdci, dice subito che i comunisti non ci stanno, poi la riunione viene aggiornata alle 17 ed è allora che lo scontro entra nel vivo. Verdi e Rifondazione arrivano con la proposta di un osservatorio permanente da costituire in capo al governo, ma l'idea non piace a D'Alema che la stoppa con l'appoggio degli ulivisti Dario Franceschini, Marina Sereni, Anna Finocchiaro e del capogruppo dell'Udeur Mauro Fabris. «E che facciamo, una roba extraparlamentare?». Ma la sinistra insiste, Parisi media e promette un «monitoraggio permanente» e alla fine la soluzione si trova: sarà un osservatorio parlamentare. «Andiamo a dire ai giornalisti che siamo tutti d'accordo...», si alza il ministro della Difesa. Esce Giovanni Russo Spena del Prc e annuncia l'accordo: «Il rifinanziamento sarà anche inferiore, ci saranno 300-400 uomini in meno», che in realtà sono 471 e la cui riduzione è del tutto casuale, dovuta alle esigenze degli alleati. Esce la Finocchiaro e parla di grande «prova di compattezza», poi sbuca la Palermi e dichiara che «a Kabul c'è una carneficina, quindi nessuna intesa è stata raggiunta».
D'Alema, stufo dei continui rilanci della capogruppo dei comunisti, così aveva apostrofato la senatrice: «Ma tu lo sai dov'è l'Afghanistan?». Spente le telecamere e spariti i cronisti, la Palermi si sfoga con Loredana De Petris: «Sono stata lasciata sola». E la senatrice dei Verdi, come a dire che l'intesa è lontana: «Da noi quattro, cinque voti non ci sono, o anche di più, e questo è bene che si sappia». In questo clima, l'Udc torna a offrire il suo apporto alla maggioranza. «I nostri senatori — annuncia Mario Baccini — hanno senso di responsabilità e voteranno a favore. Il governo è irresponsabile, ma noi non vogliamo lasciare soli i nostri soldati».
Monica Guerzoni

http://www.corriere.it/Primo_Piano/Esteri/2006/06_Giugno/28/afganistan.html