View Full Version : Guerra/Pace/Guerra/Pace/Guerra... ma cosa facciamo in Iraq?
Paganetor
09-06-2006, 12:54
da Ansa.it:
NAPOLITANO, NOSTRE MISSIONI MILITARI MA NON DI GUERRA
ROMA - Le nostre missioni militari all'estero sono "missioni militari ma non di guerra", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ricevendo al Quirinale l'ammiraglio La Rosa e una delegazione della Marina Militare in occasione dell'anniversario dell'impresa di Premuda.
"La Marina militare italiana è impegnata - ha detto il capo dello Stato - in una molteplicità e varietà di missioni all'estero che richiedono un alto grado di specializzazione e professionalità e che sono rivolte a tutelare essenziali beni comuni dalla lotta contro il traffico di esseri umani dalla libertà di navigazione, dalla Protezione civile alla salvaguardia dell'ambiente. Si tratta di missioni militari ma non di guerra. L'Italia ha bisogno dell'insieme delle forze armate al più alto livello di modernità ed efficienza per adempiere ai propri doveri di partecipazione alle organizzazioni internazionali che, come recita l'articolo 11 dela Costituzione repubblicana, sono impegnate ad assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni".
Giorgio Napolitano, ricevendo al Quirinale l'ammiraglio La Rosa, ha citato l'art.11 della Costituzione per ricordare che è un dovere dell'Italia partecipare alle missioni militari promosse dalle organizzazioni internazionali con compiti di pace e sicurezza. Implicito il riferimento alle missioni sotto l'egida Onu. "L'Italia ha bisogno dell'insieme delle Forze Armate, al più alto livello di modernità ed efficienza - ha detto il presidente della Repubblica - per adempiere i suoi doveri di partecipazione a quelle organizzazioni internazionali che, come recita l'articolo 11 della Costituzione repubblicana, sono impegnate ad assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni".
se ne era già parlato in un altro thread, mi pare, ma il "problema" si ripropone: quando lo diceva Berlusconi era falso, ora lo dice il nuovo presidente della Repubblica e automaticamente diventiamo buoni, bravi e non siamo in guerra.
idem Prodi: Berlusconi ha detto "via verso fine 2006" e l'opposizione urlava affinchè "scappassimo" subito dall'Iraq. Ora che Prodi è al governo "ci vogliono i tempi tecnici" e si arriva a fine anno (come aveva detto Berlusconi).
E' morto l'ennesimo militare italiano (Alessandro Pibiri, R.I.P. :( ) e suo padre (per il quale ho il massimo rispetto) chiede di andarcene subito dall'Iaq (finchè suo figlio era lì, stava bene e guadagnava un buono stipendio eravamo autorizzati? boh...)
ora pare vogliano che i militari italiani si ritirino e che, a fronte di una presenza di civili, non ci sia una protezione militare (per loro). A me sta bene, ma i volontari che devono rimanere lì senza un minimo di protezione cosa ne pensano?
insomma, io sono destrorso, Berlusconi mi ha profondamente deluso in questi anni ma Prodi sta guadagnando terreno velocemente per mettersi in pari con il suo omologo della CdL...
Sinceramente devo ancora capirci qualcosa anche io.
quella era semplicemente campagna elettorale
quella era semplicemente campagna elettorale
I candidati postavano tutti sul forum? :stordita:
LittleLux
09-06-2006, 14:07
Napolitano fa semplicemente il suo mestiere, tuttavia è innegabile che in Iraq, i nostri militari sono in un teatro di guerra, e, in un tale contesto, di fatto sei in guerra. Anche se formalmente la tua è una missione di pace. Se una parte della popolazione ti ritiene un occupante, a torto o a ragione, allora di fatto sei un occupante, anche se sei animato dalle migliori intenzioni. Comunque, la nostra missione laggiù, ai fini umanitari, poco è valsa. Una goccia nel mare...forse nemmeno quella. L'unica valenza era politico/economica.
quella era semplicemente campagna elettorale
cosa facciamo in iraq?
difendiamo un pozzo di proprietà dell'eni
lo sai che ih italia solo l'eni puo' distribuire petrolio?
lo sai come si chiama questo?-->MONOPOLIO
ovvio che per noi il petrolio è fonte di energia, ma da qui a morire per una ditta!.. :rolleyes:
Comunque, la nostra missione laggiù, ai fini umanitari, poco è valsa. Una goccia nel mare...forse nemmeno quella. L'unica valenza era politico/economica.
Dissento TOTALMENTE, a prescindere da ciò che pensi su guerra/pace, su quest'ultimo punto. Non so come fai a sapere esattamente ciò che hanno/non hanno fatto i nostri in missione, ma gli attestati di stima più volte ricevuti dalle attuali autorità iraquene mi sembrano in contrasto con il tuo pensiero, totale.
Oltretutto, secondo il tuo pensiero, sarebbe meglio lavarsene sempre è comunque le mani, visto che è "solo una goccia nel mare": IMHO tante gocce possono fare tanto.
Amu_rg550
09-06-2006, 15:02
Napolitano fa semplicemente il suo mestiere, tuttavia è innegabile che in Iraq, i nostri militari sono in un teatro di guerra, e, in un tale contesto, di fatto sei in guerra. Anche se formalmente la tua è una missione di pace. Se una parte della popolazione ti ritiene un occupante, a torto o a ragione, allora di fatto sei un occupante, anche se sei animato dalle migliori intenzioni. Comunque, la nostra missione laggiù, ai fini umanitari, poco è valsa. Una goccia nel mare...forse nemmeno quella. L'unica valenza era politico/economica.io invece sono assolutamente d'accordo, anche per conoscenza diretta tramite amici reduci da 5 mesi lì.
poi ognuno si può fare l'idea che preferisce.
Ma perchè c'è qualcuno che ci ha capito qualcosa della guerra in Iraq, per quanto mi riguarda credo che in toto verrà ricordata come una delle guerre più ignobili dopo la II guerra mondiale, ed il peggio deve ancora venire, poveri iraqueni, li hanno fatti finire dalla padella alla brace. :nono:
Ma perchè c'è qualcuno che ci ha capito qualcosa della guerra in Iraq, per quanto mi riguarda credo che in toto verrà ricordata come una delle guerre più ignobili dopo la II guerra mondiale, ed il peggio deve ancora venire, poveri iraqueni, li hanno fatti finire dalla padella alla brace. :nono:
Proprio in topic, eh?! :asd: :asd: :asd: :D
Paganetor
09-06-2006, 15:07
concordo con teogros: il topic dice altro, non sto affermando che sia più o meno "giusta" questa guerra...
parlo delle varie "banderuole" che ci sono a SX ;)
Proprio in topic, eh?! :asd: :asd: :asd: :D
Per me si, la condizione dei nostri militari è stata da sempre confusionaria, proprio come la guerra in Iraq. L'unica certezza è che dobbiamo farli tornare a casa. Ci rispondesse la cdl cosa ce li hanno mandati a fare, una cosa è certa che se al governo nel 2002 ci fosse stato il centro-sx i nostri militari non sarebbero mai partiti.
Paganetor
09-06-2006, 15:14
una cosa è certa che se al governo nel 2002 ci fosse stato il centro-sx i nostri militari non sarebbero mai partiti.
non ne sarei così sicuro: se fosse andato su Prodi con una maggioranza un po' meno risicata (oggi come oggi è sufficiente che unodei suoi si becchi il raffreddore per far rischiare al governo un bel capitombolo) forse avrebbe fatto passi simili ;)
Napolitano fa semplicemente il suo mestiere, tuttavia è innegabile che in Iraq, i nostri militari sono in un teatro di guerra, e, in un tale contesto, di fatto sei in guerra. Anche se formalmente la tua è una missione di pace. Se una parte della popolazione ti ritiene un occupante, a torto o a ragione, allora di fatto sei un occupante, anche se sei animato dalle migliori intenzioni. Comunque, la nostra missione laggiù, ai fini umanitari, poco è valsa. Una goccia nel mare...forse nemmeno quella. L'unica valenza era politico/economica.
quindi i fascisti che consideravano gli americani invasori et occupanti avevano ragione? o loro erano liberatori?
Paganetor
09-06-2006, 15:27
quindi i fascisti che consideravano gli americani invasori et occupanti avevano ragione? o loro erano liberatori?
ti dirà che l'hanno fatt oper avere le basi militari in italia, posto strategicamente molto improtante nell'area mediterranea... :rolleyes:
non ne sarei così sicuro: se fosse andato su Prodi con una maggioranza un po' meno risicata (oggi come oggi è sufficiente che unodei suoi si becchi il raffreddore per far rischiare al governo un bel capitombolo) forse avrebbe fatto passi simili ;)
Non penso proprio, ma nella maniera più assoluta, fin da prima della guerra tutto il centro sinistra è stato contrario, non solo al nostro intervento ma anche a quello degli USA, è stato chiaro fin da subito che si trattava di una guerra basata sulla menzogna.
FastFreddy
09-06-2006, 15:28
, una cosa è certa che se al governo nel 2002 ci fosse stato il centro-sx i nostri militari non sarebbero mai partiti.
Buona questa... :p
Non penso proprio, ma nella maniera più assoluta, fin da prima della guerra tutto il centro sinistra è stato contrario, non solo al nostro intervento ma anche a quello degli USA, è stato chiaro fin da subito che si trattava di una guerra basata sulla menzogna.
Dopo la seconda guerra mondiale, tutte le guerre, portate avanti da tutte le nazioni (Francia prima nella lista) sono basate SOLO ED ESCLUSIVAMENTE su motivi economici e per motivi politici (soprattutto per parare il fondoschiena a qualcuno, perlopiù).
E, da dopo la seconda guerra mondiale in poi, i non interventisti solitamente non lo fanno per motivi nobili, i loro motivi sono nobili tanto quanto quelli degli interventisti.
Quindi.
massimo78
09-06-2006, 15:38
quindi i fascisti che consideravano gli americani invasori et occupanti avevano ragione? o loro erano liberatori?
che pensiero profondo... :p
i fascisti consideravano gli american invasori...
noi invece consideravamo i fascisti gli invasori dell'italia.
Oggi noi consideriamo gli USA invasori dell'IRAQ, e probabilmente in IRAQ considerano NOI come i fascisti consideravano gli americani all'epoca.
massimo78
09-06-2006, 15:42
Buona questa... :p
Difficilmente Prodi avrebbe accettato simili condizioni, pur di apparire "amici" alla luce degli americani.
non credo che sarebbe andato così tante volte da Bush a raccontare aneddoti imbarazzanti per "noi italiani" :rolleyes: e parlo solo per questioni di dignità.
massimo78
09-06-2006, 15:55
Infatti se ci fosse stato Bertinotti al governo quando è scoppiato il caso Iraq probabilmente non ci saremmo andati , e quel ragazzo non sarebbe morto.
Purtroppo gente esaltata militarmente parlando con quel generale lì, dovrebbe giocare a Ghost Recon con la Xbox anzichè andare a giocare con la vita degli altri e con la propria, per poi fare uscite come questa di oggi, e gridare "gloria alla patria" visto che secondo me sono proprio le morti come queste a definirsi vane
che pensiero profondo... :p
i fascisti consideravano gli american invasori...
noi invece consideravamo i fascisti gli invasori dell'italia.
Oggi noi consideriamo gli USA invasori dell'IRAQ, e probabilmente in IRAQ considerano NOI come i fascisti consideravano gli americani all'epoca.
Non è estatto, a parte che non so quanti anni tu abbia, ma non penso tu possa dire noi per questioni cronologiche :rolleyes:
Lo sbarco degli americani in Sicilia risale a prima che il fascismo capitolasse, certo, i tempi non erano rosei, ma ciò non vuol dire.
In ogni caso, la sottoscritta che ha molti amici, e amici di amici militari, quasi tutti in missione o rientrati. E non è esattamente questa l'opinione che mi dicono, gli iraqeni (e anche gli Afghani) hanno di noi.
Anzi.
Se poi tu prendi come oro colato l'opinione di un manipolo di terroristi.
Siamo su due piani differenti.
Semplicemente perchè a me, di ciò che pensa una persona che fa saltare in aria dei mercati pieni di civili, o dei blindati italiani, non importa nulla.
Paganetor
09-06-2006, 15:57
Infatti se ci fosse stato Bertinotti al governo
quando Bertinotti era al governo... ha fatto cadere il governo! :p
Buona questa... :p
Buona si, perchè hai qualche dubbio a riguardo?
Se c'è una certezza nella coalizione di centro-sx credo sia questa. :D
Infatti se ci fosse stato Bertinotti al governo quando è scoppiato il caso Iraq probabilmente non ci saremmo andati , e quel ragazzo non sarebbe morto.
Purtroppo gente esaltata militarmente parlando con quel generale lì, dovrebbe giocare a Ghost Recon con la Xbox anzichè andare a giocare con la vita degli altri e con la propria, per poi fare uscite come questa di oggi, e gridare "gloria alla patria" visto che secondo me sono proprio le morti come queste a definirsi vane
Potrebbe anche essere vero quello che dici.
Ma è altrettanto veritiera l'opinione di quel generale (che ha sicuramente lavorato il triplo di Bertinotti, nella sua vita, rischiando molto di più), sul comunista dei baroni.
massimo78
09-06-2006, 16:03
Non è estatto, a parte che non so quanti anni tu abbia, ma non penso tu possa dire noi per questioni cronologiche :rolleyes:
decisamente non sono nonnopuffo... per NOI intendo tutti gli italiani che a suo tempo la pensavano come la penso anche io ora.
Lo sbarco degli americani in Sicilia risale a prima che il fascismo capitolasse, certo, i tempi non erano rosei, ma ciò non vuol dire.
In ogni caso, la sottoscritta che ha molti amici, e amici di amici militari, quasi tutti in missione o rientrati. E non è esattamente questa l'opinione che mi dicono, gli iraqeni (e anche gli Afghani) hanno di noi.
Anzi.
E degli americani che opinione hanno ? cosa ne pensano degli accordi presi tra Berlusconi e Bush?
Se poi tu prendi come oro colato l'opinione di un manipolo di terroristi.
Siamo su due piani differenti.
Semplicemente perchè a me, di ciò che pensa una persona che fa saltare in aria dei mercati pieni di civili, o dei blindati italiani, non importa nulla.
Non è su questo che la pensiamo differente.
La differenza tra il mio modo di pensare e il tuo è che TU sei convinta che noi stiamo lì a fare gli eroi.
Io invece penso, che noi siamo andati lì a spalleggiare (se pur per fargli un favore) dei prepotenti, che hanno e stanno tentando in ogni modo di apparire "belli" agli occhi del mondo, senza che NESSUNO glielo abbia chiesto.
Di fatto non spetta a NOI (Italiani, Francesi, Americani, etc..) decidere che stile di vita sia CIVILE o quale non lo sia.
Sono dell'idea che ogni cultura, paese, continente, debba avere la possibilità di decidere in che modo vivere, o basare la propria cultura.
Noi non siamo padroni di decidere come devono campare gli altri, tanto quanto gli altri non lo sono di imporci a noi come vivere.
Paganetor
09-06-2006, 16:06
Noi non siamo padroni di decidere come devono campare gli altri, tanto quanto gli altri non lo sono di imporci a noi come vivere.
ma se vedi che in un altro paese sta succedendo qualcosa di brutto non pensi sia giusto fare qualcosa per risolvere il problema? o dobbiamo sbattercene di tutto e di tutti?
FastFreddy
09-06-2006, 16:07
Buona si, perchè hai qualche dubbio a riguardo?
Se c'è una certezza nella coalizione di centro-sx credo sia questa. :D
L'unico dubbio che ho è quale motivazione avrebbero trovato per partecipare lo stesso... ;)
La posizione di R.C., Verdi e P.d.c.i. riguardo la guerra nei balcani non era certo diversa rispetto a quella sull'Iraq, eppure andammo lo stesso a bombardare...
massimo78
09-06-2006, 16:08
quando Bertinotti era al governo... ha fatto cadere il governo! :p
anche Berlusconi lo stava facendo cadere, se non fosse che ha avuto la tremenda faccia tosta da non ammetterlo :rolleyes:
Perchè lo trovi esaltato, scusa? E' un generale dell'esercito ed è ovvio che parla da generale dell'esercito: non vedo esaltazione alcuna. :confused:
In effetti detto così hai ragione... io intendevo esaltato come persona.
Tra l'altro spesso è risaputo che i volontari/soldati più "bravi" soffrono di manie di protagonismo e/o un cinismo strepitoso.
Potrebbe anche essere vero quello che dici.
Ma è altrettanto veritiera l'opinione di quel generale (che ha sicuramente lavorato il triplo di Bertinotti, nella sua vita, rischiando molto di più), sul comunista dei baroni.
Per come la vedo io, lavora più un contadino o un muratore o ancor di più un vucumprà piuttosto che il generale.
Eppure è discutibile l'utilità del lavoro che portano.
[QUOTE=massimo78]
E degli americani che opinione hanno ? cosa ne pensano degli accordi presi tra Berlusconi e Bush?
I civili perlopiù, non sanno nemmeno chi sono.
O perlomeno questo vale per Berlusconi.
Non è su questo che la pensiamo differente.
La differenza tra il mio modo di pensare e il tuo è che TU sei convinta che noi stiamo lì a fare gli eroi.
Io invece penso, che noi siamo andati lì a spalleggiare (se pur per fargli un favore) dei prepotenti, che hanno e stanno tentando in ogni modo di apparire "belli" agli occhi del mondo, senza che NESSUNO glielo abbia chiesto.
es è qui che ti sbagli, la penso esattamente come te.
Tranne che per il fatto che abbiamo fatto bene ad andare lì.
Di fatto non spetta a NOI (Italiani, Francesi, Americani, etc..) decidere che stile di vita sia CIVILE o quale non lo sia.
Sono dell'idea che ogni cultura, paese, continente, debba avere la possibilità di decidere in che modo vivere, o basare la propria cultura.
Noi non siamo padroni di decidere come devono campare gli altri, tanto quanto gli altri non lo sono di imporci a noi come vivere.
Vedi, il problema è che in Iraq, come ben tu saprai, gli americani non sono andati per esportare democrazia.
Gli americani han fatto quello che han fatto mentendo, sapendo di mentire.
Ed è per questo che sono stati beccati, e la figura di m. ce l'hanno fatta tutta.
E infatti gli italiani sono andati in quei territorio, dopo la fine del conflitto.
Che poi quello sia un territorio insicuro, instabile, pericoloso quanto un teatro di guerra, penso sia logico. Altrimenti non ci sarebbe alcun bisogno di missioni di pace :stordita: .
E in ogni caso, gli occidentali raramente sono stati mossi da intenti "umanitari", nelle loro guerre. Ben da prima della nascita dell'occidente, inteso come lo intendiamo oggi.
Il problema è che sono gli islamici che solitamente sono più che convinti d'esportare civiltà, nei loro attacchi terroristici, (e soprattutto nella loro così pacifica conquista per civilizzare l'africa).
Paganetor
09-06-2006, 16:12
anche Berlusconi lo stava facendo cadere, se non fosse che ha avuto la tremenda faccia tosta da non ammetterlo :rolleyes:
io la vedo in modo differente: non è Berlusconi ad aver avuto la faccia tosta, ma Bertinotti che non ha capito di essere in democrazia e non nella sua dittatura, e che non può puicchiare i pugni sul tavolo ogni volta che i suoi alleati politici dicono o fanno qualcosa che non gli piace.
perchè altrimenti non dovrebbe stare in una coalizione, ma tenersi il suo partito così com'è e cercare di avere la maggioranza da solo.
ma siccome non può farcela, cerca spazio nelle coalizioni e (quando gli fa comodo) manda giù i suoi "bocconi amari"... finchè non fa crollare tutto... ;)
massimo78
09-06-2006, 16:13
ma se vedi che in un altro paese sta succedendo qualcosa di brutto non pensi sia giusto fare qualcosa per risolvere il problema? o dobbiamo sbattercene di tutto e di tutti?
mmm no
partiamo dal presupposto... che sarebbe bene attendere che chi si trova in difficoltà chieda aiuto.
e gia qui si potrebbe valutare.
Non che chi attacca ti chiede supporto... lo trovo squallido specie visto la potenza di fuoco cui dispongono.
Ti sarebbe piaciuto, se quando c'era Berlusconi veniva non so... i Thailandesi (per dire una bioata) con dei bombardieri a minacciare l'Italia di mandar via Berlusocni altrimenti ci avrebbero "liberato" ? :stordita:
O avresti trovato fuori luogo questo intervento ? (benché molti avrebbero apprezzato tra virgolette il tentativo di liberazione)
A volte bisogna farsi i "fatti propri" non perchè conviene a noi, ma quanto perchè nessuno ci ha interpellato, e non è detto che tra 2 culture differenti la nostra sia la migliore, bisogna sempre mettere a conto l'ipotesi che possiamo essere noi quelli che sbagliano (anche se magari non è così).
Ecco, questa frase finale è devastante: come puoi dire una cosa del genere?
Ma figurati, i militari sono inutili.
Però i Carabinieri li chiama sicuramente, in caso di bisogno. :rolleyes:
Paganetor
09-06-2006, 16:15
fino a prova contraria Berlusconi è andato su democraticamente...
ah, concordo con te sul fatto che così come non dovremmo ficcanasare troppo negli affari e nelle "usanze" degli altri paesi, gli altri non dovrebbero farlo con noi... eppure pare che non funzioni esattamente così ;)
Ma insomma, :spam: e flame a parte, è guerra o pace?! :stordita:
massimo78
09-06-2006, 16:16
Ecco, questa frase finale è devastante: come puoi dire una cosa del genere?
beh mi sembra ovvio...
ti sembra che un vucumprà e un militare offrano pari servizi ? :rolleyes: non mi sembra...
era un esempio per far capire che la mole di lavoro non ha nulla a che vedere con l'utilità che il proprio lavoro porta al pubblico.
Venticello
09-06-2006, 16:16
Infatti se ci fosse stato Bertinotti al governo quando è scoppiato il caso Iraq probabilmente non ci saremmo andati , e quel ragazzo non sarebbe morto.
Anche la sinistra ha fatto al sua guerra, ricordati l'intervento nell'ex jugoslavia.
Ma insomma, :spam: e flame a parte, è guerra o pace?! :stordita:
dipende da chi è al governo.
dipende da chi è al governo.
:mbe:
:doh:
:nono:
massimo78
09-06-2006, 16:19
io la vedo in modo differente: non è Berlusconi ad aver avuto la faccia tosta, ma Bertinotti che non ha capito di essere in democrazia e non nella sua dittatura, e che non può puicchiare i pugni sul tavolo ogni volta che i suoi alleati politici dicono o fanno qualcosa che non gli piace.
perchè altrimenti non dovrebbe stare in una coalizione, ma tenersi il suo partito così com'è e cercare di avere la maggioranza da solo.
ma siccome non può farcela, cerca spazio nelle coalizioni e (quando gli fa comodo) manda giù i suoi "bocconi amari"... finchè non fa crollare tutto... ;)
ma per favoreeeee....
parli di pugni sul tavolo, e si parla di Bertinotti??? e che fine ha fatto i vari Bossi, Calderoli, Berlusconi (quando si parla di Casini o Follini) e così via ? :p
Berlusconi è riuscito a unire partiti che la pensavano diversamente pur di ottenere immunità parlamentare e dai processi :asd: (che ora gli toccherà affrontare)
Un consiglio, prima di giudicare il prossimo pensa a guardare i tuoi ;)
Paganetor
09-06-2006, 16:19
dipende da chi è al governo.
ha ragione Ileana... giusta o sbagliata che sia, da missione di guerra sotto il governo berlusconi (secondo la SX) si è trasformata in missione di pace (ora che la sX è al governo)
:mbe:
:doh:
:nono:
beh, non è vero?
Il ministro degli esteri era Fini, ed era guerra.
Il ministro degli esteri è D'Alema, ed è missione di pace.
Sono le dichiarazioni.
Poi quello che penso io penso sia chiaro dai miei precendenti interventi.
Paganetor
09-06-2006, 16:21
Un consiglio, prima di giudicare il prossimo pensa a guardare i tuoi ;)
non sono "i miei" :p
e infatti ho scritto nel primo post che l'operato di Berlusconi mi ha profondamente deluso
Nevermind
09-06-2006, 16:28
ma se vedi che in un altro paese sta succedendo qualcosa di brutto non pensi sia giusto fare qualcosa per risolvere il problema? o dobbiamo sbattercene di tutto e di tutti?
Si dal punto di vista teorico sarebbe la cosa giusta da fare, ed infatti dove non ineteressa non si muove un dito...per dire dillo a quelli che abitano in tibet per dire che da 50anni stanno subendo pulizia etnica vera e propria dalla cina...eppure enssuno ha mai detto "che orrore andiamo ad aiutare il tibet" come mai? Ovviamente perchè non esistono paesi che muovono il culo per fare i giustizieri dei deboli, ma solo per interesse.
Ti dirò che la cosa non mis convolge e a dirla tutta non me ne frega un accidnete dei morti iraqueni, di quelli americani e neppure die nostri italiani, non me ne puor fregar di meno, solo una cosa mi scoccia essere preso per il culo e definire una guerra umanitaria o di pace è uan presa nei fondelli che mi fa incazzare.
Se mi dicessero siamo in guerra per difendere i nostri interessi io dire: "ok mi sembra logico". Ma finchè mi si piglia per deficiente io m'incazzo.
Anche la sinistra ha fatto al sua guerra, ricordati l'intervento nell'ex jugoslavia.
non era mica una missione di pace????
:stordita:
beh, non è vero?
Il ministro degli esteri era Fini, ed era guerra.
Il ministro degli esteri è D'Alema, ed è missione di pace.
Sono le dichiarazioni.
Poi quello che penso io penso sia chiaro dai miei precendenti interventi.
Va che la penso come te, eh! ;)
^TiGeRShArK^
09-06-2006, 16:43
Dissento TOTALMENTE, a prescindere da ciò che pensi su guerra/pace, su quest'ultimo punto. Non so come fai a sapere esattamente ciò che hanno/non hanno fatto i nostri in missione, ma gli attestati di stima più volte ricevuti dalle attuali autorità iraquene mi sembrano in contrasto con il tuo pensiero, totale.
Oltretutto, secondo il tuo pensiero, sarebbe meglio lavarsene sempre è comunque le mani, visto che è "solo una goccia nel mare": IMHO tante gocce possono fare tanto.
non hai niente su cui dissentire.
Basta guardare la percentuale destinata x la ricostruzione sul totale dei fondi stanziati.
non hai niente su cui dissentire.
Basta guardare la percentuale destinata x la ricostruzione sul totale dei fondi stanziati.
Guarda: la ricostruzione è una cosa, cercare di mantenere la pace e aiutare la popolazione è un'altra. I soldati mica costruiscono le case, sai?
pietro84
09-06-2006, 17:01
UFFICIALMENTE siamo in missione di pace, ma anche un bambino si accorge che lì si spara e si muore... quindi tanto missione di pace non è :D
pietro84
09-06-2006, 17:04
Anche la sinistra ha fatto al sua guerra, ricordati l'intervento nell'ex jugoslavia.
che c'entra ? mica i fatti erano gli stessi?
cmq supponiamo che abbia sbagliato... questo errore del csx autorizza un errore triplo del cdx ?! :doh:
non ho conosciuto una sola persona di cdx che non ragioni così :doh: :doh: :doh:
che c'entra ? mica i fatti erano gli stessi?
cmq supponiamo che abbia sbagliato... questo errore del csx autorizza un errore triplo del cdx ?! :doh:
non ho conosciuto una sola persona di cdx che non ragioni così :doh: :doh: :doh:
al contrario, per il CSX :doh:
Va che la penso come te, eh! ;)
scusa non avevo inteso :help:
scusa non avevo inteso :help:
:flower:
massimo78
09-06-2006, 17:44
ha ragione Ileana... giusta o sbagliata che sia, da missione di guerra sotto il governo berlusconi (secondo la SX) si è trasformata in missione di pace (ora che la sX è al governo)
più propriamente direi che stai travisando.
Le cose stanno così :
Berlusconi con il suo governo ci ha tirato in ballo (visto che lui credeva nella missione di "guerra").
ora che è cambiato governo bisogna tornare a casa visto che noi crediamo SOLO nelle missioni di "pace" il problema è che non si può dire "tutti a casa" perchè bisogna seguire un calendario tecnico.
più propriamente direi che stai travisando.
Le cose stanno così :
Berlusconi con il suo governo ci ha tirato in ballo (visto che lui credeva nella missione di "guerra").
ora che è cambiato governo bisogna tornare a casa visto che noi crediamo SOLO nelle missioni di "pace" il problema è che non si può dire "tutti a casa" perchè bisogna seguire un calendario tecnico.
Allora forse non parli la stessa lingua dei tuoi leader, dato che tutti loro non dicono cià che dici te, ma che si tratta di una missione di pace. :read: :mc: :read:
massimo78
09-06-2006, 17:50
non sono "i miei" :p
e infatti ho scritto nel primo post che l'operato di Berlusconi mi ha profondamente deluso
perfetto allora scusa :D puoi giudicare chi ti pare ;)
:rolleyes:
chi sarebbero i tuoi se non è Berlusconi ? Fini ? Bossi ? o Casini?
Guarda: la ricostruzione è una cosa, cercare di mantenere la pace e aiutare la popolazione è un'altra. I soldati mica costruiscono le case, sai?
Infatti i soldati riportano la pace utilizzando le armi, e tu hai idea di "in che modo" lo facciano ammesso che lo facciano?
Ehm.... Tipo in questo thread ove si parla di Bertinotti e saltano fuori gli errori di Berlusconi?
Sì, hai proprio ragione! :asd:
Quando il bue dice cornuto all'asino è uso mettergli di fronte uno specchio :rolleyes:
massimo78
09-06-2006, 17:54
Allora forse non parli la stessa lingua dei tuoi leader, dato che tutti loro non dicono cià che dici te, ma che si tratta di una missione di pace. :read: :mc: :read:
forse devi togliere le fette di prosciutto dagli occhi e leggere giornali diversi dal "Il giornale".
Prodi ha detto chiaramente che questa missione non era affatto condivisa dalla nostra coalizione.
Di fatto ci troviamo lì per "decisione" di qualcun'altro.
Si tornerà a casa, ma non prima dei tempi tecnici.
La missione di pace, è quella che svolgono tutti coloro che vanno lì ad aiutare i civili, o a ricostruire le case, e i nostri militari (in teoria) dovrebbero servire a difendere queste persone; non a fare cio che ordina Bush a Berlusconi e lui fa eseguire ai nostri soldati, tanto mica ci va lui a morire bruciato negli autoblindo.
Paganetor
09-06-2006, 17:59
perfetto allora scusa :D puoi giudicare chi ti pare ;)
:rolleyes:
chi sarebbero i tuoi se non è Berlusconi ? Fini ? Bossi ? o Casini?
Infatti i soldati riportano la pace utilizzando le armi, e tu hai idea di "in che modo" lo facciano ammesso che lo facciano?
Quando il bue dice cornuto all'asino è uso mettergli di fronte uno specchio :rolleyes:
te l'ho detto, sono "destrorso", ho votato fini.
alle comunali a Milano ho votato ferrante perchè mi sembrava più adatto.
il fatto è che non si votano le ideologie, ma le persone ;)
massimo78
09-06-2006, 18:38
LOL, per l'appunto!!! :asd:
quindi hai aperto bocca per tirare aria come si suol dire :D
da Ansa.it:
NAPOLITANO, NOSTRE MISSIONI MILITARI MA NON DI GUERRA
non ci credo.
uno di sinistra che l' ha capito. :ave:
L'ha già detto Easy, siamo andati la per fini non nobili (dipende dai punti di vista) attraverso mezzi nobili (aiutare la popolazione), i fini non nobili sono succulenti contratti per le aziende nazionali.
L'ha già detto Easy, siamo andati la per fini non nobili (dipende dai punti di vista) attraverso mezzi nobili (aiutare la popolazione), i fini non nobili sono succulenti contratti per le aziende nazionali.E adesso, che dopo aver pagato il prezzo sarebbe ora solo piu' di raccogliere......... ce ne andiamo.
Chissa' come mai US e UK non si lamentano?
zerothehero
09-06-2006, 20:27
Infatti se ci fosse stato Bertinotti al governo quando è scoppiato il caso Iraq probabilmente non ci saremmo andati , e quel ragazzo non sarebbe morto.
Purtroppo gente esaltata militarmente parlando con quel generale lì, dovrebbe giocare a Ghost Recon con la Xbox anzichè andare a giocare con la vita degli altri e con la propria, per poi fare uscite come questa di oggi, e gridare "gloria alla patria" visto che secondo me sono proprio le morti come queste a definirsi vane
Il mestiere del soldato prevede anche la possibilità di morire e in Iraq chi ci va lo fa da volontario..ricordo inoltre che Diliberto ai funerali dell'ultimo soldato ucciso è stato pesantamente contestato dal fratello perchè ha provato a delegittimare l'operato dei soldati italiani in Iraq.
zerothehero
09-06-2006, 20:31
Ma insomma, :spam: e flame a parte, è guerra o pace?! :stordita:
Si tratta di missioni internazionali di peacekeeping legittime dal punto di vista del diritto internazionale e autorizzate da risoluzione del consiglio di sicurezza.
L'Italia è da sempre impegnata nelle missioni internazionali e ha circa 10000 soldati in giro per il mondo.
L'art 11 si riferisce al ripudio della guerra come strumento di risoluzione delle controversie, non limita la facoltà di partecipare alle missioni internazionali.
LittleLux
09-06-2006, 20:44
Dissento TOTALMENTE, a prescindere da ciò che pensi su guerra/pace, su quest'ultimo punto. Non so come fai a sapere esattamente ciò che hanno/non hanno fatto i nostri in missione, ma gli attestati di stima più volte ricevuti dalle attuali autorità iraquene mi sembrano in contrasto con il tuo pensiero, totale.
Oltretutto, secondo il tuo pensiero, sarebbe meglio lavarsene sempre è comunque le mani, visto che è "solo una goccia nel mare": IMHO tante gocce possono fare tanto.
Basta leggere le statistiche sui fondi destinati alla ricostruzione, più volte postati anche in questo forum. Mi piacerebbe anche a me poter dire: siamo andati la e li abbiamo rimessi in piedi. Ma così non è stato perchè tutta la vicenda iraqena è nata male, e noi siamo stati coinvolti si, ma da semplici spettatori, in fondo.
LittleLux
09-06-2006, 20:45
Non sono assolutamente d'accordo
dimostrami che ho torto. ;)
LittleLux
09-06-2006, 20:48
quindi i fascisti che consideravano gli americani invasori et occupanti avevano ragione? o loro erano liberatori?
A parte che la tua risposta mi sembra poco pertinente, visto che le condizioni storico, politiche e culturali tra i due eventi presi in considerazione sono siderali, ti rispondo più che volentieri. La mia risposta è no, non avevano ragione i fascisti. Ma questo non c'entra nulla con quello che mi hai quotato.
zerothehero
09-06-2006, 20:52
Basta leggere le statistiche sui fondi destinati alla ricostruzione, più volte postati anche in questo forum. Mi piacerebbe anche a me poter dire: siamo andati la e li abbiamo rimessi in piedi. Ma così non è stato perchè tutta la vicenda iraqena è nata male, e noi siamo stati coinvolti si, ma da semplici spettatori, in fondo.
E' logico che in Iraq la priorità sia la sicurezza..senza sicurezza non puoi successivamente ricostruire nulla.
Quindi i militari italiani sono stati utili per garantire un controllo del territorio, senza il quale non ci sarebbero potute essere le elezioni amministrative a Nassirya e alcune opere di ricostruzione di scuole e aiuti umanitari.
LittleLux
09-06-2006, 20:58
E' logico che in Iraq la priorità sia la sicurezza..senza sicurezza non puoi successivamente ricostruire nulla.
Quindi i militari italiani sono stati utili per garantire un controllo del territorio, senza il quale non ci sarebbero potute essere le elezioni amministrative a Nassirya e alcune opere di ricostruzione di scuole e aiuti umanitari.
Allora, parliamoci chiaro. Il controllo del territorio in realtà non è stato garantito dai pochi militari presenti in Iraq. E' stato garantito dal fatto che gli sciiti al sud avevano tutto ilvantaggio a collaborare con gli occidentali. Basta vedere ora come stanno andando le cose. I militari italiani ed inglesi se ne stanno di fatto rintanati nelle loro basi e, appena mettono fuori il muso vengono colpiti molto facilmente. Al nord è lo stesso, anzi, molto peggio. Eppure li ci sono quanti militari? 140.000? Eppure non controllona un fico secco, perchè hanno contro un bel pezzo di popolazione. Questa è la realtà, purtroppo: un disastro umanitario in primis, in seconda battuta un disastro politico per noi occidentali ed in più economico per l'Iraq.
P.S.: comunque sto thread sta in piedi su una polemica inesistente. Napolitano, infatti, con le sue parole si riferiva alla missione in Afghanistan.
zerothehero
09-06-2006, 21:03
Allora, parliamoci chiaro. Il controllo del territorio in realtà non è stato garantito dai pochi militari presenti in Iraq. E' stato garantito dal fatto che gli sciiti al sud avevano tutto ilvantaggio a collaborare con gli occidentali. Basta vedere ora come stanno andando le cose. I militari italiani ed inglesi se ne stanno di fatto rintanati nelle loro basi e, appena mettono fuori il muso vengono colpiti molto facilmente. Al nord è lo stesso, anzi, molto peggio. Eppure li ci sono quanti militari? 140.000? Eppure non controllona un fico secco, perchè hanno contro un bel pezzo di popolazione. Questa è la realtà, purtroppo: un disastro umanitario in primis, in seconda battuta un disastro politico per noi occidentali ed in più economico per l'Iraq.
P.S.: comunque sto thread sta in piedi su una polemica inesistente. Napolitano, infatti, con le sue parole si riferiva alla missione in Afghanistan.
Senza militari l'amministrazione a Nassirya non sarebbe del governo irakeno locale ma delle milizie di Al-Sadr...per il resto la questione va risolta da un punto di vista politico, dal nuovo governo irakeno..ma senza i militari e i soldati non ci sarebbero state le elezioni politiche, nè opere di ricostruzione civile.
La militarizzazione è necessaria finchè il governo democratico irakeno non pone le basi per un controllo territoriale da parte delle forze di pubblica sicurezza irakene.
LittleLux
09-06-2006, 21:10
Senza militari l'amministrazione a Nassirya non sarebbe del governo irakeno locale ma delle milizie di Al-Sadr...per il resto la questione va risolta da un punto di vista politico, dal nuovo governo irakeno..ma senza i militari e i soldati non ci sarebbero state le elezioni politiche, nè opere di ricostruzione civile.
La militarizzazione è necessaria finchè il governo democratico irakeno non pone le basi per un controllo territoriale da parte delle forze di pubblica sicurezza irakene.
Il punto è che la ricostruzione non è ancora iniziata, ed i benefici politici, al momento, sono andati esclusivamente a quei pochi che senza appoggio occidentale, come giustamente sostieni, sarebbero ora nella polvere. Ma certo questi vantaggi non stanno toccando la popolazione. Ghè nient da fà zero, la guerra è nata male, e non certo per liberare un popolo dal proprio dittatore. Se così fosse stato gli occidentali, come del resto ben sapevano, avrebbero dovuto occupare il paese con almeno mezzo milione di uomini. Così non è stato perchè gli obiettivi erano e restano ben altri, anche se credo che abbiano comunque commesso un errore di valutazione delle forze necessarie per raggiungerli.
massimo78
09-06-2006, 21:41
ricordo inoltre che Diliberto ai funerali dell'ultimo soldato ucciso è stato pesantamente contestato dal fratello perchè ha provato a delegittimare l'operato dei soldati italiani in Iraq.
non lo sapevo.
onestamente non condivido alcune cose fatte da Diliberto (come questa ad esempio).
Penso che alcune differenze di pensiero in casi come questo (funerale per capirci) sia meglio metterle da parte, per lasciar spazio al dispiacere che provano le persone presenti.
Un po come penso abbia fatto oggi Bertinotti, che però è stato chiamato in causa dal famoso Generale.
non lo sapevo.
onestamente non condivido alcune cose fatte da Diliberto (come questa ad esempio).
Penso che alcune differenze di pensiero in casi come questo (funerale per capirci) sia meglio metterle da parte, per lasciar spazio al dispiacere che provano le persone presenti.
Un po come penso abbia fatto oggi Bertinotti, che però è stato chiamato in causa dal famoso Generale.Tanto per capirci, Diliberto e' andato dai genitori al funerale e ha detto "io l'ho sempre detto che non ci sarebbero dovuti andare".
Sciacallaggio.
zerothehero
09-06-2006, 21:50
non lo sapevo.
onestamente non condivido alcune cose fatte da Diliberto (come questa ad esempio).
Penso che alcune differenze di pensiero in casi come questo (funerale per capirci) sia meglio metterle da parte, per lasciar spazio al dispiacere che provano le persone presenti.
Un po come penso abbia fatto oggi Bertinotti, che però è stato chiamato in causa dal famoso Generale.
Domani si troverà qualcosa sul sito del corriere..oggi se hai il corriere della sera puoi leggerti l'articolo in merito...il fratello del militare morto ha fatto pelo e contropelo a Diliberto...quasi mi è dispiaciuto. :fagiano:
massimo78
09-06-2006, 21:53
per rispondere a entrambi torno a dire...
non si è regolato...
un conto è dire "ok si torna tutti a casa siccome non condividiamo questa missione"
un conto è andare dai genitori del defunto al funerale a ricordare che se era per lui sarebbe (forse) ancora vivo...
che 1) non ha senso visto che ormai è morto 2) è indelicato andare lì in un momento simile perchè non è dipeso certo da loro 2 se il figlio è andato lì a morire.
http://www.repubblica.it/news/ired/ultimora/2006/rep_nazionale_n_1575392.html?ref=hprepnews
Roma, 15:51
NASSIRIYA: FRATELLO PIBIRI, ESTREMA SINISTRA NON SPECULI
"Lo sappiano tutti, destra, sinistra e centro: i nostri militari in Iraq si stanno facendo valere perche' stanno facendo davvero qualcosa di buono. Alla faccia di qualche politico di estrema sinistra che e' venuto a dire, di fronte al cadavere di mio fratello, 'ho sempre detto che non si doveva andare in guerra'". Mauro Pibiri, fratello del caporal maggiore vittima dell'ultimo attentato a nord di Nassiriya, fuori dalla camera ardente allestita al Celio, polemizza duramente (senza mai nominarlo) con il segretario del Pdci, Oliviero Diliberto. "Quello che molti non sanno, perche' e' nascosto - continua il fratello di Alessandro - e' che gli italiani in Iraq hanno portato l'acqua, la luce, aiutano le imprese del posto a ricostruire, generano lavoro. Non vanno li' a saltare in aria. Alessandro non e' andato li', come ha detto qualcuno, perche' voleva farsi un viaggetto: mio fratello ci credeva ciecamente, l'ha scelto, noi siamo stati orgogliosi e non abbiamo mai ostacolato le sue decisioni". "Il mio papa' ha detto che i soldati devono tornare a casa? E' vero, ma ha parlato come genitore in un momento di disperazione, nemmeno lui ha mai ostacolato Alessandro nelle sue scelte e anche lui sa benissimo che i nostri militari laggiu' stanno facendo del bene. Il problema e' che li' c'e' una situazione non di guerra ma di guerriglia, purtroppo non contrastabile".
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http://www.iltempo.it/approfondimenti/index.aspx?id=944709
IL DOLORE DI MAURO PIBIRI
Il fratello ai Comunisti italiani: «Quei militari aiutano l’Iraq»
«LO SAPPIANO tutti, destra, sinistra e centro, i nostri militari in Iraq si stanno facendo valere perché stanno facendo davvero qualcosa di buono, alla faccia di qualche politico di estrema sinistra che è venuto a dire "Ho sempre detto che non si doveva andare in guerra" davanti al cadavere di mio fratello Alessandro». Queste le parole di Mauro Pibiri, fratello dell’ultima vittima della guerra in Iraq, poco dopo che il leader dei Comunisti italiani, Oliviero Diliberto, recatosi alla camera ardente, a pochi metri dalla salma di suo fratello, si era tra l'altro chiesto perché i militari italiani non venissero ritirati prima dell'autunno. «Io sono un ufficiale di complemento in congedo, essere militare vuol dire dedicare la propria vita agli altri e al proprio paese. Il compenso che si percepisce è niente di fronte alla vita che si rischia di perdere. Mio fratello - ha aggiunto parlando con i giornalisti fuori dalla camera ardente e senza mai citare direttamente Diliberto - ci credeva ciecamente, l'ha scelto lui di andare e noi siamo stati orgogliosi della sua scelta e non l'abbiamo mai ostacolato». Mauro Pibiri ha poi ricordato che «molti non vedono quanto gli italiani stanno facendo in Iraq, portando luce e acqua e aiutando le imprese del posto a ricostruire e generare lavoro, molti vedono solo l'italiano che va a farsi saltare in aria. Ma non è così, noi italiani siamo andati lì per cercare di fare qualcosa di buono». Il fratello del giovane militare ucciso ha ribadito: «Sono molto orgoglioso di mio fratello e anche mio padre, che ha parlato in un momento di sconforto, è orgoglioso di lui e non ha mai ostacolato le sue scelte, la scelta di un lavoro rischioso che non è solo un modo di guadagnarsi il pane, ma una scelta di vita».
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Meglio?
zerothehero
09-06-2006, 22:01
per rispondere a entrambi torno a dire...
non si è regolato...
Gli è scappata..Diliberto è una persona colta e preparata al contrario di altri deputati (ogni riferimento-frecciata alla Menapace è puramente voluto).
Diliberto ha detto ai funerali:
L'ho sempre detto che non dovevamo andare in Iraq...
Si aspettava gli applausi e invece..
Il fratello:Ma cosa sta dicendo?
Mio fratello era andato per aiutare gli irakeni, non per fare la guerra. Lei cosa ne sa? (urlandogli in faccia).
.."Lo sappiamo tutti la destra, la sinistra, il centro..i nostri militare in Ira hanno portato la luce, l'acqua aiutano le imprese a ricostruire..e tuto questo per smentire un politico di estrema sinistra che è venuto a dire di fronte al cadavere di mio fratello che non si doveva andare in guerra.
:eek:
Thread succulento, mi ci catapulto :D
Come dico sempre e maxsona ha ricordato, le missioni internazionali sono fatte per fini non nobili attraverso mezzi nobili, dire è zona di guerra quindi missione di guerra non ha senso, le missioni multinazionali vengono SEMPRE fatte in zona di guerra o immediatamente post guerra, ergo, la zona è pericolosa e quindi ci mandiamo i militari, che svolgono primariamente la funzione di garantire la sicurezza, al fine di stabilizzare la zona nel dopo conflitto e permettere l'afflusso deigli aiuti umanitari. Voi direte, non possiamo mandare gli aiuti e farli distribuire a tutti dagli stessi irakeni? Semplice, no, vi ricordate la somalia? le milizie sequestravano gli aiuti e li rivendevano a prezzi esorbitanti alla popolazione stremata!!! Proprio da quello arrivarono in somalia i soldati su mandato ONU.
Gli stessi irakeni risconoscono che gli italiani, sia in prima persona che attraverso l'addestramento degli irakeni, hanno resa sicura la provincia, sia dal pericolo della criminalità comune (in salsa irakena) sia da movimenti terrorsiti che tentavano di installarsi in zona, vedi esercito del Mahdi, che ha tentato di fare di Nassiriyah una seconda Falluja, e che grazie agli italiani non ci è riuscito.
Venendo alla parte tecnica, il quadro della missione italiana è indubbiamente di peace keeping, infatti non svogliamo alcuna azione offensiva ammeno che non vi siamo costretti (contrariamente alla forze USA) utilizzando la forza in maniera proporzionale all' offesa, e ciò che facciamo è esattamente uguale a ciò che abbiamo fatto a suo tempo in kossovo, in bosnia etcc..
Però la dizione tecnicamente esatta più che pace, guerra, missione di pace o altro è "post conflict operations" o ancora più precisamente "peace support operations" (PSO), ma chi scendiamo forse troppo nel tecnico e mi fermo.
massimo78
09-06-2006, 22:13
.."Lo sappiamo tutti la destra, la sinistra, il centro..i nostri militare in Ira hanno portato la luce, l'acqua aiutano le imprese a ricostruire..e tuto questo per smentire un politico di estrema sinistra che è venuto a dire di fronte al cadavere di mio fratello che non si doveva andare in guerra.
:eek:
beh questo è quello che si dice qui...
ma come abbiamo visto in passato dai filmati dove (si ok erano inglesi e americani) alcuni torturavano gli iracheni... bisognerebbe realmente sapere quale sono le mansioni che svolgono una volta lì...
nessuno che non sia stato lì lo può sapere con certezza...
beh questo è quello che si dice qui...
ma come abbiamo visto in passato dai filmati dove (si ok erano inglesi e americani) alcuni torturavano gli iracheni... bisognerebbe realmente sapere quale sono le mansioni che svolgono una volta lì...
nessuno che non sia stato lì lo può sapere con certezza...Ti sei appena messo allo stesso livello di Diliberto.
Vergognati.
indelebile
09-06-2006, 22:20
Secondo me han sbagliato in 3 , il padre con la dichiarazione :
"Prima rientrano a casa meglio é. L'Iraq è un posto dove la vita umana non conta, mentre la popolazione è da aiutare"
Diliberto che alle esequie o prima dice quelle cose
e il fratello che risponde rabbioso e anche politico
il padre è sicuramente da capire dato il momento di sconforto, niente da dire
diliberto non doveva attacarsi alle parole del padre per dire quelle cose davanti alla bara, anche se ci crede
il fratello è anche lui da capire dati i momenti, ma ihmo avrebbe fatto meglio anche lui a non esporsi cosi tanto e politicazare la sua risposta, anche se ci crede
Secondo me han sbagliato in 3 , il padre con la dichiarazione :
"Prima rientrano a casa meglio é. L'Iraq è un posto dove la vita umana non conta, mentre la popolazione è da aiutare"
Diliberto che alle esequie o prima dice quelle cose
e il fratello che risponde rabbioso e anche politico
il padre è sicuramente da capire dato il momento di sconforto, niente da dire
diliberto non doveva attacarsi alle parole del padre per dire quelle cose davanti alla bara, anche se ci crede
il fratello è anche lui da capire dati i momenti, ma ihmo avrebbe fatto meglio anche lui a non esporsi cosi tanto e politicazare la sua risposta, anche se ci crede
Scusa, non sono cosi' cieco da non capire il fatto che la risposta possa essere interpretata come politicizzata, ma a mancare di rispetto alla sua famiglia e a suo fratello al funerale non e' stato Rauti.
ROMA-"Lo sappiano tutti, destra, sinistra e centro, i nostri militari in Iraq si stanno facendo valere perché stanno facendo davvero qualcosa di buono, alla faccia di qualche politico di estrema sinistra che è venuto a dire, di fronte al cadavere di mio fratello: 'Ho sempre detto che non si doveva andare in guerra' ". Così il fratello dell' ultima vittima della guerra in Iraq, Mauro Pibiri, a pochi metri dalla salma di suo fratello, poco dopo che il leader dei Comunisti italiani, Oliviero Diliberto, recatosi alla camera ardente, si era tra l' altro chiesto perché i militari italiani non venissero ritirati prima dell' autunno.
"Io sono un ufficiale di complemento in congedo, essere militare vuol dire dedicare la propria vita agli altri e al proprio paese. Il compenso che si percepisce è niente di fronte alla vita che si rischia di perdere. Mio fratello - ha aggiunto parlando con i giornalisti fuori dalla camera ardente e senza mai citare direttamente Diliberto - ci credeva ciecamente, l' ha scelto lui di andare e noi siamo stati orgogliosi della sua scelta e non l' abbiamo mai ostacolato". Mauro Pibiri ha poi ricordato che "molti non vedono quanto gli italiani stanno facendo in Iraq, portando luce e acqua e aiutando le imprese del posto a ricostruire e generare lavoro, molti vedono solo l' italiano che va a farsi saltare in aria. Ma non è così, noi italiani siamo andati lì per cercare di fare qualcosa di buono". Il fratello del giovane militare ucciso ha ribadito: "Sono molto orgoglioso di mio fratello e anche mio padre, che ha parlato in un momento di sconforto, è orgoglioso di lui e non ha mai ostacolato le sue scelte .
Ti cito anche se sei arrivato tardi....."Sono molto orgoglioso di mio fratello e anche mio padre, che ha parlato in un momento di sconforto, è orgoglioso di lui e non ha mai ostacolato le sue scelte .Sono orgoglioso anch'io, pur senza conoscerlo.
E sono orgoglioso della sua famiglia. E' bello sapere che ci sono italiani cosi'.
massimo78
10-06-2006, 08:13
Ti sei appena messo allo stesso livello di Diliberto.
Vergognati.
Vergognati dillo ai parenti tuoi se te lo permettono.
Io ho solamente espresso la mia idea sul fatto che tra il "dire e il fare" spesso ce ne passa.
Di fatto nessuno di noi è stato in Iraq e nessuno di noi sa con precisione cio che avviene lì.
Se si viene mandati lì con l'intento di aiutare, ma una volta sul posto gli ordini sono differenti, dubito che qualcuno di loro possa dire "no, non erano questi i patti torno indietro".
Ciò che ha fatto Diliberto non ha nulla a che vedere con cio che ho detto io nel post di prima, prima di offendere impara interpretare cio che c'è scritto nei post, perchè a volte hanno significati differenti da quello che vorresti significassero.
indelebile
10-06-2006, 11:00
Scusa, non sono cosi' cieco da non capire il fatto che la risposta possa essere interpretata come politicizzata, ma a mancare di rispetto alla sua famiglia e a suo fratello al funerale non e' stato Rauti.
Ti ripeto se qualcuno manca di rispetto, anche se posso capire la attenuante della situazione, non vado a politicizzare la risposta, ci sono altri modi per rispondere sdegnatamente, anche se non mi sorprenderebbe che il fratello che è anche lui un militare,che si sa sono in stragrande maggioranza di destra, abbia voluto marcare volutamente la risposta
Vergognati dillo ai parenti tuoi se te lo permettono.Vergognati lo dico a te, lo dico ad alta voce e lo ribadisco.
Vergognati.
Hai citato una frase di zerothehero che riportava il fratello del caporale morto che diceva:
Lo sappiamo tutti la destra, la sinistra, il centro..i nostri militare in Ira hanno portato la luce, l'acqua aiutano le imprese a ricostruire..e tuto questo per smentire un politico di estrema sinistra che è venuto a dire di fronte al cadavere di mio fratello che non si doveva andare in guerra.
E sei stato cosi vergognoso da dire:
beh questo è quello che si dice qui...
...............
bisognerebbe realmente sapere quale sono le mansioni che svolgono una volta lì... Vergognati.
massimo78
10-06-2006, 14:38
Vergognati lo dico a te, lo dico ad alta voce e lo ribadisco.
Vergognati.
Hai citato una frase di zerothehero che riportava il fratello del caporale morto che diceva:
E sei stato cosi vergognoso da dire:
Vergognati.
Se c'è uno che deve vergognarsi se tu, impara a leggere e sopratutto l'educazione, ignorante e maleducato.
ps: segnalato ai mod.
Se c'è uno che deve vergognarsi se tu, impara a leggere e sopratutto l'educazione, ignorante e maleducato.
ps: segnalato ai mod.Grazie 1000 per la segnalazione.
Spero che quando arriveranno a verificare i miei post vedranno anche i tuoi, che secondo me hanno anche qualche implicazione penale, tipo vilipendio.
massimo78
10-06-2006, 14:51
Grazie 1000 per la segnalazione.
Spero che quando arriveranno a verificare i miei post vedranno anche i tuoi, che secondo me hanno anche qualche implicazione penale, tipo vilipendio.
dubito fortemente, io ho solamente detto che il fratello del caporale non essendo stato in guerra al posto del fratello non può sapere al 100% cio che accade lì. Il vilipendio è qualcos'altro tipo cio che afferma bossi quando fa i suoi comizi.
Al contrario di me, tu mi hai insultato più volte. Pensaci bene a chi rischia una denuncia.
dubito fortemente, io ho solamente detto che il fratello del caporale non essendo stato in guerra al posto del fratello non può sapere al 100% cio che accade lì.Non e' vero.
Non hai detto questo (i post sono su a dimostrarlo), ma hai detto che bisognerebbe vedere cosa fanno realmente.
Quindi metti in dubbio quello che le forze armate, non Berlusconi, ti dicono che fanno (il ragazzo non se lo e' inventato), quindi metti in dubbio la loro correttezza e sincerita'. Il vilipendio è qualcos'altro tipo cio che afferma bossi quando fa i suoi comizi.Vilipendio alle forze armate? Se lo dici tu.Al contrario di me, tu mi hai insultato più volte. Pensaci bene a chi rischia una denuncia.E cosi' adesso siamo anche alle minacce.
E vergognarti un po'?
massimo78
10-06-2006, 15:07
Non e' vero.
Non hai detto questo (i post sono su a dimostrarlo), ma hai detto che bisognerebbe vedere cosa fanno realmente.
Quindi metti in dubbio quello che le forze armate, non Berlusconi, ti dicono che fanno (il ragazzo non se lo e' inventato), quindi metti in dubbio la loro correttezza e sincerita'.
Per questo sostengo che non sai leggere/interpretare i post o forse sei troppo ingenuo.
I nostri soldati sono lì ad affiancare i soldati americani. Cio che accade lì non lo puoi sapere perchè semplicemente non ci sei.
Io posso aver fiducia nello stato italiano, ma non è detto che le singole persone che vadano lì rispettino al 100% le leggi che questo dispone.
Prima di mettere in bocca a persone cose che non dicono fatti un esame di coscienza.
Vilipendio alle forze armate? Se lo dici tu.
Bossi è stato accusato durante un comizio di Vilipendio alla bandiera (E non l'ho detto io) in quanto disse che con il tricolore ci si puliva il XXXX.
Se leggessi i giornali lo sapresti.
E cosi' adesso siamo anche alle minacce.
E vergognarti un po'?
minacce ? che fai mi calunni pure ? tu puoi supporre che io abbia detto/fatto vilipendio e non posso farti notare che tu mi hai insultato (e lo stai ancora facendo, trattasi di ingiuria) :doh:
Per questo sostengo che non sai leggere/interpretare i post o forse sei troppo ingenuo.
I nostri soldati sono lì ad affiancare i soldati americani. Cio che accade lì non lo puoi sapere perchè semplicemente non ci sei.
Io posso aver fiducia nello stato italiano, ma non è detto che le singole persone che vadano lì rispettino al 100% le leggi che questo dispone.
I nostri soldati sono professionisti che hanno fatto una scelta e hanno giurato solennemente di difendere la nostra nazione e rispettare la nostra costituzione.
I nostri soldati meritano tutto il nostro rispetto e la nostra stima.
I nostri soldati rispettano al 100% le leggi che lo stato italiano dispone e se succede che qualcuno non lo faccia si tratta di un criminale.
Io assumo e credo che nessuno dei nostri soldati sia un criminale.
Se hai informazioni diverse presentati alla piu' vicina Procura della Repubblica e riferiscile.
Se non hai informazioni diverse non hai nessun diritto di fare insinuazioni vergognose come questa:Io posso aver fiducia nello stato italiano, ma non è detto che le singole persone che vadano lì rispettino al 100% le leggi che questo dispone.
massimo78
10-06-2006, 19:12
I nostri soldati sono professionisti che hanno fatto una scelta e hanno giurato solennemente di difendere la nostra nazione e rispettare la nostra costituzione.
I nostri soldati meritano tutto il nostro rispetto e la nostra stima.
I nostri soldati rispettano al 100% le leggi che lo stato italiano dispone e se succede che qualcuno non lo faccia si tratta di un criminale.
Io assumo e credo che nessuno dei nostri soldati sia un criminale.
Se hai informazioni diverse presentati alla piu' vicina Procura della Repubblica e riferiscile.
Se avessi delle SICURE informazioni a riguardo, mi guarderei BENE dal divulgarle perchè saprei che "mettersi da soli" contro l'esercito italiano sarebbe una follia.
Non so tu in che mondo vivi, o su quali libri di storia hai mai studiato, ma la storia insegna a noi TUTTI, che nel corso della vita :
1. La legge non è UGUALE per tutti.
2. L'occasione fa l'uomo ladro
3. Non si può fare di tutta l'erba un fascio.
Se tu sei convinto che TUTTI i soldati italiani siano impeccabili, corrisponderebbe a dire che gli "esseri umani" in generale lo sono.
Di fatto mi spiace farti piombare nella realtà ma l'essere umano non è così... altrimenti l'esercito stesso le procure e via dicendo non esisterebbero.
Nella vita c'è chi sbaglia, c'è chi si fa prendere la mano, c'è chi si fa corrompere, c'è chi corrompe, c'è chi fa falso in bilancio, c'è chi tortura i civili nel nome della patria (che non lo saprà fino a che dei volontari non tornano al loro paese).
Tu sei libero di pensarla come ti pare, non voglio certo convincerti del contrario, ma non puoi permetterti assolutamente di insultare nessuno in quanto io non sto insultando persone fisiche sto solamente mostrando il mio scetticismo verso le missioni di pace con il fucile imbracciato, e essendo in un paese dove c'è libertà di pensiero/parola ho il diritto di farlo.
Se non hai informazioni diverse non hai nessun diritto di fare insinuazioni vergognose come questa:
sbagliato ancora una volta... ognuno di noi ha il diritto di esprimere il proprio parere riguardo cio che succede, siamo in democrazia se non te ne sei accorto.
Questa guerra noi non l'abbiamo MAI voluta, non abbiamo MAI voluto soldati italiani lì, non finirò mai di dire quanto sia INUTILE sprecare la vita delle persone perchè il Berlusconi di turno ha promesso al suo amichetto Bush di fargli da paggetto con i nostri soldati (che dovrebbero stare qui a difendere l'italia anziché andar lì a farsi saltare in aria per la gloria).
da Ansa.it:
NAPOLITANO, NOSTRE MISSIONI MILITARI MA NON DI GUERRA
ROMA - Le nostre missioni militari all'estero sono "missioni militari ma non di guerra", ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, ricevendo al Quirinale l'ammiraglio La Rosa e una delegazione della Marina Militare in occasione dell'anniversario dell'impresa di Premuda.
"La Marina militare italiana è impegnata - ha detto il capo dello Stato - in una molteplicità e varietà di missioni all'estero che richiedono un alto grado di specializzazione e professionalità e che sono rivolte a tutelare essenziali beni comuni dalla lotta contro il traffico di esseri umani dalla libertà di navigazione, dalla Protezione civile alla salvaguardia dell'ambiente. Si tratta di missioni militari ma non di guerra. L'Italia ha bisogno dell'insieme delle forze armate al più alto livello di modernità ed efficienza per adempiere ai propri doveri di partecipazione alle organizzazioni internazionali che, come recita l'articolo 11 dela Costituzione repubblicana, sono impegnate ad assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni".
Giorgio Napolitano, ricevendo al Quirinale l'ammiraglio La Rosa, ha citato l'art.11 della Costituzione per ricordare che è un dovere dell'Italia partecipare alle missioni militari promosse dalle organizzazioni internazionali con compiti di pace e sicurezza. Implicito il riferimento alle missioni sotto l'egida Onu. "L'Italia ha bisogno dell'insieme delle Forze Armate, al più alto livello di modernità ed efficienza - ha detto il presidente della Repubblica - per adempiere i suoi doveri di partecipazione a quelle organizzazioni internazionali che, come recita l'articolo 11 della Costituzione repubblicana, sono impegnate ad assicurare la pace e la giustizia fra le Nazioni".
se ne era già parlato in un altro thread, mi pare, ma il "problema" si ripropone: quando lo diceva Berlusconi era falso, ora lo dice il nuovo presidente della Repubblica e automaticamente diventiamo buoni, bravi e non siamo in guerra.
idem Prodi: Berlusconi ha detto "via verso fine 2006" e l'opposizione urlava affinchè "scappassimo" subito dall'Iraq. Ora che Prodi è al governo "ci vogliono i tempi tecnici" e si arriva a fine anno (come aveva detto Berlusconi).
E' morto l'ennesimo militare italiano (Alessandro Pibiri, R.I.P. :( ) e suo padre (per il quale ho il massimo rispetto) chiede di andarcene subito dall'Iaq (finchè suo figlio era lì, stava bene e guadagnava un buono stipendio eravamo autorizzati? boh...)
ora pare vogliano che i militari italiani si ritirino e che, a fronte di una presenza di civili, non ci sia una protezione militare (per loro). A me sta bene, ma i volontari che devono rimanere lì senza un minimo di protezione cosa ne pensano?
insomma, io sono destrorso, Berlusconi mi ha profondamente deluso in questi anni ma Prodi sta guadagnando terreno velocemente per mettersi in pari con il suo omologo della CdL...
in ogni caso Napolitano non aveva alternative a quel discorso... immagina cosa sarebbe successo se avesse detto che non erano missioni di pace ma di guerra... non era l'opzione più saggia.
Se avessi delle SICURE informazioni a riguardo, mi guarderei BENE dal divulgarle perchè saprei che "mettersi da soli" contro l'esercito italiano sarebbe una follia.Se non hai informazioni sicure stai solo parlando a caso e nel parlare a caso insinui che i nostri militari non siano onesti.
Se IO avessi informazioni sicure in tal senso andrei alla procura, perche quella e' la cosa giusta da fare, non guardarsi bene dal divulgarle per paura o convenienza.
Non so tu in che mondo vivi, o su quali libri di storia hai mai studiato, ma la storia insegna a noi TUTTI, che nel corso della vita :
1. La legge non è UGUALE per tutti.
2. L'occasione fa l'uomo ladro
3. Non si può fare di tutta l'erba un fascio.
Complimenti per la contraddizione "embedded".
Se tu sei convinto che TUTTI i soldati italiani siano impeccabili, corrisponderebbe a dire che gli "esseri umani" in generale lo sono.
Io sono convinto che TUTTI i soldati italiani siano impeccabili fino a prova contraria, non fino a insinuazione contraria.
Di fatto mi spiace farti piombare nella realtà ma l'essere umano non è così... altrimenti l'esercito stesso le procure e via dicendo non esisterebbero.
Nella vita c'è chi sbaglia, c'è chi si fa prendere la mano, c'è chi si fa corrompere, c'è chi corrompe, c'è chi fa falso in bilancio, c'è chi tortura i civili nel nome della patria (che non lo saprà fino a che dei volontari non tornano al loro paese).E esattamente dove entrerebbero qui i soldati italiani?
Tu sei libero di pensarla come ti pare, non voglio certo convincerti del contrario, ma non puoi permetterti assolutamente di insultare nessuno in quanto io non sto insultando persone fisiche sto solamente mostrando il mio scetticismo verso le missioni di pace con il fucile imbracciato, e essendo in un paese dove c'è libertà di pensiero/parola ho il diritto di farlo.No, tu non stai mostrando lo scetticismo verso le missioni di pace. Tu stai dicendo che i nostri soldati, che affermano di portare acqua, luce e aiuti umanitari, bisognerebbe vedere cosa fanno realmente.
E, per salire in cattedra come stai facendo, ho anch'io una notizia per te: non esiste il diritto di scrivere o dire quello che vuoi, bensi' di scrivere e dire quello che vuoi prendendotene la responsabilita' e senza accusare altri di fatti o colpe di cui non hai le prove (hanno anche loro qualche diritto)sbagliato ancora una volta... ognuno di noi ha il diritto di esprimere il proprio parere riguardo cio che succede, siamo in democrazia se non te ne sei accorto.Pensa che io me ne sono sempre accorto, anche nei 5 anni passati in cui tanti dicevano (liberamente) di essere in un regime. Sono contento che se ne stiano accorgendo anche altri.
Questa guerra noi non l'abbiamo MAI voluta, non abbiamo MAI voluto soldati italiani lì, non finirò mai di dire quanto sia INUTILE sprecare la vita delle persone perchè il Berlusconi di turno ha promesso al suo amichetto Bush di fargli da paggetto con i nostri soldati (che dovrebbero stare qui a difendere l'italia anziché andar lì a farsi saltare in aria per la gloria).
E per questa ricambio il favore e ti segnalo io, ribadendo il concetto espresso precedentemente: vergognati.
Comunque basta.
Mi hai convinto, piu' che altro per noia, della scarsa utilita' del discutere con chi non ha rispetto per chi fa il suo dovere rischiando e anche perdendo la propria vita.
Scrivi quello che vuoi, offendi chi vuoi, butta giudizi sommari sui nostri militari.
Questa e' la mia ultima risposta rivolta a te.
Io di fronte ai nostri militari, soprattutto quelli in missione all'estero, continuero' a alzarmi in piedi e, figuratamente perche' non lo porto, togliermi il cappello.
Ricorda che se un giorno si dimostrera', e non succedera', che sbaglio, saro' stato ingannato.
Se invece si dimostrera' che hai torto tu avrai molte scuse da fare.
massimo78
10-06-2006, 20:38
Se non hai informazioni sicure stai solo parlando a caso e nel parlare a caso insinui che i nostri militari non siano onesti.
Se IO avessi informazioni sicure in tal senso andrei alla procura, perche quella e' la cosa giusta da fare, non guardarsi bene dal divulgarle per paura o convenienza.
Non vuoi capire.
Non ho detto che i militari non sono onesti.
Ho detto che essendo "esseri umani" come lo sono anche i militari inglesi e americani alcuni dei quali non si sono comportati egregiamente, nessuno ci dice che anche alcuni dei nostri non si siano comportati così.
Io sono convinto che TUTTI i soldati italiani siano impeccabili fino a prova contraria, non fino a insinuazione contraria.
mi sembra di parlare con il muro...
tra etica e realtà c'è una bella differenza, purtroppo parli come se fossi un bot anzichè una persona dall'altra parte del pc e questo a lungo andare nelle discussioni è stancante.
E esattamente dove entrerebbero qui i soldati italiani?
vatti a rileggere gli ultimi 20 post... :rolleyes: da prima che iniziassi a insultarmi.
No, tu non stai mostrando lo scetticismo verso le missioni di pace. Tu stai dicendo che i nostri soldati, che affermano di portare acqua, luce e aiuti umanitari, bisognerebbe vedere cosa fanno realmente.
E, per salire in cattedra come stai facendo, ho anch'io una notizia per te: non esiste il diritto di scrivere o dire quello che vuoi, bensi' di scrivere e dire quello che vuoi prendendotene la responsabilita' e senza accusare altri di fatti o colpe di cui non hai le prove (hanno anche loro qualche diritto)
lo so benissimo la stessa regola vale anche per te e spero che ti assumerai le responsabilità per cio che mi hai attribuito nei post precedenti.
Non ho mai accusato nessuno di niente fino ad ora. Ho solo detto che bisogna vedere tra il dire e il fare poi cosa succede, che significa che può darsi che vadano lì a fare cio che dicono come può darsi che non tutti lo facciano, è una situazione di perfetto dubbio.
Tu invece mi hai ingiurato in pubblica piazza attribuendomi frasi diffamatorie su un testo (che fortunatamente è ancora qui) e può essere riletto in sede diversa da questa.
Nessuna minaccia (come hai affermato poco fa che ti ho fatto) solamente che non sono sempre gli altri a doversi assumere le responsabilità per cio che dicono. Questa volta tocca anche a te.
E per questa ricambio il favore e ti segnalo io, ribadendo il concetto espresso precedentemente: vergognati.
Comunque basta.
Mi hai convinto, piu' che altro per noia, della scarsa utilita' del discutere con chi non ha rispetto per chi fa il suo dovere rischiando e anche perdendo la propria vita.
Scrivi quello che vuoi, offendi chi vuoi, butta giudizi sommari sui nostri militari.
Questa e' la mia ultima risposta rivolta a te.
Io di fronte ai nostri militari, soprattutto quelli in missione all'estero, continuero' a alzarmi in piedi e, figuratamente perche' non lo porto, togliermi il cappello.
Ricorda che se un giorno si dimostrera', e non succedera', che sbaglio, saro' stato ingannato.
Se invece si dimostrera' che hai torto tu avrai molte scuse da fare.
mi sa che tu vedi troppi film... e sopratutto te ne fai troppi.
NON HO INSULTATO NESSUNO
non è colpa mia se tu vivi nel mondo delle fiabe dove esistono solo uomini a tuttotondo senza macchia e senza paura.
La sola cosa che hai dimostrato in tutti questi post è di non aver alcun rispetto per l'opinione altrui, e per questo (permettimi di dirlo) sei TU quello che deve vergognarsi, perchè sbagli in partenza.
Non c'è inganno, c'è sola troppa ingenuità (se sei in buona fede), se invece sei in malafede, e stai alzando questo polverone solo perchè tu sei di destra e io di sinistra (non mi stupirebbe visto la tua indole) la cosa è ben peggiore.
Ad ogni modo con chi non sa scambiare le proprie idee in maniera civile, non ho nulla a che spartire su un forum.
zerothehero
10-06-2006, 20:38
Il punto è che la ricostruzione non è ancora iniziata, ed i benefici politici, al momento, sono andati esclusivamente a quei pochi che senza appoggio occidentale, come giustamente sostieni, sarebbero ora nella polvere. Ma certo questi vantaggi non stanno toccando la popolazione. Ghè nient da fà zero, la guerra è nata male, e non certo per liberare un popolo dal proprio dittatore. Se così fosse stato gli occidentali, come del resto ben sapevano, avrebbero dovuto occupare il paese con almeno mezzo milione di uomini. Così non è stato perchè gli obiettivi erano e restano ben altri, anche se credo che abbiano comunque commesso un errore di valutazione delle forze necessarie per raggiungerli.
La sicurezza, come tu stesso poco fa hai affermato (o era un altro..fa niente :D ) non è una questione puramente di occupazione "militare" del territorio...la pacificazione la si ottiene monopolizzando la forza da parte dello stato e includendo le varie parti nel processo politico.
Credo che alla fine l'Iraq, se tutto dovesse andare per il meglio, avrà un sistema politico "consociativo" mediante il quale si cercherà di distribuire vantaggi ai vari gruppi etnici per favorire la pacificazione.
Fai lavorare il governo di Al-Maliki e poi vedremo come andranno le cose... se si riuscisse a cooptare la guerriglia irakena sunnita nel processo democratico-istituzionale i problemi di stabilizzazione in Irak sarebbero molto minori rispetto a quelli attuali.
Per concludere..io non dimenticherei il dopoguerra italiano e i 12000 morti tra faide reciproche..è evidente che in un periodo in cui cade un regime è facile (anche per gli errori da parte degli americani, innegabile) che si scateni la violenza.
massimo78
10-06-2006, 20:40
in ogni caso Napolitano non aveva alternative a quel discorso... immagina cosa sarebbe successo se avesse detto che non erano missioni di pace ma di guerra... non era l'opzione più saggia.
esatto... come non poteva dire "stiamo lì per colpa di qualcuno che ci ha messo nei casini gratis" tanto ormai ci siamo...
ogni volta che muore un italiano direi "grazie Berlusconi" purtroppo però c'è gente come quello a cui ho risposto prima, che è convinto che noi andiamo lì perchè è un nostro dovere :rolleyes:
zerothehero
10-06-2006, 20:42
Non vuoi capire.
Non ho detto che i militari non sono onesti.
Ho detto che essendo "esseri umani" come lo sono anche i militari inglesi e americani alcuni dei quali non si sono comportati egregiamente, nessuno ci dice che anche alcuni dei nostri non si siano comportati così.
.
Può essere, ma in assenza di conferme di eventuali crimini da parte delle truppe italiane di stanza in Iraq non possiamo dire niente. :fagiano:
zerothehero
10-06-2006, 20:46
esatto... come non poteva dire "stiamo lì per colpa di qualcuno che ci ha messo nei casini gratis" tanto ormai ci siamo...
ogni volta che muore un italiano direi "grazie Berlusconi" purtroppo però c'è gente come quello a cui ho risposto prima, che è convinto che noi andiamo lì perchè è un nostro dovere :rolleyes:
Io ad es. sono convinto che la missione internazionale a cui ha partecipato l'Italia sia stata largamente positiva..se non si vogliono morti, è bene che ci si ritiri ANCHE dall'Afghanistan, dal Kosovo, dalla Bosnia e via dicendo..il rischio che i soldati italiani vengano ammazzati c'è in qualsiasi missione internazionale..soldati ne abbiamo persi in Congo, in Somalia e abbiamo rischiato molto pure in Libano.
Solertes
10-06-2006, 20:49
Può essere, ma in assenza di conferme di eventuali crimini da parte delle truppe italiane di stanza in Iraq non possiamo dire niente. :fagiano:
Cosa che non avverrà mai, perchè le forze armate si guardano bene dal far trapelare certe notizie,è sempre stato così, quando è filtrata qualche notizia è stato un incidente....in via ufficiosa, io sò che nel dubbio si spara ;)
massimo78
10-06-2006, 20:51
Io ad es. sono convinto che la missione internazionale a cui ha partecipato l'Italia sia stata largamente positiva..se non si vogliono morti, è bene che ci si ritiri ANCHE dall'Afghanistan, dal Kosovo, dalla Bosnia e via dicendo..il rischio che i soldati italiani vengano ammazzati c'è in qualsiasi missione internazionale..soldati ne abbiamo persi in Congo, in Somalia e abbiamo rischiato molto pure in Libano.
Il problema è che nel caso Iraq la cosa è diversa.
L'iraq è stata invasa letteralmente dagli USA.
Noi avremmo dovuto starne fuori, invece andando lì (sebbene in missione di pace o come si voglia chiamare) siamo passati per alleati degli USA quindi invasori.
In più con quelle belle figure che sono saltate fuori (dei soldati USA e Inglesi) come alleati non ci facciamo certo una figura migliore.
secondo me è assurdo che sprechiamo le vite dei nostri connazionali per una causa sbagliata in partenza tutto qui
massimo78
10-06-2006, 20:56
Cosa che non avverrà mai, perchè le forze armate si guardano bene dal far trapelare certe notizie,è sempre stato così, quando è filtrata qualche notizia è stato un incidente....in via ufficiosa, io sò che nel dubbio si spara ;)
ohhh finalmente qualcuno che dice cio che tento di esprimere da 2 ore... :D
ora ti aggredirà anche a te il tipo di prima :asd:
bah io non capisco perchè la difesa non fa appunto la difesa... non vedo proprio il motivo per cui dobbiamo andare in iraq (a parte chiaramente i motivi economici)...
Se ritirassimo le truppe dall'iraq non sarebbe meglio? non morirebbero più soldati italiani...
zerothehero
10-06-2006, 21:12
Cosa che non avverrà mai, perchè le forze armate si guardano bene dal far trapelare certe notizie,è sempre stato così, quando è filtrata qualche notizia è stato un incidente....in via ufficiosa, io sò che nel dubbio si spara ;)
Di norma è così..ma ad Abu Graib la denuncia è partita da un soldato e non è stata insabbiata.
Freeride
10-06-2006, 21:14
bah io non capisco perchè la difesa non fa appunto la difesa... non vedo proprio il motivo per cui dobbiamo andare in iraq (a parte chiaramente i motivi economici)...
Se ritirassimo le truppe dall'iraq non sarebbe meglio? non morirebbero più soldati italiani...
E quando la difesa fa l'attacco e andiamo in zone prive di "interessi" economici?
Come ha fatto D'Alema all'epoca dei balcani!
Già, l'unica guerra giusta l'hanno azzeccata loro??? :D
E quando la difesa fa l'attacco e andiamo in zone prive di "interessi" economici?
Come ha fatto D'Alema all'epoca dei balcani!
Già, l'unica guerra giusta l'hanno azzeccata loro??? :D
ma figurati, io non giustifico MAI la guerra... D'alema mi sta sul razzo e questo è uno dei tanti motivi... :D
Diciamo che le guerre hanno sempre motivi economici, il senso della patria secondo me è solo una "copertura".
Capirei se fossimo in guerra qui in italia, se ci fosse un nemico che minaccerebbe la nazione... ma qui si sta parlando di missioni all'estero... quindi che diavolo c'entra la patria? :mbe:
Solertes
10-06-2006, 21:38
ohhh finalmente qualcuno che dice cio che tento di esprimere da 2 ore... :D
ora ti aggredirà anche a te il tipo di prima :asd:
Guarda, mi può aggredire quanto gli pare....non ho parlato a vanvera, sò parecchi aneddoti su molte operazioni.....dai sudtirolesi in poi.
E da fonti sicure e senza filtri ;)
zerothehero
10-06-2006, 21:38
ma figurati, io non giustifico MAI la guerra... D'alema mi sta sul razzo e questo è uno dei tanti motivi... :D
Diciamo che le guerre hanno sempre motivi economici, il senso della patria secondo me è solo una "copertura".
Capirei se fossimo in guerra qui in italia, se ci fosse un nemico che minaccerebbe la nazione... ma qui si sta parlando di missioni all'estero... quindi che diavolo c'entra la patria? :mbe:
Ma ad es. probabilmente sai che facciamo parte della nato, no :D ..bene se uno stato della nato fosse attaccato..su richiesta dello stato noi saremmo tenuti a difenderlo. :D
Inoltre alla tua domanda..cosa c'entra la patria?
C'entra eccome..a pochi kilometri abbiamo la slovenia..a seguire la bosnia-erzegovina..il kosovo..tutte realtà (a parte la slovenia, forse) in cui scoppierebbe di nuovo la guerra civile (non so se ricordi Mitrovica e gli scontri tra albanesi e serbi) se non vi fossero delle truppe internazionali della KFOR. Viviamo in un contesto "globalizzato" e quindi l'insicurezza alle porte della nostra "patria" si trasferisce automaticamente IN PATRIA..prendi gli attentati a fiumicino dell'OLP o l'achille lauro, fatte per portare a livello internazionale il problema dell'autodeterminazione del popolo palestinese.
Prendiamo l'Afghanistan dove vi è, grazie alle truppe Isaf, un minimo di controllo del territorio e i talebani (gli stessi che insieme a Bin Laden hanno organizzato l'11 settembre) non sono più al potere...vogliamo ritirarle?
Non c'è problema, ma poi non possiamo non aspettarci che l'afghanistan RIDIVENTI il covo del terrorismo internazionale (nei campi di addestramento afghani si sono allenati il FIS (80000 morti in algeria) e il GIA algerino (svariati attentati alcuni dei quali in Francia.).
Non credo quindi che in contesto "globalizzato" la migliore soluzione sia starcene buoni, buoni nel nostro cantuccio sperando che (anche a pochi kilometri dall'europa continentale- in Ex-Jugoslavia) gli americani ci tolgano le castagne dal fuoco.
L'isolazionismo non ha funzionato in America nel 1941-1942...i Giapponesi hanno fatto il first strike..e dopo di allora non c'è più stato nessuno tra l'opinione pubblica che ha detto "ma che c'entra l'Europa con gli Stati Uniti?" C'è un oceano nel mezzo..noi siamo tranquilli..si, tranquilli un par del ball.. :D
Solertes
10-06-2006, 21:42
Di norma è così..ma ad Abu Graib la denuncia è partita da un soldato e non è stata insabbiata.
Quello che emerge, di solito è il 0.0000001 %........ma non credo che nessun adulto con un minimo di cultura storica e senso della realtà si illuda che la guerra sia una questione pulita.....lo insegna la storia, anche se abbastanza "ripulita" da coloro che la hanno trascritta.
Ad Abu Grahib probabilmente, così come il caso Somalia, non sono riusciti a controllare il flusso di notizie....che son finite in prima pagina prima di aver il tempo di fermarle
Ma ad es. probabilmente sai che facciamo parte della nato, no :D ..bene se uno stato della nato fosse attaccato..su richiesta dello stato noi saremmo tenuti a difenderlo. :D
Inoltre alla tua domanda..cosa c'entra la patria?
C'entra eccome..a pochi kilometri abbiamo la slovenia..a seguire la bosnia-erzegovina..il kosovo..tutte realtà (a parte la slovenia, forse) in cui scoppierebbe di nuovo la guerra civile (non so se ricordi Mitrovica e gli scontri tra albanesi e serbi) se non vi fossero delle truppe internazionali della KFOR. Viviamo in un contesto "globalizzato" e quindi l'insicurezza alle porte della nostra "patria" si trasferisce automaticamente IN PATRIA..prendi gli attentati a fiumicino dell'OLP o l'achille lauro, fatte per portare a livello internazionale il problema dell'autodeterminazione del popolo palestinese.
Prendiamo l'Afghanistan dove vi è, grazie alle truppe Isaf, un minimo di controllo del territorio e i talebani (gli stessi che insieme a Bin Laden hanno organizzato l'11 settembre) non sono più al potere...vogliamo ritirarle?
Non c'è problema, ma poi non possiamo non aspettarci che l'afghanistan RIDIVENTI il covo del terrorismo internazionale (nei campi di addestramento afghani si sono allenati il FIS (80000 morti in algeria) e il GIA algerino (svariati attentati alcuni dei quali in Francia.).
Non credo quindi che in contesto "globalizzato" la migliore soluzione sia starcene buoni, buoni nel nostro cantuccio sperando che (anche a pochi kilometri dall'europa continentale- in Ex-Jugoslavia) gli americani ci tolgano le castagne dal fuoco.
L'isolazionismo non ha funzionato in America nel 1941-1942...i Giapponesi hanno fatto il first strike..e dopo di allora non c'è più stato nessuno tra l'opinione pubblica che ha detto "ma che c'entra l'Europa con gli Stati Uniti?" C'è un oceano nel mezzo..noi siamo tranquilli..si, tranquilli un par del ball.. :D
non avevo pensato alla NATO :D
azz sei molto preparato, tutte ste cose in effetti non le so (mi riferisco al fis, gia, mitrovica ecc :asd: ).
Purtroppo ho incominciato a informarmi solo pochi anni fa, so a malapena la situazione in afghanistan e kosovo :stordita:
:D
^TiGeRShArK^
10-06-2006, 23:46
Ti sei appena messo allo stesso livello di Diliberto.
Vergognati.
e poi i maleducati secondo te sarebbero solo quelli ke scrivono con la k....:rolleyes:
In un solo post sei riuscito ad insultare un utente e un parlamentare....:rolleyes:
Io mi farei un serio esame di coscienza la prossima volta prima di dare del cornuto all'asino.
Tanto x tornare in topic.
Pure io ho pensato esattamente quello ke ha pensato diliberto e quello ke ha pensato il padre del ragazzo.
Ma forse dovremmo vergognarci anke noi.... :rolleyes:
Un piccolo "refresh" sulle missioni militari italiane, visto che pare che esistano solo Iraq e Afghanistan...
Missione UNIFIL / ITALAIR - LIBANO (1979 - ----)
Dal 1979 opera in Libano uno Squadrone Elicotteri della Cavalleria dell'Aria nell'ambito della Forza UNIFIL (United Nations Interim Forces in Lebanon).
Essa viene costituita in seguito agli avvenimenti del marzo 1978 quando lo Stato d'Israele stanco delle continue incursioni provenienti dal territorio libanese decide di invadere il Libano fino al fiume Litani.
Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU deliberò l'immediato invio di un contingente militare di 4.000 uomini con il compito di interporsi tra le forze palestinesi e le forze israeliane che, terminata l'azione dimostrativa, erano arretrate nei propri confini lasciando una fascia di circa 10 km a garanzia di eventuali sorprese.
La zona dove è dislocata la forza di interposizione ONU è delimitata a nord dal fiume Litani, ad est dall'altipiano del Golan (congiungendosi con il contingente Undof che presidia il confine siro-israeliano), a sud dalla zona profonda 10 km dal confine israeliano, ad ovest dal Mar Mediterraneo.
Questa zona nel corso degli anni è stata teatro di scontri tra le opposte fazioni in cui hanno perso la vita 170 caschi blu.
Il contingente italiano, su base interforze, è operante in Libano dal luglio 1979.
Il contributo dell'Esercito è di 34 uomini e 4 elicotteri AB-205 del 1° Reggimento "Antares".
I compiti dell'unità sono quelli di ricognizione, ricerca e soccorso, trasporto sanitario e collegamento.
L'attività non conosce soste e viene svolta sia di giorno che di notte.
Missione UNTAG - HELITALY Namibia (1989 - 1990)
La Namibia, ex colonia tedesca dell'Africa del Sud Ovest fu assegnata dalla Società delle Nazioni nel 1920 al Sudafrica quale potenza mandataria e da quest'ultima annessa di fatto nonostante il mancato riconoscimento delle Nazioni Unite.
E' stata poi teatro di una lunga guerriglia condotta dallo SWAPO (organizzazione del popolo dell'Africa del Sud-Ovest) sostenuta dal regime dell'Angola, a sua volta aiutata da cubani, sovietici e tedeschi dell'Est.
Il 13 dicembre 1988 dopo lunghe trattative, i governi di Pretoria, Luanda e l'Avana sottoscrivevano un accordo per il ritiro dei cubani dall'Angola, la successiva smilitarizzazione della Namibia da parte dei sudafricani e la proclamazione dell'indipendenza dello Stato.
Nel quadro della risoluzione dell'ONU n. 435/78, l'Italia è intervenuta nell'ambito dell'UNTAG (United Nations Temporary Assistance Group) con uno squadrone elicotteri denominato "Helitaly" al comando del Tenente Colonnello Antonio Lattanzio.
I compiti affidati allo squadrone riguardavano lo sgombero sanitario della popolazione, la ricerca ed il soccorso, il trasporto di personale e materiali ed il collegamento fra il comando centrale e quelli periferici.
Nel periodo tra il 30 marzo 1989 ed il 7 aprile 1990, dalle basi di Rundu e Ondagua sono state effettuate 1.130 missioni per un totale di 2.835 ore di volo, di cui 44 sgomberi sanitari. Helitaly ha trasportato 7.635 persone e 2.690 quintali di materiale.
L'UNTAG, con un effettivo di 8.000 persone, aveva il Quartier Generale a Windhoek ed era suddivisa in tre componenti: militare, di polizia e civile. La missione ha avuto 19 caduti. Il contingente italiano non ha sofferto perdite.
UNOSOM - Missione Ibis (1992 - 1994)
In risposta alla richiesta avanzata dall'ONU che in precedenza aveva già disposto l'avvio di UNOSOM I (United Nations Operation in Somalia) per tentare di fronteggiare la situazione nel Paese del Corno d'Africa stremato da anni di guerra civile, di carestia e di pestilenze, il 13 Dicembre, nell'ambito dell'operazione umanitaria multinazionale "Restore Hope", i primi reparti italiani iniziano ad affluire in Somalia.
Denominato ITALFOR-IBIS" e posto al comando del Generale di Divisione Giampiero Rossi, il contingente italiano è incentrato sulla Brigata Paracadutisti "Folgore" e comprende anche personale della Marina e dell'Aeronautica. A partire dal 4 maggio 1993, la missione multinazionale "Restore Hope" assumeva la fisionomia di missione ONU e le forze schierate venivano poste sotto il controllo operativo del Comando UNOSOM 1. Lo stesso giorno, il Generale Rossi cedeva la responsabilità di comando del Contingente italiano al Generale Bruno Loi. Il 6 Settembre 1993, la Brigata Paracadutisti"Folgore" veniva avvicendata dalla Brigata meccanizzata "Legnano" comandata dal Generale Carmine Fiore.
Il 16 gennaio 1994 iniziava il ripiegamento del nostro Contingente, con la graduale cessione deisettori di reponsabilità. L'operazione si concludeva il 21 marzo 1994.
Le unità dell'Esercito impiegate nell'operazione "IBIS" hanno operato in un settore di responsabilità profondo circa 360 Km e largo 150 Km: in pratica da Mogadiscio fino al confine con l'Etiopia. Esse hanno assolto il compito loro assegnato nel pieno rispetto dello spirito del mandato delle Nazioni Unite. Durante la missione hanno perso la vita undici militari italiani, una infermiera volontaria delle Croce Rossa e due giornalisti della Rai.
Missione Albatros - ONUMOZ (1993 - 1994)
Gli Accordi di Pace, siglati a Roma il 4 ottobre 1992 tra il Governo del Mozambico e la RENAMO (Resistenza Nazionale Mozambicana), sanciscono che la supervisione ed il controllo dell'attuazione delle clausole del trattato vengano affidate alle Nazioni Unite. Il 16 dicembre, il Consiglio di Sicurezza autorizza l'Operazione ONUMOZ (United Nations Operations in Mozambique), la quale ha il compito di favorire il processo di pacificazione.
In particolare, la componente militare della missione riceve il mandato di monitorare e verificare il cessate il fuoco, la separazione e la concentrazione delle forze contrapposte, la loro smobilitazione e la raccolta, stoccaggio e distruzione delle armi; inoltre, il completo ripiegamento fuori dei confini delle forze militari staniere e la smobilitazione dei militari e dei gruppi armati irregolari; attuare misure di sicurezza in favore di infrastrutture e servizi vitali, fornire sicurezza alle attività svolte dalle Nazioni Unite e dalle altre organizzazioni internazionali a sostegno del processo di pace, con particolare riguardo ai corridoi di collegamento tra il mare ed il confine del Paese.
L'Italia ha contribuito alla missione sino all'aprile 1994 con un Contingente di 1.030 uomini, fornito dalle Brigate "Taurinense" prima e "Julia" poi.
L'Unità a livello Reggimento, articolata su un battaglione di fanteria alpina, un battaglione logistico, un gruppo squadroni dell'Aviazione dell'Esercito ed un Reparto di Sanità, ha cominciato lo spiegamento nel marzo 1993, assumendo la responsabilità operativa del Corridoio di Beira nei primi giorni di aprile. In tal senso, ed in ragione sia della vitale importanza del corridoio - via di collegamento principale tra lo Zimbawe ed il mare, servita da una rotabile, da una ferrovia e da un oleodotto - sia del livello di efficienza operativa e logistica dell'Unità, il Contingente Italiano ha assunto il ruolo di "forza di riferimento", con funzioni di supporto logistico e sanitario a favore di tutte le Forze ONU presenti nella regione.
Dal 2 maggio 1994, concluso il ripiegamento della maggior parte dei reparti, il Contingente, forte di 230 uomini uomini e formato dal Reparto di Sanità e da un'Unità di sostegno, ha assunto il nome di "Albatros 2" ed è stato ridislocato a Beira con il compito di continuare ad assicurare il sostegno sanitario a favore del personale ONU operante nella Regione Centro nonchè delle popolazioni locali.
Missione Ifor/Sfor (1995 - 2004)
Il personale italiano impegnato nella missione Ifor/Sfor in Bosnia-Erzegovina comprende gli uomini inquadrati nel Comando Ifor/Sfor dislocato a Sarajevo nella base di Ilidza, nel Comando della Divisione Multinazionale Sud-Est (DMNSE) alle porte della città di Mostar ed i reparti che compongono la Brigata Multinazionale Nord (BMNN), distribuiti nella zona settentrionale del settore di responsabilità della divisione "Salamandre", per un totale di oltre 2.000 uomini, tra Ufficiali, Sottufficiali e Volontari (personale avvicendato: circa 20.000 uomini).
La struttura della Brigata, viene "riempita" dal personale delle Brigate "permanenti" dell'Esercito che si alternano nel teatro operativo ogni sei mesi. Nell'organico della BMNN sono stati inseriti anche un contingente Egiziano ed uno Portoghese.
Dal 15 di marzo, nel quadro della pianificata riduzione delle forze in campo, la Brigata Multinazionale Nord, è stata sostituita da un "Gruppo di Combattimento" tutto italiano, forte di 980 uomini, ordinato in una componente operativa ed una logistica. La nuova unità denominata "Italian Battle Group" mantiene gli stessi compiti ed area di responsabilità che aveva la Brigata.
Nel quadro della revisione delle forze NATO dislocate nei Balcani, sono state attuate delle modifiche che riguardano sia il settore divisionale a guida francese sia la ripartizione in gruppi tattici; in particolare la Divisione Multinazionale Sud Est si stà riarticolando in Brigata Multinazionale Sud Est con comando a rotazione fra le quattro componenti principali (Francia, Italia, Germania e Spagna).
L'Italian Battle Group invece è stato unificato con le unità tedesche presenti in Sarajevo; ne è scaturito un raggruppamento su due battaglioni, uno tedesco ed uno italiano.
Il 9 luglio 2004 la Risoluzione 1551 delle NU autorizza la prosecuzione di SFOR per ulteriori sei mesi ed accoglie la decisione della NATO di concludere SFOR entro la fine del 2004.
Toccherà all’UE avviare in Bosnia, da dicembre 2004, una missione comprensiva anche di una componente militare.
Missione Joint Guarantor - Extraction Force (1998 - 1999)
Il contributo italiano all'Operazione NATO in Macedonia (FYROM) ha avuto inizio il 9 dicembre 1998.
La forza multinazionale, inquadrata nell'operazione NATO "Joint Guarantor" aveva il compito di evacuare i verificatori dell'OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) dal Kosovo, qualora imposto dalle condizioni di sicurezza.
L'Esercito italiano ha contribuito alla costituzione di tale Forza (Extraction Force), con un proprio Gruppo Tattico, totalmente atipico per composizione e missione assegnata. L'unità infatti, basata sulla struttura portante dell'8° Reggimento Bersaglieri della Brigata "Garibaldi", era composta da compagnia comando, compagnia fucilieri, squadrone blindo pesanti, squadrone elicotteri d'attacco, compagnia genio, plotone trasmissioni ed una unità per la bonifica di ordigni EOD (Explosive Ordnance Dsposal).
Elevati, per esigenze dettate dalla crescente tensione, per gradi successivi, fino alla consistenza di circa 2.700 uomini, avevano avuo il compito iniziale di provvedere all'eventuale evacuazione dei verificatori dell'OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) della Missione KVM (Kosovo Verification Mission) dispiegati in Kosovo prima dell'intervento NATO.
A seguito della sottoscrizione dell'accordo tecnico-militare (Military Technical Agreement - MTA) fra i rappresentanti NATO e la delegazione serba, il Consiglio del Nord Atlantico (NAC) ha autorizzato il rischieramento in Kosovo di una forza NATO (KFOR) per verificare e, se necessario, imporre i termini del MTA, in previsione di un accordo di pace (Peace Settlement - PS).
La struttura della "Extraction Force" si è gradualmente trasformata nel contingente NATO KFOR.
Dalle basi macedoni infatti prese via il dispiegamento della forza in Kosovo.
Missione KFOR (1999 - ----)
La forza di intervento che a seguito della campagna aerea è entrata e si è dislocata in Kosovo è denominata Kosovo FORce (KFOR).
L'Italia partecipa alla Forza sotto comando NATO con una Brigata Multinazionale insieme a Spagna, Portogallo, Argentina.
La Missione Internazionale a guida NATO è stata autorizzata dalla Risoluzione n. 1244 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 10 giugno 1999.
La forza della Missione è di circa 36.000 uomini suddivisi fra le seguenti nazioni: Argentina Austria, Belgio, Bulgaria, Canada, Repubblica Ceca, Danimarca, Finlandia, Francia, Germania, Grecia, Ungheria, Islanda, Irlanda, Olanda, Norvegia, Polonia, Portogallo, Romania, Slovenia, Spagna, Sezia, Turchia, Ucraina, Regno Unito e Stati Uniti d'America.
Nel quadro del riordino delle unità multinazionali dislocate nei Balcani la Brigata Multinazionale Ovest a guida italiana e la Brigata Multinazionale Sud a guida tedesca sono state unificate dal 12 novembre 2002.
Il Comando dell'Unità è dislocato a Prizren, ed il comando è alternativamente assegnato, a turno annuale, alle due Nazioni, ad iniziare dalla Germania.
Nel "Teatro", un secondo comando gestisce i collegamenti terrestri fra il Kosovo e l'Albania e risponde al nome di NATO Head Quarters Tirana (NHQT). Il Contingente Italiano, garantisce la sicurezza e la libera circolazione a tutte le componenti etniche e religiose ed alle organizzazioni internazionali presenti nell'area di responsabilità.
Iniziata il 12 giugno 1999 la missione è tutt'ora in corso
Missione Allied Harbour (1999)
Dalla fine del 1998 l'Albania è interessata da un continuo flusso di profughi dal Kosovo, in seguito alla repressione messa in atto dai Serbi. Tale flusso ha assunto proporzioni gigantesche da fine marzo 1999, in concomitanza con l'inizio dei bombardamenti NATO in RFJ, interessando il Montenegro, la Bosnia, la Macedonia e l'Albania.
A metà aprile sono stati stimati in 300.000-350.000 i profughi presenti nella sola Albania. A fronte di questa tragedia umana, la Comunità Internazionale in generale e l'Italia in particolare si sono mosse per fornire solidarietà ed assistenza. In questo quadro, il Consiglio Atlantico ha formalmente approvato la costituzione di un contingente militare da rischierare in Albania con prevalenti compiti di soccorso umanitario.
L'Operazione ALLIED HARBOUR ha visto l'impiego di una forza multinazionale denominata ALBANIAN FORCE (AFOR) di circa 8.000 uomini rischierati in Albania. Ad essa l'Italia ha fornito un contributo molto significativo di forze di circa 2.300 uomini, basato essenzialmente sulle unità della Brigata Alpina Taurinense (1.800 uomini), alle quali si sono aggiunti 300 fanti del Reggimento San Marco e circa 160 Carabinieri. Tale contributo è stato il più consistente tra quelli forniti dagli alleati ed ha permesso all'Italia di avere un ruolo di rilievo nella struttura di Comando di AFOR con l'assegnazione in particolare, dell'incarico di Deputy COMAFOR carica ricoperta dal Maggior Generale GANGUZZA.
Il dispiegamento delle Forze NATO in Kosovo, con il successivo e conseguente rientro dei profughi Kosovari-Albanesi, hanno determinato la fine della missione "Allied Harbour" il 31 agosto 1999 e la contemporanea costituzione, sulla base del Comando della Brigata Alpina "Taurinense", già presente in Albania, del Comando della Zona delle Comunicazioni WEST (COMMZ W) nell'ambito dell'Operazione Joint Guardian.
Nell'ambito della Brigata Multinazionale a guida italiana sono inserite le contribuzioni di Grecia, Turchia, Norvegia, Danimarca, Germania, Canada, Lituania e Repubblica Ceca.
Task Force "Essential Harvest" (2001)
A seguito del grave peggioramento della situazione interna alla FYROM (Former Yugoslavian Republic of Macedonia), legato al movimento di guerriglia filo albanese denominatosi UCK, il Presidente Macedone Trajkowski in data 14 giugno 2001 chiedeva formalmente il sostegno della NATO e dell'Unione Europea per la soluzione dei problemi interni del giovane paese balcanico.
Ottenute dal governo macedone le "precondizioni" per delineare la situazione più favorevole per il successo della Missione il 29 giugno 2001 il Consiglio Atlantico approvava il piano denominato "Essential Harvest" conforme nello spirito e nella sostanza alle richieste macedoni.
Firmato l'accordo politico il 13 agosto, il giorno successivo veniva siglata l'intesa fra NATO e FYROM sullo "stato della Forza" ed il successivo 15 agosto, veniva autorizzato l'invio dei primi contingenti denominati "Task Force Harvest".
La Forza veniva configurata sulla base della 16^ Brigata Aeromobile britannica, composta da circa 3500 uomini, suddivisa in quattro battaglioni multinazionali, a guida francese (con contributo tedesco e spagnolo), greca, britannica (con contributo olandese) ed italiana comprendente una unità turca.
Il reparto nazionale, al comando del Colonnello Mariano Centonze, si è formato sulla base del 152° Reggimento fanteria "Sassari" cui si è affiancato uno squadrone blindo del Reggimento "Savoia Cavalleria" (3°) ed elementi minori del Genio delle Trasmissioni e dell'Arma dei Carabinieri.
L'unità ha impiegato 308 veicoli, 14 blindo "Centauro", 55 veicoli corazzati e 80 veicoli tattici.
La missione si è ufficialmente conclusa il 6 ottobre 2001 con il raggiungimento degli scopi prefissati e nei tempi indicati.
Un battaglione multinazionale è rimasto sul terreno al fine di garantire l'opportuna sicurezza per gli Osservatori che stanno monitorando l'implementazione degli accordi e la non insorgenza di altri focolai di guerriglia.
La partecipazione italiana alla nuova missione denominata "Amber Fox" si è ridotta dai circa settecento a poco più di duecento uomini, inseriti in una compagnia rinforzata del battaglione multinazionale e nelle unità di supporto tecnico e di collegamento.
LIBANO 1 e LIBANO 2
(Missione "Libano 1")
Su richiesta del Vice Primo Ministro e Ministro degli Affari Esteri del Governo libanese, è stato disposto dal Governo italiano l'invio di un battaglione con lo scopo di assicurare l'incolumità fisica del personale palestinese in partenza da Beirut e degli abitanti della regione di Beirut stessa e favorire il ristabilimento della sovranità e delle autorità del Governo libanese.
La missione, comandata dall'allora Tenente Colonnello Bruno TOSETTI, è stata svolta nel periodo dal 23 agosto all'11 settembre 1982 e affidata al 2° battaglione bersaglieri "Governolo", composto da 1 Compagnia Comando, 2 Compagnie meccanizzate, 1 plotone genio e 1 plotone carabinieri, per un totale di 519 uomini (40 Ufficiali, 81 Sottufficiali e 389 militari di truppa) con al seguito circa 200 mezzi tra ruotati e cingolati.
La missione è stata effettuata senza alcun incidente.
(Missione "Libano 2")
A seguito dei tragici avvenimenti accaduti nei campi palestinesi di Sabra e Chatila, alla periferia ovest di Beirut e alle consultazioni tra il Governo libanese ed il Segretario Generale delle Nazioni Unite, in applicazione della Risoluzione 521 del Consiglio di Sicurezza, il Governo libanese ha chiesto ad alcuni Paesi, tra cui l'Italia, una Forza multinazionale da interporre in località concordate.
Ciò al fine di assicurare il ristabilimento della sovranità e dell'autorità del Governo libanese nell'area di Beirut e, nel contempo, garantire l'incolumità della popolazione.
La missione italiana, comandata dall'allora Generale di Brigata Franco ANGIONI e denominata ITALCON, si è sviluppata nel periodo dal 24 settembre 1982 al 6 marzo 1984. La forza media del contingente è stata di circa 2.300 uomini di cui 1.550 destinati alle attività operative e 750 a quelle logistiche.
L'impegno complessivo è stato di 8.345 persone di cui 595 Ufficiali, 1.150 Sottufficiali, 6.470 militari di leva e 130 Infermiere volontarie. Essi disponevano di 319 mezzi ruotati, 52 mezzi speciali, 20 cucine rotabili, 97 veicoli di trasporto cingolati e 6 autoblindo.
Durante la missione si sono avuti 75 feriti ed un deceduto (Marò Filippo MONTESI a fronte di 275 statunitensi e 87 francesi).
Missione Airone (1991)
Il 5 aprile 1991 il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con la Risoluzione n. 688, aveva intimato all'Iraq di cessare la repressione in atto e di agevolare gli interventi di organizzazioni umanitarie internazionali ovunque necessario. Prende così l'avvio la partecipazione italiana a "Provide Comfort" che inizia di fatto il 21 aprile con il primo lancio di viveri da parte dell'Aeronautica Militare ed un nucleo di aviorifornitori della "Folgore". Il Governo italiano formalizza la partecipazione a "Provide Comfort" il 2 maggio ed i primi reparti partono da Livorno e dagli aeroporti di Pisa e Caselle il il 3 e 4 maggio del '91.
Il contingente è composto da 170 Ufficiali, 370 Sottufficiali e 950 soldati, cui si aggiungono 8 Ufficiali e 13 Sottufficiali dell'Aeronautica Militare ed 8 Infermiere volontarie della CRI.
Il rischieramento delle forze si completa il 16 maggio con il trasporo di 1.400 militari, 400 autoveicoli, 8 elicotteri e 1.300 tonnellate di materiali.
Per la sicurezza del settore incursori e paracadutisti effettuano pattugliamenti e posti di blocco, controllando un territorio ampio fino a 1.400 kmq e tutto il tratto della rotabile Zakho-Kirkuk-Baghdad incidente nel proprio settore. Le forze operative hanno garantito la cintura difensiva del contingente e contribuito a creare quella cornice di sicurezza che è stata fattore determinante per il rientro dei profughi.
Il bilancio dell'azione sanitaria si concretizza in 22.700 visite e cure, 235 ricoveri e oltre 150 interventi chirurgici. Nuclei mobili di paracadutisti con medico e ambulanza effettuano interventi sanitari "a domicilio" nei villaggi della zona di responsabilità.
A partire dal 9 luglio inizia il disimpegno delle unità con la cessione dell'ospedale da campo all'ospedale civile di Zakho. Quando tutte le forze multinazionali lasciano l'Iraq, presso i "campi di transito" non vi sono più di 15.000 curdi. Il 17 luglio l'ultima aliquota del contingente Airone rientra in Patria.
Una componente multinazionale di circa 2.500 uomini, per l'Italia circa 200 carabinieri e incursori della "Folgore" che assumono la denominazione di Airone 2, è rimasta in Turchia fino al 9 ottobre.
Il Contingente italiano non ha subito alcuna perdita.
Operazione Ippocampo (1994)
Nella primavera del 1994 esplode la conflittualità ormai endemica tra le due maggiori etnie (Tutsi e Hutu) del Ruanda.
Gli scontri dilagano, rischiando di coinvolgere anche i cittadini stranieri residenti nel Paese.
Dopo una serie di consultazioni a livello internazionale viene varata l'operazione di recupero "Silver Back". All'operazione partecipa anche l'Italia con un contingente formato da 112 uomini della "Folgore", 65 uomini del Comando Subacquei Incursori "Teseo Tesei" della Marina e 3 velivoli da trasporto della 46^ Brigata Aerea. Il 10 marzo 1994 il nostro contingente atterra all'aeroporto di Kigali. Inizia così l'operazione "Ippocampo Ruanda". Le forze italiane si trovano ad operare congiuntamente con i reparti francesi, americani e belgi, appositamente giunti nel quadro della "Silver Back", e con le forze dell'UNAMIR già presenti in Ruanda.
Si procede immediatamente alla raccolta, identificazione ed evacuazione degli italiani residenti in Ruanda. L'intera operazione si svolge in una situazione di alto rischio. I combattimenti fra le fazioni ruandesi infuriano proprio intorno all'aeroporto, già sottoposto a pesanti bombardamenti al momento dell'arrivo dei primi contingenti internazionali. Per riuscire a raggiungere alcuni concittadini rimasti isolati, i militari italiani devono inoltrarsi in zone totalmente insicure. Le operazioni si concludono dopo una settimana con il rientro in patria della missione.
Ma la crisi ruandese assume dimensioni sempre più vaste, ed è la popolazione civile a pagare prezzi spaventosi. In questo quadro, il Governo italiano decide di attivare una seconda missione di soccorso, destinata questa volta al salvataggio di gruppi di organi del Paese africano. Il 1° giugno 1994 viene lanciata l'operazione "Entebbe". Nell'aeroporto della capitale dell'Uganda giunge un contingente interforze. Ne fanno parte 18 uomini della "Folgore", incaricati della protezione del nucleo sanitario misto. Quest'ultimo è composto a sua volta da 6 Ufficiali medici, 3 Sottufficiali infermieri e 6 Infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana. Il contingente è posto alle dipendenze di un Colonnello dell'Aeronautica, il quale coordina 4 velivoli dell'AMI (un G-222 e tre C-130).
Un centinaio di profughi ruandesi, in prevalenza bambini, giungono via terra a Entebbe su convogli dell'UNAMIR, della Croce Rossa Internazionale e dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati. Dopo avere ricevuto le prime cure dal personale medico e della Croce Rossa Italiana, i profughi vengono imbarcati sugli aerei per l'Italia.
Missione Alba - FMP (1997)
Una delle più recenti missioni di pace che ha visto coinvolto l'Esercito è stata la breve missione "Alba", la prima forma di intervento multinazionale (con Francia, Turchia, Grecia, Spagna, Romania, Austria e Danimarca) promossa e guidata dall'Italia. Sollecitata dall'OSCE e dall'ONU e approvata il 9 aprile 1997 dal Parlamento malgrado il voto contrario di una parte della maggioranza di Governo, si è svolta dal 13 aprile al 12 agosto, ufficialmente per consentire la distribuzione di aiuti umanitari ma in realtà per impedire la guerra civile e consentire di avviare a soluzione la crisi politica albanese.
La presenza dei militari ha consentito di raffreddare la situazione albanese, degenerata all'inizio del 1997 principalmente a causa del fallimento di società di investimento che avevano di fatto bruciato i risparmi di molti cittadini.
Schierata in prevalenza nella fascia costiera del paese, la Forza Multinazionale di Protezione (FMP) si è spinta all'interno ai primi di giugno per incrementare il controllo nelle aree popolate, in modo da favorire le elezioni in programma alla fine dello stesso mese e nell'ambito delle quali la FMP era chiamata a fornire protezione ai team di osservatori dell'OSCE. Composta da 7.000 uomini di 11 Paesi, fra i quali circa 3.000 italiani, la Forza Multinazionale di Protezione (FMP) ha effettuato in quattro mesi di attività circa 1.700 azioni operative, in massima parte per la scorta a convogli che hanno consentito alle Organizzazioni umanitarie di distribuire oltre 5.700 t di viveri, medicinali, sementi e vestiario. Per i turni elettorali del 29 giugno e del 6 luglio sono state inoltre effettuate 674 missioni di sicurezza a favore degli osservatori OSCE, con un impiego di 2.500 uomini.
L'Esercito italiano ha contribuito con 2.800 uomini, dei quali circa 1.800 di truppa (in massima parte VFB, affiancati da 400 giovani in servizio di leva che hanno espresso la propria disponibilità a partecipare alla missione e ai quali sono stati affidati in prevalenza compiti tecnico-logistici), schierati a Tirana, Durazzo, Valona e Fier.
Fra i reparti coinvolti, oltre alla Brigata meccanizzata "Friuli" al comando del Gen. B. Girolamo Giglio, in prima linea quelli su base volontaria come il 18° Rgt. bersaglieri della Brigata "Garibaldi", il 187° paracadutisti della "Folgore" e il 151° Rgt. fanteria della "Sassari", affiancati dagli Incursori del "Col Moschin" e dagli specialisti dell'AVES, Genio, Sanità e Trasmissioni.
Operazione "STABILISE" - Timor Est (1999 - 2000)
A seguito dell'accordo fra Portogallo ed Indonesia, sanzionato dal Segretario Generale ONU (5 maggio 1999), in Timor Est è stato indetto un referendum al fine di stabilire la volontà popolare circa l'indipendenza della regione dalla Repubblica di Indonesia.
Per verificare il regolare svolgimento del referendum e la validità dei risultati, è stata costituita (in ottemperanza a quanto previsto dalle risoluzioni 1246 e 1257) una missione ONU denominata "United Nation Mission in East-Timor" (UNAMET). Il referendum, tenutosi il 30 agosto 1999, ha fatto riscontrare una percentuale altissima di voti favorevoli all'indipendenza di Timor-Est.
Il giorno successivo sono iniziate azioni violente da parte di gruppi (Militia) non favorevoli all'indipendenza dall'Indonesia. Tali azioni hanno provocato morti e distruzioni e determinato l'insorgenza su larga scala del problema "rifugiati". Le Forze regolari indonesiane, che avrebbero dovuto proteggere la popolazione, non sono state in grado di fermare tali violenze. Il giorno 12 settembre 1999, il Presidente pro-tempore indonesiano Habibie ha comunicato all'ONU di essere disponibile ad accettare l'intervento di una "Forza Multinazionale".
L'Organizzazione delle Nazioni Unite, attraverso la risoluzione n. 1264 del 15 settembre 1999, ha autorizzato la costituzione di una "Forza Multinazionale", denominata INTERFET (International Force in East Timor).
L'operazione prevede, ove necessario, l'uso della forza,in base al Cap. VII della Carta delle Nazioni Unite.
L'Australia è stata candidata dalle N.U. quale Lead Nation di INTERFET.
La Forza multinazionale, costituita inizialmente da circa 7.500 uomini sarà articolata su due/tre Brigate. L'Australia ha dato la disponibilità a costituire il cuore dell'HQ e a fornire una delle Brigate.
Il 15 settembre 1999, il Ministro della Difesa ha autorizzato la pianificazione e l'attuazione delle attività esecutive di predisposizione, necessarie per la partecipazione di Unità italiane all'operazione (Operation Stabilise) nell'ambito della "Forza Multinazionale".
La Missione assegnata ad INTERFET si riassume nei seguenti compiti: ristabilire la pace e la sicurezza in Timor Est, proteggere e supportare la missione ONU UNAMET (United Nations Mission in East Timor) e, nell'ambito delle possibilità della forza, facilitare le operazioni di assistenza umanitaria.
Missione ISAF (2003 - ----)
La forza di intervento internazionale denominata "International Security Assistance Force", ha il compito di garantire un ambiente sicuro a tutela dell'Autorità afghana che si è insediata a Kabul il 22 dicembre 2001 a seguito della Risoluzione n. 1386 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite il 20 dicembre 2001.
Iniziata come Missione Multinazionale, dall'agosto 2003 il contingente è passato alle dipendenze della NATO.
La natura dell'impegno per i reparti forniti dall'Esercito Italiano non è però cambiata, provvedendo alla sicurezza del Comando della Missione oltre alle attività di bonifica da ordigni esplosivi e chimica.
Operazione Enduring Freedom (2003)
Nel quadro della campagna contro il terrorismo internazionale ("global war against terrorism") gli Stati Uniti d'America hanno dato avvio, nel mese di ottobre 2001, all'operazione multinazionale "ENDURING FREEDOM" in AFGHANISTAN articolata in quattro fasi.
L'operazione, diretta dal Comando Centrale USA - CENTCOM dislocato in Tampa - Florida, è al momento nella sua quarta fase che prevede l'impiego delle unità di terra al fine di creare un ambiente stabile e sicuro per prevenire il riemergere di focolai di terrorismo, supportare le operazioni umanitarie ed addestrare l'Esercito afgano.
Questa fase dell'operazione è caratterizzata da un più spiccato orientamento umanitario volto a conquistare il favore ("hearts and minds") della popolazione locale.
In tale quadro, l'Italia partecipa operativamente con un Gruppo Tattico a partire dal 15 marzo 2003. L'operazione è stata presentata al Parlamento il 2 ottobre dal Ministro della Difesa.
Operazione Antica Babilonia (2003 - ----)
Nel quadro della Guerra Globale al Terrorismo, una Coalizione anglo-americana ha dato avvio nel mese di marzo 2003 all'Operazione "IRAQI FREEDOM" (OIF) in Iraq.
Il 1° maggio 2003 è iniziata la fase "post conflitto", che si pone come obiettivo la creazione delle condizioni indispensabili allo sviluppo politico, sociale ed economico del paese.
In tale contesto, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, con la Risoluzione n. 1483 del 22 maggio 2003, ha sollecitato la Comunità Internazionale a contribuire alla stabilità e sicurezza dell'Iraq e ad assistere il popolo iracheno nello sforzo per l'opera riformatrice del Paese.
Attualmente quindici Nazioni, tra cui l’Italia, hanno offerto agli USA "pacchetti di Forze" da impiegare, per l’operazione in atto e nelle aree di responsabilità di CENTCOM.
L'Italia partecipa con un proprio Contingente Militare interforze e, alla componente terrestre, è stato assegnato un settore (provincia di Dhi Qar) nella regione meridionale dell'Iraq nell'area di responsabilità della Divisione Multinazionale a guida Inglese.
Missione "PELLICANO" (1991 - 1993)
Dopo la morte avvenuta l'11 aprile 1985 di Enver Hoxha, dalla fine della Seconda Guerra Mondiale padre-padrone del Paese delle Aquile, ed in seguito ai cambiamenti avvenuti nei Paesi dell'Europa orientale, iniziò anche in Albania, una fase di trasformazione che vide quest'ultimo bastione stalinista aprirsi alla democrazia.
Le grandi difficoltà economiche e sociali che attraversavano lo stato balcanico, diedero il via ad un esodo che, nel 1991 rischiava di assumere proporzioni bibliche; i 30.000 profughi già in Italia, erano solo l'avanguardia del "grosso", pronto a salpare non appena fosse stato giudicato conveniente e possibile.
L'esodo ulteriore di grandi masse, pertanto, era incombente; l'illusione del sogno italiano si palpava visibilmente tra le folle albanesi.
Il Governo italiano, allora, decise di portare in Albania i primi soccorsi umanitari per scoraggiare l'immigrazione e rimpatriare quanti illegalmente avevano raggiunto le coste italiane.
Compito della missione era quindi quello di distribuire ai magazzini di Stato albanesi gli aiuti di emergenza inviati dall'Italia dai porti di Durazzo e di Valona e l'assicurazione dell' assistenza sanitaria generica nonchè‚ la distribuzione di farmaci alla popolazione albanese delle due città.
Nella prima fase di svolgimento (settembre 1991- marzo 1992), i mezzi dell'Operazione "Pellicano" hanno assicurato il trasporto di 90.659 ton. di generi vari inviati dall'Italia.
La seconda fase della missione è consistita nella distribuzione di aiuti inviati dalla Comunità Economica Europea (marzo-settembre 1993), seguiti da una ulteriore tranche di aiuti italiani (Pellicano 3 settembre-dicembre 1993).
Alla missione, condotta da unità logistiche, hanno preso parte:
Battaglione Logistico "Carso"
Battaglione Logistico "Acqui"
Mix di Osservazione - UNMOGIP - India e Pakistan (1949 - ----)
Il Gruppo degli Osservatori Militari delle Nazioni Unite in India e Pakistan, è stato costituito nel luglio 1949 a seguito di una risoluzione del Consiglio di Sicurezza. L'attività dell'UNMOGIP trae origine dall'accordo tra i rappresentanti militari dell'India e Pakistan, noto come trattato di Karachi, che determinò la tregua d'armi nel conflitto indo-pakistano nato per la questione Jammu-Kashmir risalente alla spartizione dell'ex India britannica nel 1947 e successivamente perfezionato nel 1972 con il Trattato di Simla.
L'UNMOGIP si compone di 44 Ufficiali. Il contributo italiano è di 7 Ufficiali osservatori, che però sono entrati a far parte della missione soltanto nel 1961.
I compiti affidati all'UNMOGIP consistono nel vigilare e riferire alle Nazioni Unite sull'osservanza del mantenimento dello "status quo" lungo la linea del cessate il fuoco, chiamata dal 1971 linea di controllo, del rispetto delle clausole del trattato di Karachi.
Vista l'instabilità della situazione, dal 1949 ad oggi 5 Ufficiali Osservatori sono morti in servizio, la missione è tuttora in corso.
La missione ha il suo Quartier Generale per sei mesi all'anno nella città di Rawalpindi in Pakistan e per gli altri sei nella città di Srinagar in India.
Fra il 1994 ed il 1997, per la prima volta nella storia delle Missioni ONU, un Ufficiale Generale italiano, il Generale di Divisione Alfonso Pessolano ne è stato al comando.
Dal settembre 2004 è al comando del Gen. Div. Guido Dante Palmieri.
Mix di Osservazione - UNTSO - Siria, Israele, Libano, Egitto (1958 - ----)
Il Gruppo Osservatori Militari Italiani opera in Medio Oriente (Libano, Siria, Israele, Egitto) dal 1958, in ottemperanza al contenuto delle disposizioni emanate dal Segretario Generale delle Nazioni Unite di concerto con il Ministero degli Esteri.
Gli Ufficiali osservatori, che attualmente sono sette, hanno il compito di segnalare al Comando UNTSO (United Nations Truce Supervision Organization) ed agli osservatori degli altri paesi ogni trasgressione al cessate-il-fuoco tra le parti in causa, Israele, Libano, Giordania, Egitto e Siria, in quella regione, dipendono operativamente e disciplinarmente dal Comando del gruppo osservatori dell'ONU ed agiscono disarmati, utilizzando soltanto strumenti di osservazione e mezzi di trasmissione.
Tra tutti gli Ufficiali che sono stati inviati sul posto fino ad oggi, c'è anche un caduto: il Capitano Carlo Olivieri ucciso al suo posto di osservazione il 6 ottobre del 1973 sul canale di Suez. In tutto sono stati 28 gli osservatori caduti.
Il gruppo di osservatori è ripartito in numerosi sottogruppi: Egitto, Libano, Beirut, Damasco, Tiberiade, Golan, Amman; il Quartier Generale dell'UNTSO è sito nel palazzo dell'ex Governatore sul Monte del Cattivo Consiglio a Gerusalemme.
Oltre a presidiare i confini di Israele e degli stati confinanti l'UNTSO è diventata il principale fornitore di osservatori per le varie missioni dell'ONU.
Dal 1° Aprile 2000, la Missione è guidata dal Maggior Generale Franco GANGUZZA, Ufficiale Generale dell'Esercito Italiano.
Mix di Osservazione - MINURSO Sahara occidentale (1991 - ----)
La MINURSO (Mission des Nations Unies pour le Referendoum dans le Sahara Occidentale) è stata disposta con risoluzione dell'ONU n. 690 del 29 aprile 1991 per controllare lo svolgimento del referendum, programmato entro il termine di 29 settimane dall'entrata in vigore del cessate-il-fuoco tra le forze marocchine e quelle del Fronte Polisario, volto a decidere l'indipendenza della ex colonia spagnola annessa di fatto dal Marocco nel 1975. In pratica i 75.000 cittadini del Sahara Occidentale dovranno decidere se dar vita ad un nuovo Stato o no. Il personale dell'ONU, circa 2.300 persone in rappresentanza di 35 Paesi, fa parte di un complesso costituito su una componente civile, una di polizia ed una militare.
La componente di polizia ha l'incarico di garantire l'ordine pubblico durante lo svolgimento della consultazione ed assicurare l'incolumità dei guerriglieri iscritti nelle liste elettorali. La componente civile ha il compito di amministrare il territorio, di espletare le operazioni preliminari del referendum e di controllare il rientro dei profughi saharawi.
La componente militare è dislocata sia nel territorio del Sahara Occidentale e nell'area di Tindouf (Algeria) e ha il compito di controllare sia la riduzione complessiva delle truppe del Regno del Marocco entro le dodici settimane sucessive all'entrata in vigore del cessate-il-fuoco che la dislocazione delle truppe dei due contendenti nei rispettivi accampamenti.
Il Contingente militare è comandato da un Generale ed è composto da 1.650 uomini di cui 550 Ufficiali osservatori. Alla missione partecipano 4 Ufficiali osservatori italiani che sono giunti nella località di Laayoune, Quartier Generale della missione il 27 settembre 1991. Uno di essi è stato ferito nel corso di una missione di sorveglianza e osservazione.
Mix di Osservazione - UNIIMOG - Iran e Iraq (1988 - 1991)
Questa missione (UNIIMOG United Nations Iran Iraq Military Observer Group) fu istituita nell'Agosto 1988 al termine della guerra fra Iran ed Iraq durata oltre sei anni.
Scopo della Missione era verificare, confermare e supervisionare il cessate il fuoco ed il ritiro delle forze irachene ed iraniane dalla linea di contatto fino ai confini internazionalmente riconosciuti fra i due paesi.
La Missione ebbe termine nel febbraio 1991.
E' stata composta da osservatori militari provenienti dall' Argentina, Austria, Australia, Bangladesh, Canada, Danimarca, Finlandia, Ghana, Ungheria, India, Indonesia, Irlanda, Kenya, Malaysia, Nuova Zelanda, Nigeria, Norvegia, Peru, Polonia, Senegal, Svezia, Turchia, Uruguay, Yugoslavia e Zambia.
Mix di Osservazione - UNIKOM - Iraq e Kuwait (1991 - 2003)
Con la risoluzione n. 689 del 9 aprile 1991 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite veniva istituito un gruppo di osservatori militare lungo il confine tra Iraq e Kuwait.
Dal 28 aprile gli osservatori garantiscono il rispetto della fascia smilitarizzata esistente tra i due paesi in attesa che riprendano i reciproci rapporti diplomatici.
I circa 300 osservatori di 33 nazioni svolgono attività quali il controllo e ritiro di tutte le unità presenti nella zona smilitarizzata che si estende lungo la frontiera dei due Stati e per una profondità di 10 km in territorio irakeno e 5 km in territorio kuwaitiano, distacco di posti di osservazione lungo le principali rotabili che collegano la zona smilitarizzata allo scopo di controllare i movimenti di personale e mezzi ed effettuare rilevamenti e pattugliamenti aerei e fluviali sulla zona smilitarizzata.
Sono inoltre presenti genieri canadesi e elicotteristi cileni; il reparto comando è fornito dalla Danimarca, il reparto medico dalla Norvegia e aerei leggeri sono forniti dall'aviazione svizzera. Il gruppo di osservatori italiani si compone di 7 Ufficiali dell'Esercito e 1 dell'Aeronautica, i quali, come il resto degli osservatori dell'UNIKOM (United Nations Iraq-Kuwait Observers Group), dipendono dal Quartier Generale situato in UmmQasr, in territorio irakeno.
Fra il 1996 ed il 1997 la missione è stata posta sotto la guida del Magg. Gen. Giangiuseppe Santillo.
Il mandato è terminato il 6 ottobre 2003.
Mix di Osservazione - MONUC Congo (1999 - 2003)
Sono stati due gli Ufficiali Osservatori Italiani impegnati nella Missione di Osservazione delle Nazioni Unite in Congo (MONUC).
Costituita il 30 novembre 1999 la Missione è stata originata dall' accordo sul cessate il fuoco di Lusaka, firmato da Namibia, Rwanda, Uganda, Zambia, Zimbabwe, Repubblica Democratica del Congo ed i due movimenti ribelli congolesi.
Costituita inizialmente dal personale di precedenti piccole missioni ONU presenti in Congo, dal 24 febbraio 2000 la forza di MONUC è passata a 5537 uomini, compresi 500 osservatori.
La missione ha il compito di supervisionare l'implementazione del cessate il fuoco ed investigare eventuali violazioni.
Le seguenti nazioni hanno contribuito alla missione:
Algeria, Bangladesh, Benin, Bolivia, Camerun, Canada, Repubblica Ceca, Egitto, Francia, Ghana, India, Giordania, Italia, Kenia, Libia, Malaysia, Mali, Nepal, Pakistan, Peru, Polonia, Romania, Federazione Russa, Senegal, Sud Africa, Svezia, Tunisia, Ucraina, Regno Unito, Tanzania, Uruguay e Zambia.
Mix di Osservazione - UNMEE - Etiopia - Eritrea (2000 - ----)
Il Gruppo degli Osservatori Militari delle Nazioni Unite in Etiopia ed Eritrea, è composto da 10 Osservatori Militari.
La Missione, prende le mosse dalla risoluzione n.1312(2000) del Consiglio di Sicurezza che ha autorizzato il dispiegamento di una forza di 100 Osservatori e del relativo supporto logistico.
Il numero degli Osservatori militari potrà salire fino a 220 Osservatori e 4200 uomini del contingente militare.
Compito della Missione è quello di stabilire e mantenere un collegamento fra le parti (Etiopia ed Eritrea), vegliare sul cessate il fuoco, verificare la ridislocazione, secondo gli accordi, delle forze etiopi.
Le forze dell'ONU suddivise in tre battaglioni ed un Gruppo Osservatori, saranno schierate come forza di interposizione fra i reparti in linea dei due contendenti.
Il personale inviato, segue uno strettissimo ciclo vaccinale che include la febbre gialla, il colera, epatite A e B, febbre tifoidea, rabbia ed anti meningococcica. Una profilassi antimalarica viene seguita sul posto.
La particolare durezza delle condizioni di vita per il personale ha imposto la durata di quattro mesi ai turni di servizio degli Osservatori.
L'Esercito Italiano ha inviato, oltre ai dieci osservatori, una componente dell'arma delle Trasmissioni.
Mix di Osservazione - JMM/JMC Sudan (2002 - ----)
La Missione di Osservazione in Sudan è costituita da due branche, denominate Joint Monitoring Mission e Joint Military Commission (JMM/JMC).
Costituita a seguito della firma degli accordi per il "cessate il fuoco", siglati il 19 gennaio 2002 a Buergenstock in Svizzera, la Missione ha il compito di monitorare il rispetto del cessate il fuoco e le eventuali violazioni, garantendo una zona smilitarizzata tutta intorno alla regione dei Monti Nuba.
l'Italia ha fornito personale fin dall'inizio della stessa nel marzo 2002 ed è, inoltre, uno dei 4 paesi diplomaticamente incaricati dalle parti in lotta per monitorare la situazione insieme a Gran Bretagna USA e Norvegia.
Il comando della missione è situato a Tillo, nelle vicinanze della città di Kadugli.
L'area monitorata dalla JMC è grande come l'Austria (circa 2 volte il Kosovo), ed è divisa in 5 settori.
Ciascun settore è affidato alla vigilanza di nuclei composti da "monitor internazionali" ed un pari numero di rappresentanti appartenenti alle fazioni in lotta.
A questi si aggiungono un medico, un responsabile logistico del campo, e del personale logistico locale.
Le attività della missione prevedono l'ispezione ai reparti delle due fazioni, l'investigazioni delle violazioni del cessate il fuoco, accertamento delle condizioni di vita nei villaggi della zona, supporto alle NGO, ispezione dei voli umanitari che interessano la zona.
I nuclei ispettivi operano con veicoli ruotati 4x4 e motociclette ATV (All Terrain Vehicle - a 4 ruote), elicotteri da ricognizione e da trasporto, ma anche mountain-bike e cammelli.
Durante la stagione delle pioggie il personale viene trasportato in elicottero nei pressi delle località da ispezionare, da dove prosegue a piedi data l'impraticabilità totale della rete viaria, per missioni di un paio di giorni.
Missione EUMM (1991 - ----)
La Missione Europea di Osservazione (EUMM) è stata istituita – inizialmente con la denominazione di ECMM (European Community Monitoring Mission) – dalla Comunità Europea nel 1991, in seguito all’Accordo di Brioni del 7 luglio 1991.
Dal 1° gennaio 2001, la Missione è denominata EUMM (European Union Monitoring Mission) e rappresenta lo strumento di Politica Estera e di Sicurezza dell’Unione Europea nei Balcani, alle dipendenze del Consiglio dell’Unione Europea, attraverso il suo Segretario Generale/Alto Rappresentante.
La Missione ha sede a Sarajevo ed è schierata in Albania, Bosnia Erzegovina, Croazia, Serbia, Montenegro e Kosovo (FRY) e Macedonia (FYROM). Il Capo Missione, del rango di Ambasciatore, risiede a Sarajevo restando in carica per tre anni.
Per l’Italia partecipano attualmente 19 U., che sono dislocati presso l’HQ di Sarajevo e gli Uffici di Missione di Sarajevo, Skopje, Tirana e Belgrado.
Missione "OSCE/KVM - Kosovo" (1998)
Con le risoluzioni 1160 (31 marzo 1998) e 1199 (23 settembre 1998) il Consiglio di Sicurezza si era espresso per una risoluzione pacifica del problema Kosovo che tenesse conto sia dell'integrità della Federazione della Repubblica Yugoslava (FRY) sia delle aspettative di larga autonomia ed autodeterminazione dei Kosovari, per cui aveva imposto la cessazione delle ostilità ed il rientro dei profughi nelle loro abitazioni.
A seguito dei continui e violenti combattimenti tra la Polizia Serba (MUP) supportata dall'Esercito (VJ) e gli insorti Kosovari (UCK), visti gli inutili tentativi di risolvere politicamente la crisi, il NAC aveva autorizzato il 24 settembre 1998, l'operazione "ALLIED FORCE" per una risposta aerea graduale.
La minaccia dell'intervento aereo aveva portato agli accordi firmati a Belgrado il 15 ottobre 1998 dal Capo di Stato Maggiore della FRY ed il SACEUR (Comandante Supremo delle Forze NATO in Europa) e il 16 ottobre 1998 dal Ministro degli Affari Esteri della FRY e il rappresentante dell'OSCE (Organizzazione per la sicurezza e Cooperazione in Europa), sanciti dalla risoluzione 1203 del 24 ottobre 1998 che autorizzava le missioni per la verifica del rispetto delle predette risoluzioni.
In tale quadro, l'OSCE aveva istituito una missione di verifica in Kosovo denominata KVM (Kosovo Verification Mission). In accordo alla citata risoluzione 1203, la sicurezza e l'incolumità degli osservatori era responsabilità del governo della Repubblica Federale di Yugoslavia e pertanto nessuna limitazione, minaccia, uso della forza avrebbe dovuto condizionare l'opera dei verificatori dell'OSCE-KVM, i quali godevano dello "Status Diplomatico".
A seguito del deteriorarsi della situazione in Kosovo e in previsione della campagna aerea NATO (24 marzo - 10 giugno 1999), il personale OSCE della KVM veniva evacuato (20 marzo) in Macedonia e successivamente (29 marzo) fatto rientrare in Patria ad eccezione di 250 verificatori, progressivamente ridotti, impiegati nelle attività di assistenza umanitaria dello United Nations High Commission for Refugees (UNHCR).
Attualmente l'Italia ha ritirato tutti i suoi Osservatori.
Operazione Amber Fox (2001 - 2002)
Il passaggio di competenze fra l'Operazione "Essential Harvest" e l'Operazione "Amber Fox" è avvenuto il 4 ottobre 2001.
Le Forze nazionali impiegate nella nuova operazione sono state tratte principalmente da quelle già presenti nella repubblica macedone.
Amber fox è stata una missione di monitoraggio internazionale, condotta dall'Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OSCE) e dall'Unione Europea (UE).
Composta da circa 150 osservatori internazionali, dislocati sull'intero territorio macedone, la cui sicurezza è stata garantita dalle Autorità della stessa FYROM.
L'Esercito Italiano ha avuto il compito di "concorrere, con altri paesi della NATO, al supporto agli osservatori internazionali operanti sul territorio al fine di contribuire al mantenimento della stabilità politica in FYROM", come concordato fra la NATO ed il Presidente della Repubblica Macedone.
Posta alle dipendenze del NATO Headquarters di Skopje nell'operazione sono al momento impiegati circa 170 uomini e 20 mezzi. Il prolungamento della stessa è stato autorizzato dalla NATO fino al 15 dicembre 2002.
Strutturata su di un comando a livello brigata l'operazione ha visto la partecipazione di personale italiano, schierato principalmente a Petrovec, del 3° reggimento alpini, del reggimento lancieri di "Novara"(5°), del 183° reggimento paracadutisti "Nembo", del 66° reggimento aeromobile "Friuli".
Operazione Allied Harmony (2002 - 2003)
Il 15 dicembre 2002, terminata l'operazione Amber Fox , il grosso dei reparti è rientrato e, dal 16 dicembre 2002 ha avuto inizio l'Op. "Allied Harmony", continuazione della precedente missione cui l'Italia partecipa con un plotone blindo del "Lancieri di Novara", una unità EOD (bonifica ordigni esplosivi) ed un nucleo di personale di staff.
Allied Harmony è terminata a fine marzo 2003, sostituita dalla prima missione militare dell'Unione Europea denominata "EUFOR CONCORDIA".
Missione Italiana di Assistenza Tecnico Militare (1973 - ----)
Nel 1973 venne istituita a Malta una missione italiana di cooperazione tecnico militare, il suo compito era di addestrare il "Pioneer Corps" per lavori di pubblica utilità; la missione venne ritirata nel 1979 su richiesta del governo maltese. In quegli anni la missione collaborò alla costruzione della pista principale dell'aeroporto di Luqua, alla realizzazione di un ponte radio tra Malta e la Sicilia e di un altro ponte radio tra Malta e Gozo.
Nel 1981 i due governi sottoscrissero un nuovo accordo e vennero istituiti due organismi: la DIATM (Delegazione italiana di assistenza tecnico militare) con il compito di fornire assistenza al personale maltese e di collaborare a lavori del genio civile e poi una Missione di cooperazione tecnica (Mictm) che aveda affidato ruoli di ricerca e soccorso ed adddestramento del personale. L'attività di Diatm e Mictm venne parzialmente sospesa tra il dicembre 1984 ed il settembre 1985. Il 14 luglio del 1988 fu firmato un memorandum di intesa tra il Ministero della Difesa Italiano ed il Ministero degli Esteri Maltese e fu istituita la Miatm (Missione di assistenza tecnico militare), che opera oggi con lo scopo di:
fornire assistenza all'addestramento militare di personale maltese in vari settori d'impiego (fanteria, artiglieria c/a, genio, trasmissioni, motorizzazione, genio civile, ecc.);
assicurare un servizio di Ricerca e Soccorso (SAR).
Essa è composta da 6 Ufficiali e 20 Sottufficiali dell'Esercito con altro personale della Marina Militare e dell'Aeronautica Militare ed impiega 2 elicotteri AB-212 e 50 automezzi vari.
Nel periodo trascorso la missione si è occupata inoltre:
-della qualificazione di base di tecnici su radar;
-dello svolgimento di istruzioni NBC;
-della specializzazione di operatori del genio per macchine da cantiere;
-della manutenzione e riparazione dei mezzi speciali e delle macchine operatrici;
-della specializzazione di meccanici di automezzi.
I risultati positivi nel nostro impegno hanno indotto le autorità dei due paesi a prolungare il nostro contributo che è ancora in corso.
Delegazione Tecnico-Militare in Marocco (1977 - 1990)
La cooperazione Tecnico-Militare tra l'Italia ed il Regno del Marocco ha avuto inizio il 3 Settembre 1969.
Il compito era quello di assistere il personale militare marocchino sia in campo tecnico che addestrativo, per mantenere efficienti ed operativi gli elicotteri venduti dall'Italia alle Forze Armate di quel paese (9 CH-47C Chinook, 48 AB-205, 25 AB-206 e 2 AB-212).
La cooperazione, continuata successivamente con un accordo firmato il 10 gennaio 1977, prevedeva l'impiego di 5 Ufficiali dell'Aeronautica per l'addestramento basico, e da 4 Ufficiali dell'Esercito con l'incarico di curare quello avanzato operativo.
Successivamente il nucleo dell'A.M.I. rientrava e rimaneva il nucleo dell'Esercito Italiano innalzato a 5 Ufficiali.
La delegazione italiana, dislocata a Rabat, ha svolto assistenza all'Aeronautica Militare marocchina nella fase avanzata dell'addestramento sugli elicotteri e sulla manutenzione degli stessi.
Delegazione Tecnica in Somalia (1983 - 1990)
Il 1 gennaio 1983 venne costituita in Somalia la Rappresentanza italiana di assistenza tecnica relativa ad una delegazione militare dell'Esercito Italiano denominata Delegazione Italiana di Assistenza Tecnico-Militare.
Il personale era composto da 10 Ufficiali e 13 Sottufficiali che ha operato con il compito di:
-fornire la consulenza ai quadri ufficiali e sottufficiali somali sull'impiego di mezzi e materiali che sono stati ceduti dal Governo della Repubblica Italiana al Governo della Repubblica Democratica Somala;
-provvedere alla formazione del personale somalo destinato alla riparazione ed alla manutenzione dei citati mezzi e materiali.
A seguito dell'instabilità in Somalia il 17 settembre 1990 il personale dell'Esercito è stato ritirato.
Missione UNOCA - Afghanistan (1989 - 1990)
Sul finire del 1988 il Governo Italiano approvava la partecipazione all'iniziativa internazionale promossa dall'ONU, nel più vasto programma di aiuti all'Afghanistan (UNOCA, United Nations Office for Coordinating Relief in Afghanistan, "Operation Salaam") per bonificare quel territorio dalla presenza di circa cinquanta milioni di mine lasciate sul terreno in circa 10 anni di attività bellica.
Il 30 marzo 1989 furono inviati otto Ufficiali del genio con il compito di addestrare istruttori e personale in grado a loro volta di formare altro personale capace di disattivare e far brillare le mine in condizioni di sicurezza. Tali ordigni, disseminati in tutto il territorio, rendevano pericoloso il rientro dei profughi, che avevano abbandonato il paese per rifugiarsi in Pakistan nelle zone di Quetta e Peshawar.
L'Italia ha partecipato a questa attività dal 30 marzo al 14 ottobre 1989.
La missione italiana è rientrata in patria il 15 ottobre 1989.
Una seconda missione è iniziata il 1° maggio 1990 e si è conclusa il 14 ottobre 1990 nel campo di addestramento di Quetta (Pakistan) con le stesse finalità della prima ed era composta da quattro Ufficiali e due Sottufficiali del genio che hanno costituito due teams addestrativi con lo status di "esperti dell'ONU quali consulenti civili in servizio temporaneo".
Le missioni italiane si sono inserite in un programma analogo a quello svolto da nuclei del genio degli eserciti di Australia, Canada, Francia, Gran Bretagna, Norvegia, Nuova Zelanda, Stati Uniti e Turchia.
Delegazione in Kuwait (1990)
Terminate le operazioni per la liberazione del Kuwait da parte delle forze irakene, si presentava il problema della ricostruzione del paese, duramente provato dai bombardamenti,
Sul territorio kuwaitiano erano state disseminate un gran numero di mine, che avrebbero dovuto costituire ostacolo all'avanzata della coalizione. Alle mine si aggiungevano un numero imprecisato di granate inesplose.
In sostanza si trattava di bonificare tutto il territorio, eliminando anche le centinaia di carcasse di automezzi e mezzi cingolati che erano stati distrutti ed abbandonati dagli irakeni.
Dopo aver valutato la richiesta in sede internazionale, il nostro governo dette mandato allo Stato Maggiore dell'Esercito di provvedere all'invio di personale specializzato sul posto. Venne costituito una delegazione di sei Ufficiali e sei Sottufficiali esperti, in grado di effettuare la bonifica del territorio e di addestrare allo sminamento il personale kuwaitiano.
La missione inizia il 25 settembre a Kuwait City, non senza difficiltà: riconoscere mine, individuare trappole esplosive, localizzare ordigni inesplosi di varia specie, operare in condizioni di sicurezza e contestualmente curare l'attività addestrativa, richiedevano coordinamento e capacità professionali ben definite. Il nostro personale è stato sempre all'altezza del compito, ottenendo stima, riconoscimenti e gratitudine da chiunque li ha visti al lavoro.
Durante la permanenza, è stato addestrato circa 1/5 dei quadri delle forze armate kuwaitiane e sono state fatte brillare tonnellate di esplosivo senza il minimo incidente.
Delegazione Italiana Esperti - Albania (1997 - ----)
La Delegazione Italiani Esperti (DIE) opera in Albania dal 28 agosto 1997, per sostenere le Forze Armate albanesi nel processo di trasformazione per adeguare le proprie strutture a modelli NATO compatibili. La cooperazione è regolata dal Protocollo firmato a Roma il 28 agosto 1997, dai Ministri della Difesa italiano e albanese e dal Decreto legge 1/98 del 13 gennaio 1998, convertito nella legge n. 42/98 del 13 marzo 1998. E' composta da Ufficiali e Sottufficiali delle Forze Armate italiane esperti nei settori dell'addestramento, della logistica e nel campo tecnico-amministrativo.
La DIE, che dipende direttamente dallo Stato Maggiore della Difesa, ha sede nella città di Tirana nelle vicinanze del Ministero della Difesa albanese. Le attività della DIE si sviluppano attraverso una serie di progetti e di realizzazioni che riguardano Esercito, Marina ed Aeronautica albanesi e volte all'addestramento dei quadri dell'Esercito Albanese.
In supporto all'attività concettuale ed addestrativa sono stati ceduti alle Forze Armate Albanesi numerosi materiali e mezzi tra cui dotazioni per la bonifica di zone minate, materiale sanitario, automezzi e parti di ricambio.
Durante l'emergenza dovuta al conflitto in Kosovo, che ha portato in Albania circa 464.000 profughi, la Delegazione Italiana Esperti ha contribuito, unitamente alle Forze NATO della Missione "Allied Harbour", alla gestione della crisi anche in considerazione della notevole conoscenza del territorio e delle risorse disponibili.
Inoltre le Forze Armate Albanesi, mettendo a frutto il supporto italiano, hanno schierato al ridosso del confine con il Kosovo, gruppi di artiglieria e unità carri efficienti garantendo loro i rifornimenti logistici per tutto il periodo della crisi.
I reparti albanesi hanno anche partecipato alle operazioni di soccorso ai kosovari con trasporti, allestimento e gestione di campi di accoglienza.
Per approfondimenti fare riferimento al sito del Ministero della Difesa.
Pietro Ricciardi
massimo78
14-06-2006, 12:10
intanto....
La 'Sassari' torna a casa, arriva la brigata Garibaldi. Entro la fine di giugno, la nostra presenza militare sarà ridotta della metà. Un video imbarazza il Pentagono: un soldato canta, inventa una strofa: "Uccidi un'irachena". Applausi dalla camerata
da Repubblica.it
io qui non ho la scheda audio, qualcuno sarebbe così gentile da ascoltare il video e dirmi se il soldato è americano o italiano ? :rolleyes:
intanto....
da Repubblica.it
io qui non ho la scheda audio, qualcuno sarebbe così gentile da ascoltare il video e dirmi se il soldato è americano o italiano ? :rolleyes:
c'è scritto pentagono...
c'è scritto pentagono...Il tipo ha una divisa da marine.
I Marines erano gia' stati avvisati di questo video e hanno aperto un'inchiesta per individuare il cantante. Al momento non e' stato individuato (pare che nessuna scheda di militare US in Iraq corrisponda alla faccia del cantante), ma l'inchiesta e' ancora aperta. Ovvio che abbiano interesse a far chiarezza, in un senso o nell'altro.
La parte di testo che Repubblica non riporta e non traduce racconta che un soldato incontra una donna irachena. Mentre le parla viene assalito dal padre e dal fratello della donna, che gli sparano con armi automatiche. Il soldato si ripara col corpo della sorella della donna e dopo spara al padre e al fratello.
Non e' che il testo completo giustifichi la canzone (soprattutto se il tipo e' davvero un marine), ma e' un po' diverso dalla parte estrapolata.
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