View Full Version : W la ricerca!
Avete visto il documentario domenica su rai3?
Eventualmente in giro si trova.
Che ne pensate?
A me cadono letterarmente le palle per terra.
W LA RICERCA
di Riccardo Iacona
21 giugno ore 21.00 RAITRE
Leggi l'intervista a Riccardo Iacona>>
con la collaborazione di Livia Borghese e Augusto Palombini, fotografia Mauro Ricci, fonico di presa diretta Giuseppe Vitale, operatore alla macchina Massimiliano Torchia, produzione esecutiva Rosy Mittiga, montaggio Paolo Carpineta e Alexio Davoli
Immaginate una fabbrica i cui operai siano tutti o quasi tutti precari, non abbiano alcuna garanzia che i contratti vengano rinnovati, non abbiano alcun diritto “sindacale” e siano sottoposti al volere del direttore della fabbrica. Immaginate ancora che i finanziamenti che tengono in vita la fabbrica siano insufficienti e incerti. Immaginate infine che i migliori operai della fabbrica, quelli piu’ specializzati, quelli che sono capaci a fare il loro lavoro, quelli che hanno il know how e lo possono esportare comincino ad andarsene, a lasciare la fabbrica per andare a lavorare dalla concorrenza, dove i contratti sono certi, il lavoro e’ ben pagato e il merito, la bravura vengono incentivati e sono una moneta spendibile.
Ebbene la situazione dei ricercatori italiani e’ come quella di questi operai: manopodera di altissima specializzazione a bassissimo costo, veri e propri schiavi della ricerca senza diritti e senza prospettive certe.
W LA RICERCA di Riccardo Iacona racconta la fabbrica della ricerca inseguendo decine di storie di ricercatori …di ogni posizione, dai dottorandi ai ricercatori, da quelli rimasti in Italia a quelli scappati all’estero.
Riccardo Iacona racconta la farsa dei concorsi pubblici, solo teoricamente aperti a tutti, ma, in realta’, come si dice nel gergo, “blindati”, cioe’ gia’ preassegnati ai candidati forti di ogni dipartimento.
Un sistema che di fatto impedisce la liberta’ di movimento dei ricercatori da un’ Universita’ all’altra e costituisce una barriera insormontabile per quelli bravi, da qualsiasi parte del mondo arrivino.
Altro che ritorno dei cervelli!
W LA RICERCA racconta l’esodo dei migliori ricercatori italiani, una vera e propria emorragia del meglio del nostro paese che va ad arricchire l’Europa e gli Stati Uniti, la faccia piu’ inquietante del declino industriale del nostro paese: le fabbriche chiudono di fronte alla concorrenza dei paesi emergenti e noi cosa facciamo? I migliori, quelli che potrebbero aiutarci a produrre il valore aggiunto con cui uscire dalla crisi, li regaliamo agli altri!
Riccardo Iacona ci racconta le storie di Lucio Luzzatto e Ignazio Marino due grandi scienziati, due italiani che hanno fatto grande il nome dell’Italia all’estero: sia Marino che Luzzatto hanno provato a tornare in Italia per riportare nel nostre Paese la loro eccellenza, il loro sapere, la loro passione per la ricerca. W LA RICERCA ci racconta come sono stati trattati e che fine hanno fatto. Come mai quelli che in altri paesi sono dei guru della ricerca, quando vengono da noi entrano subito in conflitto con il sistema italiano?
E quanto e’ importante essere veramente liberi per fare ricerca?
W LA RICERCA ci restituisce l’immagine di un paese che non ha bisogno dei suoi ricercatori … un paese che sta svendendo il proprio futuro.
http://www.raitre.rai.it/R3_popup_articolofoglia/0,6844,129%5E4058,00.html
Intervista a Riccardo Iacona, “W la ricerca”
“Precari nella testa, esuli forzati”
a cura di Stefano Corradino
Perchè migliaia di ricercatori italiani lasciano il nostro paese per andare a lavorare in altre realta’ dell’Europa o negli Stati Uniti? Come mai quelli che in altri paesi sono dei “guru” della ricerca, quando vengono da noi entrano subito in conflitto con il “sistema italiano”? Sono queste alcune delle domande a cui il giornalista Riccardo Iacona tentera’ di rispondere nella trasmissione “W la ricerca” in onda martedi’ 21 giugno in prima serata su Raitre.
”W la Ricerca” e’ il terzo lavoro di un discorso iniziato con la le puntate “W gli Sposi” e “W il Mercato”. C’e’ un filo conduttore che lega i tre format?
”W la Ricerca” e’ il capitolo finale di una trilogia sul declino industriale del Paese e sulla mancanza di fiducia nel futuro. L’Italia ha vissuto condizioni economiche precarie ben piu’ gravi di questa, ma mai come in questo momento si e’ letta negli occhi della gente una preoccupazione cosi’ profonda, l’incapacita’ di vedere una luce alla fine del tunnel…
Che rilievo ha, a suo avviso, il fenomeno della cosiddetta “fuga dei cervelli”?
Negli ultimi dieci anni questo fenomeno si e’ aggravato pesantemente. Tutti i nostri migliori ricercatori hanno dovuto trovare lavoro all’estero. E oggi perfino un ingegnere elettronico, professione molto richiesta, fa fatica a trovare in Italia un’occupazione adeguata alla professionalita’ acquisita. E se il posto di lavoro lo trova rischia comunque di essere solo un altro precario con uno stipendio ridicolo. Cosi’ si diventa “precari nella testa”…
Ci fa qualche esempio?
Alessandra Lanzara e’ una ragazza di 33 anni, oggi professore associato alla Berkley, la piu’ prestigiosa universita’ pubblica statunitense. Per lavorare ad alcuni progetti di ricerca negli Stati Uniti gli hanno dato 4 milioni di dollari. In Italia avrebbe un contratto da precaria non superiore ai mille euro…
L’Italia e’ in coda agli altri Paesi dell’Europa in fatto di spesa per la ricerca. Il problema e’ di scarsita’ di fondi?
Non solo. E’ un problema di scelte politico-economiche, e al tempo stesso culturale. Dove vuole andare un paese che sembra non aver bisogno di fisici, matematici, biologi… e li deve “regalare” ad altri paesi oltretutto in un momento di cosi’ forte concorrenza?
Nel nostro paese servirebbe una rivoluzione democratica che parta dalla valorizzazione del merito individuale.
Cosa intende per “rivoluzione democratica”?
Significa esaltare la meritocrazia indipendentemente dalle condizioni di partenza. Penso ai concorsi, altro scandalo nel fenomeno della ricerca: sono troppo spesso una farsa. Teoricamente aperti a tutti e in realta’ “blindati”, cioe’ gia’ preassegnati a candidati forti.
Come e’ strutturata questa puntata di “W la ricerca?” E quanto tempo avete impiegato per realizzare l’inchiesta?
La struttura e’ sostanzialmente identica agli altri due lavori: un lungo viaggio nel quale ho incontrato varie persone. Le riprese sono durate cinque settimane e ci sono voluti due mesi per il montaggio, ma e’ dallo scorso ottobre che ho cominciato a pensare a questo tema, dopo aver ricevuto numerose e-mail di ricercatori che segnalavano la loro profonda amarezza per la loro condizione di “esuli forzati”…
Ma qualcuno di voi si è proccupato di vedere in che percentuale i ricercatori lavorano nel privato piuttosto nel pubblico, all'estero?
Ma qualcuno di voi si è proccupato di vedere in che percentuale i ricercatori lavorano nel privato piuttosto nel pubblico, all'estero?
e che c'entra? in Italia non c'é lavoro ne' nel pubblico ne' nel privato
e che c'entra? in Italia non c'é lavoro ne' nel pubblico ne' nel privato
Ah no? :mbe: Allora se si è già giunti a questa conclusione... basta trasferirsi in USA o magari a Cuba, dove ferve la ricerca scientifica. :) :sofico:
LightIntoDarkness
07-04-2006, 10:53
Ma qualcuno di voi si è proccupato di vedere in che percentuale i ricercatori lavorano nel privato piuttosto nel pubblico, all'estero?
Non condivido la teoria secondo la quale il governo non ha responsabilità sull'esistenza e consistenza della ricerca privata. Se la ricerca è messa così male, a livello sia pubblico che privato, si chiede una risposta politica. E ora è tempo di giudicare questa risposta.
Nockmaar
07-04-2006, 10:54
Ah no? :mbe: Allora se si è già giunti a questa conclusione... basta trasferirsi in USA o magari a Cuba, dove ferve la ricerca scientifica. :) :sofico:
E infatti emigrano tutti... Poi pero' c' e' gente che si lamenta della fuga di cervelli... E grazie al caxxo, perche' dovrebbero stare qui a "morire di fame"?
Per amor patrio?
Ah no? :mbe: Allora se si è già giunti a questa conclusione... basta trasferirsi in USA o magari a Cuba, dove ferve la ricerca scientifica. :) :sofico:
che c'entrano gli Usa o Cuba?
se TUTTI i nostri migliori cervelli (e se avesti visto il servizio capiresti) in Italia sono precari fino a 50 anni costretti a lavorare in scantinati senza sovvenzioni (addirittura c'era un gruppo di ricerca che non aveva 800 euro per caricare un serbatoio...), poi vanno all'enstero (in Europa e Usa) e vengono fatti professori associati dei migliori laboratori e università a 30 anni (da noi minimo 50 anni) con stipendi migliori dei nostri, ricevono i piu' grossi e prestigiosi premi internazionali e ricevono sovvenzioni di milioni di euro per portare avanti i loro progetti, ci sarà un motivo no? Per non parlare dei concorsi truccati dove sanno già chi li vincerà
Visto ... veramente preoccupante la situazione delle nostre università .... era interessante lo "scantinato" dell'università di Roma dove lavoravano con attrezzature tenute assieme col filo di ferro ..... :(
che c'entrano gli Usa o Cuba?
se TUTTI i nostri migliori cervelli (e se avesti visto il servizio capiresti) in Italia sono precari fino a 50 anni costretti a lavorare in scantinati senza sovvenzioni (addirittura c'era un gruppo di ricerca che non aveva 800 euro per caricare un serbatoio...), poi vanno all'enstero (in Europa e Usa) e vengono fatti professori associati dei migliori laboratori e università a 30 anni (da noi minimo 50 anni) con stipendi migliori dei nostri, ricevono i piu' grossi e prestigiosi premi internazionali e ricevono sovvenzioni di milioni di euro per portare avanti i loro progetti, ci sarà un motivo no? Per non parlare dei concorsi truccati dove sanno già chi li vincerà
Wagen, ci sono amministratori universitari che DILAPIDANO capitali enormi per cazzate clamorose. Vuoi saperla l'ultima della mia università? 6 (SEI!) TV al plasma della Sony da almeno 38" attaccate davanti all'ingresso da parecchio tempo SEMPRE SPENTE. Ma anche se fossero accese, che te ne fai di 6 TV AL PLASMA? Vuoi che non sian costati 10000 €, ad andar bene, fra una cosa e l'altra? Ecco dove vanno i soldi per le università. Inutile poi lamentarsi dei tagli, si tagali POCO!
Avanti: c'è posto.
Nockmaar
07-04-2006, 11:18
Wagen, ci sono amministratori universitari che DILAPIDANO capitali enormi per cazzate clamorose. Vuoi saperla l'ultima della mia università? 6 (SEI!) TV al plasma della Sony da almeno 38" attaccate davanti all'ingresso da parecchio tempo SEMPRE SPENTE. Ma anche se fossero accese, che te ne fai di 6 TV AL PLASMA? Vuoi che non sian costati 10000 €, ad andar bene, fra una cosa e l'altra? Ecco dove vanno i soldi per le università. Inutile poi lamentarsi dei tagli, si tagali POCO!
Avanti: c'è posto.
Il problema non sono i finanziamenti, ma chi li usa. I rettori solitamente vanno a vento, a seconda del partito politico ( e delle amicizie ).
Idem per altri settori pseudopubblici ( me ne sto rendendo conto adesso, da dentro Poste Italiane ).
L' Italia e' cosi, siamo tutti furbi e tutti amici di qualcuno... :rolleyes:
Wagen, ci sono amministratori universitari che DILAPIDANO capitali enormi per cazzate clamorose. Vuoi saperla l'ultima della mia università? 6 (SEI!) TV al plasma della Sony da almeno 38" attaccate davanti all'ingresso da parecchio tempo SEMPRE SPENTE. Ma anche se fossero accese, che te ne fai di 6 TV AL PLASMA? Vuoi che non sian costati 10000 €, ad andar bene, fra una cosa e l'altra? Ecco dove vanno i soldi per le università. Inutile poi lamentarsi dei tagli, si tagali POCO!
Avanti: c'è posto.
ma infatti la colpa non é solo del taglio dei fondi
L’Italia e’ in coda agli altri Paesi dell’Europa in fatto di spesa per la ricerca. Il problema e’ di scarsita’ di fondi?
Non solo. E’ un problema di scelte politico-economiche, e al tempo stesso culturale. Dove vuole andare un paese che sembra non aver bisogno di fisici, matematici, biologi… e li deve “regalare” ad altri paesi oltretutto in un momento di cosi’ forte concorrenza?
Nel nostro paese servirebbe una rivoluzione democratica che parta dalla valorizzazione del merito individuale.
Cosa intende per “rivoluzione democratica”?
Significa esaltare la meritocrazia indipendentemente dalle condizioni di partenza. Penso ai concorsi, altro scandalo nel fenomeno della ricerca: sono troppo spesso una farsa. Teoricamente aperti a tutti e in realta’ “blindati”, cioe’ gia’ preassegnati a candidati forti.
cmq dai un'occhiata al filmato e non parlare per partito preso ;)
Il problema non sono i finanziamenti, ma chi li usa. I rettori solitamente vanno a vento, a seconda del partito politico ( e delle amicizie ).
Idem per altri settori pseudopubblici ( me ne sto rendendo conto adesso, da dentro Poste Italiane ).
L' Italia e' cosi, siamo tutti furbi e tutti amici di qualcuno... :rolleyes:
Appunto: inutile lamentarsi. Le teste al potere non si cambiano, speriamo che le nostre siano migliori, se domani dovessimo accomodarci su qualche poltrona.
ma infatti la colpa non é solo del taglio dei fondi
L’Italia e’ in coda agli altri Paesi dell’Europa in fatto di spesa per la ricerca. Il problema e’ di scarsita’ di fondi?
Non solo. E’ un problema di scelte politico-economiche, e al tempo stesso culturale. Dove vuole andare un paese che sembra non aver bisogno di fisici, matematici, biologi… e li deve “regalare” ad altri paesi oltretutto in un momento di cosi’ forte concorrenza?
Nel nostro paese servirebbe una rivoluzione democratica che parta dalla valorizzazione del merito individuale.
Cosa intende per “rivoluzione democratica”?
Significa esaltare la meritocrazia indipendentemente dalle condizioni di partenza. Penso ai concorsi, altro scandalo nel fenomeno della ricerca: sono troppo spesso una farsa. Teoricamente aperti a tutti e in realta’ “blindati”, cioe’ gia’ preassegnati a candidati forti.
cmq dai un'occhiata al filmato e non parlare per partito preso ;)
Parlo per partito preso esattamente come fanno professori, ricercatori, rettori e amministratori dell'università che frequento.
Nockmaar
07-04-2006, 11:22
Appunto: inutile lamentarsi. Le teste al potere non si cambiano, speriamo che le nostre siano migliori, se domani dovessimo accomodarci su qualche poltrona.
Infatti non bisognerebbe lamentarsi, ma tirarli giu' dalle poltrone... Peccato che una bella fetta di universitari italiani sta li solo a grattarsi i maroni. E di sicuro non sono i figli degli operai che S.B. tanto teme...
Ma qualcuno di voi si è proccupato di vedere in che percentuale i ricercatori lavorano nel privato piuttosto nel pubblico, all'estero?
detta cosi non e' facile che qualcuno ti capisca, forse sarebbe da spiegare la differenza tra pubblico e privato ma credo che anche fatto cio' molti continiueranno a non capire.
ciao
_____
Kars2
Infatti non bisognerebbe lamentarsi, ma tirarli giu' dalle poltrone... Peccato che una bella fetta di universitari italiani sta li solo a grattarsi i maroni. E di sicuro non sono i figli degli operai che S.B. tanto teme...
Già.
detta cosi non e' facile che qualcuno ti capisca, forse sarebbe da spiegare la differenza tra pubblico e privato ma credo che anche fatto cio' molti continiueranno a non capire.
ciao
_____
Kars2
prova a spiegarcelo, giuro che mi impegnero'
ma in soldoni: state forse negando che i migliori ricercatori italiani lavorano all'estero?
se la risposta é no: cerchiamo di capire perché cio' accade.
Io sono daccordo con l'autore del servizio.
Voi che dite^?
ma in soldoni: state forse negando che i migliori ricercatori italiani lavorano all'estero?
Niente di tutto ciò!
Niente di tutto ciò!
mi era partito il messaggio c'era un' altro pezzo :D
generals
07-04-2006, 11:45
Purtroppo è la triste realtà, e non è neanche una responsabilità (forse l'unica) da attribuire a SB come sembra se si osserva che molti di destra subito si sentono chiamati in causa ed intervengono negando il modo in cui la ricerca sia umiliata in Italia. Dipende dalle Baronie universitarie, la corruzione nei concorsi, le forti e necessarie raccomandazioni che operano in questo settore. C'è poco da fare oggi come oggi se si vuol fare ricerca seriamente occorre lasciare l'Italia :cry:
Purtroppo è la triste realtà, e non è neanche una responsabilità (forse l'unica) da attribuire a SB come sembra se si osserva che molti di destra subito si sentono chiamati in causa ed intervengono negando il modo in cui la ricerca sia umiliata in Italia. Dipende dalle Baronie universitarie, la corruzione nei concorsi, le forti e necessarie raccomandazioni che operano in questo settore. C'è poco da fare oggi come oggi se si vuol fare ricerca seriamente occorre lasciare l'Italia :cry:
Quoto.
Nel reportage si parlava anche di questo ;)
C'è un thread precedente a questo sul documentario di Report:
www.hwupgrade.it/forum/showthread.php?t=1171606
meglio unirli
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