View Full Version : Quote rosa = nepotismo?
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/03_Marzo/07/famiglia.shtml
Pensiero benevolo: c'è una Hillary Clinton con speranze presidenziali, una Ségolène Royal odiata da tutti i leader socialisti maschi tranne il suo compagno perché ha più speranze presidenziali di loro; magari una moglie italiana che fa politica, o una figlia allevata a politica, potrebbe fare lo stesso, un giorno. Pensiero malevolo: a leggere i nomi (cognomi) in lista, le trattative devono essere state meglio della prima serie di «Casalinghe disperate». Fanno immaginare tensioni/intrighi familiari, mariti che come il Rex di Bree «conducono vite di quieta disperazione» finché la loro signora (o figliola) non viene blindata, slanci d'orgoglio femminil-competenti alla Lynette; eccetera.
Perché insomma, le liste sono piene di parenti, soprattutto donne. Ciò dovrebbe rassicurare chi teme che la famiglia in Italia sia un istituto in crisi. Invece regge e si rinnova. In Sicilia son candidate le figlie femmine di due parlamentari storici di An, Enzo e Orazio: Maria Novella Trantino e Carmencita Santagati. Nelle famiglie imprenditoriali una volta si facevano eleggere i fratelli cadetti, ora si candidano le figlie brillanti come Maria Paola Merloni (elettrodomestici, Margherita). Nel vecchio Pci marito e moglie non potevano essere parlamentari contemporaneamente; ora Anna Serafini in Fassino ridiventerà deputata; ed è in lista Anna Maria Carloni, capa di Emily-Napoli, coniugata Bassolino.
Non più Desperate Political Wives, vivaddio; e niente tristezze per la prima moglie di Paolo Berlusconi, Mariella Bocciardo, candidata in Lombardia. Stessa lista e posto in alto per Stefania Craxi, Lady Vendetta Filiale in lite col fratello Bobo. D'altra parte: da sempre in politica ci sono figli d'arte, ora anche figlie e mogli. E poi: il nuovo sistema ha prodotto sciatterie bipartisan nella scelta dei candidati; e tentazioni. È il proporzionale a liste bloccate, bellezza (non imparentata) e non c'è niente che tu possa farci. Comunque auguri a tutte, anche a Carmencita (una vita passata a sentirsi dire "chiudi il gas e vieni via" merita un risarcimento, un posto alla Camera come eredità paterna, francamente, perlomeno).
Maria Laura Rodotà
Non avevo considerato che il tipico familismo amorale italiano, avrebbe potuto sfruttare perfino la moda delle quote rosa per prosperare: eppure è così. A quanto pare, candidare donne, in Italia significa candidare in gran parte mogli e figlie dei politici più in vista.. così da ottenere un doppio risultato: si appare moderni e rispettosi del gentil sesso, e in più si raddoppia il peso politico della famigghia, che se prima esprimeva un voto, ora ne esprimono due! Davvero un idea geniale, non c'è che dire.. Sono veramente depresso, in Italia si riesce a rovinare e a distorcere qualunque cosa, piegandola sempre alla nostra indegna mentalità.
E' questa la "famiglia" che i politici "moderati" vogliono difendere a tutti i costi? ma siamo sicuri che meriti di essere difesa? A me viene da dire: abbasso la famiglia! La famiglia italiana è la causa di tutti i nostri mali.. la mentalita che essa diffonde ci impedisce di essere competitivi, efficienti, equi, meritocratici, di progredire alla stessa velocità degli altri paesi occidentali.. ecc.. E questo in fondo in Italia lo sappiamo tutti.. però la famiglia resta sacra e inviolabile.. proprio come il Papa :rolleyes: .
Sono veramente depresso, in Italia si riesce a rovinare e a distorcere qualunque cosa, piegandola sempre alla nostra indegna mentalità.
a me pare un meccanismo distorto già come principio...
a me pare un meccanismo distorto già come principio...
Esatto.
Noi donne siamo una specie protetta?
O non abbiamo le capacità necessarie per potercela fare da sole?
Capisco che in italia ci sia un maschilismo imperante, soprattutto in un mondo come quello della politica.
Ma così le cose non sono migliori
a me pare un meccanismo distorto già come principio...
Infatti: se ve n'è di capaci e migliori degli uomini potrebbero anche ricoprire il 100% delle cariche. Altrimenti non vedo perchè assumere una percentuale prefissata di incapaci e ruffiane in base a non si capisce bene quale principio di uguaglianza.
Infatti: se ve n'è di capaci e migliori degli uomini potrebbero anche ricoprire il 100% delle cariche. Altrimenti non vedo perchè assumere una percentuale prefissata di incapaci e ruffiane in base a non si capisce bene quale principio di uguaglianza.
pregasi di moderare i termini.
Ci sono donne capaci che comunque non ce la fanno per i motivi che ho espresso nel mio topic precedente, e che usufruiscono delle quote rosa per questo semplice motivo.
Ma come detto sopra non concordo con il sistema delle quote rosa.
Infatti: se ve n'è di capaci e migliori degli uomini potrebbero anche ricoprire il 100% delle cariche. Altrimenti non vedo perchè assumere una percentuale prefissata di incapaci e ruffiane in base a non si capisce bene quale principio di uguaglianza.
concordo con la prima parte, ma a quanto pare la vita in politica per le donne non é cosi semplice.
Quanto alla seconda parte, sei davvero convinto che TUTTE le donne in politica siano ruffiane ed incapaci? ci sono anche quelle a sinistra, non generalizzare :O :sofico:
pregasi di moderare i termini.
Ci sono donne capaci che comunque non ce la fanno per i motivi che ho espresso nel mio topic precedente, e che usufruiscono delle quote rosa per questo semplice motivo.
Ma come detto sopra non concordo con il sistema delle quote rosa.
Quali termini dovrei moderare? Ci sono donne come uomini incapaci ma molto ruffiane. E' un discorso in generale, non mi pare equivalga a dire che tutte lo sono. Si, ci sono donne capaci che non ce la fanno per il maschilismo nemmeno tanto velato del Parlamento, ma anche che non ce la fanno perchè incapaci, che non ce la fanno perchè non si propongono. Che senso ha fissare una percentuale per legge? Facile che poi si finisca con l'assumere un terzo del primo tipo, un terzo del secondo tipo, un terzo del terzo. Se va bene.
concordo con la prima parte, ma a quanto pare la vita in politica per le donne non é cosi semplice.
Quanto alla seconda parte, sei davvero convinto che TUTTE le donne in politica siano ruffiane ed incapaci? ci sono anche quelle a sinistra, non generalizzare :O :sofico:
Dai Plutus, non ho detto questo. Ho detto che con una quota stabilita per legge probabilmente la maggior parte finale apparterrebbero a quel tipo, non che tutte lo siano.
Dai Plutus, non ho detto questo. Ho detto che con una quota stabilita per legge probabilmente la maggior parte finale apparterrebbero a quel tipo, non che tutte lo siano.
preferisco pensare che sono una minima parte quelle incapaci o reclutate solo per fare numero
preferisco pensare che sono una minima parte quelle incapaci o reclutate solo per fare numero
Io invece preferisco essere realista, basta vedere cosa ci è stato propinato durante quest'ultima legislatura.
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/03_Marzo/07/famiglia.shtml
Non avevo considerato che il tipico familismo amorale italiano, avrebbe potuto sfruttare perfino la moda delle quote rosa per prosperare: eppure è così. A quanto pare, candidare donne, in Italia significa candidare in gran parte mogli e figlie dei politici più in vista.. così da ottenere un doppio risultato: si appare moderni e rispettosi del gentil sesso, e in più si raddoppia il peso politico della famigghia, che se prima esprimeva un voto, ora ne esprimono due! Davvero un idea geniale, non c'è che dire.. Sono veramente depresso, in Italia si riesce a rovinare e a distorcere qualunque cosa, piegandola sempre alla nostra indegna mentalità.
E' questa la "famiglia" che i politici "moderati" vogliono difendere a tutti i costi? ma siamo sicuri che meriti di essere difesa? A me viene da dire: abbasso la famiglia! La famiglia italiana è la causa di tutti i nostri mali.. la mentalita che essa diffonde ci impedisce di essere competitivi, efficienti, equi, meritocratici, di progredire alla stessa velocità degli altri paesi occidentali.. ecc.. E questo in fondo in Italia lo sappiamo tutti.. però la famiglia resta sacra e inviolabile.. proprio come il Papa :rolleyes: .
io non credo sia la famiglia italiana il problema: piuttosto direi che lo è il concetto italiano di famiglia, questo enorme grembo estensibile, che accompagna la prole e la prole della prole e se possibile anche la prole della prole della prole... sono i membri della famiglia, in quanto italiani e italioti, a costituire il problema, non l'istituzione famiglia in sè. Il non accettare che il ruolo della famiglia abbia anche un limite, questo è un problema.
E mi pare che il nepotismo sia, oggi come oggi, assolutamente al di sopra dei sessi. Non so se sia una conquista però...
Del resto il nepotismo e le raccomandazioni sono sempre stati il nostro forte, no?
Lorenzaccia
07-03-2006, 22:22
Il problema è la partecipazione femminile alla politica, che va auspicata ed incentivata, non le quote rosa. Le quote sono diventate il problema solo in Italia e per chi non conosce le politiche pubbliche atte alla promozione della partecipazione, negli ambiti rilevanti della società, di quei soggetti che ne sono esclusi. Chi queste cose le conosce, invece, sa immediatamente discernere tra l'uso di uno strumento – condivisibile o no - legato al più ampio sistema dell'Affirmative action di origine statunitense e finalizzato non a proporsi come verità assoluta e universale, ma a risolvere certe carenze nella partecipazione pubblica in particolari contesti di spazio-tempo, e la strumetalizzazione dello stesso in senso negativo – oggi le quote rosa sono additate come spauracchio e fonte di tutti i mali: clientelismo, nepotismo e chi più ne ha più ne metta! - al fine di bloccare il ricambio nella politica e l'apertura alle donne che inevitabilmente, in un regime d’impasse di cariche, finirebbe per sottrarre sedie e privilegi a chi intende goderne vita natural durante senza mettersi democraticamente in gioco. I parlamentari italiani non sono contrari alle quote rosa per nobili principi, lo sono perché in un sistema di cariche e posti lottizzati l'introduzione di varianti esterne sgretola i privilegi di cui gli stessi godono permanentemente. Riporto qui, solo per rinfrescare la memoria, la raffinatissima risposta data dal neo-laureato ad Oxford, on.Gianni (Udc): “Ma quali quore rosa? Le donne non ci devono scassare la minchia!”. Al di là di questa sortita, siamo governati da persone sporche, grette, grossolane, inqualificabili da ogni parte le si guardi, che fanno una politica marcia quasi senza eccezione, e poi vanno a sbandierare le “4 nobili verità” riguardo al merito con una faccia tosta da fare vomitare, pensando anche di essere credibili.
In Italia le donne sono dappertutto tranne che in politica, ossia la sede dove i giochi vengono decisi. Il parlamento non può essere lo specchio esatto del paese, ma un rapporto di quasi 11:1 su una popolazione totale di cui quella femminile rappresenta la metà è inaccettabile. Gli svantaggi di una politica massicciamente maschile sono evidenti: le questioni legate alle problematiche delle donne, e sono molte e cruciali, trovano scarso ascolto e/o vengono dibattute da chi queste problematiche non le conosce o le ritiene non prioritarie o le mette all’asta dietro lauti compensi di lobbies, queste sì influenti. Il sistema politico italiano va riformato, e alla svelta.
Detto questo, io nutro seri dubbi sul fatto che le quote in Italia – ma non così in taluni paesi in via di sviluppo – possano essere lo strumento ideale per favorire la partecipazione femminile, per alcuni motivi che ora vi espongo. Il principio che sta dietro le quote è quello dell’esistenza di categorie sociali di persone, i “gruppi”, di cui le quote devono appunto garantire l’espressione - le donne, i neri, i marocchini, gli Amish, gli handicappati eccetera – e che ruotano attorno all’individuo, detentore tradizionale del potere, che generalmente è di sesso maschile, bianco, sano, eterosessuale, ad un livello circa medio nella piramide sociale. Allora, seguendo questo principio, alla camera troveremo, che ne so, 60 seggi riservati alle donne; 20 ai marocchini; 2 ai disabili eccetera… Il pericolo di un simile mosaico definito in modo fisso per legge è che sottrae l’individualità a ciascuno dei soggetti di cui sopra, riduce cioè la donna, l’extracomunitario, l’handicappato a mero rappresentante della categoria, vista come entità rigida e a sé stante, che si reifica da sola, senza possibilità per il soggetto medesimo d’essere null’altro. Ma chi l’ha detto che la Prestigiacomo mi rappresenta solo perché donna? In una democrazia sana tutti dovrebbero poter ricoprire qualsiasi ruolo secondo le proprie capacità, quindi una donna dovrebbe poter diventare Presidente del consiglio o Presidente della Repubblica senza che questo susciti l’ilarità o la perplessità di nessuno. Ma questo oggi non succede. In Italia, poi, non è questione nemmeno d’ilarità o di perplessità, perché non ci sono nemmeno le basilari possibilità di acquistare il biglietto partecipativo. Sono curiosa di sapere se il partitoDemocratico alle presidenziali del 2008 candiderà davvero Hillary Clinton oppure l’ astro nascente del partito, il senatore nero Barak Obama (ma a quanto pare lui punta direttamente al 2012), o un terzo candidato più rientrante nei ranghi che trionferà “inaspettatamente” alla Convention di Boston.
Con la politica delle quote istituita a livello costituzionale o di legge ordinaria, al ministero delle Pari opportunità starebbe inevitabilmente una donna, al ministero per gli handicappati (ipotizzo) starebbe un handicappato, al ministero per le attività multiculturali starebbe un immigrato e così via. Insomma, si copre una carica non in quanto si hanno le capacità ma solo perché si è in un certo modo. E contemporaneamente si formano gruppi di esclusi dai posti chiave della politica, ad oggi ben saldi in mani maschili. Una soluzione migliore sarebbe invece la candidatura nelle liste di un discreto numero di deputate, dietro precisi accordi col partito d’appartenenza, che saranno poi votate dagli elettori.
Ma tutte le soluzioni tecniche che si possono trovare in alternativa alle quote attengono cmq ad un livello di superficie e sono contingenti, giacché il problema è a monte, e mi par di capire che sfugga ai nostri politicanti tutti, da sinistra a destra, oltre che a buona parte dell'opinione pubblica. Il fatto è che le quote rosa sono solo una delle risposte alla punta di un iceberg massiccio che da alcuni anni sta emergendo sempre più chiaramente; che riguarda cambiamenti culturali profondi in relazione al ruolo sociale della donna; che disgrega il modello famigliare tradizionale la cui importanza centrale in società non è mai stato messo in discussione per secoli e comincia ad esserlo solo ora. A questo punto però il discorso si fa molto complesso e meriterebbe una trattazione più seria di quella che si può fare per rilassarsi su un forum.
tecnologico
07-03-2006, 22:26
Infatti: se ve n'è di capaci e migliori degli uomini potrebbero anche ricoprire il 100% delle cariche. Altrimenti non vedo perchè assumere una percentuale prefissata di incapaci e ruffiane in base a non si capisce bene quale principio di uguaglianza.
completamente daccordo con te
Noi donne siamo una specie protetta?
O non abbiamo le capacità necessarie per potercela fare da sole?Si', questo e' esattamente il messaggio che il discorso delle quote rosa comunica.
Le donne non hanno la capacita' di farcela da sole, quindi, "poverine", vanno aiutate.
E la seconda parte del messaggio che questa cosa comunica e' che una donna che e' riuscita a arrivare in alto non potra' mai avere la sensazione di esserci riuscita da sola, perche' appartiene a una specie protetta e dunque e' stata aiutata.
Posso provarci, ma con riferimento alla vita pubblica non credo riuscirei a pensare a qualcosa piu' dannoso per una donna e per la sua dignita' delle quote rosa.
Lorenzaccia
07-03-2006, 23:28
http://www.corriere.it/Primo_Piano/Politica/2006/03_Marzo/07/famiglia.shtml
Non avevo considerato che il tipico familismo amorale italiano, avrebbe potuto sfruttare perfino la moda delle quote rosa per prosperare: eppure è così. A quanto pare, candidare donne, in Italia significa candidare in gran parte mogli e figlie dei politici più in vista.. così da ottenere un doppio risultato: si appare moderni e rispettosi del gentil sesso, e in più si raddoppia il peso politico della famigghia, che se prima esprimeva un voto, ora ne esprimono due! Davvero un idea geniale, non c'è che dire.. Sono veramente depresso, in Italia si riesce a rovinare e a distorcere qualunque cosa, piegandola sempre alla nostra indegna mentalità.
E' questa la "famiglia" che i politici "moderati" vogliono difendere a tutti i costi? ma siamo sicuri che meriti di essere difesa? A me viene da dire: abbasso la famiglia! La famiglia italiana è la causa di tutti i nostri mali.. la mentalita che essa diffonde ci impedisce di essere competitivi, efficienti, equi, meritocratici, di progredire alla stessa velocità degli altri paesi occidentali.. ecc.. E questo in fondo in Italia lo sappiamo tutti.. però la famiglia resta sacra e inviolabile.. proprio come il Papa :rolleyes: .
Guarda, come ho letto il titolo del thread la prima cosa che mi è venuta in mente è stato il XiX canto dell'Inferno; si sa mai che potremmo ritrovare in questo delizioso posticino tanto elogiato anche da O.Wilde qualche donnaccia che ha beneficiato di cariche con il sistema delle quote :mad: :D
Cmq faccio un esempio storico, per sottolineare come queste cose non sono proprio una novità in nessuna parte del globo e in nessuna epoca storica.
Iran, 1978: anno precedente la rivoluzione islamica. Le donne del popolo scesero in piazza assieme agli uomini per manifestare contro la dittatura dello shahanshah filo-occidentale Mohammed Reza, impiantato sul trono dalle potenze alleate (Usa-Urss) nel 1941, dopo aver spodestato il padre Reza Khan Pahlavi che mostrava chiare simpatie naziste. Ebbene, M.Reza negli anni ‘70 aveva aperto il Majlis alle donne con il sistema delle quote, per cui una minoranza di seggi era loro riservata, in più aveva proibito il velo. Perché tutte donne del popolo, scese in piazza a manifestare, si sono invece rimesse il velo e hanno sputato sul loro stesso ingresso in politica? Il fatto è che le presenti in parlamento erano tutte le privilegiate parenti dello shah o da esso gradite, nessuna esponente del popolino vi aveva accesso. Era insomma una partecipazione dall’alto esortata dal partito unico per dare un contentino all’opinione internazionale. (Carter aveva improntato il suo mandato alla difesa dei diritti umani, e dopo una visita a Teheran era rimasto allibito dall’elevatissimo livello della repressione e di conseguenza aveva caldamente esortato lo shah, importante alleato e partner economico degli Usa in M.O., a provvedere in tal senso).
Così anche le donne si unirono in massa ai loro uomini e seguirono un allora sconosciutissimo Khomeini che dall'esilio a Najaf predicava l'abbattimento della monarchia e il trionfo dello sciismo rinnovato. Certo, non andò loro molto bene, poverette: con l’inizio della rivoluzione e la costituzione della repubblica islamica il velo non poterono più toglierselo e il Majlis lo videro solo col binocolo dall’interno delle abitazioni dove furono confinate senza possibilità d'appello.
Le quote rosa incontrano tutta la mia opposizione. Invece di auspicare che gli Xx si conquistino peso politico tramite il voto si "dopano" le poltrone con una iniezione di femmine. E sotto sotto c'è la solita visione naturalista e determinista delle differenze di genere secondo la quale un soggetto Xx farà politica in modo diverso da un Xy, come se fosse una questione di gonadi...
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