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View Full Version : Immigrati, dall'UE stop alla cittadinanza entro 5 anni


Adric
20-01-2006, 06:18
Immigrati, stop alla cittadinanza facile

il voto dell’europarlamento

Respinta la proposta di uniformare a cinque anni il periodo per la naturalizzazione
Strasburgo - Con 347 voti contrari e 276 a favore l’Aula di Strasburgo ha bocciato ieri mattina la relazione sulla cittadinanza europea, già approvata in commissione Libertà pubbliche dell’Europarlamento. La proposta di fondo, messa a punto dall’esponente di Rifondazione comunista, Giusto Catania, era quella di istituire una cittadinanza di residenza, ossia dare la possibilità a tutti i cittadini che vivono in Europa per almeno 5 anni, di acquisire la cittadinanza europea, armonizzando così le regole fissate da ciascuno Stato membro.
Ancora una salutare anche se provvisoria battuta d’arresto, quindi, per i sostenitori del superstato europeo, proprio su un tema sempre più sentito dai cittadini, quello della necessità, da parte dei singoli Stati, di porre un freno alle conseguenze dell’immigrazione incontrollata degli ultimi anni. Naturalmente, proponente a parte, c’è chi ha manifestato delusione. «Il mio gruppo si è diviso sul rapporto - ha dichiarato al termine del voto l’esponente dei Repubblicani europei Luciana Sbarbati (Alde) - ma io esprimo solidarietà e sostegno a Catania: l’Europa dovrebbe farsi carico di interpretare i nuovi diritti di cittadinanza».
Invece, per fortuna, l’Aula di Strasburgo, respingendo il rapporto che introduceva inoltre «l’idea di legare il concetto di cittadinanza a questioni sociali, come il diritto alla casa, al lavoro, all’assistenza sanitaria», come ha spiegato Giusto Catania, ha preferito lasciare che gli Stati continuino a tutelare i cittadini rispetto ad un imposizione uguale per tutti delle pretese degli ultimi arrivati.
Addirittura, come ha spiegato l’ideatore del progetto, si sarebbe potuto pensare a di «istituire una tassa europea con lo scopo di rompere il meccanismo per cui sono i governi a dover decidere sul bilancio comunitario».
Come si legge nel testo, la Commissione Libe formulava una «richiesta di finanziamento, in parte, del bilancio comunitario grazie ad un vero e proprio meccanismo di risorse proprie, in base ad un sistema trasparente, equo e democratico, senza alcun aggravio del carico fiscale globale». Ogni Stato europeo, salvo nuovi attacchi sempre in agguato da parte della lobby immigrazionista potentissima nella Ue, potrà per ora continuare a seguire in materia di cittadinanza la politica che più ritiene congeniale.
In Italia, per esempio, gli stranieri possono acquisire la cittadinanza per naturalizzazione, in conseguenza di un atto discrezionale del governo controfirmato dal presidente della Repubblica, con il quale esprime una sorta di “giudizio di gradimento” dello Stato italiano nei confronti dello straniero. La regola generale prevede che lo straniero possa richiedere la cittadinanza per naturalizzazione dopo dieci anni di residenza legale in Italia, ridotti a cinque anni per gli aventi lo status di apolide o di rifugiato e a quattro anni per i cittadini di Paesi dell’Unione europea.
Requisiti particolari sono richiesti nel Regno unito per ottenere il diritto alla cittadinanza. Per esempio, per i residenti nel Territori d’Oltremare (le colonie), per i figli di chi ha nel frattempo ottenuta la cittadinanza, o per chi abbia vissuto senza assenze significative nel territorio del Regno per i dieci anni successivi alla nascita, vi sono regole particolari. Non vi è alcuna regola generale per chi non abbia, a parte la nascita sul territorio nessuno di questi (e altri) requisiti specifici. In questo caso, vi è solo la discrezionalità del ministero dell’Interno.
Chi provenga dagli Stati del Commonwealth o abbia la cittadinanza irlandese può ottenere quella britannica dopo cinque anni di residenza, purché vi siano una buona conoscenza della lingua inglese, scozzese o gaelica, il possedimento di buone condizioni fisiche e mentali e la sussistenza di stretti rapporti con il Regno Unito.
In Spagna, i due principali criteri base per l’acquisizione della cittadinanza da parte degli stranieri sono simili a quelli visti nella legislazione italiana. Innanzitutto occorre possedere il requisito della “residenza in Spagna”, concesso dal ministero della Giustizia. Poi, dieci anni di residenza effettiva oppure cinque anni per chi ha ottenuto lo status di rifugiato politico.
Il richiedente deve inoltre attestare «buona condotta civica e sufficiente grado di integrazione nella società spagnola». Lo straniero deve poi inoltre dimostrare quali siano i suoi mezzi di sostentamento in Spagna. Il ministro della Giustizia può respingere la richiesta di cittadinanza per ragioni di ordine pubblico o interesse nazionale. Infine, lo straniero deve, a pena di decadimento della domanta, dichiarare o promettere fedeltà al Re ed obbedienza alla Costituzione e alle leggi.
In Germania, la cittadinanza si aquisisce con la “naturalizzazione”. I requisiti per ottenerla, sono otto anni di regolare residenza in Germania, un regolare permesso o diritto di soggiorno, la conoscenza della costituzione tedesca e giuramento di fedeltà alla stessa. Sono inoltre richiesti rispetto e osservanza dell’ordinamento libero e democratico stabilito dalla costituzione tedesca, la capacità di assicurare il mantenimento proprio e dei familiari a carico senza far ricorso a sussidi sociali, l’assenza di condanne penali per reati gravi e la dimostrazione di una sufficiente conoscenza della lingua tedesca.

[Data pubblicazione: 18/01/2006]
(La Padania)