Editoria di Stato
Avete mai sentito parlare dei contributi pubblici (nostri soldi) all’editoria?
Si tratta di finanziamenti dati a giornali e riviste, alcune dai nomi incredibili come: “Il campanile nuovo” o “Il mucchio selvaggio”.
I contributi per il 2003 sono stati resi pubblici, ne cito alcuni, “La Padania”: quattro milioni di euro; “L’Unità”: sei milioni e ottocentomila euro; “Il Foglio”: tre milioni cinquecentomila euro; “Opinioni Nuove – Libero Quotidiano”: cinque milioni trecentomila euro; “Avvenire”: cinque milioni novecentomila euro; “Il Manifesto”: quattro milioni quattrocentomila euro; “Sportsman – Cavalli e Corse”: due milioni cinquecentomila euro.
C’è tutta una casistica di giornali e riviste che possono accedere ai contributi:
- organi di movimenti politici
www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/contributi_editoria/pdf/02_comma%2010.pdf
- quotidiani editi da cooperative già organi di movimenti politici
www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/contributi_editoria/pdf/03_art153.pdf
- quotidiani e periodici editi da cooperative di giornalisti
www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/contributi_editoria/pdf/04_comma%202.pdf
- periodici di enti morali
www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/contributi_editoria/pdf/05_comma3.pdf
- eccetera, eccetera.
www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/contributi_editoria/
La legge finanziaria 2006 23/12/2005 n.266 ha reiterato i finanziamenti anche per il 2006.
Io non sono d’accordo con questa legge.
Il giornale lo voglio pagare in edicola, non con le tasse.
I direttori dei giornali non devono essere dipendenti dei nostri dipendenti (quelli che si chiamavano politici).
Basta con l’informazione assistita.
Chiunque è capace di fare l’editore con i soldi degli italiani.
(da: beppegrillo.it)
Harvester
17-01-2006, 10:17
"il mucchio selvaggio" l'ho comprato qualche volta. parlava di musica
IpseDixit
17-01-2006, 10:31
Il corriere canadese :mbe:
Se il 'Mucchio Selvaggio' prende soldi pubblici, per 'Musica Jazz' auspicherei un finanziamento comunitario ;)
Il castigatore
17-01-2006, 14:12
una domanda: ma questi soldi in base a cosa sono dati?
Harvester
17-01-2006, 14:13
Se il 'Mucchio Selvaggio' prende soldi pubblici, per 'Musica Jazz' auspicherei un finanziamento comunitario ;)
infatti il mucchio selvaggio faceva abbastanza cagare :D
Cronache: L'editoria secondo Beppe Grillo
Giovedì, 19 gennaio
Appunti
Nel numero del settimanale in edicola pubblichiamo un'intervista a Beppe Grillo, Tema: i rifiuti, e il business che è cresciuto intorno a questo fenomeno della vita moderna, diciamo così. "Al supermercato - dice Grillo - in realtà noi compriamo rifiuti". Bene, faccio questa premessa per dire quanto ci stanno a cuore le molte incursioni che Grillo fa nel senso comune, mettendo sottosopra quel che pare ovvio: che ci sia bisogno di questa quantità di energia, che il solo modo di spostarsi sia l'automobile, e che l'auto può andare solo a petrolio, eccetera. Il successo di questo irregolare del discorso pubblico è testimoniato dal suo blog, beppegrillo.it, a cui la scorsa settimana il Venerdì di Repubblica ha dedicato la copertina. E d'altra parte, le volte che il nostro sito è stato citato da quello di Grillo, i contatti sono schizzati all'insù.
Lunedì, nel sito di Grillo, è comparsa una nota sui "contributi pubblici (nostri soldi) all'editoria". Cioè alla legge per l'editoria, di cui abbiamo più volte scritto. Grillo, dopo aver elencato un po' a caso le cifre che vanno a diversi giornali, dal Foglio al manifesto, dall'Unità a La Padania; dopo aver scritto che i finanziamenti vanno a riviste "dai nomi incredibili come 'Il campanile nuovo' o 'Il mucchio selvaggio'"; dopo aver precisato che i denari vanno a diverse categorie di pubblicazioni, ossia "quotidiani editi da cooperative già organi di movimenti politici, quotidiani e periodici editi da cooperative di giornalisti, periodici di enti morali, eccetera, eccetera", conclude: "Io non sono d'accordo con questa legge. Il giornale lo voglio pagare in edicola, non con le tasse. Basta con l'informazione assistita. Chiunque è capace di fare l'editore con i soldi degli italiani".
Inviteremmo Grillo a approfondire un po'. Perché sembra credere che il mercato sia un meccanismo neutro che premia i meritevoli e punisce chi "non è capace" di fare un giornale. Ma è davvero così? Non è proprio il mercato a imporre quel consumo di energia, quel tipo di mobilità, la moltiplicazione dei rifiuti, e così via? In fondo, tutto il lavoro di Grillo si potrebbe riassumere in questo: che l'interesse pubblico non coincide con le tendenze spontanee del mercato e che si tratta di introdurre dei correttivi. Ad esempio, propone nell'intervista che pubblichiamo, far pagare un kiwi neozelandese per il costo effettivo - in termini di inquinamento ambientale, ad esempio - che il suo trasporto ha: "Così - dice - quel kiwi costerebbe tanto da escluderlo automaticamente dal mercato".
Il mercato editoriale è il più truccato tra quelli che esistono in Italia. Per una serie di ragioni: perché il meccanismo distributivo, le famose edicole, è congegnato in modo tale da ammazzare i piccoli e premiare i grossi; perché la ripartizione delle risorse pubblicitarie è iniqua; e anche perché lo stato finanzia i grandi gruppi editoriali ben di più di quanto finanzi cooperative e giornali di partito. Sì, perché la categoria che Grillo cita come "eccetera", non avendo avuto forse la pazienza di andare a vedere quel che finalmente era pubblico nel sito del governo, è quella di Rcs Corriere della Sera, Gruppo L'Espresso, Sole 24 Ore, ecc., ai quali lo stato rimborsa il 10 per cento - con detrazioni fiscali - di quel che spendono per la carta. In questo modo, il Gruppo L'Espresso totalizza 9,3 milioni [circa 18 miliardi di lire] e Rcs poco meno di 14 [circa 28 miliardi di lire]. Il paradosso è che il Sole 24 Ore ha distribuito in dividendi agli azionisti, in un certo anno, l'equivalente di quel contributo di stato: alla faccia del libero mercato. Tutti questi soldi diventano milioni di copie di enciclopedie della cucina, cioè spreco di carta [e di alberi] e in buona quantità rifiuti.
C'è viceversa in Italia una informazione cooperativa, libera dai grandi gruppi economici e in grado di fare una informazione indipendente? Ce n'è poca, pochissima, appunto le scarse cooperative di giornalisti [come Carta o il manifesto], che, alle condizioni date del mercato, non dovrebbero esistere, che non potrebbero vivere solo delle copie vendute [perché per vendere molto bisogna investire molto], della pubblicità [scarsa, e nel nostro caso del tutto "etica"], degli abbonamenti [esiste una tariffa per i giornali, ma noi paghiamo alla tariffa della posta prioritaria perché sennò il giornale non arriva], o del contributo di chi ci crede [noi abbiamo 350 soci, ma non possiamo chiedere loro un milione di lire l'anno]. Perciò - ed è una battaglia che iniziò Luigi Pintor nei primi anni ottanta - occorre un correttivo al mercato, che permetta anche a giornali liberi di vivere. La legge per l'editoria appunto.
Della quale, dato che siamo in Italia, si sono via via impadroniti i grandi gruppi [cui va il grosso dei finanziamenti] e i partiti, i cui giornali hanno privilegi inaccettabili: le cooperative devono aspettare cinque anni, per avere i contributi, presentando bilanci in pareggio [perciò stia tranquillo, Beppe Grillo: nessun'altra cooperativa potrà più nascere], mentre i giornali di partito aspettano zero anni; le cooperative hanno un massimo di rimborso, i giornali di partito no.
Dunque, ecco una battaglia che meriterebbe fare: premere perché un nuovo governo dell'Unione vari una legge di sostegno ai giornali che effettivamente nascono dal basso. A meno che Grillo non si accontenti della Repubblica e del Venerdì. E a proposito: "Il mucchio selvaggio" è un bel mensile che si occupa di musica rock, fondato da una cooperativa e che costituisce una buona alternativa alla musica liofilizzata proposta dai grandi giornali.
di Pierluigi Sullo
da Carta.org
(canisciolti.info)
vBulletin® v3.6.4, Copyright ©2000-2025, Jelsoft Enterprises Ltd.