Adric
14-01-2006, 02:23
Italia: Sette milioni di disabili in maggior parte abbandonati
Sabato, 07 gennaio
Appunti
Camminare, salire le scale, lavarsi, vedere, vestirsi, mangiare, udire: atti del normale vivere quotidiano preclusi, secondo fonti Istat, a sette milioni di italiani, disabili parzialmente o completamente, in maggioranza anziani (oltre il 97%). La lente d'ingrandimento dell'Osservatorio della Terza età (Ote) si è fermata non solo sul dramma dell'handicap fisico, ma anche sui risvolti sociali che esso comporta, visto che solo 234.000 persone trovano assistenza nelle strutture assistenziali, mentre la grande massa è abbandonata a se stessa o alle famiglie.
Le persone con disabilità grave sono 2,6 milioni, pari al 4,8% della popolazione italiana. A queste bisogna aggiungere gli oltre 4,6 milioni di quanti hanno deficit parziali e i 234.000 ospiti dei presidi residenziali, per un totale di 7,2 milioni. Una condizione, quella della disabilità, vissuta con grande disagio soprattutto dai nonni.
Un over sessantacinquenne su due, infatti, vive una condizione di non autosufficienza, che è costretto ad affrontare autonomamente, con la moglie o, se più fortunato, con figlie e nipoti. L'Istat divide i disabili che vivono in famiglia in quattro tipologie, dalle quali risulta che la maggior parte ha difficoltà nelle funzioni, seguita da chi è impacciato nei movimenti, da chi è costretto in posizioni fisse e da chi ha problemi sensoriali.
I rilevamenti dell'istituto di statistica dimostrano che l'85% dei disabili che vive in coppia e senza figli appartiene alla fascia di età sopra i 65 anni, una percentuale che sale al 94% per quanti vivono da soli. Il 28% della popolazione disabile ha una famiglia mononucleare, con punte del 35,5% in Liguria, seguita dal Trentino Alto Adige e dal Friuli Venezia Giulia (34,2%), mentre il dato più basso è nelle Marche (19,4%).
Condivide in coppia la propria condizione fisica un altro 25%. In totale, oltre 3,5 milioni (53%) di persone con almeno una delle disabilità considerate, trascorre la propria esistenza abitando da solo o al massimo con il coniuge. Per la maggior parte quindi vale il binomio solitudine-menomazione, mancando un sostegno familiare prossimo e strutture pubbliche e di volontariato.
Un problema reale che si aggrava di anno in anno, considerando che l'invecchiamento della popolazione porterà ad un marcato aumento di tali situazioni. ''Dai dati - sottolinea il segretario generale dell'Ote, Roberto Messina - emergono due indicazioni importanti: la stragrande maggioranza della disabilità riguarda la popolazione anziana ed oltre la metà di questa fascia di persone, cioè dai 3,5 ai 4 milioni, può contare solo su stesso o sull'aiuto del coniuge. Tutto ciò porta alla necessità di aumentare i servizi domicilio, e non mi riferisco solo a quelli sanitari''.
(canisciolti.info)
Sabato, 07 gennaio
Appunti
Camminare, salire le scale, lavarsi, vedere, vestirsi, mangiare, udire: atti del normale vivere quotidiano preclusi, secondo fonti Istat, a sette milioni di italiani, disabili parzialmente o completamente, in maggioranza anziani (oltre il 97%). La lente d'ingrandimento dell'Osservatorio della Terza età (Ote) si è fermata non solo sul dramma dell'handicap fisico, ma anche sui risvolti sociali che esso comporta, visto che solo 234.000 persone trovano assistenza nelle strutture assistenziali, mentre la grande massa è abbandonata a se stessa o alle famiglie.
Le persone con disabilità grave sono 2,6 milioni, pari al 4,8% della popolazione italiana. A queste bisogna aggiungere gli oltre 4,6 milioni di quanti hanno deficit parziali e i 234.000 ospiti dei presidi residenziali, per un totale di 7,2 milioni. Una condizione, quella della disabilità, vissuta con grande disagio soprattutto dai nonni.
Un over sessantacinquenne su due, infatti, vive una condizione di non autosufficienza, che è costretto ad affrontare autonomamente, con la moglie o, se più fortunato, con figlie e nipoti. L'Istat divide i disabili che vivono in famiglia in quattro tipologie, dalle quali risulta che la maggior parte ha difficoltà nelle funzioni, seguita da chi è impacciato nei movimenti, da chi è costretto in posizioni fisse e da chi ha problemi sensoriali.
I rilevamenti dell'istituto di statistica dimostrano che l'85% dei disabili che vive in coppia e senza figli appartiene alla fascia di età sopra i 65 anni, una percentuale che sale al 94% per quanti vivono da soli. Il 28% della popolazione disabile ha una famiglia mononucleare, con punte del 35,5% in Liguria, seguita dal Trentino Alto Adige e dal Friuli Venezia Giulia (34,2%), mentre il dato più basso è nelle Marche (19,4%).
Condivide in coppia la propria condizione fisica un altro 25%. In totale, oltre 3,5 milioni (53%) di persone con almeno una delle disabilità considerate, trascorre la propria esistenza abitando da solo o al massimo con il coniuge. Per la maggior parte quindi vale il binomio solitudine-menomazione, mancando un sostegno familiare prossimo e strutture pubbliche e di volontariato.
Un problema reale che si aggrava di anno in anno, considerando che l'invecchiamento della popolazione porterà ad un marcato aumento di tali situazioni. ''Dai dati - sottolinea il segretario generale dell'Ote, Roberto Messina - emergono due indicazioni importanti: la stragrande maggioranza della disabilità riguarda la popolazione anziana ed oltre la metà di questa fascia di persone, cioè dai 3,5 ai 4 milioni, può contare solo su stesso o sull'aiuto del coniuge. Tutto ciò porta alla necessità di aumentare i servizi domicilio, e non mi riferisco solo a quelli sanitari''.
(canisciolti.info)