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Ewigen
30-12-2005, 12:05
30 Dicembre 2005
KIRGHIZISTAN - UZBEKISTAN
Kirghizistan sotto pressione per rimandare rifugiati in Uzbekistan

Lettera aperta Human Rights Watch al presidente Bakiev. C’è il timore che i rimpatriati vengano torturati, per estorcere false ammissioni.

New York (AsiaNews/Hrw) – Le autorità del Kirghizistan non devono rimandare i rifugiati in Uzbekistan, dove c’è il rischio siano torturati. Lo dice oggi l’organizzazione per la tutela del diritti Human Rights Watch (Hrw) in una lettera aperta a Kurmanbek Bakiev, presidente kirghizo.

L’Uzbekistan ha chiesto l’estradizione per 5 uomini detenuti in Kirghizistan perché li ritiene autori di violenze durante le proteste di Andijan nel maggio 2005. Secondo molti Stati e organismi internazionali, in quei giorni le autorità uzbeke hanno represso le proteste con la violenza e l’esercito ha sparato contro dimostranti disarmati, uccidendone centinaia. L’Alto Commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati ha riconosciuto lo status di rifugiato a 4 dei 5 fuggitivi.

“Sollecitiamo il presidente Bakiev – dice Holly Cartner, direttore esecutivo di Hrw per l’Europa e l’Asia centrale – a dare applicazione agli impegni internazionali del Kirghizistan e proteggere le persone che qui hanno cercato rifugio”.

Secondo Hrw, la richiesta di estradizione fa parte dell’estesa campagna di repressione civile iniziata dalle autorità uzbeke dopo i massacri di Andijan, che vuole ridurre i testimoni al silenzio e confermare la versione ufficiale, secondo la quale i dimostranti volevano realizzare un golpe violento e creare un califfato islamico. Decine di persone sono state torturate per farle “confessare”. Presunti organizzatori sono stati condannati a lunghe detenzioni con processi che hanno violato in modo palese la legge nazionale e internazionale. Louise Arbour, Alto commissario Onu per il Diritti umani, ha più volte espresso “profonda preoccupazione” sulla correttezza di questi processi.

“La tortura – prosegue Cartner – dilaga in Uzbekistan e le regole di un processo equo sono ignorate in modo abituale. Rimpatriare i rifugiati in una simile situazione sarebbe illegale e ingiustificabile”.

La Convenzione per i rifugiati del 1951 e quella contro la tortura del 1984, sottoscritte dal Kirghizistan, proibiscono di rimandare indietro persone quando c’è un grave rischio che siano torturate. Già nel 2003 il Rapporto speciale Onu sulla tortura concludeva che in Uzbekistan la tortura “è sistematica”. Lo scorso luglio 2005 il governo di Bishkek ha permesso a oltre 400 persone, qui rifugiate dopo le violenze di Andijan, di andare in Romania.

Ewigen
07-01-2006, 22:43
7 Gennaio 2006
In Uzbekistan peggiora la persecuzione contro le ong per i diritti umani

Lo denuncia la Federazione internazionale di Helsinki per i diritti umani. Dopo i fatti di Andijan, si vuole far tacere chi contesta la versione ufficiale sulle centinaia di morti.

Vienna (AsiaNews/Agenzie) - Il governo uzbeko ha aumentato le persecuzioni contro gli attivisti per i diritti umani, dopo le vicende di Andijan del maggio 2004. Lo denuncia la Federazione internazionale di Helsinki per i diritti umani (Ihf).

“Dopo i fatti di Andijan – denuncia Aaron Rhodes, capo dell’Ihf –il governo ha iniziato una campagna contro la società civile. In particolare, vuole screditare le organizzazioni sociali private che tutelano i diritti: le accusa di condotte illegali e di falsificare le prove”, con una propaganda “di stile stalinista” per suscitare un’opinione pubblica negativa contro di loro.

Il governo del presidente Islam Karimov è accusato di avere ordinato all’esercito di sparare contro pacifici manifestanti ad Andijan e altrove, lo scorso maggio, uccidendo oltre 500 civili, come confermano centinaia di testimoni. Accusa sempre negata dal governo, che dice di avere stroncato un golpe islamico e ha arrestato 73 presunti “golpisti”, alcuni condannati con un processo ritenuto da tutti gli osservatori come “non equo” e “non rispondente ai requisiti minimi di giustizia”.

Queste ong per la tutela dei diritti, come la Società per i diritti umani dell’Uzbekistan (Hrsu) si sono opposte alla verità “ufficiale” sui fatti di Andijane sono critiche verso il governo. L’Ihf ricorda una lista di 15 attivisti dell’Hrsu che hanno ricevuto minacce personali e contro i loro parenti, sono stati percossi in pubblico con gravi conseguenze fisiche senza alcuna iniziativa contro i colpevoli, sono stati danneggiati nelle loro proprietà. (PB)