View Full Version : Giornalisti solo se laureati
Discriminazione in Italia: Giornalisti solo se laureati
Giovedì, 22 dicembre
Via libera dal governo alla riforma dell'accesso alle professioni e dei relativi esami di Stato. Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi, su proposta del Ministro dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, Letizia Moratti, la riforma dell'accesso alle professioni e dei relativi esami di Stato. ''Avremo professionisti piu' qualificati a tutela degli interessi dei cittadini'' ha commentato con soddisfazione il ministro.
Fra le novita', i nuovi requisiti per diventare giornalista professionista: all'esame di stato si partecipa solo se si ha la laurea triennale. ''Su richiesta dell'ordine - ha detto il ministro Moratti - abbiamo voluto elevare il titolo di studio dei giornalisti prevedendo una base formativa universitaria'' per avere un'informazione qualitativamente migliore che ''sicuramente 18 mesi di praticantato non possono garantire''.
(canisciolti.info)
:rolleyes:
Lucio Virzì
22-12-2005, 14:11
Beh, in qualche modo sta laurea triennale la deve vende no? :rolleyes:
LuVi
Su richiesta dell'ordine - ha detto il ministro Moratti
Ma questi fanno le leggi su richiesta degli ordini, quando gli ordini professionali dovrebbero essere aboliti, come richiede l'Unione Europea.
Ha ragione Pannella che da sempre chiede l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti.
:muro: :rolleyes:
loreluca
22-12-2005, 14:55
Discriminazione in Italia: Giornalisti solo se laureati
Giovedì, 22 dicembre
Via libera dal governo alla riforma dell'accesso alle professioni e dei relativi esami di Stato. Il Consiglio dei Ministri ha approvato oggi, su proposta del Ministro dell'Istruzione, dell'Universita' e della Ricerca, Letizia Moratti, la riforma dell'accesso alle professioni e dei relativi esami di Stato. ''Avremo professionisti piu' qualificati a tutela degli interessi dei cittadini'' ha commentato con soddisfazione il ministro.
Fra le novita', i nuovi requisiti per diventare giornalista professionista: all'esame di stato si partecipa solo se si ha la laurea triennale. ''Su richiesta dell'ordine - ha detto il ministro Moratti - abbiamo voluto elevare il titolo di studio dei giornalisti prevedendo una base formativa universitaria'' per avere un'informazione qualitativamente migliore che ''sicuramente 18 mesi di praticantato non possono garantire''.
(canisciolti.info)
:rolleyes:
Se almeno insegnassero loro l'italiano...
-kurgan-
22-12-2005, 14:59
che differenza passa tra un giornalista professionista e un collaboratore free lance, a parte il fatto che il primo guadagna una barca di soldi e il secondo è un precario?
mi sembra ipocrita definire giornalista solo chi passa l'esame di stato, quando la realtà è completamente diversa.
-kurgan-
22-12-2005, 14:59
Ma questi fanno le leggi su richiesta degli ordini, quando gli ordini professionali dovrebbero essere aboliti, come richiede l'Unione Europea.
Ha ragione Pannella che da sempre chiede l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti.
:muro: :rolleyes:
concordo..
Ma questi fanno le leggi su richiesta degli ordini, quando gli ordini professionali dovrebbero essere aboliti, come richiede l'Unione Europea.
Ha ragione Pannella che da sempre chiede l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti.
:muro: :rolleyes:
Sono assolutamente d'accordo.
D'altra parte, lo sai, siamo in Italia: non è possibile fare una legge contro gli ordini, ma solo pro.
Vedi la faccenda dei passaggi di proprietà delle auto: sulla carta il notaio non serve più, in pratica è ancora necessario. :muro:
tdi150cv
22-12-2005, 21:30
non saprei ... io 6 mesi fa ho venduto la mia auto ma il notaio non ha voluto nulla ... :confused:
si sarà rifatto sul compratore
sempreio
22-12-2005, 22:03
mi sembra incredibile che fino ad ora si potesse diventare giornalista senza aver conseguito nessuna laurea :mbe:
non che questa riforma mi piaccia anzi la trovo la solita stronzata italiota :mad:
majin mixxi
22-12-2005, 22:09
ero convinto che fosse già così
Paganetor
23-12-2005, 10:36
uè, mi ronzavano le orecchie... ecco perchè! :D
allora: io sono giornalista profesisonista da marzo 2005, quando ho superato l'esame di stato (dopo i 18 mesi di praticantato), e non sono laureato.
a febbraio compirò 30 anni, dei quali 9 (dopo scuola e militare) li ho passati nel settore editoriale a scrivere.
trovo giusto mettere un vincolo di un certo tipo all'ingresso in questo ordine professionale (non entro nel merito del discorso del diritto di esistere degli ordini professionali), però come tipo di vincolo è sbagliato...
ci sono giornalisti professionisti che - deontologicamente parlando - andrebbero arrestati. Ma ci sono anche pubblicisti, free lance e compagnia bella che sono mooooolto in gamba e che vengono trattati come feccia dell'ordine!
io sono un giornalista un po' atipico per tanti versi: scrivo per una rivista tecnica del settore meccanico, quindi dallo stesso ordine dei giornalisti sono uno "di serie B" (anche all'esame, quando si presentavano quelli che scrivono per quotidiani o settimanali, la commissione si complimentava vivamente... mentre quando sentiva che uno scriveva per qualcosa di diverso tagliavano corto e attaccavano con le domande...)
altra cosa: tanti dicono che un buon giornalista debba saper scrivere di tutto e su tutti gli argomenti. io non sono d'accordo! è vero, la padronanza della lingua deve essere la stessa in ogni settore, ma sfido un giornalista scafatissimo, esperto di cronaca nera, a scrivere qualcosa sul mercato che seguo io. Sono certo che ci sarebbero scritte una marea di banalità, o peggio un copia&incolla di un sito o di un altro testo. la specializzazione è importante, e va valorizzata!
a questo discorso mi riallaccio per la faccenda della laurea obbligatoria per accedere all'ordine dei giornalisti: ci può anche stare, ma a questo punto tanto vale fare un esame fatto meglio (e magari non con la macchina per scrivere, come 40 anni fa :rolleyes: ) che consenta di verificare l'effettiva preparazione di una persona!
per restare nel mio settore, quello meccanico, non mi permetterei mai di dire che un ingegnere neolaureato sappia più cose di uno che ha la terza media ma che lavora da 40 anni in una azienda meccanica! hanno esperienze diverse, potenzialità diverse.. e come tali vanno trattati!
un giornalista laureato in filosofia orientale all'inizio difficilmente avrà una padronanza maggiore dela mia del settore meccanico! senza nulla togliere alla sua preparazione o alla sua capacità di scrittura (una penna felice si distingue ovunque, ma se scrivi banalità uno se ne accorge che hai scritto "bene" delle banalità ;) )
ho buttato giù quello che mi è venuto in mente, magari poi aggiungo altro :D
ciao!
Andrea
Ma questi fanno le leggi su richiesta degli ordini, quando gli ordini professionali dovrebbero essere aboliti, come richiede l'Unione Europea.
Ha ragione Pannella che da sempre chiede l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti.
:muro: :rolleyes:
Non saprei come darti torto .
Questi famosi "ordini" sono un relitto del passato , la cui funzione é esclusivamente quella di chiudere il mercato alla concorrenza a danno del consumatore , impedendo la competizione anche fra gli stessi membri .
Paganetor
23-12-2005, 11:15
Non saprei come darti torto .
Questi famosi "ordini" sono un relitto del passato , la cui funzione é esclusivamente quella di chiudere il mercato alla concorrenza a danno del consumatore , impedendo la competizione anche fra gli stessi membri .
in effetti la professione può stare in piedi anche senza un ordine... anche se poi serve qualcuno che supervisioni il tutto perchè si tratta pur sempre di argomenti delicati...
Il consiglio di Stato boccia l'obbligo della laurea per diventare giornalisti
Mercoledì, 15 marzo
Appunti
"No" all'obbligo della laurea per accedere all'esame di Stato per i giornalisti e per altre professioni per le quali ora questo obbligo non c'è. Lo sostiene il Consiglio di Stato in un parere diffuso oggi. Il parere è stato espresso sullo schema di regolamento governativo che disciplina i requisiti per l'accesso alle professioni. Un testo, quello uscito da Palazzo Spada, che prevede alcune modifiche.
"Si ritiene - scrivono i giudici nel parere - che dallo schema trasmesso debbono essere espunte quelle parti (Capi X, XI e XII del Titolo II) che modificano la disciplina dell'esame di Stato per le professioni di agrotecnico, geometra, perito agrario, perito industriale, consulente del lavoro e giornalista, richiedendo in deroga alla normativa vigente, quale requisito di ammissione, il possesso del diploma di laurea e modificando conseguentemente le prove d'esame, con le modifiche contenute nei Titoli I, III e IV che siano conseguenziali o strettamente collegate con le modifiche suddette o comunque innovative di eventuali disposizioni legislative".
I giudici motivano il parere sostenendo che "Per talune professioni, come quella di giornalista, il principio della libertà di accesso alla professione impatta anche su altri diritti costituzionalmente garantiti, come la libertà di informazione e la libertà di manifestazione del pensiero con ogni mezzo di diffusione". E il Consiglio di Stato aggiunge: "Né sembra convincente l'obiezione che in tal modo si lederebbe l'autonomia universitaria e la connessa autonomia regolamentare del Ministero dell'istruzione".
"Con particolare riguardo al requisito del tirocinio professionale obbligatorio - hanno motivato ancora da palazzo Spada -, si rileva che anch'esso, al pari degli altri requisiti richiesti per l'ammissione all'esame di Stato, deve essere proporzionato alle esigenze delle attività professionali che esso abilita ad esercitare e non deve essere ingiustificatamente restrittivo. Si esprimono pertanto perplessità sulla previsione di un tirocinio obbligatorio per quelle professioni per le quali non è attualmente contemplato".
(canisciolti.info)
:)
Magari ci volesse la laurea per davvero... Questi obblighi (la laurea) ci sono già per altre professioni: medico, avvocato... Non vedo perchè non si possa mettere anche per i giornalisti.
Aggiungo un ulteriore spunto: perchè i politici, coloro che hanno la responsabilità di un intero paese, non hanno obbligo di laurea? A mio avviso se ci fosse l'obbligo anche per i politici saremmo governati da gente migliore. In parlamento ci sono persone che hanno la terza media, secondo voi possono capire a fondo la politica internazionale per esempio? oppure il bilancio di uno stato? O dei dati statistici?
probabilmente li una buona fetta vota quello che dice il capo partito perchè altrimenti non capirebbe di cosa si sta parlando...
ErbaLibera
22-03-2006, 19:04
Magari ci volesse la laurea per davvero... Questi obblighi (la laurea) ci sono già per altre professioni: medico, avvocato... Non vedo perchè non si possa mettere anche per i giornalisti.
Aggiungo un ulteriore spunto: perchè i politici, coloro che hanno la responsabilità di un intero paese, non hanno obbligo di laurea? A mio avviso se ci fosse l'obbligo anche per i politici saremmo governati da gente migliore. In parlamento ci sono persone che hanno la terza media, secondo voi possono capire a fondo la politica internazionale per esempio? oppure il bilancio di uno stato? O dei dati statistici?
probabilmente li una buona fetta vota quello che dice il capo partito perchè altrimenti non capirebbe di cosa si sta parlando...
Perchè scusa un pezzo di carta identifica le qualità di una persona?perchè uno non puo essersi fatto una propria cultura da "privato"?
Perchè scusa un pezzo di carta identifica le qualità di una persona?perchè uno non puo essersi fatto una propria cultura da "privato"?
Quindi tu ti fideresti ad andare da un medico senza laurea? Il titolo di studio identifica che tu rispondi a certi standard di conoscenza che devono necessariamente essere la base di tutti.
Chiaro che puoi farti la cultura da privato ma la tua sarà diversa dalla mia e via di seguito. Il pezzo di carta serve a dare per scontata la conoscenza di un certo numero di procedure e conoscenze.
Paganetor
23-03-2006, 11:27
be', secondo me va separato il ragionamento giornalista con quello di medico ;)
e comunque un giornalista ha diverse possibilità di diventare tale:
1) studiando agli appositi corsi universitari e dando l'esame di stato
2) facendo il praticantato presso una casa editrice (minimo 18 mesi) e dando poi l'esame di stato
3) dimostrando di aver pubblicato un tot di articoli (mi pare 60 in due anni) e di essere stati retribuiti per questo (in quest'ultimo caso si diventa pubblicisti, mentre negli altri due si è professionisti)
insomma, io sono diplomato e ho dato l'esame di stato dopo 18 mesi di praticantato (senza contare che è da 10 anni che faccio questo lavoro, da quando ne avevo 20) e non mi sento inferiore a un neo-laureato che deve ancora scoprire il mondo del lavoro ;) (con il massimo rispetto per i neo-laureati, ovvio...)
Paganetor
23-03-2006, 11:27
Quindi tu ti fideresti ad andare da un medico senza laurea? Il titolo di studio identifica che tu rispondi a certi standard di conoscenza che devono necessariamente essere la base di tutti.
Chiaro che puoi farti la cultura da privato ma la tua sarà diversa dalla mia e via di seguito. Il pezzo di carta serve a dare per scontata la conoscenza di un certo numero di procedure e conoscenze.
ah... non dicono che devi essere laureato in qualcosa in particolare... basta una laurea triennale in cazzologia e potenzialmente per loro vai bene ;)
paradossalmente è come se uno laureato in ingegneria potesse dare l'esame di stato da medico (non so nemmeno se esista questo esame...)
Paganetor
23-03-2006, 11:29
ultimissima cosa :D
non serve essere giornalisti per scrivere su un quotidiano, un periodico, un sito internet o quant'altro ;)
Andrea Dandy Bestia
23-03-2006, 12:25
3) dimostrando di aver pubblicato un tot di articoli (mi pare 60 in due anni) e di essere stati retribuiti per questo (in quest'ultimo caso si diventa pubblicisti, mentre negli altri due si è professionisti)
Io ero arrivato a pubblicarne una quarantina, poi l'editore è fallito, ha chiuso baracca, e dei nostri emolumenti non s'è saputo più nulla.
Ora, da settembre 2002, sono a quota 208 pezzi pubblicati, ma in qualità di addetto stampa di una società sportiva. In pratica li diffondo a un po' di testate, sebbene i miei interlocutori principali siano due, e sono stipendiato dalla società. Percepisco di più di quanto non prendessi prima, al giornale fallito, ma i pezzi non sono pubblicati con la mia firma per motivi fiscali.
Quindi è come se fossi a quota zero, però quando ho accettato mi sono fatto allettare dal vile dinero...
Tornando in topic dopo il mio inutile sfogo, è comunque improponibile il paragano tra la professione medica e quella del giornalista: il secondo non ha così bisogno di conoscenze tecniche specifiche, può fare esperienza sul campo senza ammazzare nessuno, e, come scriveva Paganetor, una penna felice si riconosce subito. Un bisturi felice anche, ma è più pericoloso...
Andrea Dandy Bestia
23-03-2006, 12:32
ultimissima cosa :D
non serve essere giornalisti per scrivere su un quotidiano, un periodico, un sito internet o quant'altro ;)
E' giusto di ieri la piccola invidiosa polemica che ha coinvolto la D'Amico: la gnocchetta in questione ha intervistato Gheddafi senza essere "nulla", se la guardiamo dal punto di vista del tesserino.
Senza entrare nel merito dell'utilità degli ordini, questo è uno degli innumerevoli episodi che dimostrano, secondo me, come la laurea sia, in questo caso, un vincolo sbagliato.
Poi va be', la D'Amico è laureata, ma per i cazzi suoi...
Capezzone presenta una proposta di legge per abolire l'Ordine dei giornalisti
Venerdì, 11 agosto
Una proposta di legge e un appello firmato da personalità del mondo giornalistico per chiedere l'abolizione dell'Ordine creato ormai 43 anni fa. Due iniziative "distinte ma convergenti", presentate oggi in sala stampa a Montecitorio da Daniele Capezzone, presidente della commissione Attività Produttive della Camera, e da Michele De Lucia, membro della direzione di Radicali Italiani e della Rosa nel Pugno, con l'auspicio di riaprire un "dibattito serio e profondo" per la liberalizzazione della professione giornalistica.
La proposta di legge illustrata oggi alla stampa rielabora una proposta radicale del 1992 aggiornandola, ma lasciandone invariato l'impianto generale. Suddivisa in cinque articoli, prevede nei primi due l'abolizione dell'Ordine dei Giornalisti, attraverso l'abrogazione delle legge n.69 del 1963, e l'istituzione di una Carta d'identità professionale del giornalista. Per ottenere la Carta, che può essere rilasciata dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e rinnovata ogni tre anni, "è necessario essere giornalista professionista, intendendosi con tale espressione l'avere per occupazione principale, regolare e retribuita, l'esercizio della professione di giornalista in una pubblicazione quotidiana o periodica, in una emittente radiofonica o televisiva o in un'agenzia di stampa".
Si abolisce così, spiega De Lucia, "l'altrove sconosciuta qualifica di 'pubblicista'" e si stabilisce "che è giornalista chi effettivamente svolge la professione giornalistica, cioè chi scrive". Una proposta, aggiunge l'esponente radicale, "che intende ristabilire la liberta di stampa e non la libertà della stampa, intesa come corporazione". E che ci rimette al passo con l'Europa dove, sostiene De Lucia, "l'Italia è, dopo la Grecia, il Paese con il più alto tasso di regolamentazione in materia di libere professioni, è penultima per numero di riforme legislative, pur richieste dalla Commissione, sul terreno delle liberalizzazioni ed è l'unico stato in cui, nonostante i ripetuti richiami della Commissione, sono stati adottati nuovi tariffari minimi e massimi". "Anomalie" riscontrate anche dall'Antitrust italiano che "ha più volte rilevato come in materia di ordini professionali, la legislazione attuale sia 'sproporzionata' e si tradiuca in "ingiustificati privilegi per i professionisti'".
Una battaglia "storica e tradizionale" quella combattuta sul terreno della liberalizzazione della professione giornalistica, secondo Capezzone, che "parte da Luigi Einaudi per arrivare a oggi". Proprio una frase scritta su "Risorgimento liberale" dall'Einaudi economista non ancora presidente della Repubblica, nel 1945, diventa ispirazione dell'appello che chiede il superamento dell'Odg, sottoscritto tra gli altri da Ritanna Armeni, Franco Bechis, Oliverio Beha, Maurizio Belpietro, Gad Lerner, Stefano Menichini, Mario Petrina (già presidente dell'Ordine) e Piero Sansonetti. Scriveva Einaudi all'indomani della Seconda guerra mondiale: "L'albo obbligatorio è immorale, perché tende a porre un limire a quel che limiti non ha e non deve avere, alla libera espressione del pensiero".
Durante la conferenza stampa, il segretario radicale ribadisce che la questione "non riguarda il sindacato dei giornalisti, che anzi da una liberalizzazione uscirebbe rafforzato". Né si tratta di iniziative "contro la stampa o contro i giornalisti": "La nostra battaglia - spiega - è da fare con e per la stampa". Per questo, Capezzone coglie l'occasione anche per lanciare un appello "amichevole" a Lorenzo Del Boca, presidente nazionale dell'Odg, perché "ci si possa trovare per avviare in queste ore un dibattito sul tema. Anche se è l'11 agosto, siamo disposti a raggiungerlo dove lui voglia"
(canisciolti.info)
più che laureati servirebbero giornalisti intelligenti .
più che laureati servirebbero giornalisti intelligenti .
Infatti, e soprattutto professionalmente ortodossi. Se avere un ordine ha comunque portato in circolazione ed ai vertici i cani che tutti sappiamo, tanto vale abolirlo.
Fnsi «apre» a proposta di abolire Ordine giornalisti. Polemiche
A sopresa, il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa, Paolo Serventi Longhi, invita i giornalisti ad avviare il dibattito sull'abolizione. Ridda di reazioni da Ordine e politici
ROMA - Abolire l’Ordine dei Giornalisti? E’ polemica sulla proposta di legge presentata dal segretario dei radicali italiani, Daniele Capezzone. A sopresa, il segretario generale della Federazione Nazionale della Stampa, Paolo Serventi Longhi, apre ai radicali ed invita i giornalisti ad avviare il dibattito sull’abolizione dell’Ordine professionale. Tanto basta, ad accendere la miccia e a scatenare la reazione dell’Ordine, al quale Serventi Longhi rimprovera, sull’onda di scandali come Calciopoli e Sismi che hanno visto coinvolti alcuni giornalisti, di non aver svolto con tempestività ed efficienza il ruolo di garante etico.
«La proposta degli onorevoli Capezzone e De Lucia di abolire l’Ordine dei giornalisti ed istituire una carta professionale, sul modello francese, non può essere liquidata con un semplice no. Anzi, va valutata con estrema attenzione anche perchè può riaprire nelle istituzioni e nella categoria un serio dibattito sul ruolo dell’organo di autogoverno dei giornalisti», avverte Serventi Longhi. Secondo il leader del sindacato nazionale di categoria, è necessario «specie nell’attuale difficile momento che vede il governo proporre nuove pericolose leggi sulle intercettazioni mentre perquisizioni e sequestri di materiale informativo tendono a limitare il diritto di cronaca».
«Allo stesso tempo alcuni nostri colleghi, fortunatamente pochi-osserva- confondono un corretto rapporto con le fonti con improprie commistioni e perfino con rapporti di dipendenza con i poteri. Come è accaduto nelle recenti inchieste giudiziarie sul Sismi e sul calcio. In questo quadro un Ordine che non riesce a svolgere tempestivamente e con efficacia il ruolo di garante etico dei giornalisti, ma soprattutto dei cittadini, non ha proprio più alcun senso ed anche le regole dell’accesso alla professione appaiono inadeguate di fronte al dilagare del precariato e del lavoro nero. Per questo -spiega il segretario generale della Fnsi- ritengo che la proposta degli esponenti della Rosa nel Pugno debba rafforzare la posizione di quanti si battono da anni, dentro e fuori l’Ordine, per una radicale riforma della legge istituiva di questo organismo. Una legge -conclude- che ne cancelli qualche scoria corporativa e risponda alle esigenze di una informazione coraggiosa, corretta e plurale».
TUCCI, SERVENTI PENSI AL CONTRATTO - DEL BOCA, HA PERSO UN PO’ DI LUCIDITA’
Il primo a replicare a Serventi Longhi è Bruno Tucci,presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio. «Al mio amico Serventi Longhi lancio un suggerimento: si preoccupi di più del rinnovo del contratto di lavoro e meno dell’abolizione dell’Ordine dei Giornalisti. «A ciascuno il suo. Le parole di Serventi Longhi -afferma Tucci- mi meravigliano molto, spero che siano soltanto frutto di una cattiva interpretazione, soprattutto quando dice che l’Ordine dei Giornalisti, del Lazio e della Lombardia, non hanno fatto nulla per gli scandali del calcio e dei servizi segreti. Il segretario generale della Fnsi -aggiunge- dovrebbe sapere che entrambi gli Ordini hanno aperto provvedimenti disciplinari nei confronti dei colleghi che sono stati coinvolti in questi fatti».
«Serventi Longhi dovrebbe sapere -incalza Tucci- che ci sono delle forme di garanzia della difesa che anche l’Ordine dei Giornalisti deve rispettare. Altrimenti si emetterebbero sentenze non giuste. Mi meraviglia molto il fatto che Serventi Longhi si schieri con quegli esponenti politici che vogliono abolire l’Ordine dei Giornalisti. Noi dell’Ordine -prosegue il presidente dell’Ordine dei Giornalisti del Lazio- non avremmo fatto lo stesso se i politici avessero chiesto o l’abolizione della Fnsi o l’abolizione di un sindacato unico, qual è quello dei giornalisti. Sono finalmente d’accordo -conlude- con il nostro segretario quando dice di rivedere la legge ordinistica datata 1963, cosa che chiediamo da diverso tempo e sulla quale non siamo mai stati ascoltati da chi deve legiferare».
Ancora più dura la risposta del presidente nazionale, Lorenzo Del Boca. «Che cosa si debba rispondere a Capezzone lo faccia dire a noi, lui pensi ai suoi compiti. Serventi Longhi si preoccupi piuttosto di rinnovare il contratto, dal momento che è un suo dovere. Il segretario della Fnsi forse ha perso un po’ di lucidità, perchè da due anni si aspetta il rinnovo del contratto, una situazione del genere è intollerabile. La riforma dell’accesso -continua Del Boca- per l’Ordine è fondamentale, ed è sicuramente una priorità. E’ poi fuor di dubbio che si debbano dare delle garanzie sulla trasparenza dell’informazione soprattutto per i cittadini, infatti i casi di "Calciopoli" e dei Servizi segreti sono da censurare. Il problema vero -conclude Del Boca- sta nel fatto che non si può cambiare l’accesso e non si possono dare garanzie ai cittadini per l’inadeguatezza della legge 69 del 1963. Un risultato positivo per un accesso serio e un’informazione trasparente verrebbero dalla modifica della legge e non dalla sua abolizione».
ABRUZZO, DA SERVENTI LONGHI UNA PUGNALATA ALLA SCHIENA
Contro Serventi Longhi è anche il presidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, Franco Abruzzo. «Paolo Serventi Longhi nel contesto della proposta del parlamentare rosapugnista Daniele Capezzone di abolizione dell’Ordine dei Giornalisti, ha rilasciato una dichiarazione, che rappresenta un capovolgimento di fronte e una pugnalata alla schiena di quanti operano nei Consigli dell’Ordine nonchè una caduta personale che denota approssimazione e scarsissima preparazione giuridica».
«Vogliamo tranquillizzare Serventi Longhi -afferma poi Abruzzo in merito ai rilievi sul ruolo di garante etico dell’Ordine- a partire dal 18 settembre, di fronte al Consiglio dell’Ordine di Milano, compariranno, come è già noto, i giornalisti coinvolti nelle vicende Calciopoli, Sismi, "bimbo mai nato" e commistione pubblicità/informazione. Anche l’Ordine del Lazio ha convocato i giornalisti coinvolti nelle analoghe vicende. La giustizia è una cosa tremendamente seria e i Consigli dell’Ordine non sono giustizieri della categoria».
«I termini a difesa -prosegue Abruzzo- sono un istituto anche amministrativo, che i Consigli devono rispettare in maniera rigorosa, in caso contrario, le decisioni verrebbero cancellate dal giudice di appello. La Corte costituzionale, con la sentenza 505/1995, ha vincolato i Consigli a una disciplina austera».
ABRUZZO, PRIMA DI PARLARE SERVENTI LONGHI STUDI LE CARTE
Abruzzo aggiunge che «a questo punto ho un suggerimento da dare all’amico Paolo Serventi Longhi: quello di studiare la «carte» prima di parlare e di capire che le inchieste citate sono state bloccate anche dal «generale estate».
«Anche sull’accesso -sostiene il presidente dell’Ordine Giornalisti della Lombardia- Serventi Longhi dice cavolate, l’Ordine si è battuto e si batte in solitudine per togliere agli editori il potere di «fare» i giornalisti, un potere che risale al 1928. L’Ordine ha creato 19 scuole o master di giornalismo. Con il praticantato d’ufficio, avviato proprio da Milano nel 1967, l’Ordine ha stroncato l’abusivismo nelle redazioni». «Le procedure garantiste -prosegue Abruzzo- dettate dall’articolo 56 della legge professionale 69/1963 e dalla legge 241/1990, non possono essere superate allegramente a patto che l’Ordine dei Giornalisti rimanga ente pubblico e giudice disciplinare amministrativo».
Abruzzo afferma infine che «Capezzone ha lanciato una proposta estiva, che è isolatissima all’interno della maggioranza di governo, come ha scritto Pierluigi Mantini, autorevole esponente della Margherita» e dunque «Paolo Serventi Longhi si preoccupi piuttosto di portare a casa il contratta atteso da due anni, ma senza capitolazioni di fronte alle pretese degli editori».
ROIDI, INSOPPORTABILE CARNEVALE DI STAGIONE DA RADICALI VECCHIO REFRAIN
Nel dibattito interviene anche il segretario dell’Ordine nazionale dei Giornalisti, Vittorio Roidi. «Quello dei radicali è un vecchio "refrain". Abolire un Ordine professionale ma senza un perchè. Affermano che la sua esistenza ostacola la libera professione. Il che è assurdo, basta guardare quante centinaia di persone scrivono sui giornali senza possedere alcuna tessera e quante, circa 1200 ogni anno, vanno ad affrontare l’esame di stato», scrive Roidi sul sito di «Articolo 21». «Che si apra finalmente una discussione è positivo», osserva comunque Roidi, secondo il quale «qualcosa si muove» ma «per ora nella direzione sbagliata».
«Torna la proposta dei radicali di abolire l’Ordine dei Giornalisti e subito si accodano alcuni presunti liberalizzatori. Ci sono colleghi autorevoli e ce ne sono non pochi che in passato dall’Ordine ricevettero sanzioni di natura disciplinare. Ancora non sappiamo -continua Roidi- se il governo Prodi proporrà qualcosa per riformare l’organizzazione dei giornalisti. Può darsi che si occupi anche di questa il ministro Bersani. E sarebbe un bene, visto che da molti anni è stata chiesta una profonda modifica della vecchia legge del ’63, ormai difficilmente applicabile. Finora il Parlamento non ha mai trovato il tempo di occuparsene». Roidi scrive che «i giornali non si occupano mai di questa questione, per una sorta di strano pudore. Invece, è probabile che al cittadino interessi sapere chi debba considerarsi giornalista, quale preparazione debba possedere e quali doveri. Avanti allora. Ma si dicano, per favore cose precise. Anzitutto se si vuole una professione giornalistica. Oppure se, in un nome di una anarco-libertà ciascuno possa fregiarsi di questo titolo».
«Alle professioni, dice ad esempio l’Unione europea, si deve accedere attraverso una laurea almeno triennale-prosegue il segretario dell’Ordine nazionale dei giornalisti-Se si vuole abolire il giornalismo professionale, per lasciare spazio a quello dilettantistico, si spieghi comunque quali sono gli obblighi dei giornalisti: la ricerca della verità, come afferma la legge del ’63? Chiunque può diffondere notizie, anche se in realtà si rivelano solo pensieri personali? Il giornalista sarà come uno scrittore o un poeta? Se si vuole fare un discorso costruttivo si deve spiegare cosa devono studiare gli aspiranti giornalisti? E dove: all’università, oppure è sufficiente apprendere un po’ di mestiere, nelle redazioni, come si faceva una volta? Trovate le risposte a questi interrogativi, si abolisca pure la vecchia legge. Quel giorno sarò d’accordo. Ma oggi serve una discussione in profondità. Chi ha dedicato parecchie energie alle questioni della professione, il carnevale di stagione -conclude Roidi- lo trova insopportabile».
SEGRETARIO FNSI, GRAZIE AI COLLEGHI PER GLI INSULTI
Immediata la replica di Serventi Longhi, che ribadisce la sua presa di posizione. «In questo momento la cosa importante è aprire un dialogo serio senza polemiche, un dibattito che coinvolga la categoria dei giornalisti e il mondo politico. La cosa importante è che si parli e si dialoghi sulla questione». E conclude: «Ringrazio comunque i colleghi per gli insulti».
Sulla posizione di Serventi Longhi è anche Mario Adinolfi,blogger fondatore di «Generazione U» e conduttore radiotelevisivo. «L’apertura di Paolo Serventi Longhi alla proposta di abolizione dell’Ordine dei giornalisti avanzata da Daniele Capezzone è un ottimo passo in avanti per l’avvio di un dibattito serio. Serventi Longhi ha ragione e mi spingerei ancora più in là -prosegue Adinolfi- Non è solo l’Ordine a dover essere messo in discussione, perchè così com’è davvero non ha più senso, ma è la professione giornalistica nel suo insieme che va ripensata. La rivoluzione dei blog, l’evoluzione del citizen journalism certificata dalla nascita di centomila nuovi blog ogni giorno secondo i dati forniti da Technorati, pone davanti a noi la necessità di una riflessione vera del ruolo del mediatore tra il fatto che accade e la sua trasformazione in notizia. Sta accadendo qualcosa di enorme, sotto i nostri occhi tutti i giorni, la risposta conservatrice ed autoconservativa proprio non basta più».
Per Adinolfi «i segnali forniti da Serventi Longhi e Petrina, così come la reazione di chiusura totale di Tucci e Del Boca, rendono chiaro quanto la proposta Capezzone possa essere in grado di avviare un confronto che non deve riguardare solo i giornalisti, ma il paese». Adinolfi conclude annunciando una «grande mobilitazione dei blogger italiani per sostenere e ampliare questo dibattito, visto che le pagine che produciamo on line ormai assommano un numero di lettori superiore a quello dei quotidiani e probabilmente non è un caso».
CAPEZZONE, IMPORTANTISSIMO INTERVENTO SERVENTI
Dalla parte di Serventi Longhi si schiera l’autore della contestata proposta di legge, Daniele Capezzone. «L’intervento del segretario della Fnsi Paolo Serventi Longhi sulla proposta di abolizione dell’Ordine dei giornalisti è importantissimo, perchè segnala una disponibilità al dibattito e respinge ogni tentazione di arroccamento e chiusura», dice Capezzone, che in queste ore sta ricevendo decine e decine di adesioni alla sua proposta «da parte dell’informazione libera, dei blog, e di singoli giornalisti».
Quanto alle prese di posizione del presidente dell’Ordine dei giornalisti, Lorenzo Del Boca, Capezzone si dice «pronto a incontrare Del Boca ovunque, quando vuole lui, anche a Ferragosto per un grande dibattito pubblico. L’unica cosa che non possiamo fare, stavolta, è lasciare che cali il silenzio su una riforma necessaria».L’esponente radicale ironizza, inoltre, sulla polemica a distanza tra il capo del sindacato dei giornalisti e il numero uno dell’Ordine.
«Ci mancherebbe che un presidente dell’Ordine dei giornalisti volesse impedire a chicchessia la libera manifestazione del pensiero! Non vorrei -conclude Capezzone- che dal presidente di un ordine si passasse ad uno "d’ordine", di quelli che decidono a priori chi può parlare su quale argomento...».
STORACE, STAVOLTA HA RAGIONE SERVENTI - VERDI, ODG NON VA ABOLITO
Con Capezzone e Serventi Longhi, scende in campo l’ex ministro di An della Salute, Francesco Storace. «Se ci fosse stato l’ordine dei musicisti non ci sarebbe stato Mozart; con l’ordine degli scrittori non avremmo avuto Alessandro Manzoni», ironizza l’ex governatore del Lazio, che precisa: «La frase non è mia, ma di un grande statista della Prima repubblica e in fondo anche della seconda, pronunciata nel 1991».
«Credo -aggiunge il senatore di An- sia attualissima alla luce del dibattito sull’inutile presenza dell’Ordine dei giornalisti. Una volta tanto ha ragione Serventi Longhi ed è inutile -conclude l’ex ministro della Salute- che si scaldino quanti non muovono mai un dito per tutelare la deontologia professionale e la dignità delle persone».
Eppure, la polemica diventa trasversale e vede, al fianco dei giornalisti, la difesa di verdi e leghisti. «L’Ordine dei giornalisti non va abolito, ma al contrario profondamente riformato. Occorre infatti una riforma per garantire la massima trasparenza e per tutelare maggiormente i diritti dei giornalisti, in particolare dei precari e delle categorie più deboli», afferma il deputato e responsabile Comunicazione dei Verdi Marco Lion.
PER LA LEGA CAPEZZONE COME TOTO’
«L’uscita del radicale Capezzone riguardo all’abolizione dell’ Ordine dei giornalisti ricorda tanto il ferroviere Totò in "Destinazione Piovarolo" che, per fermare il treno con il ministro, si inventa una frana. Capezzone per risolvere la sua acredine di astinenza parlamentare dei radicali, si inventa una cosa che non ha nè capo nè coda, a parte qualche collega che lo segue», è il commento al pdl dei capigruppo del Carroccio in commissione Lavori Pubblici e Comunicazione e in commissione Cultura del Senato, Piergiorgio Stiffoni e Michelino Davico.
«Qual è lo scopo? -si chiedono entrambi i senatori- Far arrivare più soldi alle casse del governo Prodi con i soldi dei professionisti iscritti all’Inpgi e alla Casagit? Se è questo ebbene il binario è totalmente morto. Almeno per quanto ci riguarda. L’Ordine non deve essere abolito, ma alcune cose vanno cambiate come in altri ordini professionali. Per esempio, i favoritismi dei ’figli di...’ in alcune redazioni di giornali e televisioni devono finire. Tanti bravi precari -concludono- sono da anni in attesa di un contratto sicuro».
12/8/2006
(la Gazzetta del Mezzogiorno)
Paganetor
28-08-2006, 09:32
occhio però col discorso "aboliamo l'ordine", perchè tecnicamente è proprio l'ordine che deve vigilare (quando lo fa) sul'attività dei giornalisti ;)
occhio però col discorso "aboliamo l'ordine", perchè tecnicamente è proprio l'ordine che deve vigilare (quando lo fa) sul'attività dei giornalisti ;)
In altri paesi europei esiste un meccanismo simile a quello italiano ?
Perchè in Italia abbiamo probabilmente i peggiori giornalisti al mondo , almeno per quanto riguarda la politica .
Paganetor
28-08-2006, 11:30
In altri paesi europei esiste un meccanismo simile a quello italiano ?
Perchè in Italia abbiamo probabilmente i peggiori giornalisti al mondo , almeno per quanto riguarda la politica .
eh, il discorso politica è un casino ;)
per il resto del mondo non saprei dirti... evidentemente non ci sono gli ordini, ma non sono sicuro...
se l'ordine dei giornalisti funzionasse come si deve, però, ci sarebbero molti meno problemi e non ci si metterebbe a discutere se abolire l'ordine o no ;)
Se si aboliscono gli ordini, devono essere aboliti pure i sindacati. Entrambi svolgono la stessa funzione: rappresentare una classe professionale.
Paganetor
28-08-2006, 13:59
Se si aboliscono gli ordini, devono essere aboliti pure i sindacati. Entrambi svolgono la stessa funzione: rappresentare una classe professionale.
non è così semplice... un ordine professionale ha anche altre funzioni (verificare che l'operato di un suo iscritto sia consono alle regole deontologiche, per esempio...)
i sindacati queste cose non le fanno... anzi, pensa ai sindacati che difendevano (o perlomeno non si schieravano contro) ai dipendenti di Malpensa che rubavano dai bagagli, tant'è che ala fine li hanno riassunti dopo che li avevano sospesi dal lavoro perchè beccati in flagranza di reato... :doh:
occhio però col discorso "aboliamo l'ordine", perchè tecnicamente è proprio l'ordine che deve vigilare (quando lo fa) sul'attività dei giornalisti ;)
ma infatti secondo me non è giusto abilire l'ordine dei giornalisti.
A parer mio non dovresti essere abilitato a scrivere su altro che non sia il giornaletto della scuola senza iscrizione all'albo.
Ma l'ordine dovrebbe garantire una deontologia, una preparazione, un'etica.
Cosa che invece mi pare proprio non faccia.
Allora ci vorrebbe piuttosto più rigore, non l'abolizione.
Sennò finisce che qualunque idiota scrive quello che vuole dove vuole.
Non va bene. Ci vuole (diciamo vorrebbe, va là :rolleyes: ) maggiore serietà e maggior senso di responsabilità da parte di chi scrive e pubblica notizie, l'informazione non può essere in mano al primo idiota che scrive quello che gli passa per la mente.
E' vero anche che qui in italia quanto a rigore... quindi l'ordine praticamente non serve a una mazza: tanto alla fine anche chi è radiato fiisce per dir la propria in tv :rolleyes:
non è così semplice... un ordine professionale ha anche altre funzioni (verificare che l'operato di un suo iscritto sia consono alle regole deontologiche, per esempio...)
i sindacati queste cose non le fanno... anzi, pensa ai sindacati che difendevano (o perlomeno non si schieravano contro) ai dipendenti di Malpensa che rubavano dai bagagli, tant'è che ala fine li hanno riassunti dopo che li avevano sospesi dal lavoro perchè beccati in flagranza di reato... :doh:
Sono pienamente d'accordo
Saluti
Paganetor
19-03-2007, 10:59
se non sbaglio non si è più saputo nulla del discorso laurea per i giornalisti, giusto?
e in compenso sono oltre 2 anni che il nostro contratto è scaduto e nessuno fa/dice niente :rolleyes:
se non sbaglio non si è più saputo nulla del discorso laurea per i giornalisti, giusto?
e in compenso sono oltre 2 anni che il nostro contratto è scaduto e nessuno fa/dice niente :rolleyes:
Incazzatevi
-kurgan-
19-03-2007, 12:12
se non sbaglio non si è più saputo nulla del discorso laurea per i giornalisti, giusto?
e in compenso sono oltre 2 anni che il nostro contratto è scaduto e nessuno fa/dice niente :rolleyes:
visto il precariato nel mondo dell'informazione, è già tanto che ce l'hai un contratto.. :(
Paganetor
19-03-2007, 12:35
visto il precariato nel mondo dell'informazione, è già tanto che ce l'hai un contratto.. :(
sì, ma è scaduto nel febbraio 2005...
e sì, ci stiamo incazzando (vedi scioperi vari), ma non ne vogliono sapere... :(
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