Adric
28-10-2005, 11:17
Messico: Il paese senza una politica per l'acqua
Martedì, 25 ottobre
Appunti
Trascorso il primo lustro del XXI secolo, il Messico opera con indolenza, carenza di previsione e irresponsabilità in materia di risorse idriche, e nasconde, così, una crisi futura, ma non molto lontana, nella quale la scarsità del liquido sarà il detonatore di conflitti sociali e politici di dimensioni per ora imprevedibili, ma senza dubbio gravi e rischiosi per la stabilità, la governabilità e la capacità stessa di sussistenza della nazione.
In vaste estensioni del territorio nazionale si sfruttano eccessivamente le fonti acquifere, si esauriscono fiumi e laghi, si depositano rifiuti organici ed inorganici che finiscono per infiltrarsi nel sottosuolo e contaminare le acque sotterranee, si sperpera, si dilapida, si distrugge questa risorsa che appartiene non solo alle attuali generazioni, ma anche alle future.
In mancanza di una visione generale dell'acqua come risorsa finita, limitata e senza prezzo, senza la cui esistenza non può essere garantito il più basilare dei diritti umani, il diritto alla vita, l'attuale governo ha permesso e persino propiziato la perdita di numerose risorse idriche, la loro contaminazione da parte di industrie multinazionali o nazionali poco scrupolose, e la privatizzazione dei servizi di potabilizzazione e privatizzazione del liquido.
In ciò ha seguito gli ordini degli organismo finanziari internazionali e si è inscritto nella tendenza imperante in America Latina, per cui grandi consorzi stranieri si formano sul controllo di una risorsa che è proprietà di tutti e di nessuno in particolare, sia per distribuirla attraverso reti idriche o per imbottigliarla e venderla come se fosse un prodotto finito e ad alto valore aggiunto. E' già più di un decennio che diversi settori sociali, accademici e dei media lanciano l'allarme, in molti paesi, sui pericoli della scarsità di acqua e le sue conseguenze per la sopravvivenza e la convivenza umana.
Le guerre per l'acqua non appartengono solo al regno della letteratura fantastrica: per fare due soli esempli, l'espropriazione di terra cisgiordana da parte di Israele ha come una delle sue ragioni di fondo il controllo sulle fonti acquifere, e in Bolivia già da anni si sviluppa, nella regione di Cochabamba, un conflitto per la privatizzazione dei servizi di acqua potabile e la sua consegna a interessi transnazionali. E se nel Messico non si dà uno stop alla privatizzazione di questa risorsa e non si riesce a stabilire una politica dell'acqua, più presto che tardi le tensioni tra le comunità, tra queste e le autorità, tra gli abitanti e le imprese di potabilizazione e distribuzione saranno all'ordine del giorno.
La maggior parte delle responsabilità per il deterioramento delle risorse idriche corrisponde, come si è detto, ai tre livelli di governo federale, statale e municipale nei quali alla indolenza si somma la corruzione. Ma non basta; per concepire e sviluppare una politica per l'acqua si richiede, in primo luogo, il sorgere di una coscienza sulla risorsa, e questo è compito di tutta la società.
Traduzione a cura di Anzetteln
Articolo originale :
El país, sin política para el agua , da la Jornada
www.jornada.unam.mx/2005/10/20/edito.php
(www.canisciolti.info)
Martedì, 25 ottobre
Appunti
Trascorso il primo lustro del XXI secolo, il Messico opera con indolenza, carenza di previsione e irresponsabilità in materia di risorse idriche, e nasconde, così, una crisi futura, ma non molto lontana, nella quale la scarsità del liquido sarà il detonatore di conflitti sociali e politici di dimensioni per ora imprevedibili, ma senza dubbio gravi e rischiosi per la stabilità, la governabilità e la capacità stessa di sussistenza della nazione.
In vaste estensioni del territorio nazionale si sfruttano eccessivamente le fonti acquifere, si esauriscono fiumi e laghi, si depositano rifiuti organici ed inorganici che finiscono per infiltrarsi nel sottosuolo e contaminare le acque sotterranee, si sperpera, si dilapida, si distrugge questa risorsa che appartiene non solo alle attuali generazioni, ma anche alle future.
In mancanza di una visione generale dell'acqua come risorsa finita, limitata e senza prezzo, senza la cui esistenza non può essere garantito il più basilare dei diritti umani, il diritto alla vita, l'attuale governo ha permesso e persino propiziato la perdita di numerose risorse idriche, la loro contaminazione da parte di industrie multinazionali o nazionali poco scrupolose, e la privatizzazione dei servizi di potabilizzazione e privatizzazione del liquido.
In ciò ha seguito gli ordini degli organismo finanziari internazionali e si è inscritto nella tendenza imperante in America Latina, per cui grandi consorzi stranieri si formano sul controllo di una risorsa che è proprietà di tutti e di nessuno in particolare, sia per distribuirla attraverso reti idriche o per imbottigliarla e venderla come se fosse un prodotto finito e ad alto valore aggiunto. E' già più di un decennio che diversi settori sociali, accademici e dei media lanciano l'allarme, in molti paesi, sui pericoli della scarsità di acqua e le sue conseguenze per la sopravvivenza e la convivenza umana.
Le guerre per l'acqua non appartengono solo al regno della letteratura fantastrica: per fare due soli esempli, l'espropriazione di terra cisgiordana da parte di Israele ha come una delle sue ragioni di fondo il controllo sulle fonti acquifere, e in Bolivia già da anni si sviluppa, nella regione di Cochabamba, un conflitto per la privatizzazione dei servizi di acqua potabile e la sua consegna a interessi transnazionali. E se nel Messico non si dà uno stop alla privatizzazione di questa risorsa e non si riesce a stabilire una politica dell'acqua, più presto che tardi le tensioni tra le comunità, tra queste e le autorità, tra gli abitanti e le imprese di potabilizazione e distribuzione saranno all'ordine del giorno.
La maggior parte delle responsabilità per il deterioramento delle risorse idriche corrisponde, come si è detto, ai tre livelli di governo federale, statale e municipale nei quali alla indolenza si somma la corruzione. Ma non basta; per concepire e sviluppare una politica per l'acqua si richiede, in primo luogo, il sorgere di una coscienza sulla risorsa, e questo è compito di tutta la società.
Traduzione a cura di Anzetteln
Articolo originale :
El país, sin política para el agua , da la Jornada
www.jornada.unam.mx/2005/10/20/edito.php
(www.canisciolti.info)