View Full Version : Rai, «Rischiamo un super deficit»
Giovedì 27 Ottobre 2005
I CONTI DELLA TV
Rai, l’allarme di Meocci: «Rischiamo un super deficit»
di ALBERTO GUARNIERI
ROMA - Il presidente: «La nostra azienda rischia di diventare piccola». Il direttore generale: «Siamo una nave che naviga a vista». Claudio Petruccioli e Alfredo Meocci spiazzano la commissione di Vigilanza, in particolare la maggioranza Cdl (preparata a discutere di Celentano) lanciando un grido d’allarme sui conti Rai. Tra le previsioni per il 2006 dell’ex dg Flavio Cattaneo (più 110 milioni di euro) e i timori del suo successore (meno 80) c’è uno sbilancio di 200 milioni. Non basta certo a coprirli il ”regalo” di 70 che la Rai ha fatto al Tesoro rinunciando a reinvestire l’utile 2005. Ma allora si parlava di privatizzazione (oggi messa in soffitta da tutti) e i conti dovevano essere lucidati. Secondo il senatore della Margherita Luigi Zanda di maquillage Cattaneo ne ha fato fin troppo. E Zanda, ex consigliere Rai, chiede che i bilanci vengano passati sotto la lente di ingrandimento di istituti specializzati. Cattaneo difende il suo operato e tra i due si rinnova una vecchia polemica anche legale.
Meocci si limita all’oggi e insiste a evidenziare «il rischio di una perdita tendenziale di oltre 80 milioni di euro. Infatti - spiega - il canone, che rappresenta il 50% dei ricavi del gruppo (e che il ministro Landolfi ribadisce di non voler aumentare), cresce ad un tasso pari a circa la metà di quello del mercato pubblicitario e meno dell'inflazione». Quanto agli affollamenti pubblicitari il dg ricorda che sono più rigidi della tv commerciale e questo penalizza la raccolta Rai soprattutto nei periodi di recessione. In questo scenario la Rai, che ha «una struttura industriale pesante», ha dovuto far fronte alla crescita esponenziale dei costi dei diritti sportivi e a forti investimenti per l'innovazione tecnologica e dei centri di produzione. Sforzi che di fatto sottraggono risorse al prodotto: gli investimenti nei palinsesti sono rimasti costanti dal 2001.
Per fortuna gli ascolti vanno a gonfie vele e la Sipra promette risultati migliori delle previsioni, ma, continua il dg, «è necessario che l'azionista e i referenti istituzionali individuino degli indirizzi per intervenire sulla dinamica delle risorse. Altrimenti si dovrà andare verso un ridimensionamento dell'azienda».
Sull’informazione politica Meocci e Petruccioli sono stati meno tranchant ma non certo reticenti. Tanto che alla fine del loro intervento il neo presidente della Vigilanza Paolo Gentiloni invitava i commissari «a cogliere la sfida di un discorso alto». D’altra parte per le ”minuzie” c’è l’intelligente novità del question time, con cui la Vigilanza potrà interrogare settimanalmente l’azienda.
«Se si voleva uno show camomilla non si doveva certo chiamare Celentano», ha esordito Meocci. Per aggiungere però che l’informazione non andrà lasciata ai giullari e che Adriano «con Del Noce ha esagerato». Chiaro il segnale: la partita delle news e dei talk show politici è altra da quella della satira. Perché «per l’informazione non ci vuole solo libertà ma anche autorità, che vuol dire autorevolezza». E per gestirla - ha aggiunto Petruccioli - «bisogna tagliare il cordone ombelicale della dipendenza del servizio pubblico dalla politica». Può farlo un Cda così politicizzato? Per il presidente della Rai sì. Infatti: «Una ricollocazione dell'azienda rispetto alla politica non possono farla nè tecnici nè professori: devono prendersene la responsabilità i politici».
Infine, per gli ”epurati” Petruccioli promette soluzioni. Per Santoro, spiega che: «È una questione che nella storia della Rai ha costituito una lacerazione. Io (e non impegno altri che me) cercherò di fare di tutto per sanare questa lacerazione. Ma il presidente si sa non ha grandi poteri e non decide da solo». Più in generale spiega che per le tante cause aperte «c'è l'intenzione di discutere la questione sia con il personale che con l'ufficio legale». All’”auditel” della commissione, presidente e direttore sono stati apprezzati più dall’opposizione che dalla maggioranza.
(Il Messaggero)
finchè si daranno milioni a maradona,albano e via discorrendo le cose non andranno che a puxxane.
La rai sta rincorrendo Mediaset che ha eperineza commerciale che la rai non ha,per cui a mediaset i conti tornano in rai no.
AlexGatti
28-10-2005, 08:32
Quando dedicheranno TUTTI gli introiti del canone a trasmissioni culturali, di informazione e di approfondimento (insomma, servizio pubblico) e il resto (pubblicità) a varietà,quiz,fiction e film, ALLORA si potrà parlare di aumentare il canone.
Fino ad allora possono piangere quanto vogliono, ma per me domenica in, l'isola dei famosi e ballando con le stelle si possono ampiamente tagliare insieme a tutti i loro ospiti. Mi fa schifo sapere che il canone va anche a quelle cose.
Non intendevo aprire l'ennesima discussione sul canone RAI, già ce ne sono diverse in questa sezione.
Quello che mi suona strano è che avevo letto alcuni mesi fa di attivo di bilancio record per la RAI.
Insomma; quello che ha dichiarato il direttore generale Meocci non mi quadra :confused:
..................................Infatti - spiega - il canone, che rappresenta il 50% dei ricavi del gruppo (e che il ministro Landolfi ribadisce di non voler aumentare), cresce ad un tasso pari a circa la metà di quello del mercato pubblicitario e meno dell'inflazione»....................
Cioè la RAI è in deficit NONOSTANTE abbia un canone obbligatorio che vale la META' delle entrate........
E le altre TV che NON HANNO un canone e sono in attivo cosa sono miracolose?
Che la smettano di sprecare e inizino a comportarsi da azienda vera, ma tanto lo so che è un gridare nel deserto, fintanto che le "grandi aziende italiane" riceveranno aiuti statali, nessuna sarà in grado di reggersi sulle proprie gambe.
massimo78
28-10-2005, 09:02
mi dispiace per chi ci lavora... ma spero proprio che un domani la rai venga soppressa...
come tv pubblica non vale un calzino bucato...
non è per fare polemica.....ma si sa quanto hanno dato a celentano?
(o meglio un po di polemica si potrebbe fare :D ma nn mi sembra il 3d giusto e mi interessa davvero capire se ci sono cifre sicure e soprattutto documentate)
Cioè la RAI è in deficit NONOSTANTE abbia un canone obbligatorio che vale la META' delle entrate........
E le altre TV che NON HANNO un canone e sono in attivo cosa sono miracolose?
Che la smettano di sprecare e inizino a comportarsi da azienda vera, ma tanto lo so che è un gridare nel deserto, fintanto che le "grandi aziende italiane" riceveranno aiuti statali, nessuna sarà in grado di reggersi sulle proprie gambe.
concordo in pieno. se fosse una azienda privata avrebbe gia' chiuso da un millennio...del resto, Alitalia docet. Il principio e' sempre quello: tutti super manager, con i soldi degli altri... :(
Cioè la RAI è in deficit NONOSTANTE abbia un canone obbligatorio che vale la META' delle entrate........
La RAI NON è in deficit, ricordavo bene:
www.camera.it/_dati/leg14/lavori/stenografici/sed598/s080.htm
(ma anche altre fonti)
Inoltre, la RAI registra risultati positivi in termini sia di audience sia di bilancio. L'aspetto singolare è che si esaltano le gestioni del passato, che perdevano il confronto con la concorrenza commerciale e registravano bilanci in passivo. Negli ultimi anni, la RAI ha presentato bilanci in attivo: il bilancio del 2004, alla cui approvazione sono legate anche le scadenze e le procedure di rinnovo, si annuncia molto positivo, con un attivo di circa 100 milioni di euro.
Che la smettano di sprecare e inizino a comportarsi da azienda vera, ma tanto lo so che è un gridare nel deserto, fintanto che le "grandi aziende italiane" riceveranno aiuti statali, nessuna sarà in grado di reggersi sulle proprie gambe.
Si, ma la RAI a differenza della FIAT od altre grandi aziende private appartiene economicamente allo Stato, pur essendo formalmente privata dal punto di vista giuridico.
RiccardoS
28-10-2005, 09:19
Cioè la RAI è in deficit NONOSTANTE abbia un canone obbligatorio che vale la META' delle entrate........
E le altre TV che NON HANNO un canone e sono in attivo cosa sono miracolose?
finchè si daranno milioni a maradona,albano e via discorrendo le cose non andranno che a puxxane.
La rai sta rincorrendo Mediaset che ha eperineza commerciale che la rai non ha,per cui a mediaset i conti tornano in rai no.
Le altre tv (leggi mediaset) hanno un presidente del consiglio che fa tornare i conti con più di 20 anni di intrallazzi di cui solo ogni tanto si sente parlare e vengono messi a tacere con leggi ad hoc e che usa il mezzo pubblico per propaganda politica personale e di partito. ;)
Topomoto
28-10-2005, 09:19
non è per fare polemica.....ma si sa quanto hanno dato a celentano?
(o meglio un po di polemica si potrebbe fare :D ma nn mi sembra il 3d giusto e mi interessa davvero capire se ci sono cifre sicure e soprattutto documentate)
Si vocifera circa un miliardo (di lire) a puntata, ma credo siano solo voci (se qualcuno ha altre info....).
Piuttosto mi chiedo il costo di una puntata, perchè gli ospiti di quel calibro non credo vadano gratis in tv :rolleyes:
Topomoto
28-10-2005, 09:21
Le altre tv (leggi mediaset) hanno un presidente del consiglio che fa tornare i conti con più di 20 anni di intrallazzi di cui solo ogni tanto si sente parlare e vengono messi a tacere con leggi ad hoc e che usa il mezzo pubblico per propaganda politica personale e di partito. ;)
I conti o tornano o non tornano, visto che i soldi non escono fuori dal nulla.
FastFreddy
28-10-2005, 09:26
Le altre tv (leggi mediaset) hanno un presidente del consiglio che fa tornare i conti con più di 20 anni di intrallazzi di cui solo ogni tanto si sente parlare e vengono messi a tacere con leggi ad hoc e che usa il mezzo pubblico per propaganda politica personale e di partito. ;)
Mr. B. è presidente del consiglio da 30 anni? Non per dire, ma Canale 5 è nata quando Berlusconi non si sapeva neanche chi fosse...
~ZeRO sTrEsS~
28-10-2005, 09:40
scusate ma la rai e' un ente pubblico? secondo me deficit o meno non dovrebbe importare, cioe' nel senso non e' che se la sanita' e' in deficit non si cureranno piu' le persone. Il problema sta che con deficit o meno, la qualita' della televisione dovrebbe essere ottima, come fa lo stato a garantire i collegamenti o altre cose dove i privati non investirebbero dato il poco profitto o il profitto nullo. quindi sinceramente non capisco il perche' di questo allarme
jumpermax
28-10-2005, 09:46
bah, anzichè preoccuparsi di chi manda in onda Meocci bisognerebbe preoccuparsi di come sta gestendo l'azienda.. visto che la rai è stata in attivo negli ultimi 2 anni, con il contestatissimo Cattaneo e ora che se n'è andato l'attivo non c'è più sarebbe il caso di andare a fondo della questione...
jumpermax
28-10-2005, 09:47
scusate ma la rai e' un ente pubblico? secondo me deficit o meno non dovrebbe importare, cioe' nel senso non e' che se la sanita' e' in deficit non si cureranno piu' le persone. Il problema sta che con deficit o meno, la qualita' della televisione dovrebbe essere ottima, come fa lo stato a garantire i collegamenti o altre cose dove i privati non investirebbero dato il poco profitto o il profitto nullo. quindi sinceramente non capisco il perche' di questo allarme
importa e come se stai in un paese che ha un debito pubblico maggiore del PIL....
E le altre TV che NON HANNO un canone e sono in attivo cosa sono miracolose?
La rai ha dei limiti alla raccolta pubblicitaria,mediaset invece no.Inoltre da un paio di anni mi sembra sia aumentata in modo spoporzionato.
ma spero proprio che un domani la rai venga soppressa...
Io invece spero che continui a rimanere pubblica,ma con una vera gestione.
La concorrenza è importante.La rai prima di mediaset(allora fininvest) faceva pochi spettacoli e qualche trasmissione di utilità,ma nulla a che fare con una programmazione fitta come quella odierna;poi che le cose ultimamente siano degenerate è purtroppo dovuto anche ai milioni che guardano quei programmacci.
...visto che la rai è stata in attivo negli ultimi 2 anni, con il contestatissimo Cattaneo e ora che se n'è andato l'attivo non c'è più sarebbe il caso di andare a fondo della questione...
Ecco esaminiamo davvero la questione.
Ho sottomano una analisi di alcuni mesi fa di G.Valentini per Repubblica.
La RAI ha chiuso il 2004 con un utile record di 113 milioni di €, contro i 24,5 dell'anno precedente.
Sul fronte delle entrate i ricavi sono aumentati del 5,7% raggiungendo i 2800 milioni di €. Sul fronte delle uscite c'è stata una riduzione dell'ordine del 25-30%.
Grazie a questi risultati il direttore generale ha ottenuto un premio di produzione di 350mila €.
Questo è stato ottenuto con il blocco pressochè totale degli investimenti.
Già dall'anno precedente (2003) il canone era stato aumentato di 2,5 € in previsione dell'approvazione della Legge Gasparri per adeguamento tecnologico delle strutture e degli impianti. Con questo aumento a bilancio entrano circa 130 milioni di €, che se non si spendono vanno tutti in utile.
Con astuzie fiscali varie si sono"risparmiati" circa 60 milioni di €.
Nel 2003, 2004 e 2005 la RAI è stata oggetto di procedimenti dell'Autorità di garanzia delle comunicazioni; la prudenza avrebbe consigliato di esporre in bilancio come debito un importo pari all'ammontare delle sanzioni comminate dall'Autorità.
La parte più consistente dei dividendi ottenuti dalle controllate (40 milioni di €) viene da RAI Cinema e deriva semplicemente dalla dilatazione da 3 a 5 anni del periodo di ammortamenti del magazzino.
Passiamo ora a dati "buoni": i ricavi dell'area tv (+12%) sono aumentati più del mercato (+10,4%) e più della concorrente Mediaset (+9,1%). Questo in moneta significa che a fronte di un incremento di introiti pubblicitari per circa 100 milioni di € il concorrente Mediaset ne ha registrato uno più che doppio (250 milioni di €) chiudendo il bilancio con un utile 5 volte maggiore.
Ecco edove stanno tutte le qualità taumaturgiche di Cattaneo.
Direi proprio che lasciano ben poco spazio a trionfalismi.
Ciao
Federico
Ecco esaminiamo davvero la questione.
Ho sottomano una analisi di alcuni mesi fa di G.Valentini per Repubblica.
La RAI ha chiuso il 2004 con un utile record di 113 milioni di €, contro i 24,5 dell'anno precedente.
Sul fronte delle entrate i ricavi sono aumentati del 5,7% raggiungendo i 2800 milioni di €. Sul fronte delle uscite c'è stata una riduzione dell'ordine del 25-30%.
Grazie a questi risultati il direttore generale ha ottenuto un premio di produzione di 350mila €.
Questo è stato ottenuto con il blocco pressochè totale degli investimenti.
Già dall'anno precedente (2003) il canone era stato aumentato di 2,5 € in previsione dell'approvazione della Legge Gasparri per adeguamento tecnologico delle strutture e degli impianti. Con questo aumento a bilancio entrano circa 130 milioni di €, che se non si spendono vanno tutti in utile.
Con astuzie fiscali varie si sono"risparmiati" circa 60 milioni di €.
Nel 2003, 2004 e 2005 la RAI è stata oggetto di procedimenti dell'Autorità di garanzia delle comunicazioni; la prudenza avrebbe consigliato di esporre in bilancio come debito un importo pari all'ammontare delle sanzioni comminate dall'Autorità.
La parte più consistente dei dividendi ottenuti dalle controllate (40 milioni di €) viene da RAI Cinema e deriva semplicemente dalla dilatazione da 3 a 5 anni del periodo di ammortamenti del magazzino.
Passiamo ora a dati "buoni": i ricavi dell'area tv (+12%) sono aumentati più del mercato (+10,4%) e più della concorrente Mediaset (+9,1%). Questo in moneta significa che a fronte di un incremento di introiti pubblicitari per circa 100 milioni di € il concorrente Mediaset ne ha registrato uno più che doppio (250 milioni di €) chiudendo il bilancio con un utile 5 volte maggiore.
Ecco edove stanno tutte le qualità taumaturgiche di Cattaneo.
Direi proprio che lasciano ben poco spazio a trionfalismi.
Ciao
Federico
E poi sono solo Berlusconi, Tremonti & Co. a fare finanza Creativa :O
E poi sono solo Berlusconi, Tremonti & Co. a fare finanza Creativa :O
Da quando si è perso di vista il prodotto, la qualità, il marchio e lo "stile" per puntare tutto sui risultati finanziari a breve termine credo che sia una tendenza diffusa ovunque.
Ed è quasi giustificabile che sia così: se un grande manager cambia società ogni pochi anni, il suo unico interesse è quello di massimizzare subito i profitti, al fine di intascare anche lauti compensi.
Per fare questo la strada migliore è quella di ridurre in primis le spese, tagliando sugli investimenti, anche a costo di comportare a lungo termine un peggioramento generale del prodotto e del marchio; in fin dei conti a quel punto lui sarà già altrove.... e l'azienda chiederà sovvenzioni e aiuti allo Stato.
(tanto per rimanere in casa nostra, la differenza di gestione fra Cantarella e Romiti a FIAT Auto ne è un esempio lampante).
Ciao
Federico
RiccardoS
28-10-2005, 11:51
Mr. B. è presidente del consiglio da 30 anni? Non per dire, ma Canale 5 è nata quando Berlusconi non si sapeva neanche chi fosse...
BUAHAUHA! magari non si conosceva il suo nome (bei tempi :rolleyes: ) ma di certo gli agganci altolocati non gli mancavano: il nome Craxi ti dice nulla? le logge massoniche? :rolleyes:
Mr. B. è presidente del consiglio da 30 anni? Non per dire, ma Canale 5 è nata quando Berlusconi non si sapeva neanche chi fosse...
qualche spintarella dal psi sembra l'abbia avuta,ad onor del vero.
Mr. B. è presidente del consiglio da 30 anni? Non per dire, ma Canale 5 è nata quando Berlusconi non si sapeva neanche chi fosse...
Canale 5 ha anche potuto fare investimenti enormi, grazie a fondi pressochè illimitati da parte del suo titolare. Inoltre, grazie ad una politica particolarmente aggressiva sul mercato TV ha di fatto annullato in tempi brevi la concorrenza delle emittenti private.
Sono dettagli che contano...
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