diafino
14-10-2005, 23:24
Prima di iniziare, vorrei darvi il benvenuto alla rubrica dedicata allo sport, dove troverete notizie, curiosità e riflessioni sul mondo sportivo e su ciò che lo riguarda.
Ora vi starete chiedendo per quale assurdo motivo vi voglia parlare del ciclista Pantani; la risposta è semplice: io credo che sia da prendere come esempio da chiunque, soprattutto da aspiranti professionisti sportivi, con questo non intendo certo dire che tutti dovrebbero arrivati a un punto della loro vita ricorrere alla droga per migliorare le proprie prestazioni fisiche o porre fine alle sofferenze causate dalla depressione; intendo che chiunque, sportivi e non, dovrebbero sempre avere la grinta e la voglia di migliorare e competere, tutto sommato è quello che cerchiamo di fare ogni giorno, giusto? , Mi spiegherò meglio: chi tutt’oggi non cerca di riuscire meglio in qualcosa rispetto a un altro, oppure di migliorare per esempio, (nel nostro caso ) in un voto, oppure nell’ambito lavorativo cercare di migliorare per avere un aumento, in ogni caso si cerca sempre di stare dentro ai limiti, cioè se non si riesce ad essere il massimo si cerca di non essere l’ultimo, come capita spesso nei voti dei compiti in classe.
Ma ora che ho allestito questo simpatico tempietto in onore di M. Pantani, non vorrei deluderlo lasciandolo fuori della discussione, quindi per rendervi meglio l’idea delle mie riflessioni rivelate prima, vi racconto più o meno com’è stata la sua carriera (cercando di rendergli giustizia!): Marco Pantani, è stato uno dei migliori scalatori della sua generazione, nel ciclismo professionistico su strada.
Il vertice della carriera lo raggiunse nel 1998, quando riuscì a vincere sia il Tour de France, che il giro d’Italia un'accoppiata riuscita solo a pochi grandi campioni. La bandana che spesso indossava e il suo modo di attaccare gli avversari sulle salite gli valsero il soprannome di ‘’Il Pirata’’.
La sua esplosione come ciclista avvenne al Giro del 1994 con le vittorie di tappa di Merano e Aprica e con il secondo posto in classifica generale. Pantani ritornò a correre nel 1997 ma subì un nuovo incidente al giro d’Italia, a causa dell'attraversamento di un gatto al passaggio del gruppo, che lo costrinse al ritiro nel Tour del 1998 Pantani fu finalmente in grado di spezzare il risoluto e indistruttibile Ullrich, battendolo di quasi nove minuti nella sensazionale tappa di montagna conclusa a Leus Deux Alpes.
Marco Pantani si era messo in mostra spettacolarmente anche al Giro d'Italia, dove il grande numero di tappe di montagna favorì il suo stile unico. Confrontato dalle sfide portate da altri specialisti della lotta contro il tempo, come Alex Zuelle e Pavel Tonkov, Pantani attaccò ripetutamente sulle montagne e fu in grado di guadagnarsi un margine abbastanza grande da compensare la sua debolezza a cronometro, portandogli la vittoria finale e numerosi successi di tappa.
Le cose cambiarono per Pantani durante il Giro del 1999: quando era al comando con parecchi minuti sul secondo in classifica venne escluso dalla gara (che fu poi vinta da Ivan Gotti ) per un livello troppo alto di globuli rossi. L'Italia restò scioccata di fronte a questa notizia. Nonostante le accuse di doping, Pantani rimase popolare tra i suoi ammiratori, che preferivano pensare al grande scalatore del passato, ai suoi attacchi esplosivi sulle montagne che rendevano eccitante la corsa.
Nel giugno 2003 Pantani entrò in una clinica del Nord Italia per curarsi dalla depressione di cui da tempo soffriva, assottigliando le possibilità di rivederlo gareggiare in grandi competizioni. Il 14-2-04, venne trovato morto in un residence a Rimini. L'autopsia ha rivelato che la causa della morte è stata un arresto cardiaco causato da un’overdose di cocaina.
Dopo questo ripasso su come stanno le cose, anche se tuttora non sono ancora sufficentemente chiare le cause e condizioni dell’evento, confermo quello che ho espresso prima, aggiungendo però una cosa: M.Pantani non è il pretesto per raccogliere un po' di audience attraverso il sensazionalismo più oltraggioso, ma un campione E’
UN UOMO unico e irripetibile, un artista della vita e del ciclismo.Con questo è tutto!, passo e chiudo, e alla prossima! Con nuove curiosità sullo sport.
Vorrei sapere cosa ne pensate di questo articolo per la rubica di sport del giornalino della mia scuola. Non l'ho scritto, necessita di critiche :)
Ora vi starete chiedendo per quale assurdo motivo vi voglia parlare del ciclista Pantani; la risposta è semplice: io credo che sia da prendere come esempio da chiunque, soprattutto da aspiranti professionisti sportivi, con questo non intendo certo dire che tutti dovrebbero arrivati a un punto della loro vita ricorrere alla droga per migliorare le proprie prestazioni fisiche o porre fine alle sofferenze causate dalla depressione; intendo che chiunque, sportivi e non, dovrebbero sempre avere la grinta e la voglia di migliorare e competere, tutto sommato è quello che cerchiamo di fare ogni giorno, giusto? , Mi spiegherò meglio: chi tutt’oggi non cerca di riuscire meglio in qualcosa rispetto a un altro, oppure di migliorare per esempio, (nel nostro caso ) in un voto, oppure nell’ambito lavorativo cercare di migliorare per avere un aumento, in ogni caso si cerca sempre di stare dentro ai limiti, cioè se non si riesce ad essere il massimo si cerca di non essere l’ultimo, come capita spesso nei voti dei compiti in classe.
Ma ora che ho allestito questo simpatico tempietto in onore di M. Pantani, non vorrei deluderlo lasciandolo fuori della discussione, quindi per rendervi meglio l’idea delle mie riflessioni rivelate prima, vi racconto più o meno com’è stata la sua carriera (cercando di rendergli giustizia!): Marco Pantani, è stato uno dei migliori scalatori della sua generazione, nel ciclismo professionistico su strada.
Il vertice della carriera lo raggiunse nel 1998, quando riuscì a vincere sia il Tour de France, che il giro d’Italia un'accoppiata riuscita solo a pochi grandi campioni. La bandana che spesso indossava e il suo modo di attaccare gli avversari sulle salite gli valsero il soprannome di ‘’Il Pirata’’.
La sua esplosione come ciclista avvenne al Giro del 1994 con le vittorie di tappa di Merano e Aprica e con il secondo posto in classifica generale. Pantani ritornò a correre nel 1997 ma subì un nuovo incidente al giro d’Italia, a causa dell'attraversamento di un gatto al passaggio del gruppo, che lo costrinse al ritiro nel Tour del 1998 Pantani fu finalmente in grado di spezzare il risoluto e indistruttibile Ullrich, battendolo di quasi nove minuti nella sensazionale tappa di montagna conclusa a Leus Deux Alpes.
Marco Pantani si era messo in mostra spettacolarmente anche al Giro d'Italia, dove il grande numero di tappe di montagna favorì il suo stile unico. Confrontato dalle sfide portate da altri specialisti della lotta contro il tempo, come Alex Zuelle e Pavel Tonkov, Pantani attaccò ripetutamente sulle montagne e fu in grado di guadagnarsi un margine abbastanza grande da compensare la sua debolezza a cronometro, portandogli la vittoria finale e numerosi successi di tappa.
Le cose cambiarono per Pantani durante il Giro del 1999: quando era al comando con parecchi minuti sul secondo in classifica venne escluso dalla gara (che fu poi vinta da Ivan Gotti ) per un livello troppo alto di globuli rossi. L'Italia restò scioccata di fronte a questa notizia. Nonostante le accuse di doping, Pantani rimase popolare tra i suoi ammiratori, che preferivano pensare al grande scalatore del passato, ai suoi attacchi esplosivi sulle montagne che rendevano eccitante la corsa.
Nel giugno 2003 Pantani entrò in una clinica del Nord Italia per curarsi dalla depressione di cui da tempo soffriva, assottigliando le possibilità di rivederlo gareggiare in grandi competizioni. Il 14-2-04, venne trovato morto in un residence a Rimini. L'autopsia ha rivelato che la causa della morte è stata un arresto cardiaco causato da un’overdose di cocaina.
Dopo questo ripasso su come stanno le cose, anche se tuttora non sono ancora sufficentemente chiare le cause e condizioni dell’evento, confermo quello che ho espresso prima, aggiungendo però una cosa: M.Pantani non è il pretesto per raccogliere un po' di audience attraverso il sensazionalismo più oltraggioso, ma un campione E’
UN UOMO unico e irripetibile, un artista della vita e del ciclismo.Con questo è tutto!, passo e chiudo, e alla prossima! Con nuove curiosità sullo sport.
Vorrei sapere cosa ne pensate di questo articolo per la rubica di sport del giornalino della mia scuola. Non l'ho scritto, necessita di critiche :)