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View Full Version : Amazzonia: disastro siccità.


LittleLux
11-10-2005, 18:24
Pazzesco gente, laddove dovrebbero esserci i fiumi dalle più grandi portate al mondo, ora ci sono solo rigagnoli fangosi e putrescenti. Tutta per colpa di una siccità, anche questa dove non dovrebbe esserci, che dura oramai da mesi.


Emergenza siccità per il più grande fiume del mondo
"Mancano viveri e acqua potabile". Disastro ecologico
Il Rio delle Amazzoni è in secca
città isolate, il governo chiede aiuto


SAN PAOLO - Il più grande fiume del mondo
è in secca: la gravissima siccità che colpisce da mesi l'Amazzonia ha prosciugato il Rio delle Amazzoni, quasi un terzo delle città e cittadine lungo il corso del fiume è isolato, mancano i viveri e l'acqua potabile.
Il governo dello stato di Amazonas ha decretato lo stato di calamità e ha chiesto aiuti d'emergenza al governo federale e ai paesi confinanti. Decine di comunità, raggiungibili solo per il fiume, sono isolate e la pesca è ormai impossibile.

Anche dove ci sono collegamenti aerei, gli incendi della foresta, in gran parte dolosi, stanno facendo il resto.
I viveri scarseggiano quasi ovunque e così l'acqua potabile e la benzina per i fuoribordo delle piccole imbarcazioni, le uniche che possono ancora percorrere gli stretti rigagnoli che erano fino a quattro mesi fa il più grande fiume del mondo. In molti punti dell'Amazzonia il livello dell'acqua è così sceso tanto che si può attraversare a piedi il fiume, dove era largo anche vari chilometri.

A Tabatinga, vicino alla frontiera con la Colombia, dove era largo 1.300 metri e profondo 12, oggi scorrono due canali larghi una ventina di metri.

Tutto il corso del fiume a monte di Manaus è cosparso di navi in secca, tra le quali anche grandi cargo coricati sul fianco, alcuni in punti isolati decine di chilometri da qualsiasi punto abitato. Gli equipaggi non possono abbandonare le imbarcazioni per timore dei saccheggi, ma non hanno più da mangiare né da bere.

Milioni di pesci, di delfini amazzonici e di lamantini giacciono nel fango. Anche insetti, anfibi e molti rettili sono decimati dal clima estremamente secco che ha sostituito quello umido equatoriale.

La foresta pluviale, che era rimasta quasi sfiorata dalle devastazioni perchè sempre parzialmente immersa nell'acqua, adesso agonizza per mancanza d'acqua ed è facile preda del disboscamento.

Molte zone hanno registrato un forte aumento dei casi di malaria, e si temono anche epidemie di febbre gialla e di altre malattie che erano state debellate negli ultimi decenni. Putroppo per le autorità le previsioni meteorologiche non sono incoraggianti: non pioveràancora per settimane.

Secondo i climatologi e i meteorologi, le cause sono le stesse dell'uragano Katrina e delle altre anomalie climatiche degli ultimi mesi: le temperature sempre più alte alla superficie dell'oceano Atlantico, che determina le fortissime depressioni sui Caraibi e impedisce invece la formazione di nubi sul bacino amazzonico.

(11 ottobre 2005)

http://www.repubblica.it/2005/j/sezioni/scienza_e_tecnologia/riosecca/riosecca/riosecca.html

Fil9998
11-10-2005, 19:08
evvabbè..... ditelo ...

mi metto comodo ed aspetto un tifone in pianura padana ed uno tzunami nel Lazio ...
tanto ormai ... dove non arriva la mano dell'uomo arriva quella della natura a far sconquassi....


:doh: :doh: :doh: :doh: :doh: :muro: :muro: :muro: :muro: :muro: :muro:

Lucio Virzì
11-10-2005, 19:10
Ma avete visto le foto?!!?! :eek:
Allucinante :(

lowenz
11-10-2005, 19:11
Già, l'ho sentito al TG: addirittura un intero lago prosciugato!

zerothehero
11-10-2005, 19:47
Mi pare decisamente anomalo..una stagione secca così accentuata è tipica delle giungle non delle "rainforest" pluviali amazzoniche :confused:

Tra l'altro quel bacino è uno dei più ricchi dal punto di vista ittico..
manaus dovrebbe essere rio-negro per dire da lì arrivano i cardinali, i discus e altri pesci d'acquario :D

gpc
11-10-2005, 20:01
L'avete visto per caso Overland quest'estate? Sono passati per l'amazzonia... le zone che hanno attraversato erano quasi tutte disboscate o in fiamme.
Un po' bruci, un po' disboschi... e alla fine se ne va sia la foresta che il pluviale.
'sto pianeta lo vedo sempre peggio...

majin mixxi
11-10-2005, 20:02
sì ma questa la paghiamo tutti :(

gpc
11-10-2005, 20:09
Comunque io me l'aspettavo, sinceramente, che capitasse qualcosa del genere.
Negli anni ottanta si parlava della deforestazione in termini di una superficie pari alla Svizzera di foresta che se ne andava ogni anno, poi è caduto l'oblio sul problema per una ventina d'anni fino ad oggi, e dubito fortemente che fosse perchè gli alberi non li tagliavano più.
Dato che una foresta pluviale influenza ed è influenzata dal clima, evidentemente si è spostato troppo l'equilibrio che garantiva la sua sopravvivenza. Chissà adesso che si fa...

Fil9998
11-10-2005, 20:15
Comunque io me l'aspettavo, sinceramente, che capitasse qualcosa del genere.
Negli anni ottanta si parlava della deforestazione in termini di una superficie pari alla Svizzera di foresta che se ne andava ogni anno, poi è caduto l'oblio sul problema per una ventina d'anni fino ad oggi, e dubito fortemente che fosse perchè gli alberi non li tagliavano più.
Dato che una foresta pluviale influenza ed è influenzata dal clima, evidentemente si è spostato troppo l'equilibrio che garantiva la sua sopravvivenza. Chissà adesso che si fa...



mo'




ROSARI !!!

da cristiani
da buddisti
da mussulmani
da ebrei ...

tutti rosari diversi ....

ma giusto quelli ormai...... :doh: :muro: :doh: :muro: :doh:



ce ne siamo fregati per troppo tempo .... certo la variazione cliamatica sarà anche "periodica" sul pianeta .... però forse ad aver fatto meno danni ce la passavamo più liscia.
Se questo dovesse essere l'inizio spero proprio di non esserci a veder la fine... :eek: :eek: :eek: :eek: :cry: :cry: :cry:

LittleLux
11-10-2005, 20:15
Al solo pensiero di perdere migliaia di specie vegetali, migliaia di specie animali, e centinaia di migliaia di insetti, sto male, cazzo. Davvero. Ma che minchia abbiamo nella capoccia?

Comunque una cosa è certa, e penso che ne stiamo ricevendo una bella lezione. I cambiamente climatici avvengono molto più rapidamente di quanto si fosse mai pensato, e gli esiti sono assai più drammatici di ogni previsione.

zerothehero
11-10-2005, 20:17
il problema al di là dell'episodio (che potrebbe essere causato da un fattore contingente) è che disboscando la foresta si scopre il terreno che in quella foresta ha uno strato di humus molto sottile (perchè il riciclo organico è velocissimo e non permette accumuli) ..disboscando dopo un paio di anni quel terreno diventa improduttivo, trasformandosi in un suolo compatto ricco di ossido di ferro..
LA deforestazione selvaggia lì lascerà il deserto... :(

Fil9998
11-10-2005, 20:19
e pensare che sto ancora aspettando di cambiare auto a idrocarburi.... :D :D :D :D non se ne esce ...
ed onestamente non credo manco che ne saremmo usciti indenni se avessimo iniziato a "rigar dritto " negli anni '50 ...

credo che un 50% della situazione che si sta sviluppando sia effettivamente "fisiologica" del pianeta.... però l'altro 50% che c'abbiamo messo di nostro potrebbe rimbalzarci al cu :ciapet: di brutto ....

zerothehero
11-10-2005, 21:12
e pensare che sto ancora aspettando di cambiare auto a idrocarburi.... :D :D :D :D non se ne esce ...
ed onestamente non credo manco che ne saremmo usciti indenni se avessimo iniziato a "rigar dritto " negli anni '50 ...

credo che un 50% della situazione che si sta sviluppando sia effettivamente "fisiologica" del pianeta.... però l'altro 50% che c'abbiamo messo di nostro potrebbe rimbalzarci al cu :ciapet: di brutto ....


Più che altro il problema è che tagliano come dei dannati..è un meccanismo perverso..nelle foreste pluviali si stima che vi sia il 50% delle specie animali/vegetali del pianeta terra..ma da un punto di vista economico è come se non esistessero finchè non li sfrutti.
Ad esempio io sono un appassionato di acquari e pesci amazzonici..bè ogni anno si scoprono specie nuove.. :D tanto che ai loricaridi non mettono più manco il nome li chiamano bariancistrus Lxxx (ogni specie ha un numero diverso e ce ne sono circa 300 SOLO di quella specie).
Si brucia quello che ha impiegato milioni di anni per evolversi, un pò come bruciare dei libri di una bibilioteca per riscaldarsi.. :fagiano:
Poi lì non è che c'è una gestione razionale delle risorse..si fa terra bruciata per tirare via mogano o legname pregiato o per altri scopi..
Ci vorrebbe una gestione sostenibile...altrimenti tra 70-80 anni le generazioni future lì avranno una steppa di graminacee con il suolo a volte duro come le pietra (per via del terreno sterile e ricco di ossidi) e appena piove dilavato e pieno di fango..un incubo insomma. :mc:

gpc
11-10-2005, 23:11
Comunque l'Amazzonia s'è fatta anche un po' di pubblicità... ma che dire delle foreste africane? O del Borneo, dove "un albero è improduttivo finchè è in piedi", come sostiene il governo locale? O della Siberia, di cui molto poco si è parlato ma che ha un'importanza come polmone verde non inferiore all'Amazzonia e che viene disboscata anche lei a ritmi abbondanti?
Visto che s'è parlato di auto e petrolio, il problema in questo caso è di un altro tipo: bruciando combustibili fossili si reimmette in atmosfera anidride carbonica che le era stata sottratta a suo tempo, tagliando foreste si impedisce l'assorbimento dell'anidride carbonica. Senza contare il discorso del clima.

LittleLux
11-10-2005, 23:14
Comunque l'Amazzonia s'è fatta anche un po' di pubblicità... ma che dire delle foreste africane? O del Borneo, dove "un albero è improduttivo finchè è in piedi", come sostiene il governo locale? O della Siberia, di cui molto poco si è parlato ma che ha un'importanza come polmone verde non inferiore all'Amazzonia e che viene disboscata anche lei a ritmi abbondanti?
Visto che s'è parlato di auto e petrolio, il problema in questo caso è di un altro tipo: bruciando combustibili fossili si reimmette in atmosfera anidride carbonica che le era stata sottratta a suo tempo, tagliando foreste si impedisce l'assorbimento dell'anidride carbonica. Senza contare il discorso del clima.

Bè, ti diranno che tanto oltre l'80% dell'anidride carbonica viene assorbita dai mari, percui un po' di foresta in meno non modificherà di una virgola l'equilibrio del CO in atmosfera. Tranquillo, già lo dicono.:nono:

gpc
11-10-2005, 23:20
Bè, ti diranno che tanto oltre l'80% dell'anidride carbonica viene assorbita dai mari, percui un po' di foresta in meno non modificherà di una virgola l'equilibrio del CO in atmosfera. Tranquillo, già lo dicono.:nono:

Non faccio fatica a crederlo...
Comunque, la CO2 viene effettivamente assorbita dai mari (creando per altro problemi di acidità, mi pare d'aver letto), ma in tempi geologici... non certamente sufficienti per assorbire l'immissione e il mancato fissaggio attuale.
Ricordo comunque che avevo aperto un thread a suo tempo su una teoria, secondo me molto interessante, pubblicata su Le Scienze sulle variazioni del clima degli ultimi millenni e sull'intervento dell'uomo.
La mia paura, spero infondata, è che in Amazzonia si sia raggiunto il punto dove la vegetazione viene tagliata, cambia il clima e la vegetazione che resta muore...

Lucio Virzì
13-10-2005, 21:24
Aggiornamenti sulla situazione?

LuVi

Kal-El
16-10-2005, 22:31
E' una cosa vergognosa, abbiamo distrutto il più grande polmone verde del pianeta, facciamo schifo! :(


Conoscete link ed immagini satellitari della zona ?

LightIntoDarkness
28-03-2006, 16:24
Up...
...qualcuno sa per quanto abbiamo ancora aria da respirare?

CYRANO
28-03-2006, 16:45
L'avete visto per caso Overland quest'estate? Sono passati per l'amazzonia... le zone che hanno attraversato erano quasi tutte disboscate o in fiamme.
Un po' bruci, un po' disboschi... e alla fine se ne va sia la foresta che il pluviale.
'sto pianeta lo vedo sempre peggio...

quoto purtroppo.



Ciaozzz

Onisem
28-03-2006, 16:52
A questo punto è chiaro che quello dell'acqua sarà un problema devastante per i decenni a venire. Ed in questo contesto c'è anche chi pensa a privatizzare, ecco il risultato di lasciare in mano alle lobbies o a governi compiacenti le risorse primarie.

gpc
28-03-2006, 16:58
A questo punto è chiaro che quello dell'acqua sarà un problema devastante per i decenni a venire. Ed in questo contesto c'è anche chi pensa a privatizzare, ecco il risultato di lasciare in mano alle lobbies o a governi compiacenti le risorse primarie.

Dubito che privatizzino le piogge. Niente piogge, niente fonti, niente acqua minerale... il problema è decisamente... a monte.

Onisem
28-03-2006, 17:02
Dubito che privatizzino le piogge. Niente piogge, niente fonti, niente acqua minerale... il problema è decisamente... a monte.
Ma dai gpc, hai capito benissimo quello che volevo dire. Oppure pensiamo che sia tutta colpa della natura matrigna? Com'è che diceva l'inarrivabile Socci? Che la natura è la più grande inquinatrice? Quando leggo certe cose mi verrebbe da bestemmiare.

dantes76
28-03-2006, 17:27
voi non siete dei veri mammiferi…tutti i mammiferi di questo pianeta d’istinto sviluppano un naturale equilibrio con l’ambiente circostante, cosa che voi umani non fate, vi insediate in una zona e vi moltiplicate fino a che ogni risorsa naturale non si esaurisce…c’è un’altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un’infezione estesa, un cancro per questo pianeta…”

da Matrix(il primo)

fabio80
28-03-2006, 17:31
voi non siete dei veri mammiferi…tutti i mammiferi di questo pianeta d’istinto sviluppano un naturale equilibrio con l’ambiente circostante, cosa che voi umani non fate, vi insediate in una zona e vi moltiplicate fino a che ogni risorsa naturale non si esaurisce…c’è un’altro organismo su questo pianeta che adotta lo stesso comportamento e sai qual è? Il virus. Gli esseri umani sono un’infezione estesa, un cancro per questo pianeta…”

da Matrix(il primo)


dagli torto.. :doh:

cyber
28-03-2006, 18:09
Gli esseri umani sono un’infezione estesa, un cancro per questo pianeta…”

da Matrix(il primo)

Non sono d'accordo.

E' la società attuale ad essere un cancro per questo pianeta non l'essere umano in se.

dantes76
28-03-2006, 18:11
Non sono d'accordo.

E' la società attuale ad essere un cancro per questo pianeta non l'essere umano in se.

infatti la "societa" e' fatta da alieni...

gpc
28-03-2006, 18:20
Ma dai gpc, hai capito benissimo quello che volevo dire. Oppure pensiamo che sia tutta colpa della natura matrigna? Com'è che diceva l'inarrivabile Socci? Che la natura è la più grande inquinatrice? Quando leggo certe cose mi verrebbe da bestemmiare.

Capisco che è la solita sparata simil no global... Chi ha parlato di colpe della natura? Non c'è un solo mio post a questo rigurdo, anzi. Però non c'entra 'na mazza la privatizzazione delle fonti d'acqua: se devasti il pianeta e non piove, privatizzi la polvere... il problema, come dicevo, è a monte.

Onisem
28-03-2006, 18:29
Capisco che è la solita sparata simil no global... Chi ha parlato di colpe della natura? Non c'è un solo mio post a questo rigurdo, anzi. Però non c'entra 'na mazza la privatizzazione delle fonti d'acqua: se devasti il pianeta e non piove, privatizzi la polvere... il problema, come dicevo, è a monte.
Hai detto tu che se non piove non è colpa delle multinazionali, sarà... Non ho sostenuto poi, che il fatto della secca in sè sia legato alla privatizzazione dell'acqua ( :mbe: ), ma che in un contesto simile c'è anche chi ci pensa. Mi pare diverso. A quale monte è il problema gpc? Sarà anche dove ti pare, ma questi sono i risultati di affidare a privati e gente che pensa esclusivamente al mero profitto la gestione delle risorse. Ma mi raccomando non ammetterlo mai, che delle volte non passi anche alla lontana per un odiato no-global.

cyber
28-03-2006, 18:30
infatti la "societa" e' fatta da alieni...

Sono esistite società che vivevano in perfetta armonia con la natura, che rispettavano e preservavano invece di fruttare e distruggere. Tu non parli di genere umano ma della società attuale del consumismo e del profitto incondizionato. ;)

gpc
28-03-2006, 18:34
Hai detto tu che se non piove non è colpa delle multinazionali, sarà... Non ho sostenuto poi, che il fatto della secca in sè sia legato alla privatizzazione dell'acqua ( :mbe: ), ma che in un contesto simile c'è anche chi ci pensa. Mi pare diverso. A quale monte è il problema gpc? Sarà anche dove ti pare, ma questi sono i risultati di affidare a privati e gente che pensa esclusivamente al mero profitto la gestione delle risorse. Ma mi raccomando non ammetterlo mai, che delle volte non passi anche alla lontana per un odiato no-global.

Prova a leggere anche il resto del thread, scoprirai che non corrispondo al tuo infantile stereotipino...
La realtà è che, pubblico o privato, non esiste da una parte coscienza ecologica (che per fortuna si inizia ad affermare anche in ambito economico proprio negli odiati paesi capitalisti dove il privato è un soggetto portante dell'economia) mentre dall'altra c'è sempre stata la concezione di un ambiente in grado di sopportare qualunque manomissione.
Ora le cose cambiano, e non c'entra nulla la privatizzazione se hanno deforestato l'Amazzonia, o la foresta africana, o la foresta siberiana (chi ha detto URSS? Privati in URSS?), o la foresta del Borneo (dove il *governo* -sottolineo, governo- ha detto che ogni albero in piedi è un albero sprecato). C'entra il fatto che nessun governo vuole rendersi conto che il pianeta va allo sfascio da una parte, che un certo tipo di economia porta all'autodistruzione dall'altra e che lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali genera solo una falsa ricchezza in quanto il danno successivo e l'annullamento delle fonti di sostentamento in seguito portano più danni che altro.

Onisem
28-03-2006, 19:34
Prova a leggere anche il resto del thread, scoprirai che non corrispondo al tuo infantile stereotipino...
La realtà è che, pubblico o privato, non esiste da una parte coscienza ecologica (che per fortuna si inizia ad affermare anche in ambito economico proprio negli odiati paesi capitalisti dove il privato è un soggetto portante dell'economia) mentre dall'altra c'è sempre stata la concezione di un ambiente in grado di sopportare qualunque manomissione.
Ora le cose cambiano, e non c'entra nulla la privatizzazione se hanno deforestato l'Amazzonia, o la foresta africana, o la foresta siberiana (chi ha detto URSS? Privati in URSS?), o la foresta del Borneo (dove il *governo* -sottolineo, governo- ha detto che ogni albero in piedi è un albero sprecato). C'entra il fatto che nessun governo vuole rendersi conto che il pianeta va allo sfascio da una parte, che un certo tipo di economia porta all'autodistruzione dall'altra e che lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali genera solo una falsa ricchezza in quanto il danno successivo e l'annullamento delle fonti di sostentamento in seguito portano più danni che altro.

Ed infatti ho parlato anche di governi compiacenti, aggiungo anche miopi se ti fa piacere. In ogni caso dei due mali si presume convenga il minore: il pubblico può anche essere miope quanto o più di un privato nella gestione delle risorse primarie, ma quantomeno calmiera i prezzi (si spera) e non somma allo scempio ecologico l'ulteriore impoverimento delle genti. Ma l'importante è che sia chiaro che lo sfruttamento e la gestione di queste risorse vanno riconsiderati e non certo passando per Kyoto, ma tant'è che nemmeno su questo si trova un compromesso. D'accordo su questo, sul resto puoi attribuirmi sparate no-global e stereotipi infantili a tuo piacimento.

Sinclair63
28-03-2006, 20:36
Ma avete visto le foto?!!?! :eek:
Allucinante :(
Già da brividi :eek: ma la cosa ancor più allucinante che i TG latitano su questa notizia che secondo me è da primissima pagina, ma si sa l'autodistruzione non fà notizia... :rolleyes:

cyber
29-03-2006, 08:22
C'è un domani che ci nascondono?
Maurizio Blondet
27/03/2006

Entro il 2070 si scioglieranno i ghiacci dell'artico. Ad affermarlo è una recente studio scientifico che rileva il dimezzamento della calotta polare negli ultimi 30 anniQualche giorno fa ci siamo domandati: perché il governo Bush agisce follemente, come se non dovesse temere una resa dei conti?Come se sapesse che non ci sarà un domani?
Un lettore ci manda uno scritto che può darci la risposta: gli USA ed altri governi sono in possesso di dati, che prevedono un prossimo futuro apocalittico.
A causa del cambiamento del clima, dove fa caldo farà caldissimo, e dove fa freddo, molto più freddo.
Il clima inglese, dell'Europa del nord e del nord-America diverrà come quello della Siberia; e ciò fra il 2010 e il 2020.
Per contro, nelle zone sud europee e degli Stati Uniti più temperate, entro il 2010 si avranno un terzo in più di giornate con temperature superiori ai 30 gradi, con siccità e uragani.
Diciamo subito che noi non abbiamo mai creduto che i mutamenti climatici siano causati dall'industria umana; né abbiano dato peso ai catastrofismi di questo genere.
Tuttavia, ne parlano documenti ufficiali e segreti.



Sir David King è il capo dei consulenti scientifici del governo britannico e capo dell'Office for Science and Technology.
Ha stilato un rapporto, su cui Blair ha posto il segreto.
David King ha disobbedito, pubblicando su «Science», il 9 gennaio 2004, quello che sapeva (1).
Il governo britannico lo ha formalmente diffidato dal parlare in pubblico sull'argomento, sotto pena di arresto.
Andrew W. Marshall, 83 anni, è un rispettato scienziato che dirige al Pentagono l'Office for Net Assessment, un centro-studi che ha il compito di identificare e valutare i rischi a lungo termine davanti a cui gli USA possono trovarsi.
Nel 2003 ha consegnato ai suoi superiori un rapporto sul «Cambiamento climatico repentino e le sue implicazioni per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti».
Anche questo rapporto è stato segretato, benchè ne abbia dato notizia ad esempio il britannico Observer (2), e lo stesso Marshall ne abbia pubblicato un sunto su «Fortune» il 9 febbraio 2004.



Il fatto che questi rapporti siano comunque stati fatti filtrare può indicare che sono disinformazione voluta: i governi anglosassoni hanno imparato anche troppo bene (vedi 11 settembre) il valore dell'allarmismo per «disciplinare» la propria popolazione.
E d'altra parte l'ambientalismo catastrofico, «effetto serra» e «buco nell'ozono», è mosso da interessi costituiti potenti e dall'ideologia della «crescita zero» teleguidata dalle fondazioni Rockefeller.
Tuttavia, i dati che i suddetti rapporti riferiscono ci paiono persuasivi.
Ad essere in questione è la corrente del Golfo, detta scientificamente «convettore termoalino nord-atlantico».
«Convettore», in quanto tale corrente porta l'acqua riscaldata nel Golfo del Messico verso nord, rendendo mite il clima del nord America e dell'Europa settentrionale ed evitando che siano coperte da ghiacciai.
«Termoalino» significa che questa distribuzione di calore è determinata dalla salinità delle acque.
Quando la corrente del Golfo, che nel suo percorso da sud scorre in superficie, arriva alle estreme latitudini nord, si raffredda e perciò diventando più densa, «sprofonda»: e nel fondo dell'oceano ripercorre all'inverso la sua rotta, tornando verso l'Equatore.
Qui si riscalda, risale e riprende la rotta verso nord.
E' questo il «motore» che esenta l'Inghilterra, ad esempio, nonostante la sua alta latitudine, dal clima che domina il Mar Bianco siberiano.



Da qualche anno però il motore termoalino perde colpi.
La causa: il rapido scioglimento dei ghiacci dell'Artide.
L'acqua dolce dei ghiacciai polari diluisce la salinità della corrente; ciò impedisce che nella rotta di ritorno essa sprofondi completamente; l'effetto è un rallentamento della corrente stessa, e del calo della parte di calore che porta a lambire le coste dell'Europa e dell'America settentrionali.
I ghiacciai polari si sono «ritirati» di centinaia di chilometri; in pochi anni, pare, si sono sciolti del 40%.
Da un anno in estate si producono incendi di boschi, prima inauditi, in Alaska.
Il rapido scioglimento riguarda anche i ghiacci dell'Antartide; in anni recenti si è staccata una placca gelata chiamata «Larsen A», rapidamente seguita da una ancora più grande chiamata «Larsen B»; entrambe in mare, sciogliendosi, hanno aumentato il livello degli oceani di 3 centimetri.
Ulteriori scioglimenti - che ormai paiono inevitabili - possono elevare il livello di diversi metri. Paesi come l'Olanda paiono a rischio imminente di essere sommersi.
Naturalmente e troppo coralmente, di ciò si incolpano le emissioni industriali; il che fa buona propaganda ai sostenitori del «protocollo di Kioto».



In realtà, rallentamenti della corrente del Golfo sono avvenuti più volte in passato, assai prima dell'età industriale.
L'ultima nel 1300 dopo Cristo, che determinò in Europa la cosiddetta «piccola era glaciale», i cui effetti si estenderanno per almeno due secoli.
In Linguadoca, nel 1506, le cronache raccontano un inverno in cui ghiacciano il Reno, il mare, gli ulivi.
Nel 1561, si copre di ghiacci il lago di Costanza.
Un anno dopo, un cronista francese scrive: «non si sapeva se fosse inverno o estate, se non dalla lunghezza dei giorni… il tempo era così cattivo che i poveri non potevano raccogliere il grano… ciò che faceva gran pietà» (3).
Nel 1564 il vino gela nelle cantine e nelle botti francesi, e i cronisti riportano di orecchie, mani e persino «membri virili» congelati nella brache.
Un seguito di estati fredde, brevi e piovose riduce i raccolti: tra il 1570 e il 1575 in Germania il prezzo della segale si quadruplica.



Guy Betchel, storico della stregoneria, attribuisce l'ossessione delle streghe,che è al parossismo durante la piccola glaciazione, al clima e alla malnutrizione conseguente: i contadini del centro-Europa sono costretti a mangiare granaglie avariate o miste di segale cornuta, o «pains de disette» (pani della carestia) fatti con erbe e sementi selvatiche anche velenose o allucinogene.
Non a caso, le streghe sono sconosciute in Italia e Spagna, che risentono meno dei rigori del clima (e che sono cattoliche) (4).
Sono quelli anche gli anni delle sanguinose guerre intra-europee, dei Trenta e dei Cent'anni: segnale degli sconvolgimenti sociali e politici che il rigore del clima provoca sempre.
Altre aree del mondo furono allora colpite.
Gli shogun notarono il raffreddamento e la perdita dei raccolti conseguenti.
Il livello del Caspio calò drasticamente.
Nella parte centrale del nord-America si produssero siccità inaudite: in zone del nuovo Messico non piovve per 47 anni di seguito, e ciò portò alla scomparsa della cultura degli indiani Anasazi nel 14mo secolo.
E tutto questo, perché la Corrente del Golfo rallentò.



La Corrente non solo rallentò, ma si fermò del tutto 8200 anni fa.
L'Europa si coprì di ghiacci, spessi anche 750 metri.
Ovviamente, le isole britanniche e il nord-America, all'altezza dell'attuale New York, erano allora dominate da un clima di tipo siberiano.
Ci volle qualche migliaio d'anni perché le zone tornassero abitabili.
Oggi, il rapporto del Pentagono ventila la possibilità che la corrente non solo rallenti, ma si arresti di nuovo, e molto rapidamente; per intanto, segnala che ha cambiato forma.
La NASA ha lanciato in fretta un satellite per monitorare i mutamenti di salinità degli oceani.
Questo può spiegare alcune delle follie del governo Bush?
La Halliburton ha avuto un contratto per la costruzione di campi di concentramento in USA, in vista di una non meglio identificata emergenza, che può provocare disordini interni di massa o un afflusso disperato di stranieri dal centro-America (la sottile lingua che sarebbe minacciata da alluvioni e dall'innalzarsi del livello dei due oceani); il Pentagono sta sferrando guerre rovinose e costosissime, a credito, in cui almeno uno degli scopi evidenti è di occupare le aree energetiche. Per un «domani» per cui il regime USA è il solo a prepararsi (5).
Se basterà questo feroce cinismo alla salvezza del potere americano, è da vedere.
Ciò che aspetta l'umanità è forse la fine del ciclo presente, che gli indiani chiamano il Kali Yuga.



Sommessamente ricordiamo le profezie religiose.
«E' caduta, è caduta Babilonia la grande… e i mercanti della terra piangono e fanno lamenti su di lei, perché nessuno compra più la loro merce» (Apocalisse 18, 11-12).
La nostra profezia ultima parla del sole avvampante che fa soffrire gli uomini di un calore insopportabile (16, 9), e del prosciugarsi dell'Eufrate (16,12): questi saranno gli effetti del «global warming» nell'area del Medio Oriente, per gli stesi motivi che determineranno una glaciazione nelle isole britanniche.
Del resto la tradizione islamica pone tra «i segni dell'ora» eventi climatici: farà caldo d'inverno, sarà prosciugato il Giordano e Tiberiade.
La tradizione islamica parla anche di questo segno premonitore: «il giorno in cui il cielo sarà coperto da un fumo evidente, che avvolgerà gli uomini; questo è un castigo doloroso».
E' il primo segno maggiore dell'«ora».
Ma forse i musulmani l'hanno già visto, nel rogo dei pozzi del Kuweit.



Maurizio Blondet




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Note
1) «Global warming biggest threat», BBC, 9 gennaio 2004.
2)Mark Townsend e Paul Harris, «Now the Pentagon tells Bush: climate change will destroy us», Observer, 22 febbraio 2004.
3) Pierre de Paschal «Journal de ce qui s'est passè en France durant l'année 1562», riedizioneParigi, 1950, pagina 71.
4) Contrariamente alla leggenda nera sull'Inquisizione, l'ossessione della stregoneria (con conseguenti roghi) fu un fenomeno esclusivamente di area luterana, e specificamente nord-europea: gli ultimi roghi furono accesi in Svezia nel tardo '700. In Italia, il fenomeno interessò marginalmente vallate alpine in Piemonte e Lombardia (Valtellina) che subivano l'influsso protestante; e in Spagna, i Paesi Baschi e Pirenei, per lo stesso motivo. L'Inquisizione spagnola mandò liberi tutti gli accusati, dalla vox populi, di stregoneria. Confronta Guy Bechtel, «La sorcière et l'Occident», Plon, 1997.
5) In Europa, esistono ancora giacimenti di carbone nel vecchio territorio minerario franco-tedesco bastanti per migliaia d'anni di consumi. Ci si è costruito sopra, non essendo più conveniente né accettabile per i non più rudi europei l'estrazione del carbone. Nel repentino cambiamento climatico (che in quelle aree sarebbe raffreddamento estremo; già in Germania la neve fa crollare i tetti), quelle riserve potrebbero essere di nuovo coltivate. Magari con un metodo disperato ventilato per i giacimenti carboniferi dell'Australia: incendiare il carbone sotto terra, per estrarne il gas che si forma dalla combustione, liquefarlo e usarlo come carburante. In Australia il progetto è stato abbandonato perché farebbe aumentare in modo rilevante la temperatura di vaste zone. In una Germania coperta da ghiacci, questo inconveniente potrebbe essere benvenuto, e il calore prodotto diffuso con reti di tubature.