UE contro Meta: non bastano gli abbonamenti a pagamento per abilitare la pubblicità comportamentale

Nuova mossa dell'Unione Europea contro i tentativi di Meta di sviare le regolamentazioni sulla pubblicità comportamentale.
di Rosario Grasso pubblicata il 06 Novembre 2023, alle 17:31 nel canale WebMetaFacebookInstagram
L'EDPB, il Comitato europeo per la protezione dei dati, ha chiesto al garante della privacy irlandese di imporre a Meta un divieto all'utilizzo di dati personali per alimentare la cosiddetta pubblicità comportamentale, ovvero la visualizzazione di messaggi pubblicitari mirati sulla base delle abitudini di navigazione dell'utente. La richiesta è stata inoltrata all'Irlanda perché Meta ha sede legale europea a Dublino, mentre si richiede che la disposizione venga messa in atto entro due settimane.
Già a settembre l'autorità norvegese per la protezione dei dati, Datatilsynet, aveva inoltrato richiesta all'EDPB per l'estensione del divieto già in vigore in Norvegia all'intero Spazio economico europeo (SEE). In questo modo, Meta non potrebbe disporre dei dati personali per messaggi mirati su Facebook e Instagram, il che creerebbe un enorme ostacolo nei piani di social networking dell'azienda.
Già nel dicembre 2022, l'EDPB chiariva che il contratto di Meta con l'utente finale non costituisce una base giuridica adeguata per il tipo di trattamento dei dati personali effettuato da Meta per la pubblicità comportamentale. Una posizione diametralmente opposta a quella dell'azienda di Mark Zuckerberg, secondo la quale il contratto di Termini e Condizioni, che gli utenti dei suoi servizi accettano, rappresenta una valida base giuridica per disporre dei dati personali e fornire annunci pubblicitari mirati in base al comportamento. Tuttavia, secondo alcuni tribunali europei che si sono espressi sulla materia, ai sensi del Regolamento generale europeo sulla protezione dei dati del 2018, gli utenti devono dare un consenso specifico prima che vengano loro mostrati annunci personalizzati.
Ci troviamo all'interno di un lungo braccio di ferro tra Unione Europea e Meta, che sembrava essere giunto a una conclusione con l'annuncio della scorsa settimana degli abbonamenti a pagamento per Facebook e Instagram, la cui entrata in vigore è prevista per novembre. Meta ha introdotto questa misura, infatti, perché ritiene che una recente sentenza della Corte di giustizia dell'Unione europea (CGUE) abbia espressamente riconosciuto che un modello di abbonamento rappresenta una forma valida di consenso per un servizio finanziato dalla pubblicità.
In una dichiarazione a The Register, un portavoce di Meta sembra sorpreso dal divieto di raccolta dati dell'EDPB. Il colosso della pubblicità ritiene che, se chiederà il consenso agli utenti, gli sarà consentito continuare a elaborare le informazioni personali per le pubblicità mirate. Meta, inoltre, afferma ancora di credere fermamente in una internet libera e supportata dalla pubblicità.
12 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoL'idea di Meta è che un utente debba pagare affinché Meta possa usare i suoi dati personali? Davvero?
e più volte bloccate o segnalate anche perchè alcune pubblicizzano contenuti non presenti in unione europea... ma niente, loro imperterriti continuano.
L'idea di Meta è che un utente debba pagare affinché Meta possa usare i suoi dati personali? Davvero?
No l'abbonamento è destinato a chi vuole utilizzare il servizio e non vuole essere tracciato.
questa frase dell'articolo mi sembra chiaro e dice il contrario.
Come diceva l'utente sopra le pubblicità sono per il 99% cretinate. Penso anche dove non ho ad-blocker (televisione) di non averne mai cliccata uno o guardata una...
Come diceva l'utente sopra le pubblicità sono per il 99% cretinate. Penso anche dove non ho ad-blocker (televisione) di non averne mai cliccata uno o guardata una...
Concordo. Se le pubblicità fossero mirate (e alcune lo sono) e in base al tipo di articolo e rivista, passi, ma oscenità tipo Taboola e Outbrain sono vergogne per qualsiasi sito.
Ihmo assolutamente no.
Come diceva l'utente sopra le pubblicità sono per il 99% cretinate. Penso anche dove non ho ad-blocker (televisione) di non averne mai cliccata uno o guardata una...
Ecco, proprio per questa tua ultima affermazione non ha senso installare un adblocker: Meglio un PiHole! Che funziona su tutta la rete wifi senza eccezioni e ti blocca anche le pubblicità dei giochini sponsorizzati su instagram che dopo 5 minuti ti stufano, ma nel frattempo ti hanno fatto vedere 1000 video pubblicitari.
E lo dico da utente che ha un suo (piccolo) guadagno con YouTube: questo modo di profilizzare e mandare pubblicità fregatura non è sostenibile e porta sempre meno guadagni.
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