Tinder denuncia Google per monopolio e abuso di potere sugli acquisti in-app
Match Group, la società dietro app di appuntamenti come Tinder, Match e OkCupid, ha fatto causa a Google per le sue politiche di fatturazione sul Play Store di Android. Al centro della querelle l'imposizione del sistema di pagamento di Google a danno di soluzioni di terze parti.
di Manolo De Agostini pubblicata il 10 Maggio 2022, alle 08:41 nel canale WebGoogleAndroid
La casa madre di Tinder, Match e OkCupid, meglio nota come "Match Group", ha denunciato Google per l'imposizione del proprio sistema di pagamento sulle suddette app ospitate sul Google Play Store, pena l'estromissione dal negozio digitale. Secondo Match Group, ci troviamo di fronte a un caso di "abuso di potere, promesse non mantenute e manipolazione dei mercati" che sostanzialmente crea un monopolio.
"Il requisito di Google", a detta di Match Group, "elimina la scelta dell'utente sulle app Match Group e aumenta i costi per i consumatori consentendo a Google di addebitare a Match Group una tassa arbitraria e discriminatoria del 15% su tutti gli abbonamenti e fino al 30% su tutti gli altri acquisti in-app, per un importo di centinaia di milioni di dollari in commissioni gonfiate, mentre si monetizzano i dati personali di miliardi di utenti di app digitali".
Il Match Group afferma che mentre dieci anni fa Google poteva essere ritenuto un partner, oggi ha invece sembianze ben diverse, quelle dell'aguzzino. "Ora siamo il suo ostaggio", si legge nella documentazione della citazione in giudizio, dove si spiega che gli utenti preferiscono le opzioni di fatturazione di Tinder rispetto a quelle di Google.
Shar Dubey, amministratore delegato di Match Group, spiega che la causa è "una misura di ultima istanza. Abbiamo cercato, in buona fede, di risolvere questi problemi con Google, ma la loro insistenza e le minacce di rimuovere le app dei nostri marchi dal Google Play Store entro il 1 giugno non ci hanno lasciato altra scelta che intraprendere un'azione legale".
Secondo Match Group, Google le aveva assicurato che avrebbe potuto usare i propri sistemi di pagamento per gli acquisti in-app. Poi Google ha imposto l'uso esclusivo del sistema di fatturazione Google Play: se Match Group non si adeguerà entro il 1 giugno, Google rimuoverà le app di Match Group del Play Store. La casa di Mountain View avrebbe già iniziato a rifiutare gli aggiornamenti delle app di Match Group in cui sono presenti possibilità di pagamento alternative.
"Insistendo sull'uso esclusivo del proprio sistema di fatturazione, Google cerca di inserirsi come intermediario tra utenti e sviluppatori, impedendo a Match Group di assistere direttamente i propri clienti su molte questioni importanti. Se Google fosse autorizzato a perseguire questa politica, Match Group subirebbe danni irreparabili alle relazioni con i clienti, alla reputazione, alle prestazioni aziendali e i suoi utenti sarebbero danneggiati dall'aumento dei prezzi e dalla monetizzazione dei loro dati da parte di Google".
Google, interpellata da Engadget, ha affermato che Match Group rispetta i requisiti per versare commissioni pari al 15% su ogni transazione, un valore che la società ritiene il più basso tra le "principali piattaforme di app". Google ha anche sottolineato che "l'apertura di Android" consente a Match Group di distribuire le app tramite app store alternativi e sideload se l'azienda "non desidera rispettare" le sue politiche. "Questo è solo un proseguimento della campagna egoistica di Match Group per evitare di pagare per il valore significativo che ricevono dalle piattaforme mobili su cui hanno eretto la loro attività", ha dichiarato a Engadget un portavoce di Google.
Sul finire di marzo Google ha annunciato una collaborazione con Spotify per testare sistemi di fatturazione di terze parti, ma secondo Match Group questo programma pilota non offre "niente di nuovo per sviluppatori o utenti" e Google avrebbe respinto la sua richiesta di essere inclusa nel pilota.
E mentre negli Stati Uniti non è stata ancora firmata una legge che preveda l'apertura degli app store a sistemi di pagamento alternativi, la Corea del Sud ha approvato l'anno passato un disegno di legge che richiede ad Apple e Google di consentire agli sviluppatori di usare altri servizi di fatturazione sulle loro app. I Paesi Bassi, invece, sono ancora impegnati in una battaglia legale con Apple sulle sue politiche che bloccano i sistemi di pagamento di terze parti sulle app di appuntamenti olandesi.
4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoAnche gli utenti vorrebbero gratis le app di match group ed i relativi acquisti
Ipotizzando che metà di questi soldi passino dal Google Play store, il 15% sono poco più di 200 milioni di dollari di commissioni. Ovvio che facciano gola, però se hanno raggiunto simili numeri il merito va anche alle due piattaforme (Android e iOS) sulle quali basano buona parte del proprio business.
Qui si vuole sempre la botte piena e la moglie ubriaca.
Se facessi io una app e ci guadagnassi 100 dollari (non 100.000 o 100 milioni) dovrei dare a Google 15 dollari. Con quella cifra non ci compri nemmeno uno spazio web per caricare l'APK, figurati tutto il circo che c'è dietro...
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