Thingiverse, stretta sulle armi 3D: perché il blocco non basta a fermare le “ghost gun”
Thingiverse elimina centinaia di modelli di armi 3D dopo l’intervento della procura di Manhattan, ma il settore riconosce che la proliferazione delle “ghost gun” continua su piattaforme alternative e il fenomeno rimane sostanzialmente fuori controllo
di Andrea Bai pubblicata il 24 Luglio 2025, alle 13:21 nel canale WebThingiverse, uno dei principali portali al mondo per la condivisione di progetti per la stampa 3D, ha accolto la richiesta del procuratore distrettuale di Manhattan, Alvin Bragg, circa la rimozione di centinaia di modelli di armi da fuoco dal proprio database. La decisione arriva dopo che, nei mesi scorsi, Bragg aveva sollecitato numerose aziende del settore a blindare le proprie piattaforme contro la proliferazione delle cosiddette “ghost gun”, le armi realizzate privatamente tramite stampa 3D, prive di numero seriale e quindi virtualmente irrintracciabili.
Nonostante il divieto esplicito inserito già da tempo nei termini d'uso di Thingiverse, in breve tempo le sue librerie digitali si erano riempite di file potenzialmente pericolosi e difficili da monitorare con i soli controlli manuali. Il portale ha dunque deciso di rafforzare le proprie procedure di moderazione, introducendo una tecnologia automatica basata su sistemi di rilevamento e intelligenza artificiale, in grado di bloccare preventivamente il caricamento di file sospetti prima della pubblicazione.
Le ghost gun: un fenomeno fuori controllo?
Le autorità americane descrivono le armi stampate in 3D come una delle principali minacce per la sicurezza pubblica degli ultimi anni. I dati ufficiali, il numero di “ghost gun” sequestrate a New York City è di fatto triplicato nel giro di tre anni, passando da 151 esemplari nel 2021 a 438 nel 2024, a conferma della grande difficoltà nell'arginare il fenomeno. Queste armi, grazie all’assenza di un codice identificativo e alla possibilità di essere prodotte in casa senza registrazione, sfuggono sistematicamente a ogni tentativo di tracciamento.
Sulla scia di tutto ciò, ci sono anche i casi di cronaca e tra gli episodi più noti vi è anche la morte dell’amministratore delegato di UnitedHealthcare, Brian Thompson, causata dall’uso di una pistola stampata in 3D da parte di Luigi Mangione, ora sotto processo federale.
Le azioni di contrasto nei confronti delle ghost gun si sviluppano su due livelli: da un lato il rafforzamento delle policy sulle piattaforme digitali di condivisione, dall’altro la proposta di sistemi hardware/software di controllo integrati direttamente nelle stampanti 3D. Bragg evidenzia che l’obiettivo è rendere estremamente difficile la possibilità di ottenere difficoltà nell’ottenimento dei progetti da parte dei potenziali criminali e, soprattutto, da parte della gente comune.

C'è comunque qualche perplessità che il blocco imposto da Thingiverse possa modificare in maniera significativa le dinamiche della stampa di armi da fuoco, anche perché chi è determinato a recuperare un progetto di questo tipo si rivolge a repository alternativi, di nicchia, dove i file sono spesso corredati da istruzioni precise. Inoltre chi è aduso alla stampa di armi da fuoco generalmente realizza in casa solo alcuni dei componenti, quelli oggetto di regolamentazione, acquistando gli altri elementi da rivenditori specializzati.
Bragg ha anche invocato l'intervento del legislatore affiché la produzione di armi stampate in 3D e la diffusione dei file digitali per realizzarle diventino oggetto di specifici reati. Resta però il dubbio che queste misure possano non essere compatibili con il Primo Emendamento della Costituzione americana, che tutela la libertà di espressione anche per quanto riguarda la diffusione di file digitali e informazioni tecniche. Una recente sentenza della Corte Suprema ha infine confermato la potestà dell’ATF (Agenzia federale per il controllo delle armi) di regolamentare i componenti delle ghost gun, ma senza entrare nel merito specifico dei file digitali.










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1 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoLa questione ghost gun stampate in 3D perciò, sotto determinati punti di vista e per questo ed altri motivi, è poco più che aria fritta.
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