Seattle, scuole pubbliche contro social network: danneggiano la salute mentale dei giovani
Le società dietro a TikTok, Facebook, Instagram, Snapchat e YouTube sono state accusate di danneggiare la salute mentale dei giovani dalle scuole pubbliche di Seattle: l'aumento di episodi di ansia, depressione, autolesionismo e suicidio sarebbero ricollegabili ai contenuti sui social.
di Manolo De Agostini pubblicata il 09 Gennaio 2023, alle 11:51 nel canale WebMetaGoogleSnapYouTubeFacebookInstagramTikTok
Le scuole pubbliche del distretto scolastico di Seattle hanno avviato una causa contro diverse società del settore dei social network con l'accusa di danneggiare la salute mentale dei giovani statunitensi. TikTok, Facebook, Instagram, Snapchat e YouTube avrebbero aumentato la loro popolarità applicando tecniche per sfruttare la psicologia e la neurofisiologia dei loro utenti, inducendoli a un uso eccessivo delle piattaforme.
L'uso di tecniche per restituire continui feedback positivi porterebbe a un abuso dei social tra i più giovani con effetti negativi come ansia, depressione, pensieri di autolesionismo e persino l'idea del suicidio. Non solo, troppo spesso il contenuto proposto sarebbe dannoso e teso allo sfruttamento per interessi economici.
Secondo le scuole del distretto, tra il 2009 e il 2019 vi è stato un aumento medio del 30% nel numero di studenti che hanno riferito di sentirsi "tristi o senza speranza" su base quotidiana per due o più settimane di fila, tanto da smettere di svolgere alcune attività abituali. Non solo, il numero di giovani effetto da problemi di salute mentale sarebbe aumentato costantemente dal 2010 al 2018, portando il suicidio a diventare la seconda causa principale di morte per i giovani.

Gli effetti dannosi dei social network sulla salute mentale porterebbero inoltre a un calo delle prestazioni scolastiche, a una minore propensione alla frequentazione degli studi e a un maggior uso di sostanze stupefacenti. Di conseguenza, le scuole si troverebbero in difficoltà "nell'adempiere alla propria missione educativa", oltre a dover sopportare maggiori costi per formare il corpo docente rispetto alla gestione di questa nuova problematica.
La sezione 230 del Communications Decency Act conferisce alle piattaforme online l'immunità rispetto agli utenti di terze parti e a ciò che scelgono di pubblicare; in pratica non sono responsabili dei contenuti pubblicati da terzi. Secondo le scuole, però, la disposizione non proteggerebbe i social network per il suggerimento, la distribuzione e la promozione di contenuti "in un modo che causino danni".
Il portavoce di Google José Castañeda, interpellato da Axios, ha affermato che Google ha "investito molto nella creazione di esperienze sicure per i bambini sulle nostre piattaforme e ha introdotto forti protezioni e funzionalità dedicate per dare priorità al loro benessere". Anche Snapchat ha dichiarato che sta lavorando "a stretto contatto con molte organizzazioni per la salute mentale per fornire strumenti e risorse in-app per gli utenti e che il benessere della sua comunità è la sua massima priorità".
L'argomento dell'impatto dei social network sulla salute mentale degli utenti è oggetto di dibattito da diversi anni. Nell'ottobre 2021 Mark Zuckerberg respinse le accuse secondo cui Facebook stava realizzando utile a scapito della salute mentale dei suoi utenti. "L'argomento secondo cui spingiamo deliberatamente contenuti che fanno arrabbiare le persone a scopo di lucro è profondamente illogico", disse il CEO di Meta. "Guadagniamo con gli annunci e gli inserzionisti ci dicono costantemente che non vogliono i loro annunci accanto a contenuti dannosi o che scatenano sensazioni negative. E non conosco nessuna azienda tecnologica che si propone di costruire prodotti che rendano le persone arrabbiate o depresse", aggiunse.
Le scuole del distretto di Seattle richiedono al giudice che le società citate siano costrette non solo a cessare quello che definiscono un comportamento che causa un "disturbo pubblico", ma anche a pagare dei danni e le varie spese legate alla prevenzione e alle cure derivanti dall'eccessivo uso dei social da parte dei più giovani.










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12 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoTra fake news e gente che nei forum si trasforma in mister hide, o la semplice sottile ironia ne non può essere colta perchè non abbiamo modo di percepire se chi scrive sia serio o meno, è un campo minato da cui non se ne può uscicre.
Un adulto fatto e finito magari può riuscire a discernere tra realtà e mondo social.
Un giovane che invece ci cresce insieme, fa molta più fatica perchè ha sempre meno contatto (ed esperienza) con la realtà che inevitabilmente vede sfalsata dalla sua frequentazione nei social.
Oggi un adolescente ha sempre di più come riferimento quello che vede sui social, e sempre meno l'ambiente famigliare. E quello che si vede sui social è sempre un mondo patinato di perfezione grazie alle innumerevoli app che ci tolgono le imperfezioni del viso, ci cambiano il colore degli occhi, ci rendono più magri... e poi invece nella realtà siamo dei rutti che Franchino e Mariangela Fantozzi a confronto sono Mr e Miss Universo
Tra fake news e gente che nei forum si trasforma in mister hide, o la semplice sottile ironia ne non può essere colta perchè non abbiamo modo di percepire se chi scrive sia serio o meno, è un campo minato da cui non se ne può uscicre.
Un adulto fatto e finito magari può riuscire a discernere tra realtà e mondo social.
non sarei così sicuro, 50enni che postano le peggio boiate su FB ce ne sono a josa
Un giovane che invece ci cresce insieme, fa molta più fatica perchè ha sempre meno contatto (ed esperienza) con la realtà che inevitabilmente vede sfalsata dalla sua frequentazione nei social.
ma quando mai, i peggiori sono gli adulti che credono a quanto scritto "su internet"
il problema è che su internet c'è almeno una pagina che conferma la pu**anata che pensano e che viene copiaincollata un gozziliardo di volte.
al che diventa la Verità, mentre le altre pagine sono asservite ai poteri forti.
ad ogni modo il problema non è limitato solo ai giovani.. basta guardare noi qua sul forum
siamo un branco di decerebrati
ma ci divertiamo.. con la differenza che poi noi abbiamo una vita anche fuori da qua.. molti giovani no..
Vanno semplicemente vietati per legge. Tutti. Ovunque.
Sono gli algoritmi che ti raccomandano i contenuti da vedere, noti come "personalizer" nel settore.
cioè ti appagano i pollicini che ti mettono? abbastanza triste.
quando sarai imperatore del mondo, magari...
Il meccanismo è ampiamente spiegato nella letteratura scientifica e particolarmente pericoloso per dei giovani la cui identità si sta ancora formando. Definirlo "triste" mi pare un commento tagliente e basta.
Fra Europa e US bastano un paio di enti come minimo per innescare un dibattito bello caldo.
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