Regolamentare l'intelligenza artificiale è un imperativo per la Federal Trade Commission
La presidente della FTC USA pubblica un editoriale sul New York Times per accendere i riflettori sui rischi dell'AI. Intanto in Europa si avvicina la votazione dell'AI Act
di Andrea Bai pubblicata il 04 Maggio 2023, alle 10:15 nel canale Web"Dobbiamo regolamentare l'intelligenza artificiale, ecco come": questo il titolo di un editoriale pubblicato sul New York Times a firma di Lina Khan, presidente della Federal Trade Commission degli Stati Uniti d'America. All'interno dell'editoriale la presidente della FTC richiama l'attenzione verso i rischi posti dall'IA, toccando temi quale il dominio del mercato da parte dei big della tecnologia, l'aumento di truffe e frodi e i rischi per la violazione della privacy.
Khan opera un parallelismo con l'epoca del "Web 2.0" nella metà degli anni 2000, quando la crescita di quelli che ora sono i colossi della tecnologia ha portato, a suo dire, ad uno stato di "sorveglianza invasiva" e perdita di privacy. Secondo la presidente della FTC è compito dei funzionari pubblici adoperarsi perché la storia non si ripeta in questa fase di espansione dell'intelligenza artificiale, assicurandosi però al contempo di non limitare l'innovazione.

Un concetto chiave sul quale Khan, e la FTC, basa il proprio approccio verso l'intelligenza artificiale è che essa, per quanto innovativa, non rappresenta nulla di speciale davanti alla legge: "Sebbene siano strumenti nuovi, non sono esenti dalle regole esistenti, e la FTC applicherà con forza le leggi che ci siamo incaricati di amministrare, anche in questo nuovo mercato". In particolare la FTC punta i riflettori su quattro aree chiave, anche oltre quelle maggiormente note al grande pubblico come i chatbot e le IA generative:
- Garantire una concorrenza leale: impedire alle grandi aziende tecnologiche di sfruttare il loro dominio sul mercato e utilizzare la collusione per soffocare l'innovazione e i concorrenti più piccoli nel panorama dell'IA.
- Rafforzare la protezione dei consumatori: salvaguardare gli utenti da pratiche ingannevoli e fraudolente abilitate dall'intelligenza artificiale, come truffe di phishing, video deepfake e clonazione vocale.
- Promuovere la privacy dei dati: monitorare i sistemi di intelligenza artificiale per garantire che aderiscano alle leggi sulla protezione dei dati e prevenire la raccolta o l'utilizzo dei dati di sfruttamento, proteggendo le informazioni personali degli utenti.
- Combattere le pratiche discriminatorie: garantire che i sistemi di intelligenza artificiale non perpetuino o amplifichino pregiudizi e discriminazioni, che possono portare a trattamenti iniqui in aree come l'occupazione, l'alloggio o l'accesso ai servizi essenziali.
L'amministrazione Biden aveva già toccato alcuni di questi temi nella pubblicazione della "Carta dei diritti dell'AI" pubblicata ad ottobre: si tratta di un testo che non ha esplicita forza di legge, ma che può essere preso in considerazione dalla FTC anche per interpretare le leggi esistenti da applicare all'intelligenza artificiale.
Khan comclude il suo editoriale con una domanda: "Gli Stati Uniti possono continuare a promuovere la tecnologia leader mondiale senza accettare modelli di business da corsa al ribasso e da controllo monopolistico che precludono prodotti di qualità superiore? Sì, se compiamo le giuste scelte politiche".

Intanto in Europa si avvicina la data per una votazione chiave, al Parlamento Europeo dell'AI Act, la cui concezione primaria risale al 2021 e rappresenta l'approccio seguito dall'Unione Europea per affrontare il tema dell'intelligenza artificiale. La proposta di legge Europea si basa sulla valutazione del rischio e, in particolare, assegna le applicazioni dell'IA a tre categorie di rischio. Le applicazioni e i sistemi che creano un rischio inaccettabile (l'UE fa l'esempio del punteggio sociale gestito dal governo del tipo utilizzato in Cina), sono vietati. Per quelle applicazioni considerate invece "ad alto rischio", come ad esempio strumenti di scansione dei CV che classifica i candidati al lavoro, saranno invece soggette a requisiti legali specifici. Infine, le applicazioni non esplicitamente vietate o elencate come ad alto rischio sono in gran parte lasciate non regolamentate.
La scorsa settimana i membri del Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sull'AI Act, con il testo della legge che potrà essere oggetto ancora di qualche piccola modifica prima di una votazione importante il prossimo 11 maggio. La votazione plenaria è invece in programma per il mese di giugno. L'ambizione dell'Unione Europea è quella di rendere la legge un punto di riferimento mondiale, un po' come è stato il GDPR per il tema della protezione dei dati personali.










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3 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoUltima nota, mi fa ridere parlare di privacy oggi quando il mondo intero ha dato tutti i suoi dati, foto, impronta vocale, le proprie preferenze in tutto ai vari social ed ora anche peggio.
Come l'avvento dei social ha cambiato le nostre abitudini relazionali e l'avvento dell'acquisto online ha modificato il nostro modo di consumare.
Solo che questo sará ancora piú grande IMHO.
Per tutti gli altri tremate, perchè si diceva la stessa cosa dei trascrittori vocali che non avrebbero mai soppiantato le segretarie dei medici.... 10 anni dopo.....PUFF!
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