Profumi personalizzati in pochi minuti: come l'AI sta cambiando l’arte della fragranza

Profumi personalizzati in pochi minuti: come l'AI sta cambiando l’arte della fragranza

L’intelligenza artificiale sta trasformando radicalmente il mondo della profumeria: algoritmi capaci di creare fragranze personalizzate, sistemi che ottimizzano la produzione e un dibattito acceso tra innovazione tecnologica e difesa dell’arte tradizionale dei maestri profumieri.

di pubblicata il , alle 16:07 nel canale Web
AI
 

Nel cuore di una sala gremita, un profumiere indipendente passa con discrezione una mouillette imbevuta di “digit plum”, una fragranza digitale sviluppata da Osmo. Attorno al campione si forma subito un piccolo capannello: c’è chi la trova troppo medicinale, chi troppo pulita, chi ne lamenta la mancanza di calore e profondità. “Dov’è l’arte? Dov’è il profumiere?” domanda qualcuno. La scena fotografa perfettamente il dibattito che oggi attraversa il mondo della profumeria: l’arrivo dell’intelligenza artificiale nella creazione dei profumi è un’innovazione che affascina, ma che si interroga sull’identità stessa di questa arte millenaria.

Le big della profumeria investono nell’AI

Non si tratta più di una promessa futuristica, l’AI è già integrata nei processi produttivi dei quattro giganti del settore — DSM-Firmenich, Givaudan, IFF e Symrise. Strumenti come Carto di Givaudan assistono i nasi nella raffinazione delle formule, mentre EmotiON di DSM-Firmenich promette di creare fragranze che migliorano il benessere emotivo.

Queste tecnologie sono ormai parte integrante sia dello sviluppo di nuovi prodotti sia della formazione dei futuri profumieri. Frank Voelkl, naso di DSM-Firmenich e creatore di best seller come Santal 33 e Tuscan Leather, racconta: “Quando ho iniziato, scrivevo le formule a mano. Oggi l’AI mi aiuta a risolvere problemi tecnici, così posso concentrarmi sulla parte creativa, sull’immaginazione e l’intuizione”.

L’AI non si limita a velocizzare i processi, ma permette di rivoluzionare la personalizzazione. Grazie all’analisi di enormi database di formule, feedback dei consumatori e preferenze individuali, gli algoritmi sono in grado di proporre combinazioni olfattive inedite e di anticipare le tendenze. Nascono così profumi “tailor made”, cuciti sulle preferenze, la personalità e persino la biochimica di ciascun cliente. In Olanda, EveryHuman permette di ottenere una fragranza personalizzata in pochi minuti, semplicemente rispondendo a un questionario: un algoritmo elabora migliaia di combinazioni e scarta quelle meno riuscite, offrendo un profumo unico e irripetibile.

L’AI si spinge anche oltre la personalizzazione, esplorando il rapporto tra odori ed emozioni. Ricercatori come Hugo Ferreira stanno mappando, tramite AI, le reazioni cerebrali a specifiche molecole odorose, creando database di “neuroscents” in grado di influenzare stati d’animo come relax, energia o serenità. 

Verso un futuro di profumi digitali?

Non mancano però le critiche. Molti temono che l’AI possa impoverire la creatività dei maestri profumieri, riducendo la magia della composizione a una questione di dati e algoritmi. “Lasciamo la magia agli artisti. Perché dovremmo farci dire da un computer cosa ci piace?” si chiede la scrittrice e critica Katie Puckrik. Eppure, gli sviluppatori ribattono che l’AI non sostituisce il naso umano, ma lo potenzia: elimina la parte più ripetitiva e tecnica, lasciando spazio all’intuizione e all’invenzione.

L’Institute of Science Tokyo ha sviluppato OGDiffusion, un sistema AI capace di generare fragranze a partire da semplici descrizioni testuali come “legnoso” o “agrumato”, calcolando la miscela ideale di oli essenziali per riprodurre il profilo desiderato. I test sensoriali confermano l’efficacia: anche i non esperti riescono a creare profumi coerenti con le aspettative. 

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