Pirateria audiovisiva in Italia, un problema da 1,1 miliardi di euro
Un'indagine Ipsos per conto di Fapav fotografa la situazione della pirateria audiovisiva in Italia negli ultimi quattro anni: l'impatto è di 1,1 miliardi di euro e quasi 6mila posti di lavoro a rischio. Il lockdown ha portato molti a scoprire la pirateria per la prima volta.
di Manolo De Agostini pubblicata il 10 Luglio 2020, alle 20:01 nel canale WebLa pirateria audiovisiva in Italia continua a rimanere un problema serio per tutto il comparto industriale di riferimento. L'indagine svolta da Ipsos per conto di FAPAV (Federazione per la Tutela dei Contenuti Audiovisivi e Multimediali) mostra una tendenza sostanzialmente stabile del fenomeno, con un'incidenza al 37% nel 2019, mentre si evidenzia un calo rilevante del numero di atti di pirateria, il 28% in meno rispetto all'anno precedente.
I mancati incassi per l'industria audiovisiva italiana a causa della pirateria toccano nel 2019 i 591 milioni di euro con quasi 6mila posti di lavoro a rischio. Rimanendo sulla scia economica, si stima che l'impatto del fenomeno illecito sui conti del Sistema Paese superi il miliardo di euro; circa 500 milioni di euro il danno stimato sull'economia italiana in termini di PIL; 200 milioni di euro i mancati introiti fiscali.
I film sono piratati dall'84% di chi compie atti illeciti, seguono serie e fiction (63%) e programmi (46%). Per quanto riguarda lo sport, l'incidenza della pirateria è cresciuta attestandosi al 10%, con un forte aumento degli atti compiuti (+38%). Sempre confrontando il 2019 con l'anno precedente, si registra un sensibile calo nel numero di atti di pirateria legati ai film con un -34%. I dati Ipsos evidenziano anche dei cambiamenti nelle modalità di fruizione: pur rimanendo stabile la fruizione illegale via streaming, cresce in modo preoccupante l'accesso alle Iptv illegali, con un'incidenza del 10%. Tra i fruitori dello streaming si registra l'utilizzo delle app di messaggistica istantanea e dei social network per il reperimento dei contenuti.
Tra gli under 15, cala il numero di pirati ma cresce il numero di atti illeciti, +27% rispetto all'anno prima, con un forte interesse verso serie e fiction. L'83% dei pirati adulti è a conoscenza del fatto che la pirateria è un reato, un dato in crescita rispetto all'80% del 2018. Il 47% delle persone intervistate ritiene che sia improbabile essere scoperto e ancor meno sanzionato (era il 51% nel 2017), mentre il 44% dei pirati ha sperimentato l'oscuramento di un sito, e il 40% di questi si è rivolto almeno una volta ad alternative legali (+3 pp vs 2018).
Il lungo periodo di lockdown è stato oggetto di un focus di ricerca specifico da parte di Ipsos per analizzare il fenomeno della pirateria. Come prevedibile le famiglie italiane durante i mesi di blocco forzato nelle proprie abitazioni hanno dedicato più tempo alla fruizione di contenuti audiovisivi. La percentuale di pirati è aumentata, attestandosi in soli due mesi sul 40%, contro il 37% riferito a tutto il 2019, così come è cresciuto il numero di atti illeciti, passato da 69 milioni nel bimestre medio del 2019 a 243 milioni nel bimestre di quest'anno. Durante il lockdown la forzatura casalinga ha portato circa un 10% a commettere per la prima volta un atto di pirateria, di questi circa il 5% tramite Iptv illecite.
La buona notizia è la crescita, stimata in circa 8%, di nuovi abbonati a piattaforme ufficiali on demand, di questi il 76% dichiara di voler continuare a utilizzare questi servizi anche in futuro. Un altro fenomeno interessante è la crescita delle Iptv illegali: gli utenti in questo ultimo periodo sono quasi raddoppiati rispetto a tutto il 2019, ma non attraverso la sottoscrizione di nuovi abbonamenti illeciti bensì soprattutto tramite la condivisione o il passaggio di quelli già in essere.
"I dati presentanti oggi e riferiti al 2019 ci confermano la crescita delle Iptv illegali quale fenomeno che nasconde un'economia sommersa molto più ampia rispetto a quanto immaginabile, come emerso anche da recenti operazioni della Guardia di Finanza condotte anche a livello internazionale", ha dichiarato Federico Bagnoli Rossi, Segretario Generale FAPAV. "La sostanziale stabilità dell'incidenza della pirateria e una contrazione legata al numero degli atti compiuti dagli utenti nell'ultimo anno, evidenziano l'efficacia sia delle attività di enforcement e di sensibilizzazione verso consumatore, oggi molto più consapevole, sia la crescita dell'offerta legale, sempre più ricca e diversificata. In questa direzione l'industria audiovisiva deve concentrare i propri sforzi attraverso offerte sempre più competitive e attività informative puntuali".
98 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSerissimo. Tutti i cantanti e gli attori sono a mangiare alla Caritas.
Giusto ieri Gino Paoli chiedeva l'elemosina davanti ad una Chiesa. Deve portare altri soldi in Svizzera per comprare la cioccolata.
Ovviamente autori ed editori pagano tutti le tasse in Italia. Mica hanno societa' di comodo a Monte Carlo, Lussemburgo, Isole Cayman...
Mah!
Se si va a leggere lo studio c'è scritto che sono dati ricavati su intervista a circa 3.000 persone e per la stima del danno economico si è tenuto conto di una non meglio specificata probabilità di sostituzione.
Scusi lei è un pirata ?
E in base a quello che gli hanno risposto 3000 persone hanno calcolato la perdita di 1 miliardo ?
penso che neanche a paperissima abbiano mostrato cose più ridicole !
https://www.lastampa.it/tecnologia/...tale-1.34428330
l'Italia dovrebbe studiare un sistema simile se vuole vermente risolvere il problema della pirateria, altrimenti rimangono misure inefficaci e aria fritta che non servirà a nulla per eradicarlo. Ma si sa l'Italia non è la Germania per cui io non ci conto. Comunque, occhio se mai doveste trasferirvi in Germania a lavorare
perchè sempre impostate secondo il più falso degli assunti
ovvero
1 copia piratata = 1 copia non acquistata
forse il 5% di chi scarica materiale piratato se non potesse farlo procederebbe all'acquisto legale, forse..
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