Opera vs Microsoft: la guerra dei browser arriva in tribunale

Opera vs Microsoft: la guerra dei browser arriva in tribunale

La software house norvegese ha presentato un reclamo formale contro le tattiche considerate manipolative di Microsoft per favorire Edge su Windows. La battaglia legale si concentra sulle preinstallazioni forzate e sui popup invasivi che ostacolano la libera scelta del browser

di pubblicata il , alle 15:01 nel canale Web
OperaMicrosoftEdge
 

Opera ha deciso di sfidare frontalmente Microsoft presentando una denuncia per concorrenza sleale presso l'autorità garante brasiliana. La controversia riguarda le pratiche adottate da Redmond per promuovere Edge attraverso Windows, considerate dall'azienda norvegese come vere e proprie tattiche di progettazione manipolative che limitano la libera concorrenza nel mercato dei browser.

Il reclamo evidenzia come Microsoft ignori sistematicamente le preferenze degli utenti riguardo al browser predefinito. La società di Redmond forza l'apertura di file PDF e collegamenti attraverso Edge, bypassando le impostazioni scelte dall'utente anche quando si utilizzano servizi come Outlook, Teams o funzionalità native di Windows come la ricerca e i widget. Aaron McParlan, consigliere generale di Opera, ha dichiarato che "Microsoft ostacola la concorrenza dei browser su Windows in ogni momento", denunciando l'esclusione sistematica dei browser alternativi dalle opportunità di preinstallazione.

Opera denuncia Microsoft per le sue tattiche controverse con Edge

Tra i metodi utilizzati da Microsoft per scoraggiare il download di browser alternativi figurano banner invasivi e messaggi che compaiono proprio nel momento in cui gli utenti cercano browser concorrenti utilizzando Edge (trucchetto che usano anche altre realtà del settore). Microsoft richiede inoltre agli OEM di fornire dispositivi in S mode come condizione per ottenere sconti sulla licenza di Windows, altra pratica che limita ulteriormente la possibilità per i produttori di hardware di preinstallare browser alternativi sui propri dispositivi, creando un circolo vizioso che favorisce sistematicamente Edge.

La scelta del Brasile come sede per questa battaglia legale non è casuale: Opera rappresenta il terzo browser più utilizzato nel paese sudamericano, con milioni di utenti attivi che hanno scelto attivamente la piattaforma norvegese nonostante le pressioni di Microsoft. McParlan ha sottolineato come la denuncia rappresenti un'opportunità per il Brasile di assumere un ruolo di leadership su questa questione che in realtà interessa gli utenti a livello internazionale.

Inoltre, Opera aveva già contestato senza successo la decisione dell'Unione Europea di non designare Edge come gatekeeper secondo le norme del Digital Markets Act. Nonostante Microsoft sia riuscita a evitare tale designazione, ha comunque dovuto apportare modifiche a Windows nei mercati europei anche nel modo in cui il sistema operativo interagisce con Edge. La battaglia fra Opera e Microsoft non è una novità, e uno degli eventi più significativi risale al lontano 2007, quando l'azienda norvegese ha presentato una denuncia antitrust che ha portato alla creazione della famosa schermata di voto del browser.

4 Commenti
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Nicodemo Timoteo Taddeo30 Luglio 2025, 15:50 #1
Strano, questa news è del 2025 o è stata ripescata dal 2005?


Passano le decadi e stiamo ancora così...
TheDarkAngel30 Luglio 2025, 16:09 #2
Originariamente inviato da: Nicodemo Timoteo Taddeo
Strano, questa news è del 2025 o è stata ripescata dal 2005?


Passano le decadi e stiamo ancora così...


MS è dura di comprendonio
Unax30 Luglio 2025, 16:36 #3
Originariamente inviato da: TheDarkAngel
MS è dura di comprendonio


ci vorrebbe un multina per rimembrare
gnpb30 Luglio 2025, 17:31 #4
Norvegese? Ma non era stata venduta ai cinesi?
Originariamente inviato da: Wikipedia]Il 10 febbraio 2016 il gruppo di investitori cinesi Golden Brick ha offerto 1,24 miliardi di dollari per l'acquisto della società
, e nonostante il 25 maggio ci sia stata il via libera degli azionisti alla vendita[15], l'accordo fu fallito per una mancata approvazione regolamentare. Il 18 luglio fu venduta ad un consorzio cinese per 600 milioni di dollari[16].

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