Opera nei guai: accuse di usura per la società alla base del browser etico

Secondo un nuovo studio accurato, il gruppo che detiene il browser Opera avrebbe utilizzato quattro applicazioni di prestiti fraudolente per gonfiare i risultati finanziari
di Nino Grasso pubblicata il 21 Gennaio 2020, alle 10:01 nel canale WebOpera
Nel mondo dei browser web Opera si è sempre posta come una soluzione etica, tuttavia pare che l'azienda abbia utilizzato alcuni dei progetti secondari con scopi decisamente meno virtuosi. Hinderburg Research ha pubblicato negli scorsi giorni un rapporto in cui si legge che Opera è alla base di quattro applicazioni per Android diffuse in India, Kenya e Nigeria decisamente contrastanti con i termini di uso previsti su Google Play Store.
Le accuse non solo semplicemente relative alle normative dello store di Google, ma sono gravissime: si parla infatti non solo di descrizioni ingannevoli, ma anche di usura nei confronti degli utenti. Le app segnalate dalla società di ricerca sono nello specifico CashBean, OKash, OPay e Opesa, che dichiarano nelle descrizioni dei termini di prestito convenienti e in linea con le direttive di Google per le app della categoria.
Le app affermano di offrire un tasso annuo massimo del 33% o inferiore, tuttavia i tassi effettivi sono decisamente superiori: nel caso di OPesa, ad esempio, possono raggiungere anche il 438%. E, anche se sulla carta la durata dei prestiti sono da 91 a 365 giorni, per alcune di esse la durata reale non supera i 29 giorni (ad esempio OKash), e spesso si ferma a 15 giorni. Valori ben al di sotto del minimo previsto da Google, pari a 60 giorni.
Le condizioni vanno inoltre a deteriorarsi per coloro che non riescono ad effettuare il pagamento in tempo. Un ritardo di un solo giorno nei pagamenti potrebbe aumentare il tasso annuo anche dell'876%, e non solo. Attraverso gli smartphone dei ritardatari vengono avviate chiamate e messaggi ai membri della rubrica nella speranza che questo possa spingere i clienti a pagare. Gli stessi smartphone, inoltre, ricevono notifiche contenenti minacce di azioni legali.
Secondo Hinderbug Opera potrebbe aver sfruttato queste app di prestito fraudolente per raccontare una crescita economica che in realtà non c'è stata, soprattutto nell'attività principale legata al browser. La società avrebbe poi versato milioni di dollari su app e realtà possedute dal suo CEO, nonostante l'esecuzione di pratiche commerciali discutibili. Non sappiamo ancora se il rapporto di Hinderburg Research sia veritiero, tuttavia se lo fosse Opera sarebbe nei guai non solo in termini di reputazione, ma anche in termini legali.
12 Commenti
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Il fondatore di opera adesso sviluppa Vivaldi.
Perchè non ci si lagna come al solito ?
Perchè non ci si lagna come al solito ?
Perchè bisognerebbe lagnarsi?
Ho sostituito Opera con Firefox, e Opera, pur con tutte le preoccupazioni legate alla privacy, era avanti anni luce.
Uno switch mobile/desktop che funziona veramente, un text reflow come si deve, i siti rapidi che si possono spostare come si preferisce...
Devo ancora trovare un altro browser Android rifinito e pieno di funzioni come Opera.
Opera pur con tutti i suoi recenti problemi, è tuttora anni luce avanti a FF, in tutto e per tutto.
Perchè non ci si lagna come al solito ?
Il perchè è semplice, pur non essendo marchiati MS, girano molto meglio su Windows
Perchè per molti Chromium based = Chrome
E Chrome = male
E Chrome = male
Posso essere d'accordo solo sull'ultima uguaglianza
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