Microsoft contro il New York Times per la causa OpenAI: "fa futurologia apocalittica"
Anche l'azienda di Redmond, come OpenAI, presenta una mozione per chiedere al tribunale di respingere le accuse sollevate dal New York Times per violazione di copyright
di Andrea Bai pubblicata il 05 Marzo 2024, alle 16:01 nel canale WebOpenAIMicrosoft
Il contenzioso legale che vede contrapposti da una parte il New York Times e dall'altra Microsoft e OpenAI sta iniziando ad intensificarsi: Microsoft ha ora presentato una mozione con la richiesta di archiviazione di alcune parti chiave della causa intentata dal quotidiano statunitense.
Riavvolgiamo un attimo il nastro: il NYT aveva citato in giudizio le due aziende, accusandole di aver utilizzato articoli pubblicati per addestrare senza permesso i loro modelli linguistici di grandi dimensioni (LLM) come GPT.
Nella sua difesa, Microsoft ha respinto l'accusa del Times secondo cui le tecnologie di AI rappresentano una minaccia per il giornalismo indipendente. Secondo Microsoft il quotidiano sta promuovendo una "futurologia apocalittica".
Microsoft ha inoltre accusato il Times di aver creato "proposte non realistiche" nel tentativo di "convincere gli strumenti basati su GPT" a fornire risposte riproducenti il loro contenuto. Questa accusa è di fatto identica a quella che OpenAI ha sollevato la scorsa settimana, anch'essa con l'obiettivo di chiedere il respingimento di varie accuse sollevate dal quotidiano.
L'azienda di Redmond ha poi paragonato la causa legale agli sforzi che Hollywood aveva in passato messo in campo per "fermare il videoregistratore", il dispositivo elettronico aall'epoca rivoluzionario e che invece di danneggiare l'industria dell'intrattenimento, l'ha fatta prosperare aprendo nuove fonti di entrate.
Per Microsoft gli LLM rappresentano una svolta nel campo dell'intelligenza artificiale e la collaborazione con OpenAI ha lo scopo di "portare la loro straordinaria forza al pubblico" con l'obiettivo ultimo di migliorare la vita e il lavoro delle persone.
L'azienda chiede al tribunale di respingere tre accuse principali del Times: la responsabilità per violazione del copyright dell'utente finale attraverso l'uso di GPT, la violazione del Digital Millennium Copyright Act e l'appropriazione indebita di ultime notizie e raccomandazioni di acquisto dei consumatori. Secondo Microsoft, il Times non ha fornito esempi concreti su come gli utenti potrebbero usare ChatGPT per accedere ai suoi contenuti senza generare entrate.
Ian Crosby, consulente legale del Times, ha respinto le argomentazioni di Microsoft, affermando che l'azienda "non contesta di aver copiato milioni di opere senza permesso" e che il paragone con il videoregistratore è inappropriato, poiché quei produttori non hanno mai ritenuto necessaria "una massiccia violazione del copyright" per realizzare i loro dispositivi.
4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - info"proposte non realistiche"...
...è la traduzione di "unrealistic prompts"?Grazie per il buonumore che ci dispensate ogni giorno :-)
ricordate di avere con voi il vostro asciugamano
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