Microsoft 365 vs Office, secondo Microsoft: perché l'abbonamento è il futuro della produttività
Microsoft spinge le aziende verso la migrazione da Office tradizionale a Microsoft 365, evidenziando i vantaggi economici e funzionali. Uno studio commissionato a Forrester Consulting rivela un ROI del 223% in tre anni, con periodo di ammortamento inferiore a sei mesi.
di Nino Grasso pubblicata il 03 Aprile 2025, alle 12:51 nel canale WebMicrosoftMicrosoft 365Office
Una delle più recenti sfide di Microsoft, oltre a spingere gli utenti a passare a Windows 11, è convincere professionisti e aziende ad abbandonare le licenze perpetue di Office in favore dell'abbonamento a Microsoft 365. La strategia ricorda quella già vista con i sistemi operativi, dove l'azienda di Redmond ha utilizzato vari metodi per portare gli utenti ad aggiornare i propri OS, talvolta con approcci non sempre apprezzati dalla community.

L'azienda ha recentemente pubblicato un articolo sul proprio blog tecnico in cui analizza i limiti delle versioni tradizionali di Office, sottolineando come queste siano vincolate al desktop e limitino la produttività quando si lavora fuori ufficio, creando "inutili attriti" per i team aziendali. Per sostenere la propria tesi, Microsoft ha commissionato a Forrester Consulting uno studio sull'impatto economico totale di Microsoft 365 For Business.
Da Office a Microsoft 365 c'è solo da guadagnarci, secondo Microsoft
I risultati, secondo quanto riportato sul blog ufficiale della community tecnica di Microsoft, mostrano un ROI (Return on Investment, un indicatore finanziario che misura la redditività di un investimento, esprimendo quanto profitto viene generato rispetto al capitale investito) del 223% nell'arco di tre anni, con un periodo di ammortamento inferiore a sei mesi. Lo studio quantifica oltre 500.000 dollari di benefici distribuiti su tre anni, derivanti principalmente da tre fattori chiave: risparmio di tempo nella collaborazione, miglioramento della produttività degli specialisti IT e riduzioni dei costi.
La tempistica di questa campagna non è casuale: Office 2016 e 2019 raggiungeranno la fine del supporto entro la fine dell'anno, contemporaneamente a Windows 10. Un dettaglio importante per gli utenti di Windows 10 è che, se non si passa a Windows 11 prima di novembre, tutti gli aggiornamenti di Microsoft 365 si fermeranno.
Al di là delle strategie di marketing, c'è da dire che Microsoft 365 offre effettivamente diversi vantaggi rispetto alle licenze perpetue: gli utenti hanno accesso continuo alle nuove funzionalità senza dover acquistare nuove versioni, e ottengono così sempre gli ultimi aggiornamenti di sicurezza e funzionalità. Le feature di collaborazione sono, inoltre, molto più evolute: Microsoft 365 include strumenti avanzati come Teams, oltre che la possibilità di lavorare simultaneamente sugli stessi file eliminando i problemi di controllo versione e migliora l'efficienza del team.
I file e le applicazioni sono disponibili da qualsiasi dispositivo e luogo grazie all'archiviazione via cloud, offrendo flessibilità per professionisti che viaggiano o lavorano da remoto. Microsoft 365 include protezione avanzata dei dati, rilevamento delle minacce in tempo reale, crittografia a livello di documento e strumenti di monitoraggio della conformità normativa, elementi cruciali nell'attuale panorama di minacce informatiche. Copilot, inoltre, si configura come un assistente basato su intelligenza artificiale che automatizza attività, genera contenuti e supporta decisioni più rapide in tutte le applicazioni, da PowerPoint a Excel, passando per Word.
La transizione verso il modello in abbonamento non è un vezzo solo di Microsoft: si tratta di un'evidente tendenza del mercato software moderno, volta a privilegiare servizi continuativi, rispetto a prodotti con ciclo di vita definito e che prima o poi cesseranno di essere supportati. Anche il costo per l'utente o per il professionista, in questo caso, è però da intendersi continuativo, e non più una tantum come in passato.










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6 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPRIMO A MANDARLI A CA**RE!
PRIMO A MANDARLI A CA**RE!
SECONDO: MANDARLI A DEFECARE
Ovviamente, ma come sempre avviene ci saranno fantastilioni di pesciolini che abboccano a frasi come:
"ROI (Return on Investment, un indicatore finanziario che misura la redditività di un investimento, esprimendo quanto profitto viene generato rispetto al capitale investito) del 223% nell'arco di tre anni, con un periodo di ammortamento inferiore a sei mesi. Lo studio quantifica oltre 500.000 dollari di benefici distribuiti su tre anni"
E chiù pilo per tutti (cit.)
BUFFONI
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