Le big tech chiedono maggiori garanzie all'Europa per la moderazione di hate speech e contenuti illegali

Le big tech chiedono maggiori garanzie all'Europa per la moderazione di hate speech e contenuti illegali

Un'associazione a rappresentanza dei big della rete chiede all'Unione Europea un quadro normativo di maggiori garanzie, che allenti la responsabilità in caso di contenuti illegali o di incitazione all'odio

di pubblicata il , alle 12:51 nel canale Web
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Un nutrito gruppo di "big tech" - tra cui figurano Twitter, Apple, Amazon, Microsoft, Facebook e Google - hanno auspicato che l'Unione Europea disponga un quadro di maggior protezione, nei loro confronti, per supportarli nella lotta contro la diffusione di contenuti illegali e hate speech.

Secondo le norme attualmente in vigore in Europa queste società godono di protezione dalla responsabilità a condizione che non siano a "conoscenza effettiva" della presenza di contenuti illegali o di incitamento all'odio sulle loro piattaforme. In altre parole: le società non possono essere ritenute responsabili fino a quando non viene direttamente segnalato loro la presenza di questi contenuti. Quando ciò avviene hanno l'obbligo di rimuovere rapidamente quel contenuto.

Un quadro di maggiori garanzie per la moderazione dei contenuti: lo chiedono le big tech

Le big tech stanno iniziando a considerare la preoccupazione che nel momento in cui i propri sistemi rilevano contenuti dannosi o illegali, ciò potrebbe rientrare nella casistica di "conoscenza effettiva", ripristinando quindi la loro responsabilità nei confronti di quel contenuto.

Edima, associazione che rappresenta queste aziende, sostiene che un quadro normativo che conceda loro maggiori garanzie permetterebbe di avere una moderazione di miglior qualità. "Vogliamo che gli utenti abbiano un modo significativo per ottenere una spiegazione sul motivo per cui i loro contenuti sono stati rimossi e poter appellarsi facilmente alla rimozione dei contenuti" afferma Edima, che rappresenta anche Spotify, TikTok, eBay, Mozilla, Snap, Yelp e Verizon Media.

"L'approccio dell'Unione Europea alla libertà di espressione è differente dall'approccio degli USA, quindi anche il nostro approccio nella moderazione dei contenuti deve essere differente. La nostra proposta si basa sui valori e sulle leggi europee e stabilisce chiari limiti alla salvaguardia legale per i fornitori di servizi al fine di proteggere la libertà d'espressione e prevenire una reazione fuori misura da parte dei fornitori di servizi" ha dichiarato Siada El Ramly, direttor generale di Edima.

Insomma la tesi di Edima, e ovviamente delle aziende che rappresenta, è che in Europa il quadro normativo attuale non lascia loro scelta se non quella, al momento di una segnalazione, di agire rapidamente e senza andare troppo per il sottile, quando in molti casi sarebbe auspicabile un approccio più cauto e di maggior interlocuzione con gli autori dei contenuti moderati.

"Quel che proponiamo è qualcosa di nuovo e un testamento all'impegno dei membri di Edima nel fare di più per affrontare il contenuto illegale online e per agire costruttivamente. Abbiamo tutti la responsabilità di portare avanti soluzioni e una salvaguardia legale per meglio affrontare il contenuto illegale è una soluzione robusta" conclude El Ramly.

5 Commenti
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lucusta28 Ottobre 2020, 13:20 #1
alcune persone ancora non hanno chiaro il concetto di censura pubblica arbitraria ne il fatto che se offri uno spazio alla comunità ti rimangono solo i doveri nel mantenerlo legale (cancellare i post che vanno contro le leggi, non quelli che vanno contro le tue idee) e non puoi certo fare censura come più ti aggrada.
dovrebbero capirlo un sacco di redazioni, almeno in Italia.
ma ormai il Diritto si è perso nei meandri del marketing.
FroZen28 Ottobre 2020, 14:07 #2
Cari Big Tech pagate le sacrosante imposte in Italia e negli altri paesi europei sui quali operati e lucrate, POI magari vi caghiamo.....
ferste28 Ottobre 2020, 15:23 #3
Originariamente inviato da: FroZen
Cari Big Tech pagate le sacrosante imposte in Italia e negli altri paesi europei sui quali operati e lucrate, POI magari vi caghiamo.....


ehm...ok, devono pagare le tasse, ma qui c'entra come il Mensa nella curva di uno stadio, il "problema" riguarda qualsiasi peones che sia moderatore di un gruppo facebook o di un forum, e che potrebbe essere chiamato a rispondere legalmente di vaccate denigratorie o offensive che una bestia qualsiasi possa scrivere nello spazio messo a disposizione.
Da un lato potrebbe sembrare corretto, FB&C. già se ne fregano, figurati se fossero immuni alla questione, dall'altro un poveruomo qualsiasi, eletto moderatore dopo una dura selezione (l'ultimo a dire "No, mi spiace" del gruppo FB "Sei di Scurcola Marsicana se..." rischia di essere indagato se, mentre era in spiaggia un weekend a farsi i fatti propri, un asino qualsiasi ha scritto che Ignazio Sucarelli, Sindaco di Rocca Porcella ha preso una mazzetta dal pollivendolo Pietro Lo Sacco e ha ingravidato la moglie del Messo comunale Silvano Peracotti.
zappy28 Ottobre 2020, 16:45 #4
Originariamente inviato da: FroZen
Cari Big Tech pagate le sacrosante imposte in Italia e negli altri paesi europei sui quali operati e lucrate, POI magari vi caghiamo.....


pabloski29 Ottobre 2020, 14:23 #5
li si può odiare, ma su certe cose gli americani sono sempre più avanti

la sezione 230 del Communications Decency Act è un monumento alla libertà d'espressione online

e lo è pure la protezione dell'hate speech, se consentite

è sacrosanto pensarla come pare e piace, purchè dal pensiero non si passi all'azione

come diceva mia nonna riguardo le cose dette: "se ti piace te lo tieni, sennò lo fai uscire dall'altro orecchio"

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