La voce contro la violenza: Alexa e ActionAid unite per sensibilizzare sulla violenza verbale

La voce contro la violenza: Alexa e ActionAid unite per sensibilizzare sulla violenza verbale

Dall’8 marzo Alexa risponderà agli insulti, utilizzando la propria voce per spiegare, attraverso le parole di ActionAid, che la violenza verbale spesso precede quella fisica, sessuale o economica.

di pubblicata il , alle 16:58 nel canale Web
Alexa
 

Tra le milioni di richieste che ogni giorno arrivano ad Alexa, l'assistente vocale di Amazon, ce ne sono purtroppo alcune che nessuno vorrebbe mai sentire. Insulti, parolacce, commenti offensivi che spesso prendono di mira l'interlocutore in modo gratuito e crudele. Per un sistema di intelligenza artificiale come Alexa, questi attacchi verbali non hanno alcun impatto emotivo. Ma per tantissime persone, soprattutto donne, la violenza verbale è una realtà dolorosa e pericolosa, spesso anticamera di altre forme di soprusi fisici, sessuali o economici.

È per questa ragione che, a partire dall'8 marzo 2024, Giornata Internazionale della Donna, Alexa non resterà più in silenzio di fronte agli insulti, ma li utilizzerà come spunto per sensibilizzare gli utenti sul grave fenomeno della violenza verbale. Questo grazie a una collaborazione con ActionAid, l'organizzazione internazionale indipendente che da oltre 40 anni lotta per la giustizia sociale ed economica e per l'affermazione dei diritti delle donne in tutto il mondo.

Pronunciando il comando vocale "Alexa, di' la tua", gli utenti potranno ascoltare informazioni, approfondimenti e testimonianze sul tema della violenza verbale e del suo impatto devastante, soprattutto sulle donne. Ma non è tutto: di fronte a determinati insulti e offese, Alexa risponderà a tono, usando la propria voce per spiegare quanto le parole possano essere potenti armi in grado di ferire, destabilizzare e far male.

La violenza verbale, pur non lasciando segni visibili, può avere un impatto profondo e duraturo sulla salute fisica e mentale di chi ne è oggetto. Secondo la definizione di ActionAid, si parla di violenza verbale quando gli attacchi verbali rivolti a una persona diventano regolari e sistematici, andando a minare la sua autostima e il suo benessere psico-fisico. La violenza verbale può essere agita nella sfera pubblica, compresi gli spazi online, e in quella privata, ed include atteggiamenti umilianti, ridicolizzanti, parolacce, insulti e minacce. Può anche assumere la forma di commenti offensivi sulla religione, la cultura, la lingua o l'orientamento sessuale (percepito) della vittima. In base alle fragilità emotive di quest'ultima, il violento sceglie consapevolmente gli argomenti più efficaci per ferirla.

I dati di ActionAid mostrano come la violenza verbale sia spesso solo la punta dell'iceberg: tra le donne che hanno intrapreso un percorso di uscita dalla violenza, il 66,7% ha subito violenza fisica, il 50,7% minacce, l'11,7% stupri o tentativi di stupro e il 14,4% altre forme di violenza sessuale come molestie, revenge porn, costrizioni ad atti sessuali umilianti. Ma la forma di violenza più diffusa è quella psicologica, che riguarda quasi 9 donne su 10 tra quelle che hanno denunciato soprusi. Quattro su 10, invece, hanno subito anche violenza economica.

Le origini di questa piaga che affligge le donne affondano in un humus culturale ancora fortemente intriso di stereotipi e pregiudizi di genere. Ne è convinta Katia Scannavini, Vice Segretaria Generale di ActionAid Italia: "Parlare di violenza psicologica contro le donne e sensibilizzare sull'impatto che determina nelle loro vite è uno dei passi fondamentali per sradicare la diffusa cultura patriarcale che continua a produrre discriminazione e violenza di genere in Italia."

Gli adolescenti e la percezione della violenza verbale Per capire quanto siano radicate queste dinamiche, basta ascoltare la voce dei più giovani. Una recente ricerca di ActionAid condotta da Ipsos su un campione di 800 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 19 anni ha fotografato le loro opinioni su cosa costituisca violenza, come reagiscono e quanto influiscano stereotipi e pregiudizi sul loro vissuto. Emergono dati preoccupanti: per il 69% degli intervistati insultare una persona rappresenta una forma di violenza, mentre il 67% delle e dei ragazze/i intervistate/i, soprattutto per le ragazze (71%). Molte le conseguenze alla violenza subita citate dai/dalle ragazzi/e. Il primo danno citato dal 27% di loro, senza distinzione di genere, è il malessere psicologico, al secondo posto isolamento e depressione (21%) e al terzo posto disagio e vergogna (18%).

Parlare di violenza psicologica contro le donne e sensibilizzare sull’impatto che determina nelle loro vite è uno dei passi fondamentali per sradicare la diffusa cultura patriarcale che continua a produrre discriminazione e violenza di genere in Italia.” Ha dichiarato Katia Scannavini, Vice segretaria generale di ActionAid Italia. “Siamo fieri della collaborazione con Amazon Alexa e di questo progetto: creare alleanze con le aziende e unire le forze per combattere il fenomeno della violenza, in tutte le sue forme, è sempre più importante.”

Siamo felici di poter contribuire attraverso Alexa a sensibilizzare quante più persone possibili rispetto a un fenomeno globale così pericoloso” Ha dichiarato Giacomo Costantini, Business Development Manager di Amazon Alexa. “Essendo un interlocutore costantemente interpellato nelle case degli italiani, l’assistente vocale di Amazon vuole farsi parte attiva del cambiamento e, nella collaborazione con ActionAid, valorizzare la potenza della propria voce.

16 Commenti
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Saturn05 Marzo 2024, 17:01 #1
Germano, rispondi tu al posto mio, meglio !

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Saturn05 Marzo 2024, 17:09 #2
Gli adolescenti e la percezione della violenza verbale Per capire quanto siano radicate queste dinamiche, basta ascoltare la voce dei più giovani. Una recente ricerca di ActionAid condotta da Ipsos su un campione di 800 ragazzi e ragazze tra i 14 e i 19 anni ha fotografato le loro opinioni su cosa costituisca violenza, come reagiscono e quanto influiscano stereotipi e pregiudizi sul loro vissuto. Emergono dati preoccupanti: per il 69% degli intervistati insultare una persona rappresenta una forma di violenza, mentre il 67% (FINE ARTICOLO)

...mi sa che l'articolo è incompleto !

Cosa fa l'altro 67% ?!?
boboviz05 Marzo 2024, 17:16 #3
Non capisco.
Siamo diventati così stupidi da non riuscire a riconoscere un insulto.

Ma, soprattutto, se io non lo riconosco come tale, è comunque un insulto?
boboviz05 Marzo 2024, 17:22 #4
Ahhh, avevo capito male.
Pensavo ci fosse gente che, non avendo di meglio da fare, insultasse una scatoletta nera con un cavo attaccato. Invece stanno tutti insultando Alexia

https://www.youtube.com/watch?v=9t3Rc3VSIPQ
Axios200606 Marzo 2024, 01:46 #5
Ma per tantissime persone, soprattutto donne, la violenza verbale è una realtà dolorosa e pericolosa,
ok, quindi ci sono anche uomini vittime.

testimonianze sul tema della violenza verbale e del suo impatto devastante, soprattutto sulle donne.
Idem.

In base alle fragilità emotive di quest'ultima, il violento sceglie consapevolmente gli argomenti più efficaci per ferirla.
Tac! Il violentO. Solo al maschile. Non "la persona violenta".

Ma la forma di violenza più diffusa è quella psicologica, che riguarda quasi 9 donne su 10 tra quelle che hanno denunciato soprusi. Quattro su 10, invece, hanno subito anche violenza economica.
Fine delle statistiche sugli uomini, le vittime sono solo donne.

"Parlare di violenza psicologica contro le donne
Ma come, non c'erano pure degli uomini vittima?

Ci sono pessimi soggetti da una parte e dall'altra. Non scordiamo che le tanto vittime donne, basta mezza frase (mi ha toccato!) per rovinare la vita di un uomo. Ed ammesso che smonti le accuse, restera' sempre marchiato agli occhi della societa'.

Quante donne sono offensive, manipolatrici, sociopatiche? Quante donne portano un uomo al suicidio o gli tirano l'acido in faccia? Ma cosa importa, viviamo nel paese che se un uomo denuncia di essere stato picchiato da una donna, poco ci manca che le forze dell'ordine gli ridano davanti.

Poi il capolavoro sono le donne che colpiscono i figli, nell'eta' che non si possono difendere, tipo la madre dell'anno che lascia morire la figlia di fame... Peccato che non ha trovato un uomo a cui dare la colpa.

Esistono persone tossiche sia uomini che donne. Punto.
dr-omega06 Marzo 2024, 12:24 #6
Originariamente inviato da: Saturn
...cut...Emergono dati preoccupanti: per il 69% degli intervistati insultare una persona rappresenta una forma di violenza, mentre il 67% (FINE ARTICOLO)

...mi sa che l'articolo è incompleto !

Cosa fa l'altro 67% ?!?


Qualcuno facente parte del 67% deve avere impedito al redattore di terminare l'articolo.
dr-omega06 Marzo 2024, 12:30 #7
Originariamente inviato da: boboviz
Non capisco.
Siamo diventati così stupidi da non riuscire a riconoscere un insulto.

Ma, soprattutto, se io non lo riconosco come tale, è comunque un insulto?


Nei Paesi anglossassoni si stanno facendo prendere la mano:
https://www.open.online/2024/03/04/new-york-cultura-woke-minoranze-etniche/

E' solo questione di tempo che questa roba arrivi anche da noi.
Doraneko06 Marzo 2024, 13:25 #8
Insultare una scatoletta è diventato sinonimo di violenza? lol
Cultura patriarcale poi...
azi_muth06 Marzo 2024, 13:32 #9
Quindi cosa devo fare?
Scusarmi con il tosaerba per tutti gli insulti che gli lancio quando non parte?
E con la motosega? D'altro canto sarebbe una discriminazione non scusarsi solo perchè non possono parlare...come alexa...
biometallo06 Marzo 2024, 13:57 #10
Originariamente inviato da: Saturn

...mi sa che l'articolo è incompleto !
Cosa fa l'altro 67% ?!?


Giusto per curiosità ho fatto la classica ricerca lampo su google e presumo che quei dati siano stati presi da qui:

Alexa al fianco di ActionAid contro la violenza verbale
Scritto da Staff di About Amazon


[LIST]
[*]Per sette giovani su dieci (69%) insultare una persona è violenza.
[*]Prendere in giro qualcuno è violento [U]per il 67%[/U] delle e dei ragazze/i intervistate/i, soprattutto per le ragazze (71%).
[*]Molte le conseguenze alla violenza subita citate dai/dalle ragazzi/e. Il primo danno citato dal 27% di loro, senza distinzione di genere, è il malessere psicologico, al secondo posto isolamento e depressione (21%) e al terzo posto disagio e vergogna (18%).
[/LIST]

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