La strategia furbetta di Bing: pagina identica a Google, ma si rimane sul motore di ricerca di Microsoft
Microsoft ha iniziato ad adottare una tattica controversa per attirare utenti sul proprio motore di ricerca, Bing, replicando l'interfaccia di Google nei risultati per chi cerca di accedere alla piattaforma concorrente.
di Nino Grasso pubblicata il 07 Gennaio 2025, alle 11:11 nel canale WebMicrosoftBingGoogle
Il gigante di Redmond ha recentemente implementato una nuova strategia su Bing che sta facendo discutere l'intero settore tecnologico. Quando gli utenti non autenticati cercano "Google" sul motore di ricerca di Microsoft, si trovano di fronte a una pagina che replica l'interfaccia del celebre concorrente. L'obiettivo appare chiaro: trattenere gli utenti su Bing, facendo leva sulla familiarità dell'aspetto di Google.

La somiglianza è marcata: una barra di ricerca centrale, un'immagine che ricorda i famosi doodle di Google e persino il testo sottostante sono stati riprodotti con cura maniacale. Microsoft ha persino implementato uno scorrimento automatico della pagina per nascondere la propria barra di ricerca Bing, completando così l'illusione. Questa tattica si inserisce in un contesto più ampio di tentativi da parte di Microsoft per incrementare l'adozione di Bing ed Edge a discapito dei più popolari Google e Chrome.
Microsoft vs Google: competizione senza esclusione di colpi?
La manovra di Microsoft fa discutere prevalentemente sul piano etico: Parisa Tabriz, responsabile di Chrome presso Google, ha espresso forte disappunto per Microsoft, che avrebbe "toccato il fondo" con la nuova manovra. Nel corso degli anni, l'azienda di Redmond ha impiegato varie tecniche per promuovere Bing ed Edge nel tentativo di contrastare lo straordinario potere di Google nel web, con le pratiche messe in campo che hanno spesso suscitato critiche per la loro natura al limite dell'ingannevole.
L'ultima trovata di Microsoft potrebbe avere un impatto importante soprattutto sui nuovi utenti di PC che configurano un nuovo dispositivo e cercano Google nella barra degli indirizzi di Microsoft Edge. Con la nuova interfaccia gli utenti potrebbero trovarsi di fronte al "clone" senza rendersi conto di essere ancora su Bing, e che tutte le ricerche saranno effettuate con il motore di ricerca di Microsoft contro le loro intenzioni. La confusione che ne deriva potrebbe portare alcuni utenti a utilizzare inconsapevolmente Bing, credendo di essere su Google.
La competizione tra motori di ricerca non è comunque certo una novità con colpi sferrati da ambo le parti, ma la nuova mossa di Microsoft segna un'escalation nelle tattiche impiegate. Se da una parte Google punta prevalentemente sulla comparsa di notifiche sui propri siti web, Microsoft ha spesso adottato strategie più invasive, che includono banner a livello di sistema operativo e alterazioni di siti web di terze parti. E, adesso, una nuova interfaccia utente simile a quella dell'avversario, con le ricerche che però vengono elaborate da Bing.










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21 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoe dire che edge lo preferisco a chrome, e nemmeno poco.
farebbero prima a mettersela via in MS con sto Bing che comunque i search engine erano e restano in declino. ormai le piattaforme verticali, social in primis ma non solo, sono quelli che fanno la voce grossa.
il search engine è spesso solo quella cosa per scrivere 3 caratteri in croce, farsi dare il suggerimento e dirigersi alla svelta sulla piattaforma desiderata dove poi si resta
e dire che edge lo preferisco a chrome, e nemmeno poco.
farebbero prima a mettersela via in MS con sto Bing che comunque i search engine erano e restano in declino. ormai le piattaforme verticali, social in primis ma non solo, sono quelli che fanno la voce grossa.
il search engine è spesso solo quella cosa per scrivere 3 caratteri in croce, farsi dare il suggerimento e dirigersi alla svelta sulla piattaforma desiderata dove poi si resta
che caxxo sono le piattaforme verticali? Social? Tu cerchi info sui social?
Semmai son le IA che stanno soppiantando i motori di ricerca classici
Cosa altro dovrebbe fare un search engine?
Una volta era il centro di smistamento della navigazione, continuavi a passare per il motore di ricerca prima di aprire ogni pagina web.
Oggi si tende ad usarlo solo inizialmente per entrare in una piattaforma, dopodiché ti muovi all'interno di essa.
Genericamente parlando, naturalmente.
Se ‘72 è il tuo anno di nascita e frequenti internet dagl’inizi, ricorderai forse com’era trovarsi le cose agli albori.
I motori di ricerca non sono sempre stati i meri autocomplete sotto steroidi che sono oggi. Fino a una decina di anni fa contavano, e tanto. Oggi meno, tutto qua.
I contenuti si sono aggregati in galassie per fare massa critica; meno sparpagliati diventano, meno viene il bisogno di fare ricerca globale.
Semmai son le IA che stanno soppiantando i motori di ricerca classici
È un pezzo che il traffico ai quotidiani generalisti nel mondo viene dai social in larghissima parte. E non intendo solo chi sta ad insultarsi tra i commenti sotto un post Facebook qualunque, ma chi proprio raggiunge l’articolo originale sulla piattaforma originale.
Amazon shop vive di referrals disseminati per lo più su social/newsletter e search interna, ha la sua piattaforma interna di recensioni come interni sono i canali pre e post vendita. In Italia soprattutto il fenomeno ha proporzioni enormi, più grandi che altrove. Per tantissimi “comprare online” è sinonimo di Amazon, al più 2-3 altri siti che già in pochi si mettono a cercare.
Un qualunque social vive creando bolle in cui si gira in tondo, ti propone contenuti potenzialmente interessanti per te che la ricerca diventa addirittura marginale.
Google stessa storia. Cerchi un video? Non apri Google search ma YouTube. Cerchi una recensione al volo su un posto o gli orari di apertura? Non vai su Google search ma su Maps o servizi analoghi.
Il redivivo Reddit idem.
Lo streaming musicale, i servizi di rideshare, acquisto/vendita usato, voli… ecc. uno non va su Google a cercare un ristorante che consegni a domicilio, uno va su JustEat/UberEats/ecc. e vede di troverselo lì.
Gli stessi blog, dato un settore di interesse ci sono quei 2-3 pivot principali ed una pletora di microblog che gli orbitano intorno abbeverandosi al riverbero della luce riflessa, “luoghi” che di solito incroci solo transitando dalla “casa madre”. Giallo Zafferano, per esempio.
Poi per carità, gli aggregatori esistono dagli albori di internet. Non è quello il punto. Il punto è la portata del fenomeno.
“Cercarsi qualcosa su Google” è una cosa marginale oggi come invece non era nel passato.
In più ultimamente mettiamoci pure tutto il baraccone AI come dici anche tu.
E no, non cerco info sui social di norma.
Ma né io né te facciamo testo qua, stiamo su un forum di un sito tendenzialmente di tecnologia. Mosche no bianche, bianchissime.
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