La commissione europea multa Google per 1,49 miliardi di Euro

Pratiche non concorrenziali nella gestione della pubblicità online hanno portato la Commissione europea a multare Google per quasi 1,5 miliardi di Euro
di Paolo Corsini pubblicata il 20 Marzo 2019, alle 14:41 nel canale WebLa Commissione Europea ha inflitto a Google una multa di ben 1,49 miliardi di Euro, per violazione delle norme antitrust dell'UE. A Google viene contestato di aver abusato della propria posizione dominante: avrebbe imposto clausole restrittive nei contratti con siti web di terzi, impedendo ai concorrenti di Google di inserire su questi siti le pubblicità collegate alla ricerca.
Non è la prima volta che la Commissione Europea punisce Google per le proprie azioni commerciali. Nel giugno 2017 la Commissione ha inflitto a Google un'ammenda di 2,42 miliardi di € per aver abusato della sua posizione dominante come motore di ricerca conferendo un vantaggio illegale al proprio servizio di acquisti comparativi. Nel luglio 2018 la Commissione ha inflitto a Google un'ammenda di 4,34 miliardi di € per pratiche illegali riguardanti i dispositivi mobili Android volte a rafforzare la posizione dominante del motore di ricerca di Google
Il responsabile per la Concorrenza dell'UE, Margrethe Vestager, ha dichiarato "Oggi la Commissione ha inflitto a Google un'ammenda pari a 1,49 miliardi di € per abuso della propria posizione dominante sul mercato dell'intermediazione pubblicitaria nei motori di ricerca. Google ha consolidato la propria posizione dominante nella pubblicità collegata alle ricerche online, mettendosi al riparo dalla pressione della concorrenza con l'imposizione di restrizioni contrattuali anticoncorrenziali ai siti web di terzi. Si tratta di pratiche illegali ai sensi delle norme antitrust dell'UE. Tale condotta illegale si è protratta per oltre 10 anni, negando ad altre società la possibilità di competere sulla base dei meriti e di innovare e ai consumatori di godere dei vantaggi della concorrenza."
Cuore della vertenza è l'utilizzo del servizio AdSense for Search offerto da Google, inserito all'interno dei motori di ricerca dei siti web che scelgono di utilizzarlo. Alcuni dei risultati generati dalle ricerche dei siti che utilizzano AdSense for Search possono contenere risultati pubblicitari, che vengono forniti dal Google. Nel periodo del 2006 al 2016 Google ha ottenuto una quota di mercato superiore al 70% nell'intermediazione pubblicitaria nei motori di ricerca dei siti presenti nello Spazio Economico Europeo. Google ha negoziato accordi specifici con i principali publisher interessati a lavorare con Google nei risultati dei propri motori di ricerca interni. Questi accordi, secondo l'analisi della Commissione Europea, hanno previsto clausole in esclusiva con il divieto di mostrare sulle pagine dei risultati di ricerca annunci pubblicitari collegati alla ricerca dei concorrenti di Google.
In seguito, dal marzo 2009, le clausole in esclusiva sono state sostituite con posizionamenti premium: questo ha impedito ai concorrenti di inserire i propri messaggi pubblicitari collegati alle ricerche negli spazi maggiormente visibili e cliccati delle pagine di visualizzazione dei risultati delle ricerche dei siti web. Sempre dal mese di marzo 2009 Google ha previsto clausole che imponevano ai publisher di chiedere l'autorizzazione scritta da parte di Google prima di modificare il modo in cui sono visualizzati i messaggi pubblicitari dei concorrenti. Ciò significava che Google controllava quanto fossero attrattivi i messaggi pubblicitari inseriti dai concorrenti, e quindi i click ricevuti.
Secondo le indagini della Commissione Europea, le pratiche di Google hanno interessato oltre la metà del mercato in termini di fatturato per la maggior parte del periodo dal 2006 al 2016. I rivali di Google non avevano la possibilità di competere sulla base dei meriti o perché vi era un divieto assoluto che impediva loro di comparire sui siti dei publisher o perché Google aveva riservato per sé i migliori spazi commerciali su tali siti web, controllando al contempo come dovessero apparire i messaggi pubblicitari collegati alle ricerche dei concorrenti.
Una multa di 1,49 miliardi di Euro è decisamente importante, ma crediamo che Google riuscirà a pagarla senza particolari problemi. Nel 2018 Alphabet Inc., società madre di Google, ha totalizzato un fatturato di oltre 138 miliardi di dollari con un utile netto annuale di poco meno di 31 miliardi di dollari.
11 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoPerò se continuano a prendere multe significa che a loro, alla fine, conviene. Bisognerebbe trovare qualche deterrente più incisivo, che permetta alle aziende concorrenti di recuperare il terreno perduto a causa degli abusi.
@bagnino89
Non trattandosi di aziende europee dubito che possano operare delle scissioni, a meno che non pongano condizioni tali da fare in modo che queste aziende debbano scindersi per poter operare in Europa.
Però se continuano a prendere multe significa che a loro, alla fine, conviene. Bisognerebbe trovare qualche deterrente più incisivo, che permetta alle aziende concorrenti di recuperare il terreno perduto a causa degli abusi.
Multa del 30% sul fatturato annuo, e via. Poi vedi come rigano dritto.
Non trattandosi di aziende europee dubito che possano operare delle scissioni, a meno che non pongano condizioni tali da fare in modo che queste aziende debbano scindersi per poter operare in Europa.
Potrebbero farlo benissimo. Anzi, dovrebbero farlo.
Un vero deterrente sarebbe invece quello di utilizzare i soldi delle multe per riparare ai danni provocati dall'infrazione: se l'azienda in questione con l'infrazione ottiene comunque il risultato, le sarà costato caro ma ha raggiunto l'obiettivo. Se invece oltre i costi smonto per quanto possibile anche i risultati ottenuti, allora infrangere le normative perde di ogni appeal.
Per quanto riguarda le scissioni, non credo possano farlo dato che si tratta di aziende non europee. Hai qualche precedente che confermi quanto dici?
Un vero deterrente sarebbe invece quello di utilizzare i soldi delle multe per riparare ai danni provocati dall'infrazione: se l'azienda in questione con l'infrazione ottiene comunque il risultato, le sarà costato caro ma ha raggiunto l'obiettivo. Se invece oltre i costi smonto per quanto possibile anche i risultati ottenuti, allora infrangere le normative perde di ogni appeal.
Idea forse non semplice da attuare, ma di sicuro interessante.
No, rispondevo in particolare a questa tua affermazione: "a meno che non pongano condizioni tali da fare in modo che queste aziende debbano scindersi per poter operare in Europa."
Basterebbe un DASPO commerciale
Oltre alla multa ti becchi da 6 mesi ad 2 anni di blocco totale delle attività soggette al contendere su tutto il territorio Europeo.Se poi i soldi della multa venissero rigirati agli ISP internazionali che saranno costretti a filtrare sulla base dell'IP di provenienza se chi si connette stia in Europa nel qual caso non possono far apparire banner pubblicitari della GOOGLE o sussidiarie, ben venga.
Poco.
Sarà per questo che tutte queste aziende accusate di azioni di questo tipo oggi sono leaders nei propri settori ( MS, Intel, Nvidia e Google ).
Perchè in europa hanno los huevos ed in italia no...
Cknslslmlmslmsk
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