La CIA ammette: "Abbiamo in corso progetti sulle criptovalute"
L'agenzia di intelligence statunitense sta osservando il fenomeno da vicino, anche se non è chiaro in che modo, con quali mezzi e a che scopi. Le parole del direttore Burns
di Andrea Bai pubblicata il 09 Dicembre 2021, alle 14:11 nel canale WebBitcoinEthereum
Le autorità federali statunitensi stanno cercando di osservare da vicino il fenomeno delle criptovalute e, a quanto pare, hanno già messo le "mani in pasta" durante l'amministrazione Trump. E' il direttore della CIA, William Burns, ad ammettere che l'agenzia ha "un certo numero di progetti diversi incentrati sulle criptovalute".
La conferma arrivata nel corso del CEO Summit organizzato dal Wall Street Journal lo scorso lunedì: Burns ha risposto ad una domanda del pubblico sul problema degli attacchi ransomware, una minaccia molto seria che in alcune situazioni ha portato a conseguenze concrete nella vita di tutti i giorni, com'è stato il caso degli incidenti di sicurezza informatica avvenuti nel corso dell'anno al gasdotto Colonial Pipeline e alla filiera di lavorazione delle carni di JBS. Un problema di una gravità tale che ha spinto gli USA a cambiare i metodi di indagine relativi a questi crimini, parificandoli a quelli utilizzati nel caso di azioni di terrorismo.

Burns, riporta Vice, ha spiegato di aver ricevuto in dote le operazioni della CIA nel contesto delle criptovalute dal suo predecessore riferendosi probabilmente a Gina Haspel, che guidò la CIA durante la presidenza di Donald Trump: "Il mio predecessore aveva dato il via a tutto ciò, e aveva avviato una serie di progetti diversi incentrati sulle criptovalute, cercando di osservare anche le conseguenze di secondo e terzo ordine, e collaborando con altri colleghi in altre posizioni governative a raccogliere informazioni solide anche su ciò che stiamo vedendo ora".
Insomma, un'affermazione elegante usata per ammettere che la CIA (e non solo lei, probabilmente) sta attivamente prestando attenzione alle reti e alle piattaforme di criptovalute per capire quanto siano una priorità nel contesto della protezione della sicurezza nazionale.
Burns ritiene che le criptovalute potrebbero avere un impatto enorme sulla lotta ai crimini, compresi proprio i ransomware, perché "uno dei modi per aggredirli e dissuaderli è essere in grado di raggiungere le reti finanziarie usate maggiormente dai criminali, come ad esemprio le valute digitali".
Le dichiarazioni di Burns sono un po' criptiche (restando in tema) e sebbene, per ovvi motivi, non si potrà mai sapere con chiarezza che cosa stia facendo la CIA nel contesto delle criptovalute, esse sono in qualche modo in linea con quanto osservato dall'ex direttore ad interim (durante la presidenza di Barack Obama) Micheal Morrell che ad aprile ha pubblicato un documento in cui si osservava che le tecnologie blockchain sono "un vantaggio per la sorveglianza", auspicando che i governi mostrassero un approccio favorevole alla loro adozione.
In ogni caso le parole del direttore della CIA sono tornate a rinvigorire le speculazioni secondo le quali il misterioso creatore di Bitcoin, Satoshi Nakamoto, sarebbe in realtà un'identità fittizia creata proprio dall'agenzia di intelligence.










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4 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infocioè quegli studi valgono zero.
Se queste sono le info che ha la CIA mi cascano le @@. Spero che Morrell essendo fuori da anni non abbia più accesso alle info serie, o non può pubblicarle perché segrete, perciò deve rifarsi a fonti pubbliche.
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