Italia, la raccolta dei rifiuti elettronici è sotto le attese: sui RAEE l'Europa ci bacchetta

La Commissione europea ha messo in mora il governo italiano a causa degli scarsi risultati di raccolta RAEE. Il governo ha due mesi di tempo per fornire spiegazioni. Nel frattempo, la Commissione Attività Produttive della Camera ha bocciato due emendamenti che avrebbero dato nuovo impulso alla raccolta dei rifiuti elettronici.
di Manolo De Agostini pubblicata il 29 Luglio 2024, alle 15:01 nel canale WebLa Commissione europea ha chiesto al governo italiano di fornire entro due mesi spiegazioni in merito al fatto che nel nostro Paese i risultati di raccolta dei Rifiuti Elettrici ed Elettronici (RAEE) sono lontanissimi dagli obiettivi fissati in sede europea.
Nella nota inviata al Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione Internazionale in data 25 luglio 2024 si afferma che nel 2023 in Italia sono infatti state ufficialmente trattate 350.000 tonnellate di RAEE Domestici, contro un obiettivo di circa 780.000 tonnellate (cioè il 65% della media del peso delle nuove apparecchiature immesse sul mercato nell'ultimo triennio).
Secondo Erion WEEE, il Consorzio senza scopo di lucro che gestisce oltre due terzi del totale dei RAEE intercettati dal Sistema "formale" italiano, le ragioni che determinano gli scarsi risultati di raccolta dei RAEE sono due.
La prima è che l'attuale normativa italiana in materia di RAEE prevede che le attività di raccolta siano effettuate dagli Enti Locali e dai negozianti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche (AEE), ma non obbliga questi soggetti a consegnare i RAEE ai Consorzi istituiti dai Produttori di AEE.
Enti Locali e negozianti sono liberi di cedere i RAEE raccolti a qualunque azienda in possesso di un'autorizzazione al trattamento di questi rifiuti.
Secondo Erion WEEE, la "conseguenza di questa impostazione normativa è una enorme emorragia di RAEE. Ad esempio, nel Raggruppamento R2 (lavatrici, lavastoviglie, forni ecc.) - settore nel quale in circa il 90 % dei casi si acquista un nuovo elettrodomestico quando si dismette quello vecchio - a fronte di 253.000 tonnellate di nuove apparecchiature immesse sul mercato nel 2023, sarebbe stato logico aspettarsi circa 227.000 tonnellate di RAEE; invece gli Enti Locali e i negozianti hanno consegnato ai Consorzi dei Produttori solo 121.000 tonnellate: delle tonnellate mancanti (oltre 100.000) non c'è alcuna traccia. Con un analogo calcolo, nel Raggruppamento R1 (frigoriferi e congelatori - senza prendere in considerazione i condizionatori) risultano altre 50.000 tonnellate di RAEE che escono dalle case degli italiani, non vengono consegnate ai Consorzi dei Produttori e spariscono senza lasciare traccia".
L'altro problema è che molti RAEE si perdono a causa della scarsa consapevolezza dei cittadini sull'importanza della raccolta differenziata dei RAEE. Secondo un sondaggio, 4 italiani su 10 non conoscono il significato dell'acronimo RAEE e 5 su 10 non conoscono l'esistenza del servizio di ritiro "uno contro zero". La conseguenza di questa insufficiente consapevolezza è che i piccoli RAEE restano nei cassetti delle nostre case oppure vengono buttati nella spazzatura indifferenziata.
Erion WEEE ritiene lo Stato dovrebbe rapidamente agire su tre fronti: portare la raccolta dei RAEE più vicina ai cittadini, eliminando tutti gli inutili ostacoli burocratici che oggi rendono difficile, sia per i negozianti che per i consumatori, l'adozione di comportamenti virtuosi; effettuare campagne di informazione dei cittadini, spiegando cosa sono i RAEE, perché sono importanti e quali sono le modalità per una corretta dismissione di questi rifiuti; potenziare i controlli sul campo, per scoprire dove vanno a finire i "flussi paralleli", cioè i RAEE che non vengono consegnati ai Consorzi dei Produttori.
Rifiuti elettronici, ne produciamo ancora troppi: crescono cinque volte più velocemente del riciclo
Giorgio Arienti, Direttore Generale di Erion WEEE, segnala come proprio nel giorno in cui la Commissione Europea accende un faro sul gap che separa l'Italia dai target europei, lo Stato italiano perda una straordinaria occasione per far crescere la raccolta dei RAEE.
"Nell'audizione alla Commissione Attività Produttive della Camera del 2 luglio scorso avevamo proposto di inserire nel Decreto Legge sulle Materie Prime Critiche alcune modifiche al D.Lgs. 49/2014 che avrebbero consentito di fare concreti e rapidi passi in avanti sulla semplificazione della raccolta e sull'informazione ai cittadini", spiega Arienti.
Le modifiche proposte da Erion WEEE sono state condivise dal Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica e poi presentate in Commissione come emendamenti dal Presidente On. Alberto Gusmeroli e dall'On. Luca Squeri, ma nella seduta della Commissione del 25 luglio sono state ritirate.
"Quanto successo è davvero inspiegabile", continua Arienti. "A maggior ragione se si pensa che le modifiche da noi proposte non avrebbero comportato alcun onere aggiuntivo per lo Stato. Ed è altrettanto inspiegabile che un Decreto Legge sulle Materie Prime Critiche non contenga alcun riferimento ai RAEE, vera e propria 'miniera urbana', il cui corretto riciclo potrebbe invece dare un concreto aiuto a ridurre la dipendenza dell'Italia da Paesi come la Cina e la Russia".
29 Commenti
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Il problema è tutto il resto.
Come scritto, non c'è una soluzione unica e va capito caso per caso dove è il problema e come risolverlo.
PS nelle eco isole la raccolta RAEE c'è, ma viene conteggiata?
(e ci sta che nel caso che prenda una lavatrice nuova, quella vecchia la porto al RAEE dell'ecoisola a 1 km da casa e non al rivenditore (centro commerciale))
Quanti cellulari abbiamo in casa nel cassetto?
Io alla fine ne ho tenuto uno di emergenza + 3310. Il resto l'ho smaltito.
Dove abito c'è un solo punto di raccolta in tutta la città, anziché magari uno in ogni centro commerciale o supermercato, il che fa proprio venir voglia di impegnarsi a fare la differenzata.
E la libertà di cedere il rifiuto a chiunque si spacci per azienda autorizzata, la dice lunga sul fatto che alla fine vengano tutti buttati a mare, come evidenziato in articolo dalla disparità di volumi fra entrate e uscite.
Pessimo
Bella questa
Penso dovremmo prima cambiare la tipologia di pagamento di tutti i rifiuti a persona e non a peso (cosi' si risove gran parte del problema) e poi fare un'infinita' di insegnamenti e pubblicita' pro rispetto Natura e smistamento rifiuti
Ma al di sopra della media per il resto.
Bisognerebbe aggiungere i RAEE alla raccolta differenziata porta a porta (o per condominio, ci siamo capiti) già presente.
concordo dal mio paesetto nell'estremo nord-est
tra tanti virtuosi ci sono sempre nel quartiere quelle 3-4 ([SIZE="1"]non so quante, ipotizzo dal poco numero di produzione[/SIZE]) persone che usano i cassonetti in modo random (carta nella plastica, plastica nel vetro, verde nell'indifferenziata, ecc).... oltre alla "fatica" ad andare fino all'isola ecologica a smaltire ingombranti ed elettronica
ma se fa fatica aprire il cassonetto giusto quando sono tutti vicini non c'è da stupirsi...
nelle grandi città (es. degli ultimi anni in tv: Roma e Napoli) non mi sembra vada poi meglio, anzi
il problema dei rifiuti non sono i rifiuti in se, ma come li smaltiscono le persone
la tanto vituperata plastica si può riciclare n-volte, dalle bottiglie ci fai le magliette di decathlon, per dire.... poi la trasformi in cruscotto auto.... poi....
se però la butti nella campana del vetro, quando non direttamente per terra dove capita.... allora di che stiamo a parlà?
sempre dalla tv ho potuto constatare la differenza tra il gran premio di f1 in giappone ed una partita trasmessa sul megaschermo di un parco in italia
indovinate a fine evento in quale delle due location le persone (non gli addetti, non gli spazzini.... le persone...) si sono presi su i propri rifiuti per smaltirli e in quale altra è rimasto un porcile per terra
ciao ciao
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