Internet Archive perde il ricorso: il prestito di copie digitali di libri deve essere autorizzato dagli editori

Internet Archive perde il ricorso: il prestito di copie digitali di libri deve essere autorizzato dagli editori

La Corte d'Appello statunitense respinge il ricorso: la copia digitale di un libro fisico è una "copia su larga scala" che rischia di privare i creatori dei compensi per il loro lavoro

di pubblicata il , alle 09:31 nel canale Web
 

Internet Archive ha subito una significativa battuta d'arresto nella sua lotta per il prestito di ebook scansionati: la Corte d'appello del secondo circuito ha respinto mercoledì il ricorso dell'organizzazione non-profit, confermando la sentenza precedente che vietava la pratica di prestito digitale senza l'autorizzazione degli editori.

La corte ha motivato la decisione affermando che permettere alla biblioteca digitale di Internet Archive di prestare ebook senza chiedere il consenso agli editori "consentirebbe una copia su larga scala che priva i creatori di compensi e diminuisce l'incentivo a produrre nuove opere".

Ricordiamo che il contenzioso è incentrato sul sistema Open Library di Internet Archive, che permetteva agli utenti di "prendere in prestito" scansioni digitali di libri fisici. L'organizzazione si basava sul principio del "prestito digitale controllato", sostenendo che ogni prestito corrispondeva a un libro fisicamente acquistato e conservato in biblioteca.

La situazione si è però complicata durante la pandemia COVID-19 e le sue misure di distanziamento sociale, quando Internet Archive ha deciso di lanciare la National Emergency Library consentendo accesso illimitato alle copie digitali per facilitare la possibilità di leggere libri o proseguire studi, ricerche ed approfondimenti.

La Corte del Secondo Circuito ha riconosciuto tuttavia che le tariffe di licenza per gli ebook possono rappresentare un onere per le biblioteche e limitare l'accesso alle opere creative. La Corte ha però sottolineato anche il diritto degli autori di essere compensati per la copia e la distribuzione delle loro creazioni. Alla fine, la corte ha deciso di mantenere l'equilibrio stabilito dal Copyright Act.

Chris Freeland, direttore dei servizi bibliotecari di Internet Archive, ha espresso delusione per la decisione in un post sul sito dell'organizzazione: "Stiamo esaminando l'opinione della corte e continueremo a difendere i diritti delle biblioteche di possedere, prestare e conservare libri", ha dichiarato Freeland. L'organizzazione ha anche lanciato una petizione per ripristinare l'accesso ai 500.000 libri a cui gli editori hanno limitato l'accesso.

13 Commenti
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djfix1305 Settembre 2024, 10:35 #1
io resto del parere che se un'opera ha passato tot anni diventa pubblica: chiunque la può leggere/stampare/prestare ecc. a maggior ragione se fisica.
molte opere di una biblioteca possono restare inutilizzate per decenni; renderle digitali e accessibili le fa tornare in vita... se l'autore ha ricevuto soldi per la sua opera per 10 anni poi basta, ha il tempo di farne altre.

e questo lo penso ormai su tutto, software, giochi, tutto!
vash7905 Settembre 2024, 10:57 #2
Originariamente inviato da: djfix13
io resto del parere che se un'opera ha passato tot anni diventa pubblica: chiunque la può leggere/stampare/prestare ecc. a maggior ragione se fisica.
molte opere di una biblioteca possono restare inutilizzate per decenni; renderle digitali e accessibili le fa tornare in vita... se l'autore ha ricevuto soldi per la sua opera per 10 anni poi basta, ha il tempo di farne altre.

e questo lo penso ormai su tutto, software, giochi, tutto!


Sono abbastanza in linea col tuo pensiero, solo non saprei dare una durata in anni, non so se sono giusti 10...20...boh.
Ci sono giochi online che vanno ancora da più di 10 anni, anche se non credo siano molti.
Ma il concetto è giusto, vedi artisti musicali che prendono ancora soldi dopo decenni. Credo che alla SIAE paghi anche se nel tuo bar chiami un gruppo che fa musica classica dell'800....
Paganetor05 Settembre 2024, 12:18 #3
Non è sbagliato il concetto in sé di vietare il prestito di opere ancora coperte da diritto d'autore.

Giustamente c'è il tema del "quanto far durare" questi diritti... anche perché in Italia (e quindi immagino anche in molti altri paesi del mondo) esiste già un sistema che consente di prendere in prestito dalle biblioteche i libri ancora coperti da diritto d'autore (MLOL - https://www.medialibrary.it/home/index.aspx ).

E cerco anche di mettermi nei panni di chi magari ha investito tempo e denaro per creare una certa opera e, magari, viene remunerato con una piccola quota ogni volta che questa opera viene venduta/noleggiata.
Unrue05 Settembre 2024, 13:52 #4
Originariamente inviato da: djfix13
io resto del parere che se un'opera ha passato tot anni diventa pubblica: chiunque la può leggere/stampare/prestare ecc. a maggior ragione se fisica.
molte opere di una biblioteca possono restare inutilizzate per decenni; renderle digitali e accessibili le fa tornare in vita... se l'autore ha ricevuto soldi per la sua opera per 10 anni poi basta, ha il tempo di farne altre.

e questo lo penso ormai su tutto, software, giochi, tutto!



Ma guarda che è già così. Solo che sono tempi molto più lunghi. Esempio: 70 anni dalla morte dell'autore.
Klontz05 Settembre 2024, 14:22 #5
non confondete il diritto d'autore, che è l'argomento del titolo, con i brevetti, che tutelano le opere di ingegno. Entrambi presentano differenti leggi che ovviamente cambiano anche da nazione a nazione. Comunque, per il diritto d'autore (libri, canzoni ecc. ecc.) gia fissare la data di scadenza alla morte dell'autore sarebbe una cosa ovvia, sensata. Figli, parenti, nipoti e case editrici magari potrebbero anche andare a lavorare anziché campare di diritti acquisiti, non loro. Ti pare normale che se al mio matrimonio voglio far suonare Modugno, devo pagare i "parenti" di questo oltre alla casa editrice che si è comprata i diritti !!
djfix1305 Settembre 2024, 14:43 #6
Originariamente inviato da: Unrue
Ma guarda che è già così. Solo che sono tempi molto più lunghi. Esempio: 70 anni dalla morte dell'autore.


infatti 70 anni dalla morte! il ch'è vuol dire minimo 4 generazioni cioè minimo 100 anni: nell'era del digitale significa che perdiamo i prodotti originali ancor prima di avere il diritto di duplicarli/salvarli o tramandarli; il senso di tutela dell'opera è da assegnare ad un tempo consono... le canzoni dance degli anni 80 dovrebbero cendere i diritti di autore (e sono già 40 anni), dovrebbero essere libere e fruibili e al massimo pagate per la distribuzione fisica (voglio un CD...)
idem per i libri; io leggo Tolkien? gratis o al massimo pago per avere qualcuno che lo stampa fisicamente (5 euro?)... qui non voglio confondere i diritti di chi ci vuole fare soldi sopra (ci faccio un film, una serie Netfix, un nuovo spinoff che parla di un personaggio secondario) ma solo della mera fruizione culturale.
su certi argomenti tipo la scienza nessuno pretende di pagare i ricercatori di una scoperta perchè ne hanno fatto una pubblicazione.
vash7905 Settembre 2024, 14:55 #7
Chopin è morto nel 1849, quindi se metto su una compilation sua non pago nulla?
Paganetor05 Settembre 2024, 15:01 #8
in alcuni casi (opere molto vecchie) non si paga l'opera in sé, ma la sua esecuzione (Chopin suonato/registrato oggi? La relativa orchestra detiene i diritti di quella registrazione e se vuoi farla sentire devi pagare) o traduzione (come tutti i rientri dalle vacanze, si vedono in edicola molti prodotti editoriali settimanali, spesso libri di autori morti da 100 anni. I diritti per le loro opere sono scaduti, ma magari sono ritradotti e paghi i diritti sulla nuova traduzione)

Se suoni Chopin nessuno verrà a chiederti i diritti, mentre con Tolkien (morto nel 1973) lo si potrà fare dopo 70 anni, cioè nel 2043
vash7905 Settembre 2024, 16:58 #9
Originariamente inviato da: Paganetor
in alcuni casi (opere molto vecchie) non si paga l'opera in sé, ma la sua esecuzione (Chopin suonato/registrato oggi? La relativa orchestra detiene i diritti di quella registrazione e se vuoi farla sentire devi pagare) o traduzione (come tutti i rientri dalle vacanze, si vedono in edicola molti prodotti editoriali settimanali, spesso libri di autori morti da 100 anni. I diritti per le loro opere sono scaduti, ma magari sono ritradotti e paghi i diritti sulla nuova traduzione)

Se suoni Chopin nessuno verrà a chiederti i diritti, mentre con Tolkien (morto nel 1973) lo si potrà fare dopo 70 anni, cioè nel 2043


Quindi se faccio una serata in un locale con solo registrazioni di Chopin non pago nulla alla SIAE? Mhhhhhh
lollo905 Settembre 2024, 17:49 #10
Originariamente inviato da: vash79
Quindi se faccio una serata in un locale con solo registrazioni di Chopin non pago nulla alla SIAE? Mhhhhhh


Se i brani li esegui tu, no, sono di pubblico dominio.

Se ne riproduci una registrazione di altri dipende, ma tendenzialmente dovrai corrispondere i diritti connessi alla registrazione ed interpretazione.

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