Il data center di Meta consuma troppo e ha lasciato intere famiglie senza acqua in Georgia
Il gigantesco data center costruito da Meta in Georgia consuma ogni giorno quantità enormi di acqua, fino a mettere in crisi i pozzi privati e l'intero sistema idrico della contea di Newton. Tra famiglie costrette a spendere migliaia di dollari per avere acqua potabile e tariffe destinate a crescere del 33%, il futuro della comunità appare sempre più incerto
di Rosario Grasso pubblicata il 20 Agosto 2025, alle 10:25 nel canale WebMeta
A Newton County, a circa un'ora e mezza da Atlanta, la costruzione di un enorme data center da 750 milioni di dollari ha cambiato la vita di centinaia di residenti. Meta ha completato la struttura lo scorso anno, ma già dai primi lavori nel 2018 molte famiglie hanno iniziato a segnalare problemi alla fornitura domestica di acqua. Secondo un report del New York Times, i residenti hanno visto ridursi la pressione idrica fino ad arrivare a rubinetti completamente asciutti. L'accumulo di sedimenti nell'acqua ha reso inutilizzabili gli elettrodomestici, e ha costretto gli abitanti dell'area a sostituire lavatrici e lavastoviglie più volte e a spendere migliaia di dollari senza riuscire a risolvere definitivamente il problema.
Il data center, secondo le stime, utilizza circa 1,89 milioni di litri d'acqua al giorno per raffreddare i sistemi informatici. Le nuove strutture dedicate all'intelligenza artificiale, ancora più potenti, potrebbero arrivare a consumare decine di milioni di litri quotidianamente. Un peso enorme per un territorio che dipende quasi esclusivamente dalle piogge per rifornire i propri bacini idrici. Già oggi la struttura di Meta assorbe circa il 10% dell'intero consumo della contea.
Gli effetti non si limitano ai singoli pozzi. Secondo il rapporto annuale delle autorità locali, Newton County rischia di entrare in deficit idrico entro il 2030. Per evitare razionamenti, la commissione idrica ha annunciato investimenti da oltre 250 milioni di dollari in impianti di riciclo, ma intanto le bollette dell'acqua sono destinate a crescere del 33% nei prossimi due anni, ben al di sopra dell'aumento medio del 2% che i cittadini erano abituati a sostenere.
Ma non è tutto, perché altre nove aziende hanno già chiesto permessi per nuovi insediamenti, alcune con richieste idriche superiori all’intero fabbisogno quotidiano della contea. Fra queste ci sarebbero colossi come Amazon, oltre a società che hanno usato nomi fittizi per non rivelare la propria identità. Alcuni progetti arrivano a chiedere fino a 22 milioni di litri d'acqua al giorno, equivalenti al consumo di decine di migliaia di famiglie.
Nonostante le pressioni della comunità, le istituzioni statali hanno continuato a sostenere i data center con incentivi fiscali perché vengono considerati una fonte di entrate milionarie. Ma il paradosso è evidente: la crescita economica garantita da queste strutture rischia di compromettere la risorsa primaria per la sopravvivenza della stessa comunità. Il futuro della contea, e delle persone che la abitano, dipenderà dalla capacità di bilanciare l'arrivo delle big tech con la tutela delle risorse idriche, oggi più che mai sotto minaccia.










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12 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoSiamo al delirio assoluto.
Nella mia zona le cartiere usano molta acqua di falda ed è un grosso problema al quale hanno cercato di ovviare, ma per una parte i costi del recupero sono troppo elevati e si fa finta di niente perché l'ecomia di tutta la zona gira intorno a loro.
Non sono esperto ma non è che per caso usano recuperatori di calore sul vapore prodotto? In quel caso scaricano acqua ……
perche non ti da vantaggi farlo in quei posti comunque il sistema va climatizzato e se fa tropo freddo i sistemi si bloccano quindi ancora peggio farli li
Io non capisco, ma non usano sistemi chiusi? Voglio dire, la prima volta prelevi quella quantità, ma poi fine, a parte qualche perdita, la quantità di acqua non dovrebbe essere sempre la stessa?
Oltre a difficoltà logistiche, ci lavorano anche tante persone, che non credo siano così contente di andare a lavorare in quei posti.
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