IA generativa: prepariamoci a spendere anche per le funzionalità base

IA generativa: prepariamoci a spendere anche per le funzionalità base

L'IA generativa sta rivoluzionando la nostra interazione con la tecnologia, ma i costi di sviluppo e mantenimento sono insostenibili. Le aziende, pressate dagli investitori, si stanno preparando a introdurre modelli di business basati su abbonamenti, con gli utenti che dovranno abituarsi all'idea di pagare per accedere alle funzionalità più avanzate.

di pubblicata il , alle 11:01 nel canale Web
 

Gli assistenti virtuali basati sull'intelligenza artificiale generativa stanno rapidamente diventando parte integrante della nostra vita quotidiana. Sistemi sempre più sofisticati ci aiutano a scrivere email, codice informatico e persino poesie, oltre a rispondere in maniera (a volte) molto più precisa e puntuale rispetto alle tecnologie precedenti. Generatori di immagini, inoltre, creano opere d'arte su nostra richiesta, mentre assistenti vocali conversano con noi in modo quasi umano. Tuttavia, dietro questa apparente magia si cela una realtà economica complessa e al momento insostenibile.

Le aziende tecnologiche hanno investito, e continuano a investire, miliardi di dollari nello sviluppo di modelli di IA sempre più avanzati. Al momento si stanno trovando di fronte a una sfida cruciale: far sì che quanti più utenti possibile utilizzino intensivamente questi servizi, in modo da raccogliere i dati necessari per migliorare ulteriormente gli algoritmi. E, proprio per raggiungere questo obiettivo, molte realtà offrono gratuitamente l'accesso alle proprie piattaforme di IA generativa.

Il prezzo dell'innovazione: perché l'IA generativa non può più essere gratis

Questa strategia ha permesso una rapida diffusione e adozione di tecnologie come ChatGPT o Copilot, che vengono proposti gratuitamente agli utenti che ne intendono sfruttare le funzionalità base. Gli utenti si sono abituati a interagire quotidianamente con questi assistenti virtuali, integrandoli nelle proprie attività personali e in alcuni casi anche lavorative. Le aziende stanno quindi raccogliendo enormi quantità di dati preziosi per affinare i propri modelli, al fine di risolvere i problemi più evidenti che abbiamo già visto insorgere con le IA generative più celebri, come ad esempio quelli legati alle "allucinazioni".

Il rovescio della medaglia è rappresentato dai costi astronomici legati allo sviluppo e al mantenimento delle infrastrutture tecnologiche necessarie per portare l'IA generativa sui dispositivi degli utenti. I data center necessari per far funzionare i modelli di IA generativa consumano enormi quantità di energia elettrica e acqua, e a ciò si aggiungono le spese per la ricerca e lo sviluppo di nuovi algoritmi. Gli investitori che hanno finanziato queste imprese iniziano a manifestare una crescente impazienza, chiedendo sempre più a gran voce risultati concreti e un chiaro percorso verso la redditività. Insomma, come manifestato da diverse indagini, l'entusiasmo iniziale per l'IA generativa sta lasciando il posto a un certo scetticismo da parte delle banche d'investimento.

Un analista senior di Goldman Sachs ha recentemente sottolineato come la tecnologia abbia costi elevati ma stenti ancora a dimostrare la propria utilità pratica. Gli analisti di Barclays, inoltre, prevedono che le grandi aziende tecnologiche investiranno circa 60 miliardi di dollari ogni anno da qui al 2026 per lo sviluppo di modelli di IA, una cifra colossale che solleva dubbi sulla reale necessità di un numero così elevato di chatbot e sistemi di IA generativa.

Le preoccupazioni degli investitori non sono infondate. Google, ad esempio, ha recentemente pubblicato risultati finanziari che, pur essendo positivi in termini assoluti, hanno evidenziato una riduzione dei margini di profitto a causa dei crescenti costi legati allo sviluppo dell'IA. Di fronte a questa situazione, appare sempre più probabile che le aziende del settore saranno costrette a rivedere le proprie strategie di monetizzazione. In altre parole, l'era dei servizi di IA generativa completamente gratuiti potrebbe presto giungere al termine, lasciando spazio ad abbonamenti o pagamenti per utilizzo.

Già oggi assistiamo ai primi segnali di questa transizione. Microsoft offre Copilot, il suo assistente IA integrato nelle applicazioni Office, come servizio premium a pagamento per le aziende. OpenAI ha lanciato ChatGPT Plus, una versione a sottoscrizione del suo popolare chatbot che garantisce funzionalità avanzate e accesso prioritario. Anthropic propone opzioni di abbonamento per il suo assistente virtuale Claude. Anche Google propone il suo Gemini in versione Advanced a pagamento. Ma si tratta in ogni caso di soluzioni pensate prevalentemente per il pubblico professionale.

Lo stesso trend potrebbe però arrivare molto presto anche per i servizi dalle funzionalità "consumer". Amazon, nello specifico, sembra intenzionata a seguire una strada simile per il suo Alexa. Secondo indiscrezioni non ancora ufficializzate, l'azienda starebbe sviluppando una versione avanzata di Alexa basata su IA generativa, che potrebbe essere offerta come servizio a pagamento. Il progetto, noto internamente come "Alexa Plus", mirerebbe a fornire un'esperienza di conversazione più naturale e capacità di comprensione superiori rispetto all'attuale assistente vocale.

La transizione verso modelli a pagamento non sarà priva di sfide. Gli utenti sono ormai abituati ad avere accesso gratuito a molti di questi servizi e potrebbero essere riluttanti a pagare per funzionalità che prima erano disponibili senza costi. Un altro ostacolo è rappresentato dalla qualità non sempre ottimale dei risultati prodotti dall'IA generativa: come evidenziato da uno studio recente, quasi un terzo dei progetti basati su questa tecnologia potrebbe essere abbandonato entro il 2025 a causa di problemi come la scarsa qualità dei dati e l'assenza di adeguati sistemi di controllo, fra le varie motivazioni.

Le aziende dovranno quindi lavorare duramente per migliorare l'affidabilità e l'utilità pratica dei loro servizi di IA generativa. Solo offrendo un reale valore aggiunto potranno giustificare la richiesta di pagamento agli utenti, fattore che probabilmente richiederà ulteriori investimenti in ricerca e sviluppo, creando un circolo vizioso di costi crescenti e pressioni degli investitori per la monetizzazione.

Dalla gratuità agli abbonamenti: il futuro dei servizi di IA a pagamento

Nonostante queste sfide, il potenziale dell'IA generativa rimane enorme: le aziende che hanno implementato con successo le nuove innovative tecnologie hanno registrato in media un aumento dei ricavi del 15,8%, un risparmio sui costi del 15,2% e un miglioramento della produttività del 22,6%. Cifre che dimostrano come, se utilizzata in modo efficace, l'IA generativa possa portare benefici concreti. Le grandi aziende tecnologiche come Microsoft, Google e Apple, inoltre, sembrano intenzionate a perseverare nei loro investimenti, integrando sempre più l'IA generativa nei loro prodotti e servizi.

La loro forza finanziaria consente loro di sostenere i costi di sviluppo nel lungo periodo, in attesa che il mercato maturi e si consolidino modelli di business redditizi. Per le startup e le aziende di dimensioni minori la situazione è più critica. Senza le risorse dei giganti tecnologici, le realtà più piccole rischiano di non riuscire a sostenere i costi di sviluppo e manutenzione delle infrastrutture necessarie, e alcune di queste potrebbero essere costrette ad abbandonare progetti innovativi o a cercare acquisizioni da parte di aziende più grandi.

È probabile, pertanto, che per il prossimo futuro assisteremo a una progressiva stratificazione dei servizi di IA: le versioni base, con funzionalità limitate, potrebbero rimanere gratuite per attrarre utenti e raccogliere dati; mentre le funzionalità più avanzate e personalizzate garantite dall'IA generativa saranno invece offerte a pagamento. Gli utenti dovrebbero quindi prepararsi a mettere mano al portafoglio per accedere alle potenzialità dell'IA generativa. Chi vorrà utilizzare questi strumenti per aumentare la propria produttività lavorativa o per progetti creativi complessi deve già considerare l'investimento in abbonamenti premium, ma in futuro anche chi vorrà utilizzare i nuovi strumenti di IA generativa per funzionalità mainstream, o per il mero apprendimento, potrebbe essere costretto a pagare un dazio mensile.

D'altra parte, questa evoluzione potrebbe portare a una maggiore attenzione alla qualità e all'affidabilità dei servizi offerti: la transizione verso modelli di business sostenibili per l'IA generativa sembra, infatti, un passaggio necessario per garantire lo sviluppo a lungo termine di queste tecnologie. Nei prossimi anni, dovremo probabilmente abituarci all'idea che l'accesso alle funzionalità dell'IA generativa avrà un costo: tuttavia, se i benefici al lavoro, così come nella vita privata, saranno all'altezza delle promesse, molti utenti potrebbero considerare questi abbonamenti come investimenti preziosi per il proprio sviluppo professionale e, perché no, anche personale.

24 Commenti
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euscar04 Agosto 2024, 11:11 #1
Si sa,

"neanche il cane scodinzola per nulla"

Opteranium04 Agosto 2024, 11:15 #2
dovrei pure pagare per qualcosa che entro un lustro mi porterà via il lavoro?
Notturnia04 Agosto 2024, 11:25 #3
se c'è una cosa che credo ormai abbiano imparato tutti è che prima regali, poi fai pagare una volta che non ci sono alternative perchè tutti sono passati al "gratis".


lo ha fatto la cina con la seta, lo ha fatto con i pannelli FV e lo fanno tutte le aziende che possono fare monopolio di una cosa che poi tutti vogliono..

le caramelle gratis all'uscita della scuola ... ? le mamme non lo hanno detto ai figli dopo il 1980 ? ..

nulla si fa per nulla
kalius04 Agosto 2024, 11:37 #4
Originariamente inviato da: Opteranium
dovrei pure pagare per qualcosa che entro un lustro mi porterà via il lavoro?



Potresti pagarla per farti aiutare a imparare qualcosa di nuovo. Ciclicamente nella storia si sono succedute scoperte o rivoluzioni che hanno reso di colpo qualcos'altro obsoleto. L'umanità però non è finita. Sarà la stessa cosa qui.

Magari per voi che vivete in Italia (dove è persino difficile trovare un impiego che di norma è tra i più richiesti al mondo) sarà un pò più complicato. Ma a quello voi ci siete già abituati, quindi...
agonauta7804 Agosto 2024, 11:51 #5
IA generativa , la risposta ad una domanda che nessuno ha fatto
LMCH04 Agosto 2024, 12:38 #6
In altre parole quelli che ci mettono i soldi pensano che la curva di crescita delle capacità dei LLM invece di un esponenziale sia una sigmoide e si sta arrivando al limite superiore, tempo di monetizzare prima che sia troppo tardi.
marco_iol04 Agosto 2024, 13:05 #7
Io sono disposto a pagare un servizio se è valido e se effettivamente ne traggo qualche vantaggio. Ad oggi, per quanto mi riguarda, non sta accadendo.
gnpb04 Agosto 2024, 13:25 #8
Originariamente inviato da: Opteranium
dovrei pure pagare per qualcosa che entro un lustro mi porterà via il lavoro?

Secondo me dovresti vederla in altro modo, fin'ora poteva portarti via il lavoro, perché era gratis quindi per quanto facesse schifo era comunque interessante.
Ora che la devi pagare intanto dovrà offrire contenuti di livello adeguato, poi si inizierà a valutare se conviene pagare una intelligenza generativa artificiale o una naturale.
Opteranium04 Agosto 2024, 14:40 #9
Originariamente inviato da: gnpb
Secondo me dovresti vederla in altro modo, fin'ora poteva portarti via il lavoro, perché era gratis quindi per quanto facesse schifo era comunque interessante.
Ora che la devi pagare intanto dovrà offrire contenuti di livello adeguato, poi si inizierà a valutare se conviene pagare una intelligenza generativa artificiale o una naturale.

la risposta è sempre e comunque la prima, perché fintanto che non si evolveranno al punto di rivolgersi a un sindacato, le IA non vanno in ferie, non dormono, non mangiano, non hanno maternità, non protestano, ecc ecc per cui dal punto di vista del dirigente sono la soluzione perfetta.
Io dico che di qui a breve saremo tutti travolti e anche chi fa lo splendido con frasi fatte tipo "l'umanità è sempre sopravvissuta alle rivoluzioni, basta adattarsi", si dovrà amaramente ricredere, perché qui c'è una novità importante rispetto a qualsiasi altro salto tecnologico: la rapidità con cui sta avvenendo
pachainti04 Agosto 2024, 15:53 #10
Originariamente inviato da: agonauta78
IA generativa , la risposta ad una domanda che nessuno ha fatto


Già, uno dei prodotti/servizi più inutili e pieno di marketing della storia dell'informatica.
Fortunatamente la bolla in stile dot com si sta sgonfiando e nel giro di qualche anno sarà stata solo l'ennesima moda passeggera.
ChatGPT is bullshit
DK8x36 - Sbagliare i tempi - Finale Stagione 8

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