Elizabeth Warren, una candidata alla presidenza USA che vuole smembrare i big della tecnologia

Secondo la Warren i marketplace proprietari e le fusioni hanno limitato la concorrenza: ecco un piano che rivoluzionerebbe il panorama attuale, qualora dovesse vincere il confronto elettorale
di Andrea Bai pubblicata il 11 Marzo 2019, alle 16:41 nel canale WebElizabeth Warren, senatrice statunitense Democratica per il Massachussets, nonché candidata per le prossime presidenziali USA, ha pubblicato nei giorni scorsi un intervento sulla piattaforma blog Medium dove ha tratteggiato i contorni di un piano che promette di portare avanti nel caso dovesse vincere il confronto elettorale e che potrebbe avere conseguenze significative per i grandi colossi della tecnologia e del web.
Andiamo dritti al punto: secondo Warren "Le società con un fatturato annuale complessivo a partire da 25 miliardi di dollari e che offrono al pubblico un marketplace online, un exchange o una piattaforma per connettere terze parti saranno considerate come platform utilities. Queste società non potranno essere proprietarie della piattaforma e parteciparvi al contempo, e le platform utilities dovranno poi rispondere ad uno standard di rapporti equi, ragionevoli e non discriminatori con gli utenti. Le platform utilities non avranno la possibilità di trasferire o condividere dati con terze parti. Le compagnie con un fatturato annuale globale compreso tra 90 milioni e 25 miliardi di dollari non dovranno scindersi, ma dovranno rispettare anch'esse i principi di equo, ragionevole e non discriminatorio rapporto con gli utenti. Chi sarà in violazione di questi requisiti sarà sanzionato con una multa pari al 5% del fatturato annuale" In parole povere? La linea di prodotti Amazon Basic, per esempio, non potrà essere venduti sul marketplace di Amazon, o ancora i sistemi di advertising exchange di Google e Google Search dovranno essere due entità separate.
Ma il piano di Warren si compone di un'altra colonna portante, ovvero l'annullamento di "qualsiasi fusione anticompetitiva" facendo leva sulle leggi antitrust già esistenti. Alcuni esempi? L'acquisizone di Whole Foods e Zappos da parte di Amazon, oppure le fusioni di Whatsapp e Instagram con Facebook o ancora le acquisizioni compiute da Google verso Waze, Nest e DoubleClick.
Warren afferma di aver preso ispirazione dal caso antitrust che ha visto avversari Microsoft e il governo federale a cavallo tra gli anni '90 e gli '00 sull'integrazione tra sistema operativo e browser web, e i cui esiti hanno "permesso di chiarire un percorso perché società come Google e Facebook potessero emergere". Le stesse società che però oggi, secondo Warren, "hanno troppo potere sulla nostra economia, sulla nostra società e sulla nostra democrazia. Hanno asfaltato la concorrenza, usato le nostre informazioni private per profitto e condizionato il campo di gioco contro chiunque altro. Queste compagnie hanno usato le loro risorse e il loro dominio su internet per schiacciare le piccole realtà e l'innovazione, e sostituire i loro interessi finanziari a più ampi interessi del popolo Americano".
Insomma, il punto di vista di Warren è che le fusioni e i marketplace proprietari hanno giocato un ruolo importante nel limitare la concorrenza: "Molte grandi compagnie sono proprietarie di un marketplace - dove transano compratori e venditori - e vi partecipano anche direttamente. Questa situazione può creare un conflitto di interessi che mina alla base la concorrenza. Amazon schiaccia le piccole compagnie copiando i loro prodotti che vengono venduti sull'Amazon Marketplace e quindi vendono le versioni a proprio marchio. Google ha sbaragliato un concorrente favorendo, tramite il suo algoritmo di ricerca, le sue valutazioni dei ristoranti rispetto a quelle di Yelp".
Secondo Warren per il consumatore non cambierà nulla rispetto a quanto accade oggi: "sarete in grado di andare su Amazon e trovarare ciò che volete e che vi sarò consegnato a casa in un paio di giorni, potrete cercare su Google esattamente come oggi e potrete ancora trovare quel vecchio amico di scuola su Facebook per vedere come sta. Quello che cambia è che le piccole società potranno vendere più equamente i propri prodotti su Amazon senza la paura che Amazon li metta fuori dal mercato. Google non potrà più mettere in ombra i concorrenti retrocedendo i risultati delle ricerche. Facebook dovrà affrontare la reale pressione di Instagram e Whatsapp per migliorare 'esperienza utente e proteggere la privacy. Gli imprenditori della tecnologia potranno avere l'opportunità di competere contro i colossi".
51 Commenti
Gli autori dei commenti, e non la redazione, sono responsabili dei contenuti da loro inseriti - infoForse hai ragione, ma gli americani sono gli unici in grado di affrontare decisioni del genere, e anche di prenderle. Ci tengono a queste cose. Non a caso, la storia americana è piena di esempi in cui sono state fatte serie leggi antitrust, a partire dallo scandalo della Standard Oil.
Di questi tempi, coi cinesi con i fucili in braccio (figurativamente e non), spararsi nei piedi non mi sembra una genialata
la trovo un'idea fantastica.
Pel di carota ,ceh fra l'altro è odiato da queste stesse aziende, prenda nota.
E' cmq altamente probabile che ci troviamo difronte a quelle sparate che si fanno in campagna elettorale per raccogliere voti,poi una volta al potere devi trattare con quello che è il deep state americano.
Concordo pienamente con te, questa e' folle. Per fortuna non vincera' mai le elezioni.
Nel caso dei prodotti marchiati Amazon nel sito Amazon... Dove potrei acquistarli se non lì?
Valve allora non può vendere i propri giochi e periferiche su Steam?
[
Questa dovrebbe essere una regola da applicare anche ai negozi fisici.
Ogni catena di supermercati vende anche i "propri" prodotti:"fatti dalla ditta X per conto di Y".
Spesso è la stessa ditta a servire più di un marchio.
]
I sistemi chiusi come Apple?
Ma sono sempre loro, buon Dio! Se creano una sola applicazione invece di tre cosa cambia al mercato? Meno falle, meno aggiornamenti e applicazioni in background.
ps. Facebook potrebbe affrontare la concorrenza chiudendola. Come hanno fatto, fanno e faranno molte altre imprese ai danni di un concorrente.
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