Due disegni di legge in Senato per regolamentare l'accesso dei minori ai social

Due disegni di legge in Senato per regolamentare l'accesso dei minori ai social

In Senato sono arrivate due nuove proposte di legge per regolare l'accesso dei minori ai social network. La prima, firmata da Erika Stefani (Lega), vieta le piattaforme ai minori di 14 anni e impone il consenso dei genitori fino ai 16. Un'altra, a firma Mennuni (FdI), fissa il limite a 15 anni.

di pubblicata il , alle 22:01 nel canale Web
 

La regolamentazione dell'accesso dei minori ai social network torna al centro del dibattito politico. Due disegni di legge, presentati in Senato da esponenti della Lega e di Fratelli d'Italia, puntano a introdurre regole più stringenti per l'iscrizione e l'utilizzo delle principali piattaforme da parte degli adolescenti italiani.

Il primo testo porta la firma della senatrice Erika Stefani, già ministra e oggi tra le figure di riferimento del partito di Matteo Salvini, affiancata dal vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio. La proposta stabilisce il divieto assoluto di accesso ai social per i minori di 14 anni. Tra i 14 e i 16 anni, invece, sarà necessario il consenso esplicito dei genitori o dei tutori legali per aprire o mantenere un account.

Il provvedimento non si limita ai social network più noti - come Facebook, Instagram, TikTok e X - ma include anche le app di messaggistica istantanea, come WhatsApp, Telegram, Messenger, Signal e Skype. Si tratta di una novità significativa, che estende il campo di applicazione a strumenti di comunicazione quotidiana usati da milioni di adolescenti.

Uno degli aspetti centrali della proposta Stefani è l'obbligo, per i gestori delle piattaforme, di implementare sistemi efficaci per verificare l'età degli utenti e raccogliere il consenso dei genitori. In caso di mancata conformità, il testo prevede una prima diffida e, in caso di inadempienza, l'intervento dell'AgCom con la possibilità di bloccare il sito o la piattaforma fino all'adeguamento.

L'iniziativa legislativa italiana si colloca in un quadro più ampio. A livello europeo, l'età minima di accesso a servizi come WhatsApp è oggi fissata a 13 anni, mentre in diversi Paesi si stanno sperimentando sistemi di verifica dell'identità digitale, soprattutto per limitare l'accesso ai siti pornografici. Tuttavia, i risultati sono stati parziali: i filtri hanno ridotto gli accessi ai portali principali, ma non hanno bloccato del tutto il traffico verso piattaforme alternative o private, come Telegram o Reddit.

Con i social, la questione è ancora più complessa: non esistono veri e propri "canali paralleli", e un blocco generalizzato potrebbe avere effetti significativi sulla fruizione dei contenuti e sulla socialità dei giovani utenti.

Accanto al testo della Lega, il Senato discute anche il DDL 1136, presentato dalla senatrice di Fratelli d'Italia Lavinia Mennuni. La proposta, sottoscritta anche da esponenti del Partito Democratico, di Forza Italia e della stessa Lega, innalza a 15 anni l'età minima per accedere ai social, con la possibilità per i genitori di concedere comunque l'autorizzazione ai più giovani.

Il disegno di legge prevede inoltre l'introduzione di un "tasto Emergenza" obbligatorio su tutte le piattaforme social, che consenta ai minori in difficoltà di collegarsi direttamente al numero 114, il servizio d'emergenza per l'infanzia, in caso di pericoli o abusi online.

Entrambi i testi prevedono inoltre attività formative nelle scuole rivolte ai genitori, con l'obiettivo di sensibilizzare le famiglie sui rischi connessi all'uso dei social e alle diverse forme di disagio giovanile, come dipendenza, ansia e cyberbullismo.

Il caso della Danimarca: verso un divieto totale per gli under 15

Anche altri Paesi europei stanno muovendosi nella stessa direzione. In Danimarca, il governo guidato dalla prima ministra Mette Frederiksen ha confermato la volontà di vietare l'uso dei social network ai minori di 15 anni, nell'ambito di una più ampia strategia di regolamentazione sull'utilizzo degli smartphone tra i più giovani.

La proposta sarà discussa in Parlamento il 21 ottobre e mira a portare a una legge definitiva entro il prossimo anno. Secondo le prime indicazioni, i genitori potranno autorizzare l'uso dei social a partire dai 13 anni, mantenendo quindi un margine di flessibilità per le famiglie.

Il riferimento normativo è il GDPR europeo, che fissa a 13 anni l'età minima per il consenso al trattamento dei dati personali, ma consente ai singoli Stati membri di adottare limiti più restrittivi. La Danimarca intende seguire questa strada, introducendo un limite superiore per rafforzare la protezione dei minori online.

L'iniziativa danese potrebbe rappresentare un precedente importante per altri Paesi dell'Unione Europea, in un contesto in cui la tutela dei minori nel mondo digitale sta diventando un tema di priorità crescente.

12 Commenti
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Gnubbolo08 Ottobre 2025, 23:00 #1
come reagirà Steam ?
toglierà i friends, i gruppi, le chat e le discussioni in una versione per bambini ?
vedremo..
agonauta7809 Ottobre 2025, 07:52 #2
Non si può impedire ad un minore l'uso dei social e dei computer in generale .nel senso che non esiste un modo pratico per farlo
coschizza09 Ottobre 2025, 08:29 #3
Originariamente inviato da: agonauta78
Non si può impedire ad un minore l'uso dei social e dei computer in generale .nel senso che non esiste un modo pratico per farlo


esiste benissimo basta volerlo, si chiama login esiste da sempre
inited09 Ottobre 2025, 09:14 #4
il solo problema è e sarà sempre che implementare un'identificazione per questi scopi apre la strada a violazioni di privacy generalizzate.
R@nda09 Ottobre 2025, 09:41 #5
Che cambiamento epocale è stato, Internet, smartphone, social.

Prima di tutto questo era molto semplice veicolare l'informazione alle masse.
Oggi non si può più fare.

Meditate su questo, ovviamente ci sono pro e contro, come in ogni cosa.
Ma io personalmente, preferisco 100 volte com'è oggi l'informazione rispetto a quando Internet non esisteva.

Il compito di educare e responsabilizzare i figli deve essere nostro.
Il parental control esiste anche per questo.

Il mondo era "brutto" anche prima, solo che non lo sapevamo in tempo reale.

buona giornata, forse ( )
rattopazzo09 Ottobre 2025, 10:19 #6
Quando si regolamenterà l'accesso anche per netflix, i cui "innocenti" cartoni animati diffondono propaganda woke?

https://www.youtube.com/watch?v=FsA260rXVr8
Gringo [ITF]09 Ottobre 2025, 12:24 #7
Però si parla di tutta questa regolamentazione e poi alle 12:00 mentre mangi ci stà la tipa che parla dei suoi problemi alla Vulva, tutto permesso perchè gli spot LGBRGBT+ Alpha sono Trendy.

Sta ai GENITORI regolare l'istruzione e gli accessi, stesso deve valere per le imposizioni in TV, possibile che a tutte le ore pasto si debba subire.

Volendo se uno è un GENITORE ci stanno tanti bellissimi TOOLS da mettere nello SMARTPHONE del proprio figlio e devo essere libero come genitore di poterlo fare.

Invece quì si và al contrario.... deve essere lo stato a dire cosa va e cosa non và.

Quindi alle 12:00 mentre mangi con tuo figlio....
Prostate e Vulve Cicloniche e Lubrificanti .... (si in uno spot si può.....)
Darkon09 Ottobre 2025, 12:29 #8
Originariamente inviato da: coschizza
esiste benissimo basta volerlo, si chiama login esiste da sempre


Guarda che è una cosa diversa:

Un login non è un divieto ma un controllo di accesso. Se il disegno di legge prevede il divieto significa che se anche un genitore effettua il login devo esserci sistemi attivi che impediscano l'utilizzo al minore di 14 anni.

Differentemente è il controllo del consenso e quindi un sistema di login che preveda il consenso del genitore.

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In generale trovo tutto ciò una scemenza. Ormai cresciamo generazioni in cui invece di educare si gestiscono i problemi con i divieti vedi smartphone a scuola, accesso ai social e questo nel lungo termine porterà ad avere adulti che quando tutti questi divieti e controlli verranno meno in quanto come adulti dovranno auto-regolarsi saranno totalmente incapaci di farlo perché abituati a qualcun altro che decide per loro in tutto e per tutto.

Tra l'altro anche questo è l'ennesimo regolamento che toglie potere decisionale ai genitori che vengono ulteriormente deresponsabilizzati e svuotati da qualsiasi ruolo educativo. Ormai relegati quasi a essere una figura di contorno.
AlPaBo09 Ottobre 2025, 13:05 #9
L'unico vincolo sensato che si dovrebbe proporre è quello sulla sessualità, che non può essere compresa da bambini e preadolescenti. Ma, appunto, l'adolescenza avviene in momenti diversi per ognuno di noi: qualunque età proposta è eccessiva per alcuni e insufficiente per altri. Portarla a 15 anni è pericoloso, perché ci sono "bambini" di 11 anni (quinta elementare) che sono già evoluti: se li lasci per quattro anni senza informazioni si creano le condizioni per problemi psicologici.

Vuoi definire un'età? dovrebbe essere stabilita caso per caso (differente per ogni ragazzo) da persone esperte nel valutare questo aspetto, non da legislatori che propongono età a caso per motivi politici.
Personalmente non vedrei male una normativa in base alla quale siano gli insegnanti (maestri e docenti di scuola media) a rilasciare un pass per accedere a certi contenuti.

L'altro problema è ovvia mente quello della violenza, ma va ricordato che i bambini sono molto più intelligenti di quanto gli adulti pensino. Sono perfettamente in grado di distinguere tra la violenza reale e quella rappresentata.
La violenza reale è quella degli omicidi che vengono citati in televisione, quella dei documentari dove si mostrano morbosamente uccisioni di animali (discovery channel spesso dà fastidio anche a me).
La violenza rappresentata è in genere quella dei videogiochi, di alcuni fumetti, dei film horror e d'azione: è una violenza che non crea problemi ai bambini che la riconoscono come una simulazione teatrale.

Originariamente inviato da: rattopazzo
Quando si regolamenterà l'accesso anche per netflix, i cui "innocenti" cartoni animati diffondono propaganda woke?

https://www.youtube.com/watch?v=FsA260rXVr8


Ahahah!

Uno dei post più ridicoli che abbia mai letto. Fatto da chi usa Woke senza neppure saperne il significato, solo perché c'è un tizio su YouTube (tale Mattia Caruso che pensa di sembrare più tosto inglesizzando il suo nome) che fa i soldi spargendo boiate destinate a chi si eccita con l'idea di "aver capito".

"Matt Carus" non fa che riportare le solite affermazioni dementi di chi sbava all'idea di trovare significati nascosti in cartoni animati o giochi per bambini.
Darkon09 Ottobre 2025, 13:13 #10
Originariamente inviato da: AlPaBo
Ahahah!

Uno dei post più ridicoli che abbia mai letto. Fatto da chi usa Woke senza neppure saperne il significato, solo perché c'è un tizio su YouTube (tale Mattia Caruso che pensa di sembrare più tosto inglesizzando il suo nome) che fa i soldi spargendo boiate destinate a chi si eccita con l'idea di "aver capito".

"Matt Carus" non fa che riportare le solite affermazioni dementi di chi sbava all'idea di trovare significati nascosti in cartoni animati o giochi per bambini.


Che il tizio su YT sia quel che è, mi sembra palese e l'hai già descritto a sufficienza.

Però senza sfociare in cose eccessive è anche altrettanto vero che siamo arrivati a proporre prodotti per bambini che definire demenziali è poco.

Tra l'altro di pari passo a genitori rincoglioniti che gli propongo della roba che sembra fatta per uno che ha subito danni cerebrali.

Con la mia bambina, 2 anni, guardiamo normalissimi anime insieme. Lei ovviamente ancora capisce poco dei dialoghi ma perlomeno vede una storia sensata e non cazzate ripetitive e senza senso.

Stiamo seguendo Gachiakuta, Digimon, l'isekai del gatherer, quello del classless (hanno dei nomi impronunciabili alcuni) e così via.

La roba che fanno per bambini su netflix (e tante altre piattaforme) definirla immondizia è poco. Sembra veramente un prodotto per rimbambire invece che per far ragionare.

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